Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Oggi sono partito nel primo pomeriggio sempre con divisa estiva Turnover alla volta del Pian di Castagnè, con le gambe ancora un pelo stanche per le prestazioni dei giorni scorsi. Sono arrivato a Castagnè non forzando eccessivamente, ma con buona andatura, mentre la discesa verso contrada Villa di Mezzane se ne va con una buona media.
Attraversato il paese di Mezzane, mi rendo conto che la condizione è soddisfacente, a giudicare dalla velocità oraria di crociera. Mi convinco che oggi la giornata è giusta e nemmeno il vento contrario da Lavagno fino all'incrocio delle Quattro Strade mi fa desistere. E con una potenza mai conosciuta fino ad ora salgo allo scollinamento poco sotto San Giacomo ad una velocità tra i 33 e i 42 km/h. Comincio già a sfregarmi le mani quando il rilevatore di velocità poco dopo Casette di Marcellise mi invita a rallentare, ma non accenno minimamente a mollare la presa. La velocità media fino a quel punto è già ben oltre i 28 km/h e da San Martino Buon Albergo fino a casa non ci sono salite degne di nota, per cui decido di forzare un altro po', cercando però di tenere sotto controllo la frequenza cardiaca.
Beh, inutile che stia qua a smenarla tanto: il mio nuovo record del giro è 1h35'27", qualcosa come 4'30" in meno del record fissato giusto un mese fa, poco prima della mia partecipazione alla Legend. Sarà che le temperature primaverili aiutano senza dubbio a migliorare la prestazione, ma probabilmente non sono mai stato in forma come adesso! Domani mi tocca salire sulla bici e insistere!
Oggi il programma ciclistico ha previsto una capatina a Boscochiesanuova in divisa completamente estiva. Dopo essere salito a Bellori, lungo la salita per Lughezzano e la strada vecchia che conduce a Bosco, ho avuto modo di superare qualche altro cicloturista, che si godeva molto più di me il paesaggio, alchè ho ben pensato che forse valeva la pena tirare fuori il cellulare e scattare qualche foto in prossimità di Tonghe di Sotto, dove c'era un'infinita distesa gialla di tarassachi in fiore.
Oggi mi ero comunque imposto di salire cercando di rimanere in soglia e devo dire che sono quasi riuscito nell'intento, andando fuori soglia si e no per 5 oĀ 6 minuti su 1h54' di giro totale.
La discesa verso la Valpantena l'ho fatta molto più velocemente per la strada nuova, anche se l'antivento e qualche fastidiosa raffica di vento mi ha causato qualche problema nella discesa da Rosaro fino a Stallavena. Il chilometraggio e la media non sono eccezionali, ma l'esercizio svolto in salita spero sia stato molto utile sia per le mie gambe che per il mio apparato cardiovascolare.
In mattinata mi sono aggregato al treno dei vecchietti più arzilli del GC Grezzana. Il giro è stato uno strano incrocio, che ha contemplato la salita a Pian di Castagnè, la salita a San Briccio e la salita della Pissarota. Dopo l'immancabile aperitivo al Ciao poco dopo mezzogiorno, arrivo a casa, dove trovo la mia famigliola pronta per gustarsi un pomeriggio sportivo a base di gran premio di Formula 1 e ultimi chilometri della Liegi.
La cosa più eclatante è che oggi mio figlio ha voluto insistere nel voler provare ad andare con la bici senza le rotelline, tolte giusto sabato sera. L'equilibrio è ancora un po' precario, ma siamo sulla buona strada. Aspettatevi insomma che nel giro di qualche settimana sia completamente autonomo ad andare in bici!
Venerdì 25 aprile sono uscito per la mia prima volta con la "mia" squadra, cioè col famoso "treno alta velocità". A detta di chi era nel gruppo e che conosce molto bene i ritmi e le velocità del gruppone - soprattutto quando c'è Birtele e compagnia a tirare - non stavamo andando forte, però io ci ho messo un po' a rendermi conto che piano davvero non si va.
