Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Some months ago I challenged my readers to find a method to determine an inner point inside a polygon. I described the original issue in this article in Italian language, altough more than one lector confused this issue with another one, i.e. determine if a point is inside or not in a polygon.
I would spend a little bit more on the issue: the algorytmic problem is to find a point completely inside the polygon, whatever the polygon is convex or concave. The satisfying point must lay completely in the inner region bounded by the polygon, not over the bound, otherwise you could solve the problem taking any of the vertexes or the mid point over any edge.
The most elegant solution I found - which is also very effective to outfit in programming code - is based on the fact tha any polygon may be always discretized in triangles and you may prove for induction that a valid solution is a mid point taken over and inner diagonal of the polygon. What's difficult is finding an inner diagonal, i.e. a segment that connects any pair of vertexes. In each polygon you can find several diagonals completely inside the polygon, but you can stop as soon as you find the first one.
Let's make a proposal for an easy algorytm to get some solution:
- loop from 1 to n over the set of the polygon vertexes
- take the i-th vertex from 1 to n, if n is the amount of the polygon vertexes
- take another j-th vertex where j loops from i+1 to n and let's trace the test diagonal, which doesn't have to belong to the edges set
- take each k-th edge in the edges set
- check if the test diagonal from i to j intersects k-th edge
- if the test diagonal doesn't intersect any edge, it could be completely embraced in the polygon or it could be completely outside the polygon
- check if the mid point of the test diagonal is inside or outside the polygon if the mid point is inside, return it as the solution
As you may see, this pseudocode is quite easy to understand, although it is far from being efficient: its polynomial complexity is O(n3).
Let's go a step further and let's quickly see the method based on the proof that an inner diagonal always exists inside a polygon [O'Rourke 13-14]. The idea behind is that the mid point of the inner diagonal is always inside the polygon.
You may prove that for induction using the amount of vertexes and sides of the polygon. If you find a solution for an N-vertexes polygon, you can find a solution even for an N+1-vertexes polygon.
The base of induction is the easiest polygon, the triangle. In the triangle the solution to the problem is trivial: just use the centroid of the vertexes.
For a quadrangle, if it is convex, you get two inner diagonals and both satisfy the algorytm choice. If the quadrangle is concave, only one diagonal is completely inside, but the solution is whatsoever found. You can notice that the inner diagonal is the side shared between two adjacent triangles got by the triangular meshing of the polygon, so you just need to consider any shared side of two triangles in the mesh.
Let's move to the inductive step:
- find a convex vertex v in the polygon and consider a and b as adjacent vertexes surrounding v
- for each other vertex q in the polygon
- if the vertex q is inside the triangle avb, calculate the distance of v to the segment ab
- keep vertex q as solution if its distance is minimal with respect other found vertexes
- if no vertexes q have been found inside avb, use the mid point of segment ab as solution or the centroid of triangle avb
- if some vertex q is inside the triangle avb then the diagonal qv is surely inside and the solution is its mid point
In the image shown above, you may noticed that the nearest point to segment ab, doesn't lay in triangle avb, so the solution in the centroid in triangle avb or the mid point of segment ab, which is an inner diagonal.
You may notice that algorytm complexity is O(n), which is the best you would ask for: its optimal even in the performance space.
Anche Amazon è recentemente preso di mira dai truffatori, cioè gente che usa l'enorme visibilità del portale del negozio di Vancouver per cercare di portare a segno dei furti ai danni degli ignari.
Lo schema è molto semplice: il venditore/truffatore, una terza parte rispetto al negozio ufficiale di Amazon, mette in vendita un articolo proponendolo ad un prezzo sensibilmente più basso di un altro venditore serio e affidabile, ma non troppo basso.
Io mi sono imbattuto in uno sconto di circa il 15%, però il venditore aveva modificato opportunamente il proprio nome sostituendolo da Mio Negozio Online srl in ContattamiAllIndirizzoBoegmhAtliberoDot.
Io ho fiutato subito la trappola, ma non per questo mi sono tirato indietro al tentativo di acquistare qualcosa ad un prezzo interessante ed ho scritto puntualmente al venditore farlocco con un messaggio e-mail di richiesta di informazioni più dettagliate per portare avanti l'acquisto.
Oggi ho ricevuto la risposta, arrivata comunque dal medesimo indirizzo e-mail:
Ciao,
Il prodotto è originale, con la garanzia e la fattura.
