Che la Benini dovesse essere una festa, era praticamente una cosa data per certa, ancora quando il Diego Bertani aveva detto al "vecio" Benini che non si può perdere una tradizione della mountain bike veronese. E l'aria della festa l'avevamo respirata già al test di più di due mesi fa, il 31 luglio per l'esattezza, quando gli amici di Bcicli avevano radunato tutti quanti fuori dal parcheggio delle piscine Santini per far provare ai più l'ebbrezza della novità, quella delle spinare ancora non accuratamente eliminate, nonché della freschissima anguria di mezza estate.
Poi sono trascorsi altri due mesi in cui il furgone Dalpa ha scorrazzato in lungo ed in largo le zone di Montecchio, Villa Novare e Quinzano alla ricerca di qualsiasi cosa che paresse assomigliare ad un single track degno di farci sobbalzare sopra una MTB e così che a colpi di dece il Diego aiutato dal Fabri e compagnia bella hanno messo a punto un percorso davvero meritevole di essere conservato nel tempo, come un'ottima palestra di allenamento sia per la disciplina della granfondo che per il crosscountry.
Certo è che domenica mattina mi aspettavo magari qualcuno in più dei duecento che si sono presentati al parcheggio delle piscine Santini. Però c'erano tutti gli ingredienti di una vera gran fondo: l'arco gonfiabile Zerowind - che fa sempre figo - il cronometraggio TDS con tanto di cronovisore gigante, le transenne mobili per fare posto ai tanti, il Giando con la bandierina a fermare il traffico proprio per la procedura di partenza e poi l'aria frizzantina, sia per la fresca temperatura che per il clima di festa. Non saprei dire chi e che altro mancasse ad Avesa domenica mattina.
Forse manca solo lo speaker ufficiale, tanto che la partenza avviene in sordina, senza nemmeno il preavviso "tre, due, uno": per fortuna che mezzo minuto prima avevo messo in canna il 42 per affrontare la dolce salita iniziale!
Da lì in poi poche parole, anzi pochissime. Un fremito quando vengo superato dai primi della griglia successiva, alcune parole scambiate col Mattia Turrina, che, nonostante i trascorsi agonistici, decide di salire al passo dei comuni amatori, poi di tanto in tanto ci si scambia tra compagni di squadra e tutto ad un tratto mi ritrovo già al ristoro di metà gara, dove rallento per bere un sorso di sali e poi via per la discesa, ah 73,2 km/h verso le Ragose. In zona Villa Novare è l'aggiornamento tempi del Maga a scandire la mia discesa, mentre poco dopo è l'obiettivo della compatta del Radu ad immortalarmi col sorriso Durbans a fianco a Turrina. Solo un piccolo momento di impiccio con l'Alessio Scapin a cui la catena gira un attimo a vuoto, proprio davanti alla mia ruota, mentre sul finale rientra in grande spolvero Franceschino, che pare a pimpante a tratti, come le code in autostrada.
Non senza qualche difficoltà per la lucidità ormai andata, si arriva a Quinzano ciacolando sempre col Turrina e poi si sale verso via Cozza di nuovo in compagnia del Franceschino, col quale ci si accorda per arrivare più o meno assieme, se non fosse che lo spilungone di Mizzago si pianta letteralmente sull'ultimo dentino di giornata, così decido di mettere il 42/11 e di andarmene al traguardo a ruota di Cristian Prati, compagno di squadra del Miglio nel team Bussola.
Succede anche che mi ritrovo all'arrivo, sto ancora tirando il fiato ed appena dietro arrivano le Bestemmie Anonime, che vincono la volata a tre col Pezzo ed il Franceschino, mentre l'ANSA aveva già battuto la notizia da almeno dieci minuti, ossia che un gruppetto di Anonimi aveva temporaneamente abbandonato il percorso alla ricerca di una rapida scorciatoia verso l'arrivo.
Dopo le fatiche durate si e no un'ora e tre quarti - c'è anche chi ha tribolato meno, andando pure più forte - tutti al ristoro finale, dove c'era di tutto e di più: tè caldo, birrette, croissant, crepes alla Nutella, carine aiutanti, docce calde ed accoglienti, tortellini burro e salvia, pizza ai vari gusti, tanti sorrisi stampati e arrivederci Roma.
Infine la sorpresa finale, che poi non è neanche tanto sorpresa alla Benini: il mio biglietto, lasciato in custodia prima al Conte e poi passato di mano allo zio Paolo, viene estratto nella lotteria finale e porto pure a casa un premietto utile per la casa: il caraffone per l'acqua Hoover. Ho preso parte tre volte alle Mediofondo Benini Auto ed ho portato a casa per tre volte un premio dalla lotteria, però si potrebbe fare qualcosina meglio: vincere la gara. Comunque ancora una volta i miei complimenti allo staff. Si sono superati.
Se poi aggiungiamo che sono tornato a casa prima delle 14, dove mi aspettava la mia famigliuola, che la bici è praticamente ancora pulita a differenza di qualsiasi altra gara, che c'era (di nuovo) il Giando in diretta su Telenuovo, e che verso sera saremmo andati a degustare qualche risottino alla fiera del riso ad Isola della Scala, direi che ho passato una domenica praticamente perfetta.
Aspetto solo di essere chiamato per salire sul podio Turnover per la medaglia d'argento, ma per questo simpatico siparietto attendiamo venerdì alla pizzetta sociale.