Davide si cimenta provetto fotografo in Kenia... di Marco Tenuti
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Santa Lucia no l'è più quela de na olta.
Adesso la ghe porta el Carbon a quei brai,
e l'Aluminio a quei catii...
A quei molto brai la ghe porta el Carbotecture.
Di Marco Tenuti (del 31/08/2009 @ 15:43:43, in MTB, linkato 1310 volte)
Una volta sono sparite le mezze stagioni, dopo hanno scambiato il giorno con la notte. Poi c'era gente che lavorava giorno e notte. C'è gente che fa due settimane di ferie consecutive e si ritiene fortunata. C'è gente che ne fa tre e si ritiene ancora più fortunata. C'è chi ne fa quattro e si lamenta pure.
Sarà anche vero che "Arbeit macht frei", ma se io debbo pagare le tasse, per avere dei servizi, è anche giusto che tutti lavorino il giusto e secondo principi di equità, no che ghe sia uno che laora tanto e gli altri i continua ad andar in giro in bicicletta!
Dopo ricevo pure la sequenza di cartelli di paese: è l'ennesimo delirio del Maga, che stamattina decide di superare il maestro e gira come un calzetto l'intera Lessinia. Sembra che il giro non sia stato fatto nè col Voyager, nè con lo scooter, nè con la MTB coi supertubolari Tufo, ma con la BDC. Il chilometraggio pare si sia fermato a 102,2 chilometri.
Vi dico solo che mercoledì 2 settembre scatta il primo Biday, no DIGO ALTRO. Vi lascio alla cartolina composita del Maga: voi pensate a canticchiare la musichetta dell'intervallo RAI, molto in voga negli anni settanta e ottanta.
Di Marco Tenuti (del 31/08/2009 @ 09:49:08, in MTB, linkato 1205 volte)
Ieri è andata in scena la South Garda Bike 2009, terza edizione. Era la mia seconda partecipazione, in compagnia del "compagno di merende" e il Conte Savoia. Nessun obiettivo particolare per tutti noi, a differenza dell'anno scorso quando io e il Radu eravamo in corsa per il Garda Challenge 2008, se non quello di scannarsi per due ore e mezza.
Le aspettative meteo alla partenza erano leggermente favorevoli rispetto alle edizioni passate, grazie ad un cielo coperto, ma purtroppo le precipitazioni del sabato sera e notte non si son son fatte vedere nella zona del Basso Lago di Garda.
Una gara tirata e fuori soglia dall'inizio alla fine, dove c'era da stare col trenino giusto, per non prendere troppo vento e mangiare però tanta polvere.
Per me non c'erano grossi stimoli a tirare come un dannato, dopo che ho cercato di stare col Radu e il Conte per i primi 5-6 chilometri. Da lì in poi ho cercato di fare il mio ritmo e piano piano ho lasciato sfilare qualche concorrente.
A differenza dell'anno scorso non mi sono molto accorto delle piccole salitelle e difficoltà della gara, ma ho patito i pezzi dritti dove c'era davvero da menare in tante situazioni col vento laterale e frontale.
Una nota di apprezzamento al Max Maga, che è venuto in scooter assieme ad Eder Medeiros, a vederci e a darci il cambio borraccia. Senza la sua borraccia a 3/4 di gara la cosa sarebbe stata alquanto impegnativa, nel senso che i crampi non avrebbero tardato ulteriormente.
L'impressione generale è che la gara mantovana abbia perso un po' di lustro rispetto alle precedenti edizioni, sia nel numero totale di partecipanti, che nel parterre degli atleti Open.
Effettivamente la concomitanza della Folgaria Megabike deve aver sottratto un bel po' di atleti forti.
Guardando alle classifiche colpo grosso del Radu, che arriva in zona premiazioni, arrivando 107° assoluto sul percorso Marathon, che gli vale il 13° posto della categoria M1. Una gara che gli si addice molto, perché la sua stazza da cronoman può molto nei tratti piani, dove c'è da fare fondamentalmente velocità.
Per il Conte Savoia il 99° assoluto, che però vale il 16° assoluto di M4, quando premiano solo i primi 15.
Per il sottoscritto invece il 171° assoluto, cioè il 40° di M2, su un totale di 540 classificati all'arrivo. Nel percorso corto invece molto interessante il 15° assoluto del Bazzani, che tra uno spiedo, un mohito ed un siringone di vitamine, cerca di rimanere a galla.
