Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Inutile nascondere che è stato di grande stimolo il giro in bici fatto domenica dal Pezzo e il Radu ed oggi mi sono ripromesso di farlo anch'io ricalcando sostanzialmente i loro passi.
La sveglia, martedì mattina, ha suonato alle 6.35, con la ferma intenzione di partire da casa alle 7.00 e rientrare abbastanza presto, ma poi il sonno ha preso il sopravvento e son riuscito a partire da casa solo alle 8.50. Le prime pedalate fino a Marzana e Grezzana sono un po' faticose, ma è più che altro l'impostazione mentale che non ne vuole sapere di arrivare fino al Monte Cornetto.
Continuo a pedalare molto tranquillamente in MTB sull'asfalto che da Grezzana conduce a Stallavena e al semaforo rosso di Stallavena, mi si affianca un trattorone con tanto di ciclista con bici Carrera al seguito che si defila e attacca subito a salire in direzione Lugo. "Questa è la mia esca per qualche chilometro", penso tra me. La molla mentale scatta immediatamente e la voglia di pedalare manda subito a mille le energie. Seguo pertanto a distanza il ciclista ed entro nell'abitato di Lugo che gli riprendo la ruota. Solo a Bellori penso che è il caso di scambiare qualche parola e affrontiamo assieme la salita del vaio della Marciora.
Paolo di Quinto ha un'ottima pedalata e sale molto efficacemente ed io sto bene alla sua ruota, che tra una parola e l'altra arriviamo alla contrada Barozze con un buon tempo. Lì ci salutiamo perché le nostre strade si dividono: io salirò a Fosse verso il Corno d'Aquilio, mentre lui salirà su asfalto da Selvavecchia verso Passo Fittanze.
Lungo il percorso in solitario da Fosse verso il Cornetto, ho l'occasione di scambiare qualche SMS col Radu, che segue a distanza la mia libera iniziativa, ma sono molto sorpreso quando scopro che la strada è stata asfaltata fino al tornante per un buon paio di chilometri, agevolando sensibilmente la risalita. Anche il pezzo dal tornante in poi presenta un fondo molto compatto e veloce e sono ancor più rinfrancato da una giovinotta in carne che scende a piedi con due capezzoli che caratterizzano indistinguibilmente le pieghe della maglietta attillata. La mia pedalata fino al Col di Pealda Bassa è efficacissima ed arrivo su in tempi assolutamente eccezionali rispetto a quelli con cui risalivo sul Corno d'Aquilio a tempi della Bissa, quando ero almeno quindici chiletti in più.
Il tempo di scattare qualche altra foto e poi via di nuovo attorno alla cima del Monte Cornetto, dove mi imbatto da subito in qualche mucca al pascolo, poi in un paio di signore in cerca della retta via per il Corno e poi in un altro sciapo di vacche intente a ruminare l'erbetta.
La discesa verso Passo Fittanze se ne va in un attimo e, arrivato alla baita del passo, rivedo il buon Paolo, già arrivato da qualche minuto assieme ad un gruppo di ciclisti di Lugagnano. La doverosa pausa è caratterizzata da una cocacola e un saccottino di mele e dà il tono alla risalita da Passo Fittanze verso il Passo del Pidocchio, sempre assieme a Paolo e superando i lugagnanesi. Mettiamo lo smanicato e poi torniamo giù verso Castelberto, solo che io prendo di nuovo la strada sterrata per Malga Vallina di Sotto e saluto definitivamente Paolo.
La discesa per Malga Vallina di Sotto la faccio seguendo scrupolosamente le indicazioni della Lessinia che danno il Ponte dell'Anguilla a circa un'ora e mezza per chi la voglia fare a piedi. Anche alla Malga si presenta il bivio tra il sentiero che porta a Malga Derocon e il Vaio dell'Anguilla, ma, una volta arrivato a Malga Arnezzo, le indicazioni spariscono completamente e una coppia di signori di mezza età fermi a fare il picnic mi suggeriscono di tornare indietro fino all'asfalto e prendere un'altra strada. Mio malgrado mi rifaccio quasi 2 km di salita e almeno 150 metri di dislivello, ma la gamba è ottima e torno su all'asfalto in un men che non si dica.
