Dopo la memorabile giornata rallistica di sabato, domenica mattina il tempo era ideale per un giro in bici e non mi sono fatto pregare per svegliarmi presto e uscire. Mi metto in strada già alle 8.25 e mi avvio in direzione Grezzana con la speranza di incrociare i ciclisti del GC Grezzana e di aggregarmi a loro. Ben presto il gruppo sportivo si fa vedere in distanza, solo che è separato in vari gruppetti e non so a quale agganciarmi: un gruppetto che va verso Sezano, altri 2-3 che vanno verso Quinto. Alla fine esito e mi aggrego al terzo e ultimo dei gruppetti, cioè al Turri, Paolo Birtele e Elena.
A velocità abbastanza sostenuta arriviamo ben presto a Verona, poi Bussolengo, salita del Flover, Lazise e Bardolino. Qui lasciamo Elena, che dice di non farcela a tenere il nostro ritmo, ma tutti ci avviamo su per la salita del Pigno. Non c'è pausa al solito bar a Bardolino e questo ci consente di comprimere molto i tempi e di buttarci decisamente avanti col ruolino di marcia.
Ben presto arriviamo in Valpolicella a Sant'Ambrogio, poi Fumane e su per la Pendola, giù a Marano e su di nuovo per la Masua. Arrivati a Negrar è la volta di tornare in Valpantena sempre da Montecchio. Il giro si conclude alla gelateria Ciao di Grezzana, per l'ormai tradizionale aperitivo.
Nel pomeriggio, dopo aver sistemato parecchie faccende domestiche rimaste ferme, ho deciso di accontentare Enrico e di portare pure lui in bici. Dopo la sua impresa di arrivare fino a Grezzana, a casa del cuginetto Francesco - tanto per intenderci si tratta di 4,5 km e 60 metri di dislivello - Enrico alza il tiro e dice che vuole andare fino dalla nonna Rosa! Tanto per intenderci un adulto a digiuno di bici che si imbatte in questo giretto, ho seri dubbi che ce la possa fare senza fermarsi a prender fiato.
Andare dalla nonna Rosa vuole dire pedalare per circa 9 km scarsi e farsi all'incirca 250 metri di dislivello, dei quali 150 con una pendenza media del 7%. Ovviamente un papà che è sempre sulla sella della bici, non può permettersi di non assecondare il figlio nell'esaudire un desiderio del genere... insomma si parte!
Si arriva a casa di Francesco - metà del giorno di una settimana fa - in un men che non si dica. Questa volta, anzichè procedere per lo sterrato, decido di tenere Enrico sempre sull'asfalto, allo scopo di risparmiargli le forze per la salita verso la Chiesa di Alcenago. Ogni tanto chiedo se vuole fermarsi e lui acconsente bevendo qualcosina dalla borraccia.
Da Stallavena in poi la salita si fa dura, ma io e lui riusciamo a trovare un equilibrio: io metto sulla MTB il 32/24, gli appoggio una mano sulla schiena e lo spingo abbastanza vigorosamente e lui continua con una pedalata sufficientemente agile! In questo modo arriviamo ben presto a Crusi e poi all'incrocio che conduce alla Chiesa.
Nel frattempo siamo raggiunti dai messaggi della mamma, con cui eravamo d'accordo che sarebbe passata per la strada a raccoglierci nel caso molto probabile in cui non ce l'avessimo fatta! Invece imperterriti più che mai, scorriamo una dopo l'altra le stazioni della Via Crucis, che da Crusi conducono fino alla Chiesa. Il pezzo al 10% sotto la casa dei nonni lo facciamo quasi in appena spingendo come i disgraziati e riusciamo a salire e a concludere l'epica impresa!
Adesso non voglio alzare ulteriormente il tiro con Enrico - non vedo proprio il caso - ma sono ancora sorpreso dalla sua determinazione di voler raggiungere l'obiettivo. Mi sa che sarà più difficile convincerlo a togliere le rotelline, che andare fino a Bosco, ma mai dire mai! Appena avrà imparato e si sarà convinto che senza rotelline, si diventa liberi, chi lo ferma più?