Puntuale e cortese come ogni mese la telefonatina di un'operatrice di marketing telefonico che mi chiama per cercare di piazzare in "inutile" prodotto. O meglio: il prodotto inutile non sarebbe, è che la partnership tra Samsung e Wind/Infostrada - tanto de tirar su schei - mi pare un po' troppo invadente, ma tant'è, diamo alla propositrice commerciale questa possibilità di sciorinare la sua dialettica da cornetta e display.
La signorina comincia con le solite domande: "Ma lei usa internet?", "Usa già internet fuori di casa?", "Che operatore ha attualmente?", "Non le farebbe comodo un tablet per sua moglie"?
E poi: "il tutto comodamente con una piccola rata da 22 Euro al mese per 24 mesi", bazzeccole. E continua a spiegarmi che il tutto è scaricabile al 100%, anche se è per uso privato, e che me lo mettono tutto nella fattura come impresa... (che bravi quelli della Wind de Roma)!
"Ma lei, signor Tenuti, ricordi anche che in base alla legge Bersani e al decreto 456789 del 2007 ha il diritto di recesso entro quindici giorni, non ha pensato ad un regalo per LA sua moglie?" e avanti di questo passo.
Poi viene fuori che il tablet in questione è un Samsung Galaxy Tab 2 - ieri ho giusto visto l'annuncio del Galaxy Tab 3, che diventa più potente del modello precedente, ma rimane fermo alla risoluzione di 1280x800 pixel, sia in versione da 8" che in quella da 10" - e poi succede che c'è pur sempre la tassa di concessione governativa, che sarebbe di 12 e rotti Euro al mese, ma loro non me la addebiterebbero mensilmente, però vogliono un una tantum di 140 Euro prima o poi in un'unica soluzione.
Dopo sei minuti di quasi monologo commerciale, quasi meglio di Mastrota coi materassi Eminflex - avrò interloquito con la signorina dicendo forse un paio di "sì" e altrettanti "no" - le chiedo se posso cominciare io con le domande e la signorina acconsente, non prima di aver provato ad aver fatto partire la registrazione per DARE PER FATTA la vendita della "sòla Samsung".
Le chiedo anzitutto: "Perché non mi ha chiesto all'inizio se un tablet ce l'ho già? Dopo tutto non vorrei usare il suo come soprammobile o fermacarte!" e le faccio sapere di lì a poco che c'ho un iPad.
Poi le spiego che la connettività di Wind qui a casa mia è di 2 Mbit/s, contro i 18 Mbit/s di H3G, piccolo particolare, quando la connettivitàdell'ADSL di Infostrada si ferma, quando va bene, a 7 Mbit/s, cioè praticamente mai.
Quando la signorina ha capito che ha a che fare con "quello dal formaggio", mi chiede che lavoro faccio e quindi non arrivo a smontarla, ma quasi.
Alché le chiedo, non certo per abbordarla: "Ma lei da dove chiama?" "Da Roma" è la sua risposta. "E la sua nazionalità?" Da Roma non poteva che essere rumena!
Vabbè, concludo la telefonata mettendo la signorina a suo agio e spiegandole che anch'io ho una zia rumena e la cosa la conforta abbastanza.
Concludendo, state attenti con le signorine rumene - non signorine russe! - che vi chiamano a telefono con la scusa di vendervi un tablet Galaxy e con scheda Wind tutto incluso, perché ve la appioppano in quel posto... ed io che pensavo che questa mi abborda al telefono per il Tab e dopo una mezz'oretta me la ritrovo lei ed una sua amica bella affascinante a farmi i massaggi, a caricarmi la lavatrice e a passarmi con l'aspirapolvere ed il mocio tutta la casa (a spese di Wind)!
E' finalmente uscita una tariffa di Vodafone che rivede al ribasso la spesa per un utilizzo abbastanza attento del telefono, come quello del sottoscritto. Si parla di un utilizzo completo del proprio telefono, cioè l'invio di una quantità non esagerata di messaggi, l'accesso ad Internet e qualche chiamata sia verso fissi che mobili, ma senza strafare.
Molto probabilmente la compagnia Tre sta rubando significative quote di clientela, grazie ad una politica di prezzi molto aggressiva ed efficace anche per l'utenza che non spende 50 o più Euro al mese e Vodafone ha deciso così di diminuire il proprio margine di profitto.
Questa nuova tariffa, o gruppo di tariffe, è Smart200+ (e le altre Smart-numero+), che viene offerta da Vodafone a 15 Euro al mese per un anno in promozione, se passate da un altro operatore, se usate un po' di punti Vodafone You o se decidete di comprarvi un telefono nuovo con Vodafone.