A questo punto decido di prendere la strada sterrata assolutamente non indicata che parte poco sotto Malga Vallina di Sopra e con più di qualche dubbio nella mente. Dopo circa mezzo chilometro ti ritrovo una macchina che risale lentamente, il cui guidatore mi rinfranca sulla scelta fatta. Arriverò nel vaio dell'Anguilla appena dopo la sbarra e da lì in poi sono definitivamente rassicurato sulla scelta fatta.
Scattata qualche foto di rito, mi fiondo giù per il Vaio dell'Anguilla e lascio andare di gusto la bici, passando molto velocemente alla Fontana degli Alpini e arrivano di nuovo in fondo al vaio a gran velocità. Il pezzo finale della discesa, cioè quello che conduce al Ponte dell'Anguilla, presenta un fondo un po' erboso e poi sassi smossi, che invitano a scendere a velocità pazzesca, tanto è vero che strabuzzo gli occhi quando vedo per un attimo i 45 km/h. Prendo pure male qualche sasso che a momenti fasso un volo infinito, ma con una buona dose di Q, non perdo il controllo della bici e la porta fora anca sta olta.
L'attraversamento della foresta dei Folignani è qualcosa di spettacolare, per quello che può offrire la natura della Lessinia. La consiglio assolutamente a tutti coloro che non abbiano la gamba di andare fino a Passo Fittanze, ma che hanno la possibilità di farsi accompagnare in macchina.
Tornando alla cronaca del mio giro, prendo la strada in direzione Erbezzo, salto rapidamente, passo a Contrada Zagari per salutare amici di famiglia, e poi giù rapidamente dall'asfalto verso Corso, Bellori e Grezzana.
Il computer segna 73.7 km ai 20.1 km/h di media e circa 1850 metri di dislivello. Per chi volesse la traccia GPS completa, la trova qua: attenti che contiene anche lo "sbaglio" verso Malga Arnezzo, ma l'ho lasciato apposta, così lo potete apprezzare nel caso in cui cadeste anche voi in tentazione.
Ci son passato vicino martedì e la mia curiosità è stata stimolata: salendo da Fosse verso il Corno d'Aquilio, appena passata la contrada Tommasi a quota 1143 m sul livello del mare, c'è una stradina bianca che scende a valle e dopo un paio di tornanti si arriva nel vaietto, dove si ricomincia a salire in direzione della contrada Grola, che è quella più alta di tutte al di sopra della zona inesplorata, a quota 1129 m slm.
In prossimità di questa contrada è anche possibile continuare a salire in direzione Corno d'Aquilio e precisamente verso la Spluga della Preta, fenomeno geologico di indubbio interesse.
La mia esplorazione era però abbastanza limitata ed ho pensato di tornare verso casa, così dopo la contrada Grola, sono sceso verso contrada Bertasi e poco sotto, girando a destra, si può andare verso Vallene, cosa che proverò abbastanza presto, per vedere cosa c'è di sterrato e cosa di asfaltato.
Tirando dritto un lunghissimo rettilineo in discesa porta al quadrivio, che corrisponde allo scollinamento della strada provinciale che tra Selvavecchia e Ronconi. Io sono sceso così fino a Barozze e menando possibilmente sempre il 44 davanti ho puntato diritto a Sant'Anna d'Alfaedo, dove le mie fatiche andavano più o meno concludendosi.
Solo il piacere di accorciare il percorso su sterrato giù per il Pontarol di Cona sotto Sant'Anna e l'immancabile scorciatoia da Crosa di Schioppo a Fiamene, da farsi sempre con forcella sbloccata.
