Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Stamattina tutti i bambini della scuola materna dove va mio figlio Enrico - ancora per pochi giorni, visto che l'anno prossimo si va alla scuola elementare - erano emozionatissimi per la gita a Malga Derocon a circa 6 km da Erbezzo.
Che dite se facessi una capatina oggi in MTB? Il meteo si sta schiarendo, il tempo a disposizione è quello che è, ma le gambe e la testa dicono "Siiiiii!"
 Vi riporto qualche informazione tratta dalla brochure che ho trovato in rete, un articolo di Giuliano Lazzarin, ma tante altre informazioni si trovano anche nel sito del Parco Naturale Regionale della Lessinia:
L’Area Floro-faunistica di Derocon si trova a nord di Erbezzo, a circa 6 km dal centro abitato. L’ambiente è quello tipico dell’alta Lessinia dove le malghe rappresentano la principale unità fondiaria in cui è suddiviso il territorio. Malga Derocon è situata in una piccola valle che confluisce nel Vajo dell’Anguilla, in prossimità del ponte stradale che collega Erbezzo a Bosco Chiesanuova. Qui ha inizio la Foresta dei Folignani, l’area boscata più estesa del settore della Lessinia centrale. La Foresta, costituita da boschi ad alto fusto di abete rosso, abete bianco e faggio, ricopre tutti i versanti dell’alto Vajo dell’Anguilla, diramandosi anche nelle valli laterali. Tutta l’area è caratterizzata dalla presenza di numerose emergenze faunistiche e floristiche e per questo è stata classificata zona di Riserva Naturale nonché Sito di Interesse Comunitario (SIC).
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Questo weekend, come è mia tradizione "obbligata" nei fine-settimana a metà del mese di giugno, sono stato comandato dai miei avi di andare a raccogliere le sirese nella piantagione del papi. Ovviamente non si sono certo tirato indietro dall'andare, ma visto che c'è da andare, tanto vale andarci in bici.
Così venerdì pomeriggio, invece di inforcare la BDC com'è ormai d'obbligo da quando ce l'ho, ho deciso che valesse la pena andare in MTB. Ho così risalito la parte piana della Valpantena fino a Stallavena ad un ritmo molto tranquillo e poi ho dato la proverbiale pacca dall'abitato di Stallavena fin sù alla Chiesa di Alcenago. Risultato? Penso di aver fatto il nuovo record personale, 22'33", ma forse è meglio che guardi bene negli articoli storici del mio blog, perché si può fare mooolto meglio.
Diciamo che questa salitella a tutta e l'allenamento sul cavalletto e sul sireso sono stati propedeutici per la mia prima cronoscalata della vita in BDC, quella organizzata a ranghi ridotti dal GC Grezzana, che domenica mattina 15 giugno ha organizzato la cronoscalata sociale, tanto per stabilire e riaffermare ancora una volta i valori della squadra, chi è più forte e chi è meno forte. C'è da dire che parecchi membri della squadra hanno partecipato anche alla crono in pianura di sabato pomeriggio, dalla rotonda di Montorio al Confin della Pissarotta, ma io non sono andato per evidenti impedimenti cerasicoli.
Partito per primo in assoluto - mi hanno in sostanza trattato come la matricoletta del gruppo, ma a me stava benissimo perché prima la finivo, prima sarei andato sul sireso - la mia unica preoccupazione è stata quella di non farmi raggiungere dai concorrenti partiti appena dietro di me e per fortuna così non è stato.
A dirla tutta mi sono girato indietro due tre volte per vedere se qualcuno mi stava rosicchiando secondi, ma quando sono arrivato all'ultimo tornante, ho visto che non c'era alcuna sagoma dietro di me, mi son rincuorato ed ho fatto gli ultimi metri sempre a 180 - come tutto il resto della crono, del resto...
All'arrivo c'era Icio Aganetto, cronometrista ufficiale, a fermare il mio tempo a 20'58" - normalizzato secondo i riferimenti di Tuttocrono equivale ad un 20'38". Sembra che la crono sia stata vinta come al solito da Terragnoli con 19'12", ma pare anche che un "fuori-classifica", il Simone Piacentini, abbia fermato i cronometri a 18'52".