Entrando nello specifico della promozione avete da rispettare tre soglie di consumo, cioè 200 minuti al mese di chiamate verso telefoni fissi e mobili, 200 SMS verso tutti in un mese e 500 MB di traffico internet sempre al mese.
Tra le righe dei dettagli che in tanti non leggono, c'è un aspetto di maggiore novità - che a me interessa abbastanza - in cui Vodafone si allinea decorosamente al resto della concorrenza: il traffico Internet può avvenire attraverso qualsiasi APN, quindi non ha importanza se stiate usando il vostro cellulare o tablet per navigare o se stiate usando il telefono in tethering per accedere ad internet da un PC via bluetooth, USB o via hotspot Wifi.
Fino a poco fa Vodafone vi costringeva a sottoscrivere una tariffa speciale proprio per il tethering, cioè una spese mensile di 10 Euro, che era davvero troppo per usare il telefonino come modem per il computer, soprattutto per chi usa saltuariamente il telefonino come modem per il proprio computer portatile.
Questo significa che potrò anch'io finalmente abbandonare l'ormai "vetusto" iOS 3.0 sul mio iPhone 3G ed aggiornarlo finalmente all'ultimo rilascio di casa Apple per il mio dispositivo, cioè iOS 4.2.1. Ho infatti sfruttato per quasi tre anni un bug di iOS 3.0 che consentiva di accedere ad un pannello dove configurare tutti gli APN, grazie ad uno script di configurazione che si riusciva a recuperare in rete già tre anni fa. Questa falla è stata tamponata immediatamente da Apple col rilascio dell'iOS 3.1, impedendo così di accedere al pannello di configurazione degli APN e costringendo l'utilizzatore del telefono a sottostare alle imposizioni sulla politica di utilizzo di un pacchetto di navigazione dati da parte dell'operatore telefonico.
Passando a iOS 4.2.1, anche se si rimane molto indietro rispetto all'ultima release, iOS 5.1, pronta ad essere sostituita ad ottobre da iOS 6, si dischiude comunque un mondo di possibilità, perché le grande maggioranza di applicazioni presenti su AppStore tornano ad essere installabili anche per il mio iPhone.
Diversamente da iOS 4 e anche parzialmente con iOS 3.1, iOS 3.0 è praticamente morto, nel senso che non c'è ormai più nulla di nuovo o aggiornato su AppStore: facendo delle prove, ho visto che ormai c'è un'applicazione su 10 scaricabile dallo store di Apple per chi ha ancora iPhone 3G con quella release del sistema operativo.
Sta per arrivare a breve il prossimo spin da parte di Google al modo di intendere lo spazio, la navigazione, la mobilità. Da anni siamo talmente abituati all'utilità e alla praticità di Google Maps che non ne possiamo più fare a meno.
Sempre nel corso degli anni Google ha affiancato a Google Maps dei servizi accessori ed addizionali altrettanto interessanti, di cui sono sempre stato fortemente entusiasta e che sono Google Earth e Street View.
Senza dimenticare la Google Maps API, i servizi di integrazione con la rete di trasporti, che sono assolutamente fondamentali per raggiungere pervasivamente anche altre applicazioni, magari attraverso le terze parti.
Il prossimo passo in avanti, su cui invece Google pareva essere ferma, è il passaggio dal 2D al 3D per tantissime aree metropolitane. Pare che Google abbia messo a punto una tecnologia per effettuare l'acquisizione tridimensionale degli edifici e delle strutture architettoniche e stradale a partire dai flyview realizzati tramite il sorvolo con visione a 45°.
Il primo a beneficiare di tale nuovo vantaggio sarà proprio la versione mobile di Google per dispositivi Android e poi a seguire seguiranno le altre piattaforme mobili.
Guardate il video qui sotto per capirci qualcosa di più.
Per un approfondimento ulteriore vi lascio all'articolo di Hardware Upgrade, dove si approfondisce un po' anche l'interessante servizio dell'accesso offline alle mappe stradali.
Negli ultimi giorni ho sentito alla tivù la notizia per la quale avrebbero tolto gli obblighi da parte dei pubblici esercenti e delle pubbliche amministrazioni di tracciare coloro che si collegano alle loro reti.
Così son andato alla ricerca ed ho trovato un esauriente articolo su Punto Informatico.