E infatti nei primi chilometri da Quinto fino a Bussolengo, nonostante sia dietro a ciucciare la ruota del gruppo e me ne guardi bene dal rimanere troppo indietro, il mio battito cardiaco viaggia spesso sopra soglia e la cosa mi preoccupa non poco, visto che deve ancora arrivare la famigerata salita del Flover di Bussolengo. Poco prima di Bussolengo stranamente il ritmo cala e questo fa aumentare ulteriormente il mio livello di preoccupazione e infatti i preamboli ci sono tutti quando la strada comincia leggermente a salire. Vengo sorpassato una, due, tre volte da folate imperiose e io me ne guardo bene dal seguire i movimenti, ma continuo imperterrito a ciucciare la ruota. Il battito sale, sale, sale e il contachilometri segna sempre una velocità superiore a 30 km/h. Parallelamente l'indicatore del battito sale ben presto oltre quota 170 e davanti non si accenna minimamente a mollare. Penso tra me che se ce la faccio a non farmi staccare troppo e a stare con Remo e compagnia, la fatica e la preoccupazione più grande è andata, manco avessi il compito in classe d'italiano!
Bene quando la salita del Flover aumenta di pendenza, decido che è il momento di superare la ruota che mi sta davanti, perché Remo e gli altri più forti sono già a trenta metri. Il battito continua a salire, ma la cima è poco distante. E il battito sale ancora: si supera quota 180. Ad un certo punto non ho più ruote da ciucciare e non voglio perdere i primi. Record! Arrivo a quota 186, nuovo record personale, riesco a rientrare nel gruppo e penso tra me che è fatta.
Da lì in poi il classico giro del lago si sviluppa secondo i soliti pezzi: saliamo da Bardolino per la salita del Pigno, mentre il ritorno è fatto ad andatura decisamente più turistica, complice il fatto che Remo è da almeno un mese che non prendeva in mano la bici.
La giornata per me dovrebbe finire a Quinto, ma decido di accompagnare Remo fino a Stallavena e proseguo per Alcenago, dove ritrovo mia sorella che sta preparando un'ottima ciambella da gustare nel pomeriggio. Approfitto pertanto per bere qualcosa, lecco il fondo della teglia usata per la crema pasticciera, saluto i miei e mi avvio verso valle. Vuoi che a Stallavena ti trovo il Righe, il quale mi chiede di accompagnarlo su per il vaio Bazazenoci? Massì, cosa vuoi che sia, ho già più di 100 km nelle gambe: non sarà certo il vaio per le Barozze a mettermi ko!
Per fortuna che il Righe è ancora non al top della forma, per cui si sale ad un ritmo decisamente inferiore per le mie possibilità e questo è sicuramente confortante per arrivare a Fosse, con la gamba ancora salva. All'Ombra delle Fosse ci concediamo un bel panino col salame, una Coca-Cola, ma il tempo è più che mai tiranno e torno a casa sempre per il vaio.
La giornata si conclude con 137 km, 3652 kcal bruciate, 27,5 km/h di media e quasi 5 ore di pedalate, ma il record del cardio è senza dubbio l'elemento più degno di nota!
Dopo aver contribuito ad aver favorito la diffusione di Libero come provider di servizi di posta elettronica oltreché di connettività al web, mi ritrovo a rimangiarmi tutto da quando Libero ha posto delle limitazioni sullo scaricamento della posta elettronica, via POP3.
Se hai una casella di Libero e non hai una connessione direttamente con LiberoĀ o hai pagato loro il servizio aggiuntivo di posta elettronica, non c'è verso di prendersi la posta. Il problema non c'è però solo con Libero, ma sembra che la limitazione sull'accesso POP3 sia un prassi abbastanza comune sulla penisola e non solo: prima di accalappiano promettendo monti e mari gratis, poi sono lì ad elemosinare attraverso fastidiose barriere tecnologiche. E in Italia questa maniera di fare sta prendendo sempre più piede in qualsiasi ambito o settore. Ma "liberi" di cosa?
