Venerdì 25 aprile sono uscito per la mia prima volta con la "mia" squadra, cioè col famoso "treno alta velocità". A detta di chi era nel gruppo e che conosce molto bene i ritmi e le velocità del gruppone - soprattutto quando c'è Birtele e compagnia a tirare - non stavamo andando forte, però io ci ho messo un po' a rendermi conto che piano davvero non si va.
E infatti nei primi chilometri da Quinto fino a Bussolengo, nonostante sia dietro a ciucciare la ruota del gruppo e me ne guardi bene dal rimanere troppo indietro, il mio battito cardiaco viaggia spesso sopra soglia e la cosa mi preoccupa non poco, visto che deve ancora arrivare la famigerata salita del Flover di Bussolengo. Poco prima di Bussolengo stranamente il ritmo cala e questo fa aumentare ulteriormente il mio livello di preoccupazione e infatti i preamboli ci sono tutti quando la strada comincia leggermente a salire. Vengo sorpassato una, due, tre volte da folate imperiose e io me ne guardo bene dal seguire i movimenti, ma continuo imperterrito a ciucciare la ruota. Il battito sale, sale, sale e il contachilometri segna sempre una velocità superiore a 30 km/h. Parallelamente l'indicatore del battito sale ben presto oltre quota 170 e davanti non si accenna minimamente a mollare. Penso tra me che se ce la faccio a non farmi staccare troppo e a stare con Remo e compagnia, la fatica e la preoccupazione più grande è andata, manco avessi il compito in classe d'italiano!
Bene quando la salita del Flover aumenta di pendenza, decido che è il momento di superare la ruota che mi sta davanti, perché Remo e gli altri più forti sono già a trenta metri. Il battito continua a salire, ma la cima è poco distante. E il battito sale ancora: si supera quota 180. Ad un certo punto non ho più ruote da ciucciare e non voglio perdere i primi. Record! Arrivo a quota 186, nuovo record personale, riesco a rientrare nel gruppo e penso tra me che è fatta.
Da lì in poi il classico giro del lago si sviluppa secondo i soliti pezzi: saliamo da Bardolino per la salita del Pigno, mentre il ritorno è fatto ad andatura decisamente più turistica, complice il fatto che Remo è da almeno un mese che non prendeva in mano la bici.
La giornata per me dovrebbe finire a Quinto, ma decido di accompagnare Remo fino a Stallavena e proseguo per Alcenago, dove ritrovo mia sorella che sta preparando un'ottima ciambella da gustare nel pomeriggio. Approfitto pertanto per bere qualcosa, lecco il fondo della teglia usata per la crema pasticciera, saluto i miei e mi avvio verso valle. Vuoi che a Stallavena ti trovo il Righe, il quale mi chiede di accompagnarlo su per il vaio Bazazenoci? Massì, cosa vuoi che sia, ho già più di 100 km nelle gambe: non sarà certo il vaio per le Barozze a mettermi ko!
Per fortuna che il Righe è ancora non al top della forma, per cui si sale ad un ritmo decisamente inferiore per le mie possibilità e questo è sicuramente confortante per arrivare a Fosse, con la gamba ancora salva. All'Ombra delle Fosse ci concediamo un bel panino col salame, una Coca-Cola, ma il tempo è più che mai tiranno e torno a casa sempre per il vaio.
La giornata si conclude con 137 km, 3652 kcal bruciate, 27,5 km/h di media e quasi 5 ore di pedalate, ma il record del cardio è senza dubbio l'elemento più degno di nota!