Chiaro che Google Earth è una preziosissima fonte, ma metterci il naso di persona è sempre meglio. Ho già intravisto pertanto la possibilità di fare un nuovo percorso e cioè quello che porta dalla contrada Grola a Passo Fittanze senza fare il giro del Monte Cornetto. Stay tuned on Lessinia's tracks.
Spettabile organizzazione, volevo anzitutto complimentarmi per la buona riuscita della manifestazione agonistica di domenica. Io ho percorso gli 81 km della Gibo Simoni Marathon ottenendo anche un buon piazzamento per le mie aspettative e possibilità.
Si capisce chiaramente il vostro desiderio di continuare a crescere, visto che quest'anno avete cambiato il nome del percorso da 80 km tramutandolo in Gibo Simoni Marathon, nonché l'introduzione del nuovo percorso Kaiserjaeger Marathon, dall'indubbio valore atletico e paesaggistico.
Mi permetto pertanto di fare una piccola lista di dettagli, di cose che andavano molto bene e altre che sarebbero a mio avviso da mettere a punto, allo scopo di migliorarle già nella prossima edizione:
- all'arrivo in paese alle 8.10 da Rovereto non abbiamo trovato personale preposto a segnalarci la dislocazione dei parcheggi e pertanto siamo andati a tentativi, fino a quando abbiamo trovato una sistemazione accettabile
- ad inizio gara sono stati in tanti i ciclisti a tentare il posizionamento in griglia dalla parte sbagliata, cioè cercando di risalire fino alla propria griglia partendo dalla linea di partenza, anziché aggirare da sotto la via centrale. Mettendo magari due o tre persone alla linea di partenza si sarebbe potuto impedire tale congestione, che ha caratterizzato qualche difficoltà anche ai pedoni
- durante la gara non abbiamo trovato ai ristori sali minerali da bere, quando si trovano praticamente in ogni gara, considerato spesso il supporto di qualche sponsor tecnico; per il resto abbiamo gradito pane, nutella e marmellata
- io aggiungerei uno o due ristori lungo il percorso principale, a beneficio dei concorrenti di tutte e tre le distanze (ne aggiungerei uno al Forte Cherle e posticiperei quello a località Incassero mettendolo al Passo Coe)
- qualcuno che ha percorso il percorso del Kaiserjaeger ha lamentato il fatto che alcuni passaggi non erano sorvegliati dal personale preposto causando problemi di sicurezza e incolumità sia per gli atleti che per la circolazione stradale, mentre le indicazioni di alcuni passaggi erano mancanti o imprecise
Per il resto questo un mio giudizio personale alla gara con alcuni voti numerici:
- PROCEDURA DI PARTENZA: 9 (congestione di chi procedeva al contrario) - SERVIZIO LAVAGGIO BICI E DOCCE: 10 (nessuna coda e acqua calda perfetta) - QUALITA' PERCORSO: 9 (forse le gibbosità finali son fin troppe, fondo buono in generale a parte qualche passaggio viscido) - PASTAPARTY: 8 (nessuna coda, forse il menu è migliorabile) - LOCATION PARTENZA: 10 (bella cittadina, tutto ben raggruppato e a portata di mano) - PACCO GARA: 8
Con tutta l'intenzione di essere presente anche nel 2009, porgo i miei più cordiali saluti.
Marco Tenuti
Ieri gara molto divertente alla Folgaria Marathon, da quest'anno denominata Gibo Simoni Marathon. Chi per un motivo, chi per un altro, ieri eravamo in quattro a fare gruppo fisso, con un unico obiettivo di portare a casa il risultato.
Io avevo un conto in sospeso con la gara per via di quello che era successo nel 2007: avevo rotto il filo del cambio posteriore e mi ero dovuto ritirare a metà percorso. Il Radu invece sta puntando a gran forza al brevetto del circuito dei Nobili, mentre Simone e Fabio gli danno man forte in questa impresa addizionale, anche se tutti stanno cercando di portare a casa quantomeno il brevetto del Prestigio.
Arrivati in Folgaria di buon ora, riusciamo ad assistere alla partenza alle 8.30 degli intrepidi della Kaiserjaeger Marathon, garetta di soli 129 km. Noi, invece, ci prepariamo con calma alleggerendo le nostre bici alla grande e con caffé e cappuccini. Entriamo in griglia senza strafare e allo start il nostro ritmo è molto divertito. Nei primi chilometri non ci facciamo molti problemi se sono in tanti a sfilarci. Noi puntiamo al traguardo!
Se ne vanno così le prime salite fino a Passo Coe, che manco ce ne accorgiamo. Il battito cardiaco è molto buono e non troppo alto e il fondo sembra essere in condizioni decenti. Al bivio tra il percorso Classic e la Gibo Simoni Marathon, il Radu si sbaglia a leggere i cartelli, ma inverte subito la rotta e ritorna sui suoi passi: vuole o no conseguire il brevetto dei Nobili?
I ristori son tutti nostri: peccato che non ci siano integratori, ma ci accontentiamo di acqua e tè, mentre divoriamo con piacere mezze banane e fette di pane con marmellata e nutella. Io, però, mi concentro quasi troppo sul pane con marmellata che al ristoro a Carbonare, il Radu e compagnia mi lasciano al palo e tribolo non poco per ricongiungermi in cima alla salita. Facciamo così di buona lena i cementi verso il Forte Cherle e arriviamo presto verso i 56 km di gara, dove il nostro gregario Fabio ci lascia e punta diritto su asfalto verso le macchine.
Io, il Radu e Simone, invece ci sfreghiamo ormai le mani, perché i chilometri alla fine non sono pochissimi, ma la salita da fare è poca cosa. Maledetta pensata questa qua! Le salite sembrano invece interminabili e il dislivello che c'è verso il fine gara è impressionante, per la presenza di parecchie gibbosità con pendenze che arrivano anche al 25% e in uno o due casi al 30%, dove non possiamo fare altro che scendere dalla bici e spingere. I chilometri finali nel sottobosco sono perfidi e impegnativi e bisogna prestare attenzione pure al fango e alle radici umide. Questo tratto ha abbassato notevolmente la media, quando noi invece ci aspettavamo pezzi da 40 e 50 km/h.
Il Radu si mette pure a dare qualche pacca nel finale e Simone riesce in qualche maniera a stargli a ruota, mentre io, con una caduta nelle ortiche, rinuncio all'aggancio finale. L'ultimo chilometro in discesa in paese è però il miglior suggello per una gara faticosa, ma molto suggestiva e ripaga anche per quanto successo nel 2007. La cosa molto buona, dal punto di vista atletico, è che, grazie ad un ritmo moderato del team di cui ho fatto parte ieri, ho sempre tenuto a debita distanza irrigidimenti delle gambe e crampi, anche nella parte finale e questo mi fa ben sperare anche per altre gare marathon che conto di affrontare in futuro, fermo restando che il fondo e l'allenamento sono più che mai molto più importanti, che la prestazione pura, che lascio volentieri ad altri.
Per quanto riguarda le classifiche è il russo Medvedev a vincere la Gibo Simoni Marathon in 3h35'23". A seguire Marzio Deho, il colombiano Julio Caro, poi Johann Pallhuber, Mirko Celestino, Martino Fruet, mentre Gilberto Simoni è sesto a 9'. Il mio tempo finale è di 5h26'59", ma potevamo abbassare di almeno 10 minuti, se non fossimo andati in gruppo, rallentandoci abbastanza in discesa e facendo tutti un ritmo costante nei vari tratti. Tale tempo mi è valso la 134-esima posizione assoluta su 303 arrivati del Gibo Simoni Marathon da circa 82 km e 2500 metri di dislivello in salita.
In 420 invece hanno finito la Megabike Classic di 43 km. Dei 150 partenti della KaiserJaeger Marathon da 129 km, in 90 l'hanno portata a termine.
A fine gara abbiamo approfittato delle facilities messe a disposizione degli organizzatori, con una zona lavaggio bici nell'interrato del Palafolgaria con annessa zona docce, dove l'acqua era abbondante e perfetta. Il pastaparty non presentava coda alcuna, soprattutto per gli arrivi molto diluiti dei concorrenti delle tre versioni della gara, mentre la pastasciutta non era un granché in tutta sincerità, ma non per questo mi sono astenuto dal divorarla. Dopo il caffettino in centro paese, a cinque metri dalla corsia finale transennata, siamo risaliti in macchina e abbiamo seguito l'insano consiglio di Fabio, che ha voluto che scendessimo dalla Valdastico, dove siamo andati a imbottigliarci in un serpentone di macchine ferme che ha ritardato la nostra tabella di marcia di una buona ora... Fabioooooo!!!!!
Stasera il Marcante sale in BDC e stantuffa come un treno! Nonostante lo stop di quasi una settimana dopo la Folgaria Marathon - ho solo fatto un giretto di scarico lunedì e poi un giretto con mio figlio ai 12 km/h - stasera sono fioccati una serie di record, senza esagerare troppo: non sono mai arrivato a 180 bpm, per quello c'e' tutto il tempo domenica!
In sintesi: nuovo record del Pilon 32'00" (contro il precedente in 32'30"). Scollinamento a Corbiolo (a 780 metri slm) in 53'02" (precedente in 56'04") e arrivo finale a casa in 1h20'56" (precedente 1h24'40"). In discesa mi sono rotto le balle di scendere ai 45 km/h ed ad un certo punto mi sono messo a ciucciare la scia delle macchine ai 53-54 km/h. Domenica a Medole prevedo sfracelli per la concorrenza
Alcuni altri numeri sparati fuori dal mio Polar: BPM max 176, BPM avg 153, In zone 29'35'', Above 47'36'', kcal 1034, km totali 36.7, vel.media 27,2 km/h, vel.max 59.1 km/h. cadenza media 79, cadenza max 116.
Domani ritirerò il pacco gara per me, il Radu, Signorini e il Bosca. Dovrò anche rompere le balle all'organizzazione per far partire il Bosca in prima griglia per meriti sportivi, visto che gli hanno affibbiato il pettorale n.799. Il Signorini l'ho appena visto stasera. Dovrebbe essere in forma per il corto della SGB, nelle ultime settimane sta viaggiando a 5-600 km a settimana... e circa 2000 km nel solo mese di agosto!
Andata anche la South Garda Bike! Era l'ultima gara delle gare costituenti il neonato circuito del Garda Challenge, a cui ho preso parte, portando a termine tutte e quattro le gare sempre nella versione Marathon, per cui, essendo uno degli ALL FINISHER, mi aspetto prossimamente la premiazione in terra veronese o mantovana.
La nostra carovana veronese comincia col ritrovo al casello di Verona Est, dove mi ritrovo col mio compagno di team Francesco Signorini, il buon Marco Zumerle di Cicli Tagliaro, Matteo Milani e Andrea Pezzo di Bike Evolution. A Desenzano si ricongiunge a noi anche il Michele Pezzo, assoldato anche lui nelle fila del Turnover per la stagione 2008.
La gara, preparata a puntino, assieme al fido compagno di merende Radu due sabati fa assieme ad alcuni rodelliani, si decide tutta adottando una strategia di gara che non lascia scampo: andare a tutta da inizio alla fine. Abbiamo sperimentato sia io che lui regimi cardiaci fino ad ora impensabili, ma soprattutto insostenibili per tutto quel tempo e cioè per 2 ore e mezza.
La partenza l'abbiamo fatta per forza forte con tutta l'intenzione di non rimanere troppo imbottigliati al presentarsi dei primi single track. Certo che la prima salita del Radar è stata probabilmente quella in cui i nostri cardiofrequenzimetri hanno registrato i massimi valori, ma anche alla Rocca di Solferino penso che non abbiamo affatto scherzato, visto che lo abbiamo fatto in compagnia del Pezzo 1, così come anche i chilometri successivi.