Ora "mal comune, mezzo gaudio" e qualcuno ha ben pensato di risolvere il problema con un approccio drastico, visto che l'accesso gratuito al servizio di posta elettronica è comunque possibile via web, cioé dal browser. La soluzione è FreePOPs e queste sono le indicazioni precise per configurare il proprio client, come Outlook Express con Libero:
Configurare Outlook Express per funzionare con Libero e FreePOPs
Oggi la giornata era spettacolare e non esitato un attimo a vestire il completino estivo Turnover 2008. Il giro è davvero degno di nota, solo che psicologicamente non avevo voglia di affrontare la Peri-Fosse, così ho pensato al suo contrario...
Sono arrivato a Fosse dal vaio Bazazenoci e dalle Barozze, poi mi sono tuffato giù in Valdadige, dove mi aspettava un fastidioso vento che, come consuetudine, spirava verso nord, cioè contro il senso di marcia e non mi ha permesso di marciare stabilmente ai 40 km/h.
Particolarmente fastidiosi anche i numerosissimi camion e autotreni lungo la statale del Brennero, che buttano fuori un odorino che non è il massimo quando si è stabilmente fuori soglia.
Una volta arrivato nella megalopoli veronese, non contento, ho infilato le Torricelle e sono sceso a Poiano dalla Castellana. La gamba a 1 km da casa era ancora molto buona e mi sono preso il lusso di sfilare uno scooter di una signora che avanzava ad una velocità da vero e proprio intralcio del traffico...
Per concludere 82,6 km, circa 1200 metri di dislivello ed un'abbronzatura a gambe e avanbracci, che Elisa mi ha chiesto se sono andato a farmi una lampada, invece di pedalare...
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Dopo la memorabile giornata rallistica di sabato, domenica mattina il tempo era ideale per un giro in bici e non mi sono fatto pregare per svegliarmi presto e uscire. Mi metto in strada già alle 8.25 e mi avvio in direzione Grezzana con la speranza di incrociare i ciclisti del GC Grezzana e di aggregarmi a loro. Ben presto il gruppo sportivo si fa vedere in distanza, solo che è separato in vari gruppetti e non so a quale agganciarmi: un gruppetto che va verso Sezano, altri 2-3 che vanno verso Quinto. Alla fine esito e mi aggrego al terzo e ultimo dei gruppetti, cioè al Turri, Paolo Birtele e Elena.
A velocità abbastanza sostenuta arriviamo ben presto a Verona, poi Bussolengo, salita del Flover, Lazise e Bardolino. Qui lasciamo Elena, che dice di non farcela a tenere il nostro ritmo, ma tutti ci avviamo su per la salita del Pigno. Non c'è pausa al solito bar a Bardolino e questo ci consente di comprimere molto i tempi e di buttarci decisamente avanti col ruolino di marcia.
Ben presto arriviamo in Valpolicella a Sant'Ambrogio, poi Fumane e su per la Pendola, giù a Marano e su di nuovo per la Masua. Arrivati a Negrar è la volta di tornare in Valpantena sempre da Montecchio. Il giro si conclude alla gelateria Ciao di Grezzana, per l'ormai tradizionale aperitivo.
Nel pomeriggio, dopo aver sistemato parecchie faccende domestiche rimaste ferme, ho deciso di accontentare Enrico e di portare pure lui in bici. Dopo la sua impresa di arrivare fino a Grezzana, a casa del cuginetto Francesco - tanto per intenderci si tratta di 4,5 km e 60 metri di dislivello - Enrico alza il tiro e dice che vuole andare fino dalla nonna Rosa! Tanto per intenderci un adulto a digiuno di bici che si imbatte in questo giretto, ho seri dubbi che ce la possa fare senza fermarsi a prender fiato.
