Di Marco Tenuti (del 30/01/2012 @ 14:37:26, in MTB, linkato 1123 volte)
Finalmente Musseu è arrivato al suo sogno più grande, che guarda oltreoceano: attraversare l'America in bici da un capo all'altro, senza mai fermarsi, senza riposare, tutta di un fiato.
Dopo essere diventato campione italiano di Ultracycling nella categoria "over 50", è giunto di pensare all'obiettivo più desiderato da qualsiasi ciclista amante della fatica oltre ogni limite, cioè the RAAM, the Race Across AMerica, roba da sbalinè (ndr, impallinati), tanto per non voler esagerare con le iperboli.
Per fare questo è però necessario essere supportati da uno sponsor, perché la RAAM, oltre ad essere faticosissima ed impossibile, richiede di avere uno staff al seguito, il cui costo si può stimare in circa 1 Euro al km, secondo i calcoli di Musseu, al secolo Giorgio Murari.
Invito chiunque è amante della fatica, delle tribulade, della determinazione che non conosce limiti o ostacoli, invito chi si sente belga, chi vuole continuamente mettersi alla prova, ad andare a leggere qualcosa di Giorgio Murari, sul suo blog. Potremmo dire che è l'uomo veronese delle randonneè, un infaticabile, un uomo che non si fa intimorire dal freddo o dalle basse temperature.
Ha già più o meno conosciuto tutto in Italia ed in Europa di quello che può definirsi "ultramarathon" o "randoneè". Certo è che la RAAM è un altro tipo di sfida, ad un livello decisamente superiore.
Visitate il suo blog e magari sostenenetelo anche economicamente. Avrà modo di ricompensarvi dedicandovi un chilometro per ogni Euro che gli donerete.
Di Marco Tenuti (del 30/01/2012 @ 11:20:31, in natura, linkato 1003 volte)
In giro ho letto scenari apocalittici per l'intero continente europeo nella prossima settimana. La previsione è più o meno concorde per tutti i più grandi istituti di meteorologia nazionali ed internazionali.
Visto il drastico abbassarsi della linea dello 0°C in quota a 1500 metri sopra il continente africano, si è creato un enorme vuoto termico che verrà colmato dal vento buriano.
Dalla Siberia con amore in arrivo per il prossimo weekend temperature al di sotto di -10°C anche in Pianura Padana e per la settimana prossima pure abbondanti precipitazioni nevose. Per domenica prossima Il Meteo.it prevede -11,3°C a Grezzana alle 7 del mattino. Se va avanti così, niente bici.
Sembrerebbe essere, questo, il secondo match point per la previsione dei Maya...
Di Marco Tenuti (del 29/01/2012 @ 22:19:55, in MTB, linkato 1458 volte)
Nelle ultime ore la comunità virtuale dei biker è rimasta basita dalla deliberazione della Giunta Regionale del Veneto, in cui ha equiparato la mountain bike alla stregua di qualsiasi altro sport estremo, quando si tratta di stabilire chi debba sostenere i costi per le spese del recupero del ciclista infortunato.
La delibera parla di LUOGHI IMPERVI, quindi è lasciato molto spazio discrezionale, nel bene e nel male.
Anzitutto vi rimando a leggere il testo di questa deliberazione, che io non ho ancora letto nel dettaglio, ma di cui ho letto solo qualche stralcio e qualche pezzo nei commenti della comunità degli appassionati di mountain bike.
Ai fini del presente atto sono considerate attività ricreative ad elevato impegno di soccorso quelle che comportano attività complesse finalizzate al recupero dell’infortunato, prima che lo stesso possa essere sottoposto a trattamenti sanitari, come di seguito individuate:
alpinismo con scalate di roccia o con accesso ai ghiacciai;
scialpinismo;
arrampicata libera;
speleologia;
parapendio e deltaplano, anche a motore;
salti dal trampolino con sci o idrosci;
sci acrobatico;
rafting;
mountain-bike in ambiente impervio;
utilizzo a scopo ricreativo di veicoli a motore fuori strada in ambiente impervio.
Visto che la Regione Veneto ha deciso per una drastica posizione nei confronti della mountain bike - regione che paradossalmente si colloca tra quelle a maggiore dedizione allo sport sia per motivi paesaggistici ed ambientali, ma anche per motivi agonistici, non ultimo il fatto di aver ospitato il Campionato del Mondo Marathon 2011 di Mountain Bike - mi farebbe davvero piacere sapere dalla Regione Veneto quanti sono i soldi spesi negli ultimi anni per recuperare ciclisti in mountain bike che sono dovuti ricorrere alle chiamate di emergenza ed il relativo recupero da parte delle strutture pubbliche o di volontariato.
