Nelle ultime ore la comunità virtuale dei biker è rimasta basita dalla deliberazione della Giunta Regionale del Veneto, in cui ha equiparato la mountain bike alla stregua di qualsiasi altro sport estremo, quando si tratta di stabilire chi debba sostenere i costi per le spese del recupero del ciclista infortunato.
La delibera parla di LUOGHI IMPERVI, quindi è lasciato molto spazio discrezionale, nel bene e nel male.
Anzitutto vi rimando a leggere il testo di questa deliberazione, che io non ho ancora letto nel dettaglio, ma di cui ho letto solo qualche stralcio e qualche pezzo nei commenti della comunità degli appassionati di mountain bike.
Ai fini del presente atto sono considerate attività ricreative ad elevato impegno di soccorso quelle che comportano attività complesse finalizzate al recupero dell’infortunato, prima che lo stesso possa essere sottoposto a trattamenti sanitari, come di seguito individuate:
alpinismo con scalate di roccia o con accesso ai ghiacciai;
scialpinismo;
arrampicata libera;
speleologia;
parapendio e deltaplano, anche a motore;
salti dal trampolino con sci o idrosci;
sci acrobatico;
rafting;
mountain-bike in ambiente impervio;
utilizzo a scopo ricreativo di veicoli a motore fuori strada in ambiente impervio.
Visto che la Regione Veneto ha deciso per una drastica posizione nei confronti della mountain bike - regione che paradossalmente si colloca tra quelle a maggiore dedizione allo sport sia per motivi paesaggistici ed ambientali, ma anche per motivi agonistici, non ultimo il fatto di aver ospitato il Campionato del Mondo Marathon 2011 di Mountain Bike - mi farebbe davvero piacere sapere dalla Regione Veneto quanti sono i soldi spesi negli ultimi anni per recuperare ciclisti in mountain bike che sono dovuti ricorrere alle chiamate di emergenza ed il relativo recupero da parte delle strutture pubbliche o di volontariato.
Ovviamente dopo che la Regione Veneto ci avrà fornito questa cifra di spesa annuale e pluriannuale, non sarebbe male confrontarla con la spesa che la Regione sostiene per le cure medicali per patologie tumorali di fumatori, le spese mediche e riabilitative per traumi da incidenti stradali, le spese mediche per malattie cardiovascolari di pazienti con comprovate abitudini alimentari deprecabili. Si, è vero che nella delibera ci si riferisce solo delle spese sostenute dalla collettività per il recupero ed il soccorso di emergenza in condizioni impervie ed ostili, non delle spese per gli interventi medici e le cure riabilitative. Per carità, la raccomandazione della mamma, "te lo avevo detto di non andare a buttarti giù dalla Marmolada con la bici da downhill", è sempre valida e che il buon senso deve sempre sovrastare a qualsiasi disposizione o norma, però vorrei conoscere qualche numero in più su queste spese.
Considerata questa novità, sarebbe il caso, per tutti i praticanti della mountain bike come il sottoscritto, stipulare un'assicurazione specifica che pensi per me anche in queste spiacevoli situazioni.
Mi volete dire che non dovrei più andare a fare il Sentiero delle Gosse o l'ascesa a Bocca di Selva, tanto per ricordare un paio di percorsi della nostra Lessinia? O semplicemente la Regione Veneto ci sta invitando ad andare più cautamente o addirittura a non prendermi più alcun rischio? Allora ditecelo che dobbiamo rimanere appollaiati sul divano: non è una bella pubblicità per il nostro sport e per le nostre montagne.