Andare dalla nonna Rosa vuole dire pedalare per circa 9 km scarsi e farsi all'incirca 250 metri di dislivello, dei quali 150 con una pendenza media del 7%. Ovviamente un papà che è sempre sulla sella della bici, non può permettersi di non assecondare il figlio nell'esaudire un desiderio del genere... insomma si parte!
Si arriva a casa di Francesco - metà del giorno di una settimana fa - in un men che non si dica. Questa volta, anzichè procedere per lo sterrato, decido di tenere Enrico sempre sull'asfalto, allo scopo di risparmiargli le forze per la salita verso la Chiesa di Alcenago. Ogni tanto chiedo se vuole fermarsi e lui acconsente bevendo qualcosina dalla borraccia.
Da Stallavena in poi la salita si fa dura, ma io e lui riusciamo a trovare un equilibrio: io metto sulla MTB il 32/24, gli appoggio una mano sulla schiena e lo spingo abbastanza vigorosamente e lui continua con una pedalata sufficientemente agile! In questo modo arriviamo ben presto a Crusi e poi all'incrocio che conduce alla Chiesa.
Nel frattempo siamo raggiunti dai messaggi della mamma, con cui eravamo d'accordo che sarebbe passata per la strada a raccoglierci nel caso molto probabile in cui non ce l'avessimo fatta! Invece imperterriti più che mai, scorriamo una dopo l'altra le stazioni della Via Crucis, che da Crusi conducono fino alla Chiesa. Il pezzo al 10% sotto la casa dei nonni lo facciamo quasi in appena spingendo come i disgraziati e riusciamo a salire e a concludere l'epica impresa!
Adesso non voglio alzare ulteriormente il tiro con Enrico - non vedo proprio il caso - ma sono ancora sorpreso dalla sua determinazione di voler raggiungere l'obiettivo. Mi sa che sarà più difficile convincerlo a togliere le rotelline, che andare fino a Bosco, ma mai dire mai! Appena avrà imparato e si sarà convinto che senza rotelline, si diventa liberi, chi lo ferma più?
Erano ormai 5 mesi che non andavo a vedere un rally con la R maiuscola, cioè da quando sono andato a vedere il Rally Ireland a novembre. Sabato c'era in programma la seconda tappa del Rally Millemiglia, valido sia per il Campionato Italiano che per l'Europeo, e noi dell'ART - Alcenago Rally Team - dopo aver perso l'edizione 2007 a causa del matrimonio di uno dei nostri membri - quest'anno siamo ritornati volentieri sulle prove speciali del Millemiglia.
Tappa obbligatoria sulla prova delle Pertiche nella paesino di Forno d'Ono, nell'alta Valsabbia a pochi chilometri dal lago d'Idro. In un breve tratto di prova speciale è possibile godere di spettacolari tornanti in discesa che, se viscidi, sono il massimo sia per gli equipaggi che per gli spettatori, così come di un qualche pezzo misto in cui si possono apprezzare le indubbie doti velocistiche dei big della serie tricolore, ma non solo.
La partenza da casa era per le ore 7.00 e questa volta avevamo due "entries" nel nostro gruppo e cioè mio figlio Enrico e il Duro. Per Enrico ho sempre aspettato a portarlo per svariati motivi, uno di questi la sicurezza, ma anche per il fatto che adesso ha un'età per cui riesce a reggere tutta l'uscita giornaliera, senza far patire il resto della ciurma.
Arrivati a Forno d'Ono verso le 8.40, abbiamo occasione di salutare qualche paesano presso l'oratorio parrocchiale, dove è possibile seguire in tivù il rally, bere un caffé o gustare da subito un ottimo panino con la salsiccia.
Alle 10.35 assistiamo così al primo passaggio di tutte le vetture moderne, seguite a ruota dalle vetture storiche. I passaggi dei vari Andreucci, Rossetti, Basso, Longhi e compagnia sono indubbiamente suggestivi, tra l'altro condizionati dall'asfalto estremamente umido, che facilita sicuramente la buona riuscita di spazzolate alle vetture a quattro ruote motrici.