Abbiamo offerte speciali in questo periodo. L'offerta dura per 7 giorni.
La consegna è gratuita in Europa da DHL Express.
Questa attività va avanti Garanzia Programma A-to-Z Amazon.
L'operazione può essere avviata da Amazon, ho bisogno di quanto segue:
Nome completo:
indirizzo:
città:
CAP:
paese:
Telefono:
di prodotto:
Prezzo:
Mi trasmette immediatamente i dati necessari ad Amazon. Amazon invierà le informazioni relative alla cassa. In un massimo di 3 giorni, è possibile ottenere il prodotto. Con Amazon, avete 7 giorni per verificare l'articolo. Bisogna prendere una decisione. Se si desidera mantenere il prodotto o no! Se si desidera, Amazon invierà il denaro a me. In caso contrario, si ottiene il denaro e DHL prenderà l'oggetto da voi e dare di nuovo a me. Pagherò per la consegna ricorrente!
Sto aspettando la risposta.
Grazie.
Quando ho visto l'italiano sgrammaticato e il giro vorticoso, ho fatto uno più uno. Non contento, ho segnalato la cosa al servizio di assistenza tecnica di Amazon, il quale non ha fatto altro che confermare: negli ultimi giorni è tutto un comparire di offerte farlocche di truffatori e loro lavorano continuamente alla rimozione.
State all'occhio!
Un problema sempre più stringente è il rilascio di patch, installer o piccoli eseguibili sulle ultime versioni di Windows da parte di sviluppatori indipendenti o piccole software house. Quando si scaricano questi file dai siti di distribuzione e si stanno per eseguire sulla macchina Windows - generalmente Windows 7, 8.1 o Windows 10 - compare sempre più spesso l'impossibilità apparente di Windows di farlo partire in quando potenzialmente pericoloso.
Nella fattispecie è Windows SmartScreen a bloccato ed a segnalare la dubbiosità della provenienza con un'indicazione del tipo Autore sconosciuto. Tale indicazione avviene se si prova a lanciare l'eseguibile, appena è stato completato il suo scaricamento dal browser.
L'utente ignaro non sa come comportarsi e difficilmente riesce ad intuire che è necessario cliccare sul testo Ulteriori informazioni, per ritrovarsi il dialogo di Smartscreen leggermente modificato e con la comparsa del bottone Esegui comunque.
L'indicazione del testo Autore sconosciuto lascia ulteriormente l'utente nel panico, che rimane pertanto molto diffidente nel cliccare il bottone con cui far partire il setup.
Ad aumentare un altro po' la diffidenza è la richiesta del Controllo Account Utente che segnala il fatto che l'eseguibile pretende di passare alla modalità di amministratore, cosa necessaria per poter collocare o sostituire file eseguibili dentro le installazioni dei programmi o del sistema operativo.
Anche nella richiesta di escalation, ricompare la dubbiosità sulla provenienza, cioè ricompare l'indicazione Autore sconosciuto:
Per gestire questa problematica e identificare quantomeno il suo autore, un'azione da intraprendere è quella di firmare digitalmente l'esegubile, iniettandoci dentro l'autore e firmando digitalmente l'intero eseguibile con un certificato, in modo che chiunque possa verificare in qualsiasi momento l'integrità del file e che il suo contenuto non sia stato compromesso: la modifica di un solo bit farebbe saltare la verifica dell'intero contenuto rispetto al certificato presente al suo interno.
Per firmare digitalmente un eseguibile, come ad esempio un installer prodotto da Inno Setup, è sufficiente creare un file batch (.BAT) il cui contenuto dovrebbe essere:
"c:\Program Files (x86)\Microsoft SDKs\Windows\v7.0A\Bin\signtool.exe" sign /f certificato_codesigning_installer.pfx /p laTuaPassword /t http://timestamp.verisign.com/scripts/timstamp.dll MySignedSetup.exe
dove
"c:\Program Files (x86)\Microsoft SDKs\Windows\v7.0A\Bin\signtool.exe" è il percorso completo dell'applicazione Microsoft per firmare digitalmente i file (parte del Microsoft SDK o di qualsiasi distribuzione di Microsoft Visual Studio)
certificato_codesigning_installer.pfx è il tuo certificato, che puoi aver generato tu o essere stato generato da un'autorità certificante (Certificate Authority, CA)
laTuaPassowrd è la password associata al tuo certificato e che ti è stata assegnata dalla CA quando ti è stato rilasciato il certificato
MySignedFile.exe è il tuo file di setup che vuoi certificare
Si consiglia di mettere tutti i file sopraddetti in una sola cartella - il file batch, il certificato ed il setup da firmare - e poi basta eseguire il barch.