Di Marco Tenuti (del 25/08/2009 @ 17:49:38, in MTB, linkato 1191 volte)
Piccolo scoop anche per il Maga sul numero di settembre 2009 di TecnoMTB a pagina 68. L'obiettivo del fotografo lo ritrae in azione alla GF Colli Piacentini 2009, mentre spinge in salita come un musso davanti ad un gruppetto in evidente difficoltà a giudicare dalle traiettorie di chi insegue.
La curvatura della schiena non lascia spazio a dubbi: è inequivocabilmente il Vescovo Moro che scarica sui pedali tutta la sua putenza, per la gioia del suo padellone e della catena.
Ricordiamo a tutti i lettori che la Freccia di San Zeno ha già messo in saccoccia il titolo di Nobile TecnoMTB, visto che le sei gare necessarie sono già state portate a termine (Lessinia Legend, Valleogra, Conca d'Oro, Colli Piacentini, Montello, Dolomiti Superbike).
L'obiettivo da completare nel mese di settembre ed ottobre è invece il titolo di Prestigioso dell'altra rivista del settore MTB Magazine, per la quale il Max Maga è a quota 5 gare portate a termine ed è necessario completarne almeno 7 per conseguire questo titolo.
La scelta del missile sanzenate ricadrà sull'integerrima Valdifassa Bike in programma al 13 settembre e la Adrenalina Bike Extreme all'11 ottobre. Le gare saltate sono la Costa degli Etruschi e la Bardonecchia MTB Race, mentre quella che verrà saltata sarà l'Adamello Bike.
Di Marco Tenuti (del 24/08/2009 @ 11:58:27, in MTB, linkato 1250 volte)
Tra poco più di una settimana, precisamente dall'1 al 6 settembre, a Canberra, capitale dell'Australia, si terranno i mondiali delle specialità XC, DH, 4X e Trial di mountain bike.
La pista del 4X è già praticamente definita e messa a punto nei minimi particolari è stata disegnata da Glen Jacobs a Strmlo Park, per cui la lascio alla vostra visione in questo breve clip:
Di Marco Tenuti (del 24/08/2009 @ 09:40:32, in MTB, linkato 1811 volte)
Ecco online su Picasa la gallery di Matteo Milani della Bike Xtreme, provata giovedì scorso in quattro, tanto per rendersi conto di cosa sia 'sta gara.
Di Marco Tenuti (del 23/08/2009 @ 23:13:03, in MTB, linkato 1387 volte)
Roel Paulissen si conferma campione del mondo Marathon. Dopo la vittoria a Villabassa nell'edizione 2008 della Dolomiti Superbike, il campione belga a Stattegg, piccola cittadina vicino a Graz si ripete e conquista anche i mondiali 2009.
Quest'anno la gara, che prevedeva 104 km e un dislivello di 3800 metri, è caratterizzata da innumerevoli difficoltà tecniche per tanti atleti dovute alla pioggia caduta nei giorni antecedenti la gara, mentre per Roel Paulissen tali difficoltà sembrano non ostacolarlo verso la vittoria con una media di 22,7 km/h, sicuramente molto indicativa dell'impegno richiesto. L'anno scorso, invece, la vittoria era arrivata a tavolino, per la squalifica di Christoph Sauser che, a giudizio della direzione gara, commetteva una scorrettezza, chiudendo la strada a Paulissen nella volata dell'arrivo.
Secondo classificato comunque l'austriaco Alban Lakata a 51" e Christoph Sauser a 4'39".
Tra gli italiani il migliore è Cioni (7°) a 8'49", a seguire De Bertolis (12°) a 11'12", Celestino (15°) a 14'06", Pirazzoli (27°), Pallhuber (30°), Simoni (31°), Visinelli (37°) e Felderer (47°).
Tra le donne la tedesca Sabine Spitz si aggiudica il mondiale Marathon 2009, corso su un percorso accorciato di circa 20 km rispetto a quello maschile.
L'anno prossimo i mondiali arriveranno in Germania, a Saint Wendel, mentre nel 2011 tornano in Italia al Montello.
Per tutti i risultati, le notizie e le classifiche maschili e femminili vi rimando al sito della gara austriaca.
Di Marco Tenuti (del 22/08/2009 @ 13:10:13, in MTB, linkato 1279 volte)
Non contenti dell'escursioncina sul percorso della Bike Xtreme, il Ganassa della settimana e il compagno di merende oggi mi hanno chiesto la mia compagnia da Colognola ai Colli fino a Lago Seco in Valle di Rivolto.
Dopo aver organizzato pertanto il trasferimento del resto della famiglia verso Giazza, son partito di buona lena da Quinto di Valpantena verso le 7.45 in modo da farmi trovare all'appuntamento di Pieve pronto per risalire l'intera Val d'Illasi.