La pausa tra i due passaggi viene trascorsa sempre all'oratorio, dove, oltre a consumare parecchi panini con salsiccia, ci diamo dentro con la birra e col vino. Gli unici ad essere limitati in questa cosa sono senza dubbio il sottoscritto e il Beif, visto l'incarico alla guida per la via del ritorno. La compagnia locale è simpatica e non tardiamo a simpatizzare con loro, facendo da subito un ipotetico gemellaggio per l'edizione 2009.
Il secondo passaggio decidiamo di assisterlo nella parte alta del centro abitato, dove è presente un passaggio tecnico sopra un ponte da affrontarsi ad medioalta velocità. Siamo però esterrefatti al vedere le vetture non scomporsi minimamente, cosa che invece era abbastanza naturale qualche anno fa. Questo è chiaro indice che gli assetti delle vetture si sono evoluti drasticamente in questi ultimi anni ed è sicuramente riprova che le vetture moderne da rally sono in valore assoluto velocissime, a dispetto dei cavalli e della potenza massima, molto probabilmente inferiore a quelle delle vetture degli anni '80 e '90.
Un po' di rammarico ci prende quando notiamo il nostro beniamino Giandomenico Basso non passare in prova. Più tardi verremo a sapere che è stato appiedato sulla SS13 dalla rottura del cambio. Purtroppo l'ultima prova speciale viene interrotta anzitempo e noi torniamo alle nostre macchine e ci avviamo verso Montichiari, dove è dislocato sia il Parco Assistenza che l'arrivo della gara. Purtroppo il trasferimento dalla Valsabbia fin giù a Salò e poi fino a Montichiari è caratterizzato da continui rallentamenti, dovuti sia al flusso degli spettatori del rally, che alla normale circolazione del sabato presente sulla costa bresciana del Garda.
Fatto sta che non riusciamo ad arrivare in tempo al parco assistenza, ma dirottiamo direttamente alle premiazioni, dove arriviamo giusto in tempo per sentire le note dell'inno di Mameli, in onore a Paolo Andreucci e Anna Andreussi, vincitori di questa 32° edizione.
Nonostante le condizioni meteo mattutine fossero sicuramente molto pesanti e poco concilianti con l'uscita rallistica, torniamo a casa rossi paonazzi per il sole preso a partire da mezzogiorno in poi. Il clima di festa dell'oratorio ha inoltre contribuito a rallegrare questa scampagnata in terra lombarda e torno a casa entusiasta della partecipazione di Enrico, che si è davvero comportato molto bene per tutta la giornata.
Adesso si tratta solo di decidere qual è il prossimo rally che andremo a vedere...
A dire il vero la voglia di pedalare ce ne sarebbe e anche tanta, ma le condizioni meteo questa settimana hanno fatto sì che la bici l'abbia presa in mano solo lunedì e mercoledì. Oggi ci sarebbe anche stata la pausa della pioggia in cui si poteva uscire a fare qualche chilometro, ma non se ne è fatto nulla, causa impegni di lavoro.
Il giretto di lunedì è stato però assolutamente degno di nota, perché ho deciso di fare le prime due salite della tappa del Giro d'Italia che passerà dalle nostri parti tra poco più di un mese.
Sono salito da Grezzana su a Rosaro per la strada del Pilon ed ho proseguito per Cerro Veronese. Lì però ha cominciato a piovere ed il minaccioso nuvolone soprastante è andato giù di cattiveria con un violento acquazzone. Rimasto per qualche minuto sotto un parapetto, ho deciso che non valeva la pena aspettare di più e sono sceso verso i Prati, Arzarè e Lughezzano.
In fondo ai Bellori la strada era nuovamente asciutta, così come anche la tuta e così risalivo la china verso località Barozze e poi verso Sant'Anna d'Alfaedo. E di tanto in tanto qualche altra goccia pensava bene di tenermi bello bagnato.