Ovviamente dopo che la Regione Veneto ci avrà fornito questa cifra di spesa annuale e pluriannuale, non sarebbe male confrontarla con la spesa che la Regione sostiene per le cure medicali per patologie tumorali di fumatori, le spese mediche e riabilitative per traumi da incidenti stradali, le spese mediche per malattie cardiovascolari di pazienti con comprovate abitudini alimentari deprecabili. Si, è vero che nella delibera ci si riferisce solo delle spese sostenute dalla collettività per il recupero ed il soccorso di emergenza in condizioni impervie ed ostili, non delle spese per gli interventi medici e le cure riabilitative. Per carità, la raccomandazione della mamma, "te lo avevo detto di non andare a buttarti giù dalla Marmolada con la bici da downhill", è sempre valida e che il buon senso deve sempre sovrastare a qualsiasi disposizione o norma, però vorrei conoscere qualche numero in più su queste spese.
Considerata questa novità, sarebbe il caso, per tutti i praticanti della mountain bike come il sottoscritto, stipulare un'assicurazione specifica che pensi per me anche in queste spiacevoli situazioni.
Mi volete dire che non dovrei più andare a fare il Sentiero delle Gosse o l'ascesa a Bocca di Selva, tanto per ricordare un paio di percorsi della nostra Lessinia? O semplicemente la Regione Veneto ci sta invitando ad andare più cautamente o addirittura a non prendermi più alcun rischio? Allora ditecelo che dobbiamo rimanere appollaiati sul divano: non è una bella pubblicità per il nostro sport e per le nostre montagne.
Di Marco Tenuti (del 26/01/2012 @ 09:43:30, in web, linkato 1499 volte)
Molto sommariamente il consiglio che si trova in giro nell'assegnazione dei previlegi in scrittura per Joomla sono gli stessi che si danno per qualsiasi sistema server-based. Siccome Joomla viene spesso installato su distribuzioni di Linux, basta fare il classico "chmod 777" alle cartelle, o via console o via FTP, perché il server FTP consente di modificare i previlegi usando i pseudocomandi della shell.
Purtroppo se la vostra installazione si trova su un server Windows, non potete usare il chmod di Unix o quantomeno non riuscite a farlo via FTP. O meglio, sarebbe forse il caso di dire che io non ci sono mai riuscito coi server che ho avuto da sempre a disposizione per i miei siti e per i siti dei miei clienti.
Per garantire il regolare funzionamento di un sito internet in hosting su un server Windows Server 2008 R2, che usa Joomla! come piattaforma CMS, le fasi preliminari prevederebbero di:
installare l'ultima versione di Joomla! che dipende fortemente dalle prestazioni offerte dal server, cioè dalla versione di PHP installata sulla macchina
creare un database MySQL ad uso e consumo dell'installazione di Joomla!
In fase di configurazione del CMS è necessario, alla fine dello script di configurazione, consentire al PHP di scrivere il file configuration.ini e pertanto devono essere impostati i previlegi di scrittura.
Successivamente nella fase di deployment è necessario consentire di salvare immagini, installare nuovi plugin, componenti o moduli in svariate cartelle dell'installazione di Joomla!, quindi tanto vale stabilire i previlegi di scrittura in tutta l'installazione di Joomla:
individuare la cartella httpdocs del sito su cui si vuole intervenire
entrare nel dialogo che consente di modificare i previlegi di accesso per la cartella
attribuire all'utente "Plesk IIS User" i previlegi generali, cioè consentire Modify, Read & Execute, List Folder Contents, Read e Write.
attribuire all'utente "Plesk IIS WP User" i previlegi generali, cioè consentire Modify, Read & Execute, List Folder Contents, Read e Write.
Nel caso in cui invece si voglia assegnare i prelivegi per un'installazione di pagine ASP.NET che necessitino di scrivere qua e là nelle cartelle dell'hosting del dominio, è necessario assegnare i previlegi a qualche altro utente.
Di Marco Tenuti (del 23/01/2012 @ 13:54:01, in rally, linkato 1011 volte)
Per chi si fosse perso le fasi salienti del Rallye Monte Carlo edizione 2012, ecco qua un paio di video su Youtube, cioè addirittura le registrazioni in HD di quanto andato in onda su Eurosport HD.
