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Da Grezzana al vaio di Cavazze passando per i Prč dell'Acqua
Di Marco Tenuti (del 21/01/2012 @ 16:03:32, in MTB, linkato 2037 volte)

La quercia Speranza ed il duo di ingegneri TurnoverStamattina non c'era tantissima voglia di andare via coi grupponi, così alla fine la partenza ritardata alle 8.55 da casa, dopo aver pulito abbastanza rapidamente la bici e soprattutto aver tolto un po' di porcheria da catena, guarnitura e pacco pignoni, mi ha visto arrivare all'appuntamento intimo con l'Orlando alle 9 in punto. Pareva che arrivasse anche il Walter Bertini, ma l'Orlando era senza cellulare, dimenticato in giro per la provincia, come spesso gli accade, e così non c'è modo di sapere delle intenzioni del magrolino campione UDACE Junior 2011, così applichiamo alla lettera la regola "chi c'è c'è, chi non c'è non c'è, saluti e baci".

Il percorso suggerito da zio Paolo non era però niente da affrontare a cuor leggero: salita, salita e salita, ma non salite qualsiasi, non salite anonime, ma solo salite dure, salite ripide, salite erte, salite al limite, salite fuori soglia, salite tachè via.

Così dopo aver attaccato in zona uliveto di Salvagno poco fuori da Grezzana, ci ritroviamo a scalare le colline in direzione Romagnano, affrontando parecchi tratti che mi sono completamente sconosciuti. L'Orlando mi porta anzitutto a visitare la "Speranza", la quercia plurisecolare, che sovrasta gli uliveti di Redoro. Questa enorme pianta è accreditata di un'età di trecento anni, così decidiamo di farci una foto dove il "vecchio" è alle nostre spalle, mentre il nuovo avanza, anzi è in primo piano.

Da lì in poi Paolo mi spiega che stiamo transitando su proprietà di questo o quel signorotto di Grezzana, che questo è un pezzo di Legend 2009, quello uno della Legend 2004, un altro ancora di una Legend prima del 2000, altri pezzi ancora sono tratti di una gara XC organizzata a Grezzana nel lontanissimo 1993, vinta all'epoca da Filippo Belloni, quando era campione nazionale junior XC.

La nuova Scalona ed un vecchio cartello di una Legend di almeno una dozzina di anni faDopo questa ubriacatura di tracce, storie e gare ci ritroviamo presto sopra la Gualiva e di lì a poco alla Pesa di Romagnano, ma l'ascesa verso Cerro Veronese la facciamo per una via poco battuta, che ci porta a salire ad Erbin e poi a puntare verso contrada Menegalli e poi verso contrada Prè dell'Acqua, dopo una serie di cappi dove - non so Paolo - io sono stabilmente fuori soglia, ma comunque arriviamo al Casal di Sotto ancora in condizioni accettabili.

Il tempo di assaggiare anche la traccia dell'XC Santa Viola 2007, a me caro perché pedalato in gara facendo coppia con Franceschino e poi dai Dossi Lavello raggiungiamo contrada Foldruna dove prendiamo l'ascensore veloce di via Rubele, ovviamente il tutto a 170 bpm per la gioia della Scalona, che si ritrova a fare un po' di velocità in salita al 10% di padella.

Scatta la pausa brioche al Bucaneve, che per motivi di privacy tralasciamo, visto che la nostra alimentazione e la dieta alimentare sono strettamente connesse alla nostra salute e condizione fisica e quindi trattasi di dati sensibili. Quando torniamo fuori, riprendiamo a trafficare con la Rockrider 8XC, che c'ha il BB King posteriore che non vuol sapere di star sù. E' già da qualche chilometro che continuiamo invano a buttare dentro aria, senza aver la fortuna che qualche bel grumo di slime verde si insinui nel pertugio.

Sul più bello dell'azione pompante, arriva l'enorme gruppo di "Pedala col Conte" senza Conte. Saranno stati almeno una quindicina, alché dopo essersi incrociati le pipe in segno di stima e cordialità, riprendiamo insieme la via verso il Vaio delle Cavazze.

L'Orlando al MenegalQui però il Recla, condottiero del gruppone, avanza sul versante sinistro del vaio in direzione verso valle, mentre lo zio Paolo in solitario prende il versante destro. Io sono costretto a fare marcia indietro e ricorrerlo per un buon chilometro in puro stile cross country e la mia azione pedalatoria viene premiata ricongiungendomi poco dopo.

Sosta a contrada Montarina per l'ennesima pompata al BB King e poi giù per la DISESA del Vaio di Cavazze. Tutto bello, tutto molto spettacolare, ma il BB King non gradisce molto e lo zio Paolo decide per la sosta e l'intervento risolutivo. Giù il tubeless dal cerchio, bella ripulita delle pareti interne con scoperta di un bel paio di spini, che stavano giusto aspettando una bella cameretta d'aria per penetrarla, ma l'Orlando, che è uomo di mondo, non concede loro questa soddisfazione.

Riprendiamo la spettacolare discesa, che non si presenta mai impossibile, anche se richiede una certa perizia ed una buona agilità per superare qualche piccolo gradino, soprattutto se si è in sella ad una rigida.

Dopo aver guadato il vaio, il paesaggio è incantevole: non si sente un rumore che sia uno, le rocce dentro il vallo sono popolate da tanti candelotti di ghiaccio, ma mettiamo la corona piccola e risaliamo sull'altro versante andando a raggiungere l'infinito single track che ci porterà praticamente in fondo al vaio, sulla strada asfaltata che collega Lugo a Lonico. Per qualche secondo anche la Scalona comincia a sfiatare dal Racing Ralph posteriore, ma lo slime verde fa il suo sporco lavoro e non perdo un colpo di pedale, prima di riprendere la tanto aspettata discesa.

Non contento Paolo - ma lo aveva in mente già dalla sera prima, quando aveva esposto il suo percorso - svolta a destra e mi costringe a pedalare sulla Lugo-Praole in direzione Praole. Ad un chilometro scarso dalla frazione svoltiamo a destra e ci buttiamo a capofitto in direzione Reolto di Stallavena. Anche questa discesa è completamente inedita per il sottoscritto: salita sporca, piena di rami e qualche "prengolo" di troppo, ma affrontabile anche qui con una certa perizia da chi ha una 29 rigida. Peccato solo per gli occhiali con lenti scure, che sto usando da qualche mese, trovati nel sacchetto di patatine, che fanno a pugni coi raggi solari che scendono dall'alto: la mia azione è rallentata solo dall'impossibilità di vedere decentemente la traiettoria da fare e non c'è altra scelta che soccombere.

Dopo esser sbucati in via Copernico a Stallavena, sosta tecnica in Turnover per rifornimento di camere d'aria. Si conclude così un bel giro, inframezzato solo dalla pausa brioches e dalle tante fermate obbligate dalla perdita di pressione del BB King di Paolo. I chilometri totali del giro di questa mattina sono poca cosa, cioè 36 km per circa 1100 metri di dislivello, ma la quantità di tracce inedite è assoluta. Archiviamo così una bella giornata di vera mountain bike, fatta ad un ritmo bello sostenuto e portiamo a casa la piacevole scoperta di parecchi "angoli" selvaggi e naturali a pochissimi chilometri da casa, che io non conoscevo proprio.