Dopo un breve riscaldamento i due soci di giornata cominciavano ad alzare il ritmo e la frequenza delle pedalate, tanto è vero che ci siamo mangiati qualsiasi cosa che non fosse motorizzata: sembravamo insomma gli ultimi rimasti per l'ultimo chilometro di uno squadrone Protour in configurazione cronosquadre. Io, da bravo vecchietto, me ne stavo a ruota fino a Giazza, senza permettermi mai di dare il cambio, tanto a tirare i due Ganassa si davano già sufficientemente da fare.
Dopo un breve abbeveraggio sia a Selva di Progno che a Giazza alla fontana del mio antenato Pfaffen Mercante, la risalita della Valle di Rivolto avviene che io non ci penso due volte a lasciarli sfogare, mentre io procedo col mio ritmo a 135-145 bpm, che tanto non cambia nulla ai fini della classifica.
Vengo a sapere che il Radu inscena il solito schema, in cui manifesta prima di essere moribondo e poi dà due pacche sui pedali, alle quali anche Matteo Ganassa prima recupera, ma poi non può nulla e molla a 150 metri dai cassonetti del Lago Seco. E' così che il figlio di Aldo conquista anche nella tappa di venerdì 21 agosto i punti del GPM - di seconda categoria - e la maglia a pois diventa definitivamente sua, grazie anche ai punti del GPM al Rifugio Garda sul Tremalzo, dove aveva perfino osato il padellone per la gioia del Max Maga.
Io arrivo staccato ai cassonetti, ma fresco come una rosa, tanto è vero che tutti e tre salutiamo la mamma Radu e la nipotina Gaia, e continuiamo fino alla sbarra che termina la striscia asfaltata oltre Rifugio Revolto.
Dopo una cochetta e qualche waferino offerto dalla Marcante Enterprises Unlimited, si torna giù a Lago Seco, dove il padre Aldo, gli zii, sorella, cognati e parenti tutti hanno ormai imbandito i tavolini e siamo pronti per un lauto ristoro a base di salsiccie, pasta e riso freddo.
Non può mancare la deliziosa torta - questa volta ai perseghi - della Cicci, mentre le piccole Gaia, Alice e il grandicello Enrico continuano a ronzare tra gli alberi e le frasche. Ovviamente il momento clou è quello in cui si arriva al cavatappi di Lago Seco, dove ci scappano sia un ripasso che un ottimo recioto di casa Zumerle.
Ci scappa perfino un bel riposino di una buona mezz'oretta, mentre solo verso le 17.30 ci rimettiamo i panni dei professionisti, pronti a buttarci di nuovo a capofitto nella Val d'Illasi.
La velocità di discesa è sempre elevatissima, da bravi ganassa quali siamo, ma quello che è sicuramente straziante è sentire che la temperatura e i livelli di umidità tornano abbastanza presto a livelli inaccettabili.
Verso Badia Calavena riprendiamo pure un gruppetto di bambini in erba, i quali inscenano dietro di noi volate ad ogni cartello del paese, pertanto adottiamo un livello di prudenza necessario a non causare ulteriore scompiglio tra i giovinetti, visto che avanziamo comunque a velocità tra i 45 e i 55 km/h, col battito cardiaco praticamente a 110 bpm.
Il Radu medita di staccarli tutti ai 75 km/h stile Cavendish, ma forse non è il caso vista la sua guarnitura compact. Quando ad Illasi torniamo da soli, un breve tirone invece del sottoscritto ai 59 km/h, forte del suo padellone da 53 denti.
Salutati gli amichetti di merende in quel della Pieve, il ritorno verso Quinto avviene lungo la solita direttrice San Giacomo-San Martino Buon Alberto e industrie Aia. Alla sera saranno 112 km fatti in scioltezza, tutto un altro andare rispetto ai più di 200 km fatti nei giorni precedenti con la Scaletta.
Di Marco Tenuti (del 20/08/2009 @ 22:48:20, in MTB, linkato 3719 volte)
Oggi giornatina di test della Adrenalina Bike Xtreme. Ritrovo previsto nel parcheggio a Verona Est per le ore 7.00 col compagno di merende Radu e Matteo e successivo ricongiungimento a Limone sul Garda con Ivan, un ex-collega trentino di Matteo che voleva provare anche lui la gara organizzata dal gruppo ciclistico di Limone. Subito un incidente di percorso col Radu che dimentica a casa la borraccia e ci costringe a tornare a Pieve di Colognola per fare il pieno di brioscine Bauli.