Signtool firmerà il file col certificato e ne controllerà la validità appoggiandosi al server ufficiale.
Puoi usare il server http://timestamp.verisign.com/scripts/timstamp.dll, anche se hai un certificato rilasciato da Comodo.
Nonostante il mio relativo entusiamo per Windows 10 manifestato ancora qualche mese poco dopo il suo rilascio, devo ammettere che Microsoft ha fatto qualche passo in avanti, ma siamo ben lontani ancora da quello che ci si aspetterebbe dopo un ventennio di Windows. Detta fuori dai denti, "Siamo alle solite".
Ho in mente di sviscerare bene la questione in una serie di articoli che sto scrivendo in questi mesi, circa tutta una serie di problematiche a cui ho fatto il callo io e anche tutti gli utilizzatori che si rivolgono a me per portare avanti la macchina di Windows, che risulta ancora molto insinuata nel personal computing della vita professionale e personale di tutti noi, nonostante ormai iOS e Android siano diventati sempre più pervasivi nella mobilità della vita quotidiana. Un piccì fisso in tantissime famiglie ancora c'è e chissà ancora per quanto rimarrà sulle scrivanie e nelle camerette dei nostri figli.
A cosa mi riferisco sostanzialmente? Al fatto che un buon sistema Windows, una volta configurato, gira abbastanza a meraviglia nel breve e nel medio termine. Arrivare ad avere un sistema a posto non è però affar semplice.
1. Se compri un PC nuovo con Windows 8.1
L'esperienza di questo fine settimana è stata quella che di tanto in tanto provo nella pratica professionale: mi viene dato un hardware nuovo, un PC fisso piuttosto che un portatile molto consumer, che è stato portato a casa dal centro commerciale o è stato recapitato a casa dal corriere e mi viene chiesto di metterlo nelle condizioni di essere usato proficuamente dal suo utilizzatore finale, leggi "Mettimi Windows 10". Il computer arriva con un'installazione di Windows 8.1, ma per arrivare a Windows 10 ci vogliono qualcosa come 24 ore!
Purtroppo per passare a Windows 10 non è sufficiente scaricarsi un eseguibile di qualche megabyte e far partire l'installazione. Probabilmente si può fare anche quello, ma la strada tracciata da Microsoft non è purtroppo questa. E' necessario utilizzare Windows Update, uno dei pannelli di controllo di Windows, per scaricarsi quello che sta dietro a quella magica iconcina che propone l'aggiornamento a Windows 10, quando un esperto IT si aspetterebbe che per far comparire la magica iconcina sia sufficiente proprio quell'eseguibile di 5-6 MB o scaricare in maniera mirata un'opportuna patch (KBxxxxxxx) tra le centinaia proposte tra gli aggiornamenti obbligatori e facoltativi di Windows 8.1.
Purtroppo sono stato costretto ad installare tutta la pletora di aggiornamenti di Windows 8.1, cioè ho dovuto attendere lo scaricamente di almeno 2 GB di patch, intervallato da un numero imprecisato di riavvii e relative installazioni.
Rimane il fatto che il download di questo paio di gigabyte e le relative installazioni richiedono tempi biblici su un PC consumer: i tempi di attesa sfiorano la giornata intera, vuoi perché non si è sempre pronti a confermare le richieste di continuare le operazioni, vuoi anche perché il download dei servizi BITS/WUpdate sembrano tutto tranne che veloci.
Una volta che ce l'hai fatta - a far comparire l'iconcina della proposta di aggiornamento a Windows 10, poi la strada comincia ad essere in discesa, finalmente. Il download dell'aggiornamento a Windows 10 che mi è stato proposto era di circa 2,8 GB, che sono stati stoppati al 80%, ma il servizio è riuscito a ripartire dal punto in cui si è fermato salvando così i 2 GB abbondanti già scaricati.