In realtà è stato abrogato il solo obbligo di ottenere dal questore di propria competenza la licenza per poter offrire la connettività a internet, quindi rimangono ovviamente valide le disposizioni che pretendono la tracciabilità da parte dell'esercente o dell'amministrazione di conoscere l'identità di chi si collega.
Ci mancherebbe altro che adesso esponiamo il fianco a terroristi, cyberterroristi e malavita in genere, che compie i propri reati utilizzando anche la rete!
Ecco l'articolo riportato integralmente.
Nel pacchetto sicurezza si parla di non prorogare il decreto Pisanu. Certa, tuttavia, solo la fine dell'obbligo di licenza da chiedere al questore. Per tutto il resto c'è un disegno di legge.
Roma - Il ministro degli Interni Maroni e il Presidente del Consiglio Berlusconi hanno presentato le nuove misure in materia di sicurezza dei cittadini: fra di esse, le disposizioni relative alle reti WiFi e alla carta d'identità elettronica.
Il pacchetto sicurezza approvato dal Consiglio dei Ministri è costituito da un decreto legge e da un disegno di legge: il primo entra in vigore da subito, il secondo deve attendere i tempi e l'iter parlamentare. E nel secondo dovrebbero rientrare le nuove disposizioni relative alla regolamentazione delle reti WiFi.
Sulla necessità di superare gli ostacoli alle procedure per le reti WiFi posti dal decreto Pisanu il Ministro era già intervenuto: Maroni conferma ora che la norma sarà abolita non sarà prorogata, lasciando quindi liberi i titolari degli esercizi commerciali di mettere a disposizione dei propri avventori risorse di connettività senza l'esigenza di richiedere una speciale licenza al questore né di identificarli attraverso carta d'identità.
La scadenza della norma, tuttavia, dovrebbe riguardare solo la parte dell'articolo 7 del decreto relativo all'obbligo di richiesta di licenza specifica e non tutte le altre regole (dall'identificazione degli utenti che effettuano l'accesso alla registrazione dei dati di navigazione): secondo quanto stabilito al momento della sua approvazione, infatti, queste sono efficaci a tempo indeterminato e, dunque, possono venir meno solo per effetto di un'espressa abrogazione.
Il Ministro non ha tuttavia specificato nulla a tal proposito, ma ha comunque parlato di "liberalizzazione dal primo gennaio, senza bisogno di registrazione, carta di identità ecc." con il Governo che si assume il compito di valutare "da qui a dicembre quali siano gli adeguati standard di sicurezza" nell'ottica di predisporre comunque obblighi in questo senso "in capo naturalmente a chi fornisce il servizio di connettività" (avendo ancora una volta sottolineato l'equilibrio necessario tra liberalizzazione ed esigenze di sicurezza).
Secondo quanto riferito dal Ministro, dunque, la non conferma del decreto dovrebbe essere sufficiente a garantire dal 1 gennaio ai cittadini la libertà di "collegarsi ai sistemi WiFi senza le restrizioni introdotte 5 anni fa e che oggi sono superate dall'evoluzione tecnologica".
In ogni caso, comunque, occorre restare alla finestra per capire effettivamente i passaggi di questa decadenza/abolizione e quali obblighi saranno previsti per chi fornisce la connessione. A tal proposito, nel caso in cui fosse davvero necessaria una specifica abolizione, essendo la materia inserita nel disegno di legge e non nel decreto dovrebbe seguire i tempi del dibattito parlamentare (il Ministro dice "entro la fine di questa legislatura, sperando prima").
Al momento, c'è chi ipotizza due diversi livelli di responsabilità: un livello per gli esercenti (bar, ristoranti, negozi vari) che offrono una rete "aperta al pubblico" ed una per quelle "in luogo pubblico": nel primo caso gli obblighi sarebbero pochi e simili a quelli di altri paesi, trattandosi solo di predisporre sistemi di sicurezza informatica per evitare di essere perseguibili per eventuali illeciti commessi online dai propri utenti (rischio che corrono anche i singoli utenti che lasciano aperta la propria rete WiFi); nel secondo, invece, la normativa italiana avrebbe molte specificità e prevederebbe per i responsabili (da ipotizzare comuni e amministrazioni pubbliche in genere) oneri molto più pesanti.
Per quanto riguarda gli "obblighi di sicurezza in capo a chi fornisce il servizio", si ipotizza un modello che renda obbligatoria una rete con password, in modo da individuare gli utenti al momento del login. Alcuni osservatori, per esempio, parlano di un sistema di identificazione via SMS con l'utente che fornisce il proprio numero di cellulare per ricevere una password (metodo, peraltro, già parzialmente utilizzabile con una circolare di aggiornamento del decreto), e in modo simile a quanto previsto dal modello Cassinelli.