Dopo un rapido trasferimento sulla A22 e qualche difficoltà iniziale a parcheggiare la macchina a Limone - sembra che sia praticamente impossibile parcheggiare senza pagare nella cittadina bresciana - noi riusciamo a trovare un posto autorizzato senza pagare e non vi veniamo certo a dire dove e come... - ci prendiamo una scarsa mezz'oretta a tirare giù le bici dall'ammiraglia e per metterle a punto come si deve per un giretto come quello della Bike Xtreme.
Presa così la statale verso le 9.30 abbondanti con una temperatura già rovente ed un'umidità da cuocere le zucchine e carote, svoltiamo subito a destra in direzione Vesio con una bella rampetta di 6 km al 10% medio tutta asfaltata, che ci fa andare su subito la temperatura dell'acqua, tanto che anche i nostri telai sudano come poche volte. Qualche lieve difficoltà per Ivan a tenere la nostra marcia, ma ben presto anche lui troverà il giusto ritmo con la sua full Whistle.
A Vesio foto di rito ed ogni altra volta in cui si presenta a noi un'indicazione che indica "Passo Tremalzo" col relativo chilometraggio. Arriviamo rapidamente al lago sottostante l'Eremo di San Michele percorrendo un bel sterratino a quota 600 metri di altitudine. Qui ci scappa una ricarica alle borracce e dopo si comincia davvero a fare sul serio.
La nostra ascesa è fatta all'unisono, nel senso che sincronizziamo le nostre frequenze cardiache, la nostra cadenza pedalatoria, nonchè i respiri e tutti e quattro non triboliamo più di tanto a superare quota 1000, dove ci concediamo una meritata pausa con buffet di barrette del Lidl e dell'Eurospin.
Alla ripresa il Radu lamenta a più riprese di non averne di più - ma conoscendo l'uomo, mi immagino già che sia il suo solito bluff per creare una falsa aspettativa.
Alla cascata del Lavino nuovo abbeveraggio dove ci scambiamo con un gruppo di tedeschi tutti a bordo di full Canyon, che procedono con un ritmo inferiore al nostro, ma dimostrano tutta la loro determinazione a voler puntare in alto.
La scannata arriva puntuale in odore delle malghe di Ca' dell'Era e Ciapa, dove il ritmo passa da 145 bpm a 165 bpm e si va su a mulinate degne del PapàTaso che lancia l'esca al Conte Savoia. Sorprendente è l'azione di Ivan, che nonostante un biciclettina pesantuccia, va su bello spedito, tanto è vero che rimaniamo positivamente impressionati.
A pochi tornanti dal Rifugio Garda l'embolo scatta definitivamente: i battiti superano quota 170 bpm, il Radu mette il padellone e non rimane che rispondere per cercare di prendere i punti del GPM di prima categoria. Arriviamo al rifugio in totale apnea, ma il pranzo e il tavolo sono nostri di lì a poco.
Piccola delusione per noi quando ci dicono che ci vuole almeno una bella mezz'ora per avere delle tagliatelle al capriolo e ci consigliano (male) per degli spaghetti al ragù, insomma veniamo assimilati alla clientela teutonica e questo ce lo leghiamo al dito per la prossima volta, ma l'offerta sul Tremalzo non è molto variegata: o te magni 'sta minestra, o te salti dalla finestra.
Tutta la nostra biancheria viene esposta a prendere aria e un po' di sole, ma l'è moia negà e la foschia e le nuvole non contribuiscono molto ad asciugarci i panni sporchi. Comunque se ne vanno una birra media per Radu e Matteo, una bottiglia di acqua gassata per Ivan e una coca media per il sottoscritto: passare alla cassa per il conto, grazie!
Torniamo in sella tutti felici di scollinare al Passo Tremalzo dove ci aspetta la galleria a 1865 metri, una sfilza di foto varie e poi giù non troppo forte per i tornanti che ci fanno abbassare di quota molto rapidamente. Il piacere inoltre di provare la full di Ivan, che mi fa assaporare degli ondeggi a cui non ero abituato e una sensazione di sicurezza su certi salti e pietre a cui non sono proprio solito con la mia nervosissima e reattivissima Scale.
Rimaniamo increduli alla vista prima di una moto custom, poi uno scooterone e infine di un Honda CBR sulla pietraia che porta al Tremalzo da Passo Nota! Povero Cibierre...
Il passaggio a Passo Nota è poca cosa, perché noi non vediamo l'ora di assaggiare la cosa più tosta della gara, cioè la discesa verso Limone. Prima saltiamo il percorso 103, poi al bivio tra 101 e 117 ci ripetiamo che è quello della gara, si, si è il 117.
Si comincia subito male tra un gradino di troppo e i primi tornanti belli strettini che ci impongono di scendere dalla bici per riuscire a girare. Mano a mano che scendiamo cominciamo a chiederci se sia effettivamente il 117 quello della gara e cominciano i primi porchi. Prendo il telefono e chiedo al Fabione, il quale dal divano e lo splitter dell'aria condizionata sulla pancia, mi dice molto laconicamente: "E' il 117, è bruttino".
Continuiamo a scendere: da bruttino, diventa brutto fisso fisso, qualche pacca nei maroni, qualche sobbalzo di troppo e gli scalini son sempre più grandi. Quando arriviamo ai canyon, molto mestamente ci diciamo che questa gara non si addice molto alle nostre doti velocistiche. Non ci rimane altro che scattare qualche bella foto soprattutto sul salto più alto: un bel metro di salto! Voglio vederlo Martino Fruet a farlo in sella alla bici!
La reimmissione sul sentiero 101 ci riconduce a qualcosa di più escursionistico e da lì in fondo non è che una bella discesa probabilmente tra il 25% e il 40% su una mulattiera ciotolata dove solo Umbano e qualche altro svitato può permettersi di lasciar correre le ruote.
Un breve goccino d'acqua alla fontana del Singol e continuiamo la nostra caduta libera che siamo praticamente arrivati a Limone.
Che dire a conclusione di questa giornata: ci siamo tolti questo sfizio o questa curiosità, cioè cercare di capire che emozioni adrenaliniche dia la Bike Xtreme. Noi non ne abbiamo trovate molte, se non quelle di paesaggi e viste mozzafiato. Sarà che la giornata era davvero torrida per pedalare da Limone fino al Tremalzo passando per Vesio, sarà che gli spaghetti al rifugio Garda non erano eccezionali dopo esserseli meritati mulinando per tutti i 1700 metri di dislivello, ma quello che ci è andato sicuramente di traverso è stato dover far a piedi parecchi tratti di quel chilometro o forse due del famigerato sentiero 117. Se fossi io l'organizzatore, farei scendere gli atleti dal sentiero 101, anche per questioni di sicurezza. I tedeschi andranno pure pazzi per quel genere di cose, ma proprio per quella discesa e per quel canyon sarei più per catalogare la Bike Xtreme come qualcosa da freeride o downhill, che da cross country o marathon.
Se io avevo una mezza idea di farla ad ottobre, mi ricredo fermamente e terrò la Bike Xtreme tra le gare da fare solo se è assolutamente necessario per il completamento di una serie di gare, come il circuito del Prestigio o dei Nobili. Penso proprio che alla seconda domenica di ottobre andrò volentieri a Valeggio sul Mincio per la garetta UDACE dove se magna pan e codeghin a fine gara...
Di Marco Tenuti (del 19/08/2009 @ 09:47:19, in MTB, linkato 1493 volte)
Visto che la pulce nell'orecchio già mi gira da qualche settimana, sembra che la stessa pulce giri nell'orecchio anche al Matteo Milani. Così il Radu non ha potuto sottrarsi all'invito di andare a provare il Tremalzo.
Non solo: lo stesso invito di Andrea Giuriato attraverso il blog di Andrea stuzzicava l'idea di andare a provare 'sto Tremalzo, solo che lunedì c'era in programma la gitarella in montagna al rifugio Scalorbi.
Beh, per farla breve, noi tre domani mattina andiamo a provare l'Adrenalina Bikextreme. Probabile partenza da Verona Est verso le 7.00. L'arrivo previsto a Limone sul Garda è per le 8.30 ed ora che tiremo zò le bici e che partiamo saranno probabilmente le 9.00.
Ci atterremo al percorso della gara in programma di solito alla seconda domenica di ottobre, gara che probabilmente andremo a fare, salvo condizioni meteo proibitive.
Tenete conto che la Bikextreme presenta come GPM il Monte Tremalzo a quota 1865 metri sul livello del mare, per cui è necessario portarsi dietro un minimo equipaggiamento nel caso in cui il tempo el girasse in pressia.
Per chi volesse un breve remember, sul blog di Andrea ci sono la gallery dell'anno scorso scattata dal Giuriato, raggiungibile anche direttamente da questo link.
Stasera in ogni caso notturna MTB a ritmo "Volemose ben" o, mal che vada, direttamente terzo tempo alla pizzeria Ranch Rocce Rosse, come già annunciato sul blog del PapàTaso.
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