Non si tratta di un pesce d'aprile organizzato dal Ganassa del Marcante - che sarei io - ma di una ganassata di quelli del servizio di Google Maps.
Pare che l'aeroporto di Boscomantico verrà smantellato nell'attuale posizione dove si trova ossia tra l'area di Borgo Trento e Parona, ma verrà ricostruito praticamente a fianco della superstrada qui in zona industriale a Grezzana!
Finalmente l'amministrazione ha trovato un modo per rilanciare l'economia stagnante della vallata, portandoci un'utilità esagerata come l'aeroporto! Siccome Tosi & C. non ci ha ancora congiunto la superstrada della Valpantena verso la Tangenziale Est, i marmisti hanno finalmente questa facility per far arrivare le mattonelle ed i graniti ovunque nel mondo in tempi rapidissimi!
Di Marco Tenuti (del 21/01/2012 @ 22:23:19, in MTB, linkato 925 volte)
Dov'è il vaio di Cavazze? Parte ad occidente di Cerro Veronese e scende a valle in direzione sudovest verso località Pernisa, la zona industriale a sud di Lugo di Grezzana.
Di Marco Tenuti (del 21/01/2012 @ 16:42:43, in web, linkato 3683 volte)
Penso sia una novità delle ultime ore o alla peggio degli ultimi giorni, ma se cercate il nome di una città, di una frazione, vi mostra la località cercata ed l'eventuale confine associato.
Se provate a cercare Grezzana, vi mostra correttamente il confine comunale.
Se provate a cercare Alcenago, si inventa un confine, che pare essere più che altro il confine dell'abitato della frazione di Stallavena, più che Alcenago...
Se cercate invece Verona, naturale che compaia il confine comunale di Verona, mentre se cercate il testo provincia di Verona, anche qui fa il suo dovere.
Pare di capire che la funzionalità funziona bene in tanti casi; forse nei casi più particolari sbaglia, ma piuttosto che niente, meglio piuttosto.
Di Marco Tenuti (del 21/01/2012 @ 16:03:32, in MTB, linkato 2033 volte)
Stamattina non c'era tantissima voglia di andare via coi grupponi, così alla fine la partenza ritardata alle 8.55 da casa, dopo aver pulito abbastanza rapidamente la bici e soprattutto aver tolto un po' di porcheria da catena, guarnitura e pacco pignoni, mi ha visto arrivare all'appuntamento intimo con l'Orlando alle 9 in punto. Pareva che arrivasse anche il Walter Bertini, ma l'Orlando era senza cellulare, dimenticato in giro per la provincia, come spesso gli accade, e così non c'è modo di sapere delle intenzioni del magrolino campione UDACE Junior 2011, così applichiamo alla lettera la regola "chi c'è c'è, chi non c'è non c'è, saluti e baci".
Il percorso suggerito da zio Paolo non era però niente da affrontare a cuor leggero: salita, salita e salita, ma non salite qualsiasi, non salite anonime, ma solo salite dure, salite ripide, salite erte, salite al limite, salite fuori soglia, salite tachè via.
Così dopo aver attaccato in zona uliveto di Salvagno poco fuori da Grezzana, ci ritroviamo a scalare le colline in direzione Romagnano, affrontando parecchi tratti che mi sono completamente sconosciuti. L'Orlando mi porta anzitutto a visitare la "Speranza", la quercia plurisecolare, che sovrasta gli uliveti di Redoro. Questa enorme pianta è accreditata di un'età di trecento anni, così decidiamo di farci una foto dove il "vecchio" è alle nostre spalle, mentre il nuovo avanza, anzi è in primo piano.
Da lì in poi Paolo mi spiega che stiamo transitando su proprietà di questo o quel signorotto di Grezzana, che questo è un pezzo di Legend 2009, quello uno della Legend 2004, un altro ancora di una Legend prima del 2000, altri pezzi ancora sono tratti di una gara XC organizzata a Grezzana nel lontanissimo 1993, vinta all'epoca da Filippo Belloni, quando era campione nazionale junior XC.
Dopo questa ubriacatura di tracce, storie e gare ci ritroviamo presto sopra la Gualiva e di lì a poco alla Pesa di Romagnano, ma l'ascesa verso Cerro Veronese la facciamo per una via poco battuta, che ci porta a salire ad Erbin e poi a puntare verso contrada Menegalli e poi verso contrada Prè dell'Acqua, dopo una serie di cappi dove - non so Paolo - io sono stabilmente fuori soglia, ma comunque arriviamo al Casal di Sotto ancora in condizioni accettabili.
