Inutile nascondere che è stato di grande stimolo il giro in bici fatto domenica dal Pezzo e il Radu ed oggi mi sono ripromesso di farlo anch'io ricalcando sostanzialmente i loro passi.
La sveglia, martedì mattina, ha suonato alle 6.35, con la ferma intenzione di partire da casa alle 7.00 e rientrare abbastanza presto, ma poi il sonno ha preso il sopravvento e son riuscito a partire da casa solo alle 8.50. Le prime pedalate fino a Marzana e Grezzana sono un po' faticose, ma è più che altro l'impostazione mentale che non ne vuole sapere di arrivare fino al Monte Cornetto.
Continuo a pedalare molto tranquillamente in MTB sull'asfalto che da Grezzana conduce a Stallavena e al semaforo rosso di Stallavena, mi si affianca un trattorone con tanto di ciclista con bici Carrera al seguito che si defila e attacca subito a salire in direzione Lugo. "Questa è la mia esca per qualche chilometro", penso tra me. La molla mentale scatta immediatamente e la voglia di pedalare manda subito a mille le energie. Seguo pertanto a distanza il ciclista ed entro nell'abitato di Lugo che gli riprendo la ruota. Solo a Bellori penso che è il caso di scambiare qualche parola e affrontiamo assieme la salita del vaio della Marciora.
Paolo di Quinto ha un'ottima pedalata e sale molto efficacemente ed io sto bene alla sua ruota, che tra una parola e l'altra arriviamo alla contrada Barozze con un buon tempo. Lì ci salutiamo perché le nostre strade si dividono: io salirò a Fosse verso il Corno d'Aquilio, mentre lui salirà su asfalto da Selvavecchia verso Passo Fittanze.
Lungo il percorso in solitario da Fosse verso il Cornetto, ho l'occasione di scambiare qualche SMS col Radu, che segue a distanza la mia libera iniziativa, ma sono molto sorpreso quando scopro che la strada è stata asfaltata fino al tornante per un buon paio di chilometri, agevolando sensibilmente la risalita. Anche il pezzo dal tornante in poi presenta un fondo molto compatto e veloce e sono ancor più rinfrancato da una giovinotta in carne che scende a piedi con due capezzoli che caratterizzano indistinguibilmente le pieghe della maglietta attillata. La mia pedalata fino al Col di Pealda Bassa è efficacissima ed arrivo su in tempi assolutamente eccezionali rispetto a quelli con cui risalivo sul Corno d'Aquilio a tempi della Bissa, quando ero almeno quindici chiletti in più.
Il tempo di scattare qualche altra foto e poi via di nuovo attorno alla cima del Monte Cornetto, dove mi imbatto da subito in qualche mucca al pascolo, poi in un paio di signore in cerca della retta via per il Corno e poi in un altro sciapo di vacche intente a ruminare l'erbetta.
La discesa verso Passo Fittanze se ne va in un attimo e, arrivato alla baita del passo, rivedo il buon Paolo, già arrivato da qualche minuto assieme ad un gruppo di ciclisti di Lugagnano. La doverosa pausa è caratterizzata da una cocacola e un saccottino di mele e dà il tono alla risalita da Passo Fittanze verso il Passo del Pidocchio, sempre assieme a Paolo e superando i lugagnanesi. Mettiamo lo smanicato e poi torniamo giù verso Castelberto, solo che io prendo di nuovo la strada sterrata per Malga Vallina di Sotto e saluto definitivamente Paolo.
La discesa per Malga Vallina di Sotto la faccio seguendo scrupolosamente le indicazioni della Lessinia che danno il Ponte dell'Anguilla a circa un'ora e mezza per chi la voglia fare a piedi. Anche alla Malga si presenta il bivio tra il sentiero che porta a Malga Derocon e il Vaio dell'Anguilla, ma, una volta arrivato a Malga Arnezzo, le indicazioni spariscono completamente e una coppia di signori di mezza età fermi a fare il picnic mi suggeriscono di tornare indietro fino all'asfalto e prendere un'altra strada. Mio malgrado mi rifaccio quasi 2 km di salita e almeno 150 metri di dislivello, ma la gamba è ottima e torno su all'asfalto in un men che non si dica.
A questo punto decido di prendere la strada sterrata assolutamente non indicata che parte poco sotto Malga Vallina di Sopra e con più di qualche dubbio nella mente. Dopo circa mezzo chilometro ti ritrovo una macchina che risale lentamente, il cui guidatore mi rinfranca sulla scelta fatta. Arriverò nel vaio dell'Anguilla appena dopo la sbarra e da lì in poi sono definitivamente rassicurato sulla scelta fatta.
Scattata qualche foto di rito, mi fiondo giù per il Vaio dell'Anguilla e lascio andare di gusto la bici, passando molto velocemente alla Fontana degli Alpini e arrivano di nuovo in fondo al vaio a gran velocità. Il pezzo finale della discesa, cioè quello che conduce al Ponte dell'Anguilla, presenta un fondo un po' erboso e poi sassi smossi, che invitano a scendere a velocità pazzesca, tanto è vero che strabuzzo gli occhi quando vedo per un attimo i 45 km/h. Prendo pure male qualche sasso che a momenti fasso un volo infinito, ma con una buona dose di Q, non perdo il controllo della bici e la porta fora anca sta olta.
L'attraversamento della foresta dei Folignani è qualcosa di spettacolare, per quello che può offrire la natura della Lessinia. La consiglio assolutamente a tutti coloro che non abbiano la gamba di andare fino a Passo Fittanze, ma che hanno la possibilità di farsi accompagnare in macchina.
Tornando alla cronaca del mio giro, prendo la strada in direzione Erbezzo, salto rapidamente, passo a Contrada Zagari per salutare amici di famiglia, e poi giù rapidamente dall'asfalto verso Corso, Bellori e Grezzana.
Il computer segna 73.7 km ai 20.1 km/h di media e circa 1850 metri di dislivello. Per chi volesse la traccia GPS completa, la trova qua: attenti che contiene anche lo "sbaglio" verso Malga Arnezzo, ma l'ho lasciato apposta, così lo potete apprezzare nel caso in cui cadeste anche voi in tentazione.