Infine l'aggiornamento vero è proprio di Windows 10 ha richiesto tempi non proprio veloci per una macchina nuova, non dotata però di disco SSD. Viene da chiedersi se in Microsoft provano bene i loro software e se hanno un'idea dell'esperienza utente media, quando si passa a Windows 10 su una macchina con 4 GB di RAM, processore Intel Core i3 e disco rigido "vecchio mondo" da 500 GB, anziché un superperformante disco a stato solido. Anche qua se ne vanno un paio di ore di trepidante attesa.
Quando infine si è installato Windows 10, non è finita con gli aggiornamenti: ce ne sono un altro piccolo vagoncino, ma niente a confronto di quelli supposti inutili scaricati il giorno prima per mettere Windows 8.1 nelle condizioni di far comparire la magica iconcina.
Quando siete arrivati qua, cominciano una serie di operazioni drastiche: eliminare il bloatware che ogni costruttore di PC ha utilizzato per infarcire il proprio hardware. Nel mio caso Acer ha messo dentro una suite di applicazioni per la gestione di media, foto e files, chiaramente cloudbased, come se non avessimo già abbastanza soluzioni con Google Drive, iCloud, Dropbox e compagnia bella, visto che ci sarebbe già Microsoft che parte da un predellino previlegiato con OneDrive e Office 360.
Poi ci sono tutte quelle utility per la gestione del computer, per l'assistenza Acer, per il loro power management, come se Microsoft non avesse fatto nulla col suo doppio set di impostazioni del nuovo mondo (Windows 10) e pannelli di controllo (di Windows 7).
Poi c'è da rimuovere l'ennesimo bloatware, Pokki Start Menu, cioè la proposta di Acer allo start menu di Windows 8 - perché tutti partono già dal presupposto che Windows 8 è nato male anzi malissimo - solo che questo bloatware per Windows 8 rimane lì vivo e vegeto nella barra delle applicazioni e avete da fare le vostre per estirparlo.
Alla fine ce l'avete fatta: Windows 10 propone di vedersi un video di "Cinque cose da sapere di Windows 10", solo che è in inglese. Cribbio, possibile che con tutti questi dipendenti e evangelisti italiani che lavorano in Microsoft Italia non ce ne sia uno che ha speso due ore per doppiare il video e mettere l'audio nella lingua di Dante"?
Una volta che ce l'avete fatta, Windows 10 diventa la macchina perfetta per lo smanettone: il consumo di RAM non è eccessivo, la stabilità dei processi è sempre abbastanza buona, ma traspare ancora tutta la mia delusione perché non sono capaci di fare come Samsung, cioè copiare come si deve OS X e Apple.
Nella prossima puntata vedremo il pannello di controllo "Programmi e funzionalità", diventata in Windows 10 "App e funzionalità".
Basta fare una ricerca con Google Images per trovare la foto del giorno proposta dal blocco schermo di Windows 10 e si scopre che la foto arriva da Flickr.
La trovate infatti a questo URL dentro la gallery di Hafiz Ismail. Il soggetto fotografato è un bellissimo ed altrettanto ritoccatissimo tramonto con un ponte abbandonato a Pantai nel Pulai Penang.
Peccato davvero che gli uomini di Microsoft abbiano avuto la brillante idea di proporre ogni giorno una foto nuova sulla propria schermata di blocco cercando delle foto molto suggestive sulla rete e chiedendo anche un'opinione soggettiva tramite la loro versione di "Mi piace", ma senza mettere alcuna indicazione della provenienza, dell'hardware usato per lo scatto, del fotoritocco effettuato ed ovviamente dell'autore, tutte cose che si riescono ad ottenere quasi banalmente dalle informazioni EXIF dello scatto in rete. Non è la giusta maniera di creditare chi ha trasformato un momento in un piccolo capolavoro fotografico.
Tra ieri e oggi ho sbattuto non poco la testa con Windows 10, dopo sostanzialmente 45 giorni senza problemi particolari.
Da quando l'ho installato, conto su una mano i problemi riscontrati con la mia installazione principale, davvero poca cosa rispetto a quello a cui siamo sempre stati abituati con le precedenti di Windows.
Tendo a pensare che la giustificazione principale sia quella che il modello di distribuzione adottato da Microsoftper Windows 10 - cioè gratis per tutti e soprattutto "in automatico" - abbia consentito di scovare abbastanza presto le magagne principali, anche se queste sono presumibilmente raccolte e fissate attraverso l'estensivo programma di test aperto a molti.