Intanto fioccano già i primi commenti: per il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, l'accesso libero alle postazioni WiFi e agli internet point porterebbe a "ridurre moltissimo la possibilità di individuare tutti coloro che commettono reati attraverso Internet. Dietro queste reti WiFi e internet point - ha sottolineato - ci si può nascondere benissimo nella massa degli utenti non più identificabili e si possono trovare anche terroristi, pedofili e mafiosi".
Plauso, invece, dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni, e dal responsabile comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni: "Alla fine - sottolinea - sono state ascoltate le voci che da ogni parte sostenevano la mancanza di risultati del decreto Pisanu nella lotta al il terrorismo e i danni provocati allo sviluppo di Internet senza fili". Lo stesso Gentiloni, evocando il dubbio che non tutte le disposizioni siano soggette a scadenza, ha parlato di una proposta abrogativa che comincia il suo iter alla Camera martedì prossimo e che va "comunque avanti anche per verificare che l'annuncio di oggi corrisponda ai concreti atti normativi delle prossime settimane".
Sicuramente nel disegno di legge, poi, le disposizioni riguardanti la nuova carta d'identità elettronica per tutti i cittadini: si chiude la sperimentazione che ha visto negli ultimi anni un centinaio di comuni come cavie e si apre un nuovo capitolo che intende portare il documento ad essere valido sin dalla nascita in quanto valido non solo per l'identificazione ma anche per la sicurezza. Obiettivo di medio termine è il voto elettronico. Obiettivo di breve termine, la registrazione delle impronte digitali di cui Maroni ha parlato esplicitamente assicurando che gli strumenti necessari alla loro raccolta saranno messi a disposizione di tutti i comuni.
Che la Apple sia sempre avanti, lo sanno tutti. Dopo aver ridefinito completamente la telefonia mobile con l'iPhone ora è la volta di dare un'altra botta al mobile computing con l'iPad.
Nell'ultimo paio d'anni abbiamo visto di tutto un po': subnotebook, palmari, palmaretti, netbook, ebook. Qualcosa vi ha per caso stupito? Beh, si, tutte cose carine, ma nessuna ha sfondato.
Stavolta ci prova Apple, con un dispositivo a metà tra il computer e il telefono. Finalmente il device che potete tenere sul divano - perché pesa poco ed è estremamente maneggevole - ci potete fare tutte le cose che potete fare sul computer, cose che riuscivate a fare anche con l'iPhone, ma adesso non dovete tribolare con le dimensioni ridotte di un cellulare.
Per tutti i dettagli del caso, direi che il sito di Apple è assolutamente predisposto per farvi vedere questo nuovo loro prodotto, però dal "loro" punto di vista. Un altro punto di vista, ma pur sempre di parte, è quello della testata giornalistica Macity a cui vi rimando. Nei prossimi giorni, comunque qualsiasi cosa scritta parlerà comunque di iPad, statene certi.
Non vedo l'ora di provarlo e, probabilmente, di averlo.
Per ottenere il codice IMEI del vostro telefono, basta che diate la seguente sequenza numerica dal tastierino numerico che vi consente di comporre il numero di telefono:
*#06#
Ovviamente funziona su tutti i telefoni, che io sappia, iPhone compreso.
Non nascondo il mio entusiasmo nell'iPhone, da bravo utente Mac, ma ho sempre desistito all'acquisto del modello 2G/Edge in favore di quello 3G, adesso disponibile per tutti noi anche in Italia. Solo che Macitynet ha preparato una FAQ, che mi fa un po' storcere il naso per un bel po' di cose. In ogni caso penso che Apple, grazie all'ottima idea di aggiornare molto spesso il software e le relative funzionalità, correggerà presto le varie deficienze. Non posso far altro che rimandarmi alla lunga e utile pagina di Macitynet.
Mi è capitato qualche giorno fa, di dover tribolare non poco per recuperare la password WEP per accedere ad una rete Wifi locale. La password che mi era stata fornita era evidentemente errata, ma non mi sono perso d'animo ed ho cercato di rinvenirla da un PC, che era ancora in grado di accedere alla rete, tramite la password WEP inserita a suo tempo nel computer.
La soluzione sembrerebbe essere proprio nel software WirelessKeyView, che consente di ravanare all'interno del registro e di altri file del sistema operativo Windows, alla caccia delle password in chiaro. Se volete dargli un'occhiata, non avete che da andare sul sito della Nirsoft.
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