Grazie ai ristori disposti dall'organizzazione e a quelli volanti del Team Rodella Scott, siamo riusciti a portare a termine una gara in una domenica molto calda, ma soprattutto molto polverosa, nonostante i tentativi dell'organizzazione per cercare di contenere i problemi causati dall'enorme nuvola bianca di polvere.
Le colline moreniche non presentano assolutamente pendenze o dislivelli significativi, ma non per questo sono state sottovalutate, più che altro per l'impossibilità di recuperare energie tra una discesa e l'altra. Questo ha comportato che l'andamento della gara ci facesse procedere quasi sempre impiccati, approfittando qua e là di questo trenino, anche se abbiamo avuto l'impressione che anche gli altri abbiamo approfittato non poco delle nostre scie.
La nostra parte centrale di gara è per forza di cose fatta ad un ritmo di un pelo inferiore, più che altro perché lo notiamo dalla quantità di concorrenti che ci superano e che ci relegano di circa 10-20 posizioni indietro. L'impressione è però che più di qualcuno abbia fatto il "furbo", conoscendo e sfruttando bene i pertugi della "palestra" di Lonato, perché quando siamo stati superati sembrava davvero che loro avessero un'altra marcia.
Il finale di gara è invece eccezionale per noi due e lungo i 7-8 km di sterratoni rettilinei rinveniamo di alcune posizioni perse qualche chilometri prima e stacchiamo pure qualche gruppetto, col Radu, che si prende pure il lusso della botta sul rettilineo finale, dove io con sommo piacere, lascio fare.
Un giretto d'obbligo al ristoro ci consente di apprezzare fette di melone, anguria, biscotti Ringo e Grancereale, ma Friliver ha il braccino corto all'ultimo ristoro. Siamo tutti impolverati come poche volte, che sembriamo quasi irriconoscibili, ma con calma prendiamo la via verso le macchine posizionate in prossimità delle docce, dove una bella acqua fredda ci fa rinsavire subito per il pastaparty. Nel frattempo ho anche l'immenso piacere di avere ricongiunta a me la mia famigliola, che si presenta nel territorio medolese ad ora giusta del pastaparty e così non ci rimane altro che dislocare Alice ed Elisa ai tavoli, mentre io ed Enrico ci accodiamo assieme ai Pezzo, il Radu e il Milani.
Il pastaparty è bello abbondante con pastasciutta all'arrabbiata, bruschetta al formaggio, funghi e verdure e tortino finale. Si vede proprio che siamo in zona Barilla, Ferrero, con biscotti e biscottini ovunque cosparsi su qualsiasi tavola.
La classifica finale indica la 214° posizione assoluta nel percorso da 60 km con un tempo finale di 2h36'44". Adesso non rimane che andare alle premiazioni del Garda Challenge previste per i primi di ottobre in quel di Colognola ai Colli presso la sede della Windtex/Vagotex.
Â
Stamattina sono andato a provare la CustozaBike e son partito da casa in MTB di buon'ora e di buona lena, cosi' sono arrivato a Custoza già bello caldo con 30 km nelle gambe in un'ora.
Il percorso gli organizzatori l'hanno girato come un "calzetto" e la gara è completamente diversa come senso di percorrenza, dove tante cose si fanno nel senso opposto e altre nel medesimo dell'anno scorso. C'erano i soliti amici rodelliani, Baz e Zaire più il loro collega di team Michele, Pier e un altro del Golosine e Wilderness Man.
Baz ha dato forfait dopo 20 km, con un ginocchio in fiamme. Noi abbiamo continuato il nostro tram tram sempre a ritmi blandi. Negli ultimi dieci km ho cercato di imprimere un buon ritmo, ma niente da fare... no i ghe sente!
Riassumendo: la solita garetta divertente da fare tutta fuorisoglia, però con qualcosina di tecnico come l'anno scorso.
Nel ritorno, appena salutato Pier e il suo amico in prossimità dell'abitato di Sommacampagna, ero un po' stanco ed ho pensato che forse fosse il caso di fare un riposino. Così ho impostato il pilota automatico ad una velocità di crociera di 25 km e mi son addormentato di gusto, sotto la calura verso Verona. Ad un certo punto, passando in centro a Verona, a forza di notare fighe, tette e culi a destra e a manca, il pilota automatico deve essere incappato in un bug e mi ha svegliato di soprassalto. La velocità era di 32 km/h.
C'erano quelli con le bici elettriche sempre nei quartieri di Verona che facevano una fatica boia e sudavano le proverbiali sette camicie, ma non c'e' stato nessuno che ci ha provato a ciucciarmi la ruota
"Ti sembra questa la velocità da fare in centro abitato?" gli ho detto. Poi gli ho fatto una ramanzina che non se la dimentica più. Alla fine della fiera sono arrivato a casa alle 13.15 per un totale di 98 km. Son pure salito sulla bilancia, che ha sentenziato 66,6 kg. La giornata è proseguita col ricongiungimento in piscina con la famiglia, dove ho continuato la pennichella e dove mi son concesso pure un bell'idromassaggio.
Stamattina per me sveglia verso le 8.00 e colazione con molta calma. Partito da casa verso le 8.50 e armato di zainetto con fotocamera reflex, mi sono diretto in BDC verso Montorio, Pian di Castagnè Castagnè e poi discesa verso Villa di Mezzane di Sotto.
Oggi ho fatto il fotografo ad una gara MTB UDACE Verona, che a mio avviso, avrebbe un percorso eccezionale che non ha nulla da invidiare alla Lessinia Legend stessa, visto che proprio l'edizione 2008 ricalcava parecchi pezzi di questa gara, la Bi@bike organizzata da gruppo dei biker di Tregnago.
Ho scattato 138 foto, già messe adesso su Picasa: foto a tutti tra cui i soliti amici, Pezzo e company, il Boscaini e altri compagni Turnover. La gara l'ha vinta a man bassa il nostro amico Miglioranzi - per gli amici il Miglio - uno dei motorini con cui usciamo spesso nelle notturne del mercoledì, quindi confidiamo anche sulla sua presenza questo mercoledì, così ci paga da bere per la vittoria
Alla fine della fiera io sono tornato a casa col mio zainetto ai 35-40 km/h per un totale di 48 km anche oggi. Insomma un bel weekend di macinamento ciclistico. Adesso lasciatemi proseguire come lavapiatti e con la peperonata sullla fiamma!
Il percorso lo trovo sostanzialmente identico nei contenuti di quello dell'anno scorso. Volendo entrare nel dettaglio:
- non ci sono più i 5 km di asfalto all'inizio come l'anno scorso, ma saranno si e no 3 km e leggermente diversi a partire dal secondo km: tra l'altro i 5 km iniziali dell'anno scorso erano molto pericolosi per chi, come me, partiva dalla seconda griglia (+)
- non c'è più il passaggio in single track nel boschetto, che era una delle cose più carine della Custoza Bike 2007 (-)
- non c'è più il passaggio lungo la scalinata della villa in paese all'inizio del secondo giro, cosa che trovavo abbastanza scomoda l'anno scorso (+)
- c'è un gradino di circa 3 metri al 50% da fare in salita, cosa che invece l'anno scorso si faceva in discesa (uno dei punti dove si era messo Giofoto a scattare) e la cosa è ancor più interessante dal punto di vista tecnico, perché richiede una certa abilità (+)
In generale secondo la mia opinione il giudizio è leggermente a favore dell'edizione 2008, ma niente di particolare. Rimane una gara da fare tutta fuorisoglia, perché non ci sono discese abbastanza lunghe dove recuperare e ci sono una buona dose di salitelle, con pendenze significative da fare tutte al limite della FC Max.
|