Questi comunque i problemi patiti:
- necessità di reinstallare una parte molto piccola di programmi
- necessità di reinstallare parte di Microsoft Visual Studio 2010
- crash molto sporadici del driver della scheda video (un solo blue screen)
- impossibilità di installare automaticamente l'aggiornamento KB3087040
- funzionamento intermittente del driver della scheda di rete del mio notebook
L'errore si manifestava con l'impossibilità della scheda di rete di ricevere pacchetti dalla porta Ethernet per un lasso di tempo anche di 1 o 2 minuti ogni mezz'ora o ogni ora. In qualche caso la comunicazione riprendeva a funzionare, in altri casi era necessario disabilitare e riabilitare il dispositivo di rete attraverso il relativo pannello di controllo. Nei casi più estremi - l'ho fatto 3 o 4 volte - sono stato costretto a riavviare il sistema operativo.
Questo malfunzionamento è stato quello che mi ha causato la perdita di tempo maggiore, perché mi ha costretto, quando possibile, ad usare la connessione Wifi del notebook, e mi ha portato ad effettuare tutta una serie di prove ed arrivare al nocciolo della questione, cioè il driver.
Nell'ordine ho provato a capire se era il firewall a non funzionare, tutta la connettività verso internet, l'assegnazione dinamica o statico dell'indirizzo IP sulla porta Ethernet, il cavo Ethernet, il connettore lato computer o lato presa a muro, fino a controllare il funzionamento sul rack, e via dicendo, cioè il solito minimo di diagnosi che si può fare per un problema di connettività. Poi viene in aiuto San Google, che trova rapidamente chi può avere avuto il tuo stesso problema, solo che in questo caso non ho trovato post diretti che suggerivano di prendersi un eventuale driver più nuovo.
Microsoft ha di fatto deciso lei per tutti quali debbano essere i driver per far funzionare la maggioranza dei dispositivi hardware, in attesa che i produttori rilascino qualcosa di specifico per Windows 10 e maggiormente testato.
E' il caso del driver del mio chipset di rete Ethernet, cioè un Realtek PCIe GBE Family Controller. Il driver preinstallato di Microsoft porta la data del 25/5/2015 e, se si chiede la disposibilità di qualche aggiornamento tramite il relativo controllo:
- andare su Gestione Dispositivi
- selezionare Schede di rete ed espandere il nodo
- selezionare il nodo Realtek PCIe GBE Family Controller e aprire il dialogo delle proprietà
- andare alla pagina Driver
- cliccare sul bottone Aggiorna Driver
- cliccare la scelta Cerca automaticamente un driver aggiornato
Il sistema risponderà dicendo che "il driver del dispositivo è già aggiornato".
Andando invece sul sito ufficiale di Realtek si scopre che al 24/8/2015 è stato distribuito un driver più nuovo - che evidentemente Microsoft non ha ancora gestito e processato per la maggioranza. La versione di questo driver è la 10.3.723.2015, che porta la data del 23/7/2015 e che risolve probabilmente il problema che ho accusato io negli ultimi giorni.
A partire da febbraio 2014 una patch di vulnerabilità sembra impedire il funzionamento regolare dell'esecuzione delle macro dentro Microsoft Visual Studio 2010 e dei precedenti 2005 e 2008.
Sembra che la soluzione consista nel modificare i seguenti file, a seconda del Visual Studio che non funziona più:
- su Visual Studio 2005 il file da modificare è C:\Program Files (x86)\Common Files\Microsoft Shared\VSA\8.0\VsaEnv\Vsmsvr.exe.config
- su Visual Studio 2008 il file da modificare è C:\Program Files (x86)\Common Files\Microsoft Shared\VSA\9.0\VsaEnv\Vsmsvr.exe.config
- su Visual Studio 2010 il file da modificare è C:\Program Files (x86)\Common Files\Microsoft Shared\VSA\9.0\VsaEnv\Vsmsvr10.exe.config
La modifica da fare sul file di configurazione XML sembra essere questa, cioè aggiungere il seguente nodo dentro il nodo <runtime>, nodo che dovrebbe già essere presente:
<AllowDComReflection enabled="true"/>
Questa modifica dovrebbe ripristinare il lancio effettivo delle macro.