Il mio piazzamento generale è comunque più che mai soddisfacente, visto che non avevo una bici da inseguire, nè tanto meno la mia bici da strada è un missile adatto per fare le crono in salita... mi pare di aver capito che mi son piazzato 7° nella squadra. Non male come inizio, dai...
E' un tema a cui ogni tanto penso, perché ogni giorno mi rendo conto quanto la nostra società italiana sia ancora indietro in termini di convivenza civile e sociale. Sia ben chiaro che non serve andare a Napoli e in Campania per rendersi conto di questo: basta andare giù nella mia via, qui nella mia frazione di Verona, e si percepisce immediatamente quanto siamo menefreghisti.
Se apro il cassonetto dei rifiuti indifferenziati, che dovrebbe essere in teoria sempre vuoto, perché una perfetta differenziazione dovrebbe portare i volumi del materiale che non si riesce a classificare a valori risibili, mi prende un senso di indignazione per tutta una serie di ragioni:
- ci si trova di tutto, cartoni di qualsiasi tipo, erba o ramaglie di giardini, vetri, plastiche e bottiglie di qualsiasi genere
- nei cassonetti della plastica e della carta/cartone, ci si trova un sacco di materiale pulito davvero male e cioè riviste ancora dentro il cellophane, lettere o cartoni plastificati, dove la componente di carta è davvero minima, nonchè legni, immondizie generiche
- in taluni casi i cassonetti della raccolta differenziata sono spesso stracolmi di materiale, segno che l'azienda preposta alla raccolta non fa nulla per favorire e accelerare questo virtuosismo
- quando si va al supermercato qualsiasi tipo di bevanda, come l'acqua naturale, l'aranciata, la limonata e affini, è confezionato in bottiglie Usa & Getta, quando in tutto il resto dell'Europa, quantomeno a partire dalla Svizzera e l'Austria verso le più alte latitudini, tutte i contenitori per tali liquidi sono bottiglie completamente riciclabili, che vengono pagati all'acquisto per stimolare la massima attenzione a non buttarle nelle immondizie tramite un meccanismo di cauzione e reso
- mi capita ancora di sentire - ma per fortuna molto meno negli ultimi tempi - la leggenda metropolitana per la quale l'immondizia verrebbe fatta differenziare dalla popolazione attraverso i cassonetti specifici o la raccolta porta a porta, ma poi il tutto verrebbe messo assieme alla discarica. E peggio ancora: questa leggenda metropolitana verrebbe addotta a giustificare la volontà di non differenziare da parte delle famiglie e quindi alla sua inutilità.
Mi permetto di concludere che a mio avviso la colpa dei mali italiani è quanto mai trasversale e non è classista, dalla vecchietta, alla casalinga, dall'operaio al medico, dall'impiegato al politico.
Io dico solo: smettiamola di lamentarci e mettiamoci TUTTI a fare le cose bene, noi famiglie e aziende che produciamo rifiuti, così come la politica, le amministrazioni e le aziende preposte a questa quotidiana necessità non solo sociale, ma prima di tutto ambientale e naturale!
Vi rimando a Wikipedia per un minimo indottrinamento sulla differenziazione:
Riciclaggio dei rifiuti su Wikipedia.it
Ancora i corridori non erano giunti all'arrivo che le mie foto scattate erano già online! Sulla pendenza più significativa della terza edizione della Gran Fondo Damiano Cunego, quella nel vaio Basazenoci che conduce da Bellori a Ceredo, ho immortalato tutti coloro che ci stavano cimentando sul percorso medio e sul lungo. Inutile dire che son passati tutti gli amici che conosco. E mentre io me ne stavo dietro l'obiettivo a scattare foto su foto - ne son venute fuori la bellezza di 766 - ogni tanto c'era qualcuno a salutarmi nel gruppo, quasi fossi già diventato un'autorità del ciclismo veronese: quale onore! Tornando ai fatti vi lascio ai collegamenti verso la gallery di Picasa, così vi potete gustare tutte le foto e magari qualcuno potrà anche ritrovarsi!
Prima parte della gallery GF Damiano Cunego 2008 Seconda parte della gallery GF Damiano Cunego 2008
Se qualcuno le volesse in alta risoluzione, non ha che da farmi un fischio!
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