Insomma il giro si è concluso con una quantità d'acqua notevole, però ho accumulato un buon dislivello e anche un buon chilometraggio che mi fanno stare sereno ancora per qualche giorno.
Oggi non sono andato, però in compenso mi sono fatto il giretto in officina da Turnover, dove è finalmente arrivata la divisa 2008 estiva. Sono però arrivati solo alcuni pezzi e cioè pantaloncini, maglietta e guanti, mentre lo smanicato e la manica lunga devono ancora arrivare.
Domani comunque non si pedala: si torna a vedere finalmente un rally e sulla bici ci si risale solo domenica mattina se tutto va bene.
La prossima gara è abbastanza in là - sono iscritto infatti per la Conca d'Oro MTB organizzata dal gruppo sportivo Odolese in programma per domenica 11 maggio nell'alto bresciano - per cui ci si può permettere di stare un po' più tranquilli e di dedicarsi di più alla famiglia e al lavoro. Seeee, credeghe...
Se ne è andato finalmente anche il triduo postpasquale per il sottoscritto, con una macinata di chilometri che rappresenta un nuovo record personale per il sottoscritto. Le mie intenzioni erano quelle di uscire coi Pezzo questo weekend e così venerdì sera ho ben pensato di andare a preparare la gamba in maniera abbastanza massacrante facendo la Pissarotta da in fondo fino al bivio per il Cerro e Roveré col 53 sulla BDC. Il rapporto esatto che ho tenuto fino in cima è il 53/23, tanto per potenziare un po' le gambe. Mi sono preso anche qualche parolaccia, che dovevo andare su leggero, ma da quando ho la BDC, sto trascurando sempre di più le fatiche della MTB e questo non è cosa buona e giusta per le future gare.
Mi sono pertanto presentato all'appuntamento di sabato mattina a Ponte Catena nelle condizioni non proprio ottimali, ma mi sono detto che ogni tanto bisogna mettersi alla prova e così ho fatto. L'uscita coi Pezzo e gli altri dell'Evolution Team è a ritmo abbastanza sostenuto e totalizza 100 km esatti con un giro che ha contemplato tutta la Valdadige un po' controvento, la Peri-Fosse con un tempo personale molto tranquillo, cioé 48'30" - a dispetto di chi l'ha fatta in dieci minuti in meno - e il ritorno da discesisti da Sant'Anna d'Alfaedo fino giù a Negrar e Verona. Era la mia prima volta della Peri-Fosse con la BDC e devo ammettere che farla col 39/25 non è una cosa molto semplice, ma prometto che farò di meglio la prossima volta, magari con le gambe meno stanche.
Stamattina mi sono infine preso un paio di rischi, cioé quello di mettere del tutto KO le gambe, ma soprattutto quello di litigare con la moglie - la quale pretendeva espressamente il mio STOP ciclistico per questa domenica - perché ho caricato la bici a bordo della Punto e mi sono recato a casa del Radu in zona Colognola ai Colli per fare un po' di MTB.
Anche qua il giro è stato notevole - 67,3 km comunica informalmente il Pezzo - con tutta la dorsale della Soave Bike, successivo attraversamento dei Finetti e discesa finale del Durello. Arrivati a San Giovanni Ilarione abbiamo fatto la prima parte della gara, mentre il ritorno l'abbiamo preferito su asfalto, perché si faceva ormai tardi. Devo dire che il Durello merita davvero di essere fatto, solo che domenica non sarò della gara, ma mi accontenterò di guardare le classifiche di chi vi prenderà parte.
Totale del weekend: 215 km e probabilmente qualcosa come 3500 metri di dislivello, di cui una parte in MTB. Con questa prestazione settimanale, mi sono definitivamente autosdoganato per una gara MTB Marathon, visto che ho portato a casa la pellaccia senza accusare sintomi muscolari di alcun genere, cioè no me mia vegnuo i sgranfi.
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