Su StackOverflow dovreste trovare proprio la problematica posta da qualcuno e risolta da altri.
Ho aperto fortuitamente le mappe di Bing in versione Metro sul mio Windows 8.1 Update 1 e scopro che qua nel mio quartiere è pieno di errori, tanto per cambiare...
Tutti i cerchi che vedete si riferiscono a ragioni sociali o filiali che non ci sono proprio. Qua ci sono quasi esclusivamente abitazioni residenziali. Così, a spanne, la confusione è generata dal fatto che se togliete Grezzana e mettete il capoluogo di provincia, Verona, probabilmente trovate la giusta collocazione della ragione sociale, però io non ho controllato personalmente.
Per fortuna che Apple si è messa a farsi le mappe per conto suo, ma è sicura che Bing sia altrettanto buono per le ricerche, visto che il default delle ricerche in Safari è ora Bing?
Sembra che il problema sia pervasivo per tantissimi sviluppatori, che utilizzano versioni precedenti di Visual Studio, come la 2005, la 2008 e la 2010.
Non vanno più le macro, con grossi problemi di funzionamento dei normali flussi di produzione del lavoro.
La soluzione la trovate qui.
Originariamente la soluzione consisteva nel "sacrificare" una patch di sicurezza arrivata ai primi di febbraio 2014:
S.O. |
.NET 4.5.1 |
.NET 4.5 |
.NET 4 |
Windows 8.1 |
KB2898871 |
|
|
Windows 8 |
KB2898870 |
KB2898865 |
|
Windows 7 |
KB2898869 |
KB2898864 |
KB2898855 |
Windows XP |
|
|
KB2898855 |
Poi qualcuno è andato avanti ed ha consigliato di mettere il nodo AllowDComReflection:
<?xml version ="1.0"?>
<configuration>
<runtime>
<AllowDComReflection enabled="1"/>
</runtime>
</configuration>
dentro tre file di configurazione e precisamente:
"C:\Program Files (x86)\Common Files\Microsoft Shared\VSA\9.0\VsaEnv\vsmsvr.exe.config"
"C:\Program Files (x86)\Common Files\Microsoft Shared\VSA\9.0\VsaEnv\vsaenv.exe.config"
"C:\Program Files (x86)\Microsoft Visual Studio 9.0\Common7\IDE\devenv.exe.config"
Per modificare questi file è necessario avere i previlegi di amministratore, pertanto, se usate Notepad, ricordatevi di fare l'escalation.
I found this tip in the Answers in the Microsoft Community. The question by a user was: "How to install Catalyst-legacy driver in Windows 8.1 with an AMD ATI HD Radeon 4200"?
At now, if you install Windows 8 or you update to Windows 8.1, Microsoft will install its legacy driver WDDM, which doesn't let you get hardware acceleration with OpenGL. However there's a fix to that!
Let me drive you to install the ATI legacy driver, instead of the Microsoft one:
- Install all components of the driver normally (Catalyst Control Center etc.)
-> The graphics driver itself will fail - you need to install it manually using the Device Manager!
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Open the Device Manager (right click on Start-Icon in left corner), go to "Graphics Card"
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Right click on the card and select "Update driver..." from the context menu (first entry)
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Click on "Search for a driver on the computer" (second entry)
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Click "Select driver from list"
-
Click on the "Device..." button in the right corner
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Select the driver file (*.inf) from the extracted ATI folder. In my case, this was C:\AMD\Support\13-1-legacy_vista_win7_win8_64_dd_ccc\Packages\Drivers\Display\W86A_INF.
There are a few different files, it seems the dialog will choose the right one if you simple select one of them... TRY IT FIRST! Otherwise you could try to read the .inf files (they are just plain text files - maybe you'll find your chipset in there...
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Click on OK, the dialog will now show one or two entries, which should have the name of your graphics card - select one of them
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Click on Next - the screen(s) will go black and flicker, you will hear the device connection/disconnection sounds several times. Don't worry, everythings works as intended! :)
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The driver should now be ready - restart your system, and you should now be able to control your graphics settings using the Catalyst Control Center.
Last Tip (which I did here in my own blog): save this trick somewhere, it will save you lots of headaches the next time you need to install windows! I figured it out painfully at least twice! :)
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