Il tempo di assaggiare anche la traccia dell'XC Santa Viola 2007, a me caro perché pedalato in gara facendo coppia con Franceschino e poi dai Dossi Lavello raggiungiamo contrada Foldruna dove prendiamo l'ascensore veloce di via Rubele, ovviamente il tutto a 170 bpm per la gioia della Scalona, che si ritrova a fare un po' di velocità in salita al 10% di padella.
Scatta la pausa brioche al Bucaneve, che per motivi di privacy tralasciamo, visto che la nostra alimentazione e la dieta alimentare sono strettamente connesse alla nostra salute e condizione fisica e quindi trattasi di dati sensibili. Quando torniamo fuori, riprendiamo a trafficare con la Rockrider 8XC, che c'ha il BB King posteriore che non vuol sapere di star sù. E' già da qualche chilometro che continuiamo invano a buttare dentro aria, senza aver la fortuna che qualche bel grumo di slime verde si insinui nel pertugio.
Sul più bello dell'azione pompante, arriva l'enorme gruppo di "Pedala col Conte" senza Conte. Saranno stati almeno una quindicina, alché dopo essersi incrociati le pipe in segno di stima e cordialità, riprendiamo insieme la via verso il Vaio delle Cavazze.
Qui però il Recla, condottiero del gruppone, avanza sul versante sinistro del vaio in direzione verso valle, mentre lo zio Paolo in solitario prende il versante destro. Io sono costretto a fare marcia indietro e ricorrerlo per un buon chilometro in puro stile cross country e la mia azione pedalatoria viene premiata ricongiungendomi poco dopo.
Sosta a contrada Montarina per l'ennesima pompata al BB King e poi giù per la DISESA del Vaio di Cavazze. Tutto bello, tutto molto spettacolare, ma il BB King non gradisce molto e lo zio Paolo decide per la sosta e l'intervento risolutivo. Giù il tubeless dal cerchio, bella ripulita delle pareti interne con scoperta di un bel paio di spini, che stavano giusto aspettando una bella cameretta d'aria per penetrarla, ma l'Orlando, che è uomo di mondo, non concede loro questa soddisfazione.
Riprendiamo la spettacolare discesa, che non si presenta mai impossibile, anche se richiede una certa perizia ed una buona agilità per superare qualche piccolo gradino, soprattutto se si è in sella ad una rigida.
Dopo aver guadato il vaio, il paesaggio è incantevole: non si sente un rumore che sia uno, le rocce dentro il vallo sono popolate da tanti candelotti di ghiaccio, ma mettiamo la corona piccola e risaliamo sull'altro versante andando a raggiungere l'infinito single track che ci porterà praticamente in fondo al vaio, sulla strada asfaltata che collega Lugo a Lonico. Per qualche secondo anche la Scalona comincia a sfiatare dal Racing Ralph posteriore, ma lo slime verde fa il suo sporco lavoro e non perdo un colpo di pedale, prima di riprendere la tanto aspettata discesa.
Non contento Paolo - ma lo aveva in mente già dalla sera prima, quando aveva esposto il suo percorso - svolta a destra e mi costringe a pedalare sulla Lugo-Praole in direzione Praole. Ad un chilometro scarso dalla frazione svoltiamo a destra e ci buttiamo a capofitto in direzione Reolto di Stallavena. Anche questa discesa è completamente inedita per il sottoscritto: salita sporca, piena di rami e qualche "prengolo" di troppo, ma affrontabile anche qui con una certa perizia da chi ha una 29 rigida. Peccato solo per gli occhiali con lenti scure, che sto usando da qualche mese, trovati nel sacchetto di patatine, che fanno a pugni coi raggi solari che scendono dall'alto: la mia azione è rallentata solo dall'impossibilità di vedere decentemente la traiettoria da fare e non c'è altra scelta che soccombere.
Dopo esser sbucati in via Copernico a Stallavena, sosta tecnica in Turnover per rifornimento di camere d'aria. Si conclude così un bel giro, inframezzato solo dalla pausa brioches e dalle tante fermate obbligate dalla perdita di pressione del BB King di Paolo. I chilometri totali del giro di questa mattina sono poca cosa, cioè 36 km per circa 1100 metri di dislivello, ma la quantità di tracce inedite è assoluta. Archiviamo così una bella giornata di vera mountain bike, fatta ad un ritmo bello sostenuto e portiamo a casa la piacevole scoperta di parecchi "angoli" selvaggi e naturali a pochissimi chilometri da casa, che io non conoscevo proprio.
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