Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Aggiornamenti sulle mie bici in corso d'opera:
- per la Scale kit di corone doppie PMP 27/42 per guarnitura Shimano XTR
- per la Addict catena nuova, cioè una KMC X10SL, rigorosamente color argento e non color oro
Quella color oro, se vi può interessare, ce l'ho in arrivo a giorni.
Ecco l'ultimo upgrade della mia "vecchia gloria". Sono comparse le corone doppie PMP sulla guarnitura XTR, in versione 27/42. Regolato leggermente il deragliatore anteriore in modo tale da portare i fine corsa ad operare correttamente con le due corone, anziché le tre.
Probabilmente se ne sono andati un altro po' di grammi, cioè una cinquantina, cioè i grammi della corona da 22 denti ed un po' di grammi perché le corone della PMP mi sembrano più leggere di quelle XTR. Ci sono però in aggiunta gli anellini di supporto delle boccole, che peseranno si e no un paio di grammi. Ora come ora la Scale in configurazione Nobby Nic sull'anteriore e Racing Ralph sul posteriore e abbastanza lattice, dovrebbe attestarsi sempre sui 9250-9300 grammi.
Stasera la famiglia Marcante ha dato l'estremo saluto ad un suo membro, cioè alla tivù che ci ha fatto compagnia dal 2000 fino a poche settimane fa. Faceva parte dei regali della lista nozze, arrivato dalla nonna Emma e dallo zio Angelo.
La mattina di Ferragosto, mentre si accingeva a proiettare l'ennesimo cartone in DVD, ha deciso di non accendersi più. E' così che dal nostro TV Color Sony Trinitron abbiamo deciso di separarci una volta per tutte: il digitale terrestre e la tecnologia LED Plus incalzano più che mai. Lo abbiamo accompagnato al cassonetto, dopo aver chiamato il numero dell'AMIA, e lo abbiamo immortalato con un'ultima foto e salutandolo col fazzoletto.
C'è già un LG che sta sogghinando "Mors tua, vita mea".
Guardate cosa ho beccato su Facebook, precisamente nel gruppo di discussione e nelle foto di Spingere il 53/11.
Della serie casco da crono, ruote alto profilo Lightweight, cambio elettronico DuraAce Di2, NO DIGO ALTRO...
Io e l'Orlando non possiamo nascondere di non aver avuto un po' di nostalgia per l'Avesani proprio ieri sera quando ci siamo ritrovati a Grezzana per trafficare con la catena nuova della mia Addict. Il Paolo voleva quasi quasi iscriversi al percorso rosso, però 40 Euro son pur sempre 40 Euro, così abbiamo deciso una volta tanto di farla da "portoghesi".
L'appuntamento è per le 7.50 in zona Quinto-Marzana: molto rapidamente ci trasferiamo in direzione Ponte Catena e proseguiamo fino alla rotonda sotto il ponte del Saval in attesa del gruppone del percorso medio, colore verde. Beh, gruppone non proprio: probabilmente circa 120-130 atleti sul percorso da 145 km. Appena passato il grosso degli iscritti ci accodiamo in coda con gli ultimi e cerchiamo di risalire immediamente a centro classifica, onde evitare di spendere troppo nello sfilacciamento della coda. Infatti per riuscire a rientrare nella scia che ti tira avanti senza far fatica, dobbiamo lanciare la bici ai 50 km/h e la media non è di molto inferiore per un bel po' di chilometri. Dobbiamo arrivare almeno dalle parti di Pescantina, perché l'ammiraglia si decida di calare la velocità di crociera da 47-48 km/h ad una più umana velocità sui 37-39 km/h.
Nel gruppo saluto la Francesca Lonardelli e scorgiamo un po' di Turnover del nuovo corso, cioè Betteghella e Baschirotto, che andremo ad affiancare un po' dopo della prima asperità di giornata, che fa probabilmente le prime vittime, cioè la salita di Ragano. Per noi due nessun problema a tenere i 30 km/h costanti fino in cima, tanto che ci ritroviamo abbastanza avanti nel gruppo, da dover ogni tanto indietreggiare. L'Orlando si mette perfino a fare spola tra Baschirotto e Betteghella per le comunicazioni di servizio: gli mancavano solo le borracce da portare da dietro fino al capitano!
Solo che arriviamo a Zuanne talmente presto che non ci pare neppure vero di aver già marciato per 40 km: la media fino a Zuanne, partendo da Quinto, è di 39 km/h! Dopo aver augurato ai nostri due compagni una buona gara su a Novezza, li salutiamo, mettiamo la freccia e cerchiamo di spostarci rapidamente in Valdadige in direzione Peri. Non siamo i soli ad avere questa pensata e dietro di noi si accodano almeno un paio di ciclisti, che tengono la nostra ruota fino alle porte del paese quasi al confine con la provincia autonoma di Trento.
Ai tappeti elettronici di Peri però ci fermiamo per una foto di rito e facciamo qualche considerazione sul tempo impiegato: i più forti del percorso giallo non sono ancora rinvenuti su di noi, così decidiamo di giocarci il vantaggio residuo, salendo al primo tornante e tentare di fare qualche foto decente.
Beh, foto decenti non sono proprio venute, ma passano alcuni dell'Avesani, scorgiamo Mattia Turrina, che salutiamo, mentre il Miglio è già attardato di qualche secondo, ma stringe i denti e prosegue senza salutarci. Con un'ottima gamba passano anche i biker Leo Luca e Alessandro Zanini, che son riusciti a stare col gruppo dei più forti fino a Peri, ma poi pagheranno un po' questo sforzo. Io e Paolo decidiamo pertanto di partire dietro ai primi 150-200 del percorso corto, gruppo che era arrivato compatto fino a Peri. Da dietro non rinviene praticamente più nessuno, mentre noi due, salendo, rinveniamo parecchi corridori, che forse hanno speso già parecchio fino a quel punto. E' così che accompagniamo Alessandro Zanini di Verona Bike fino al tappeto che termina il passaggio della cronoscalata. C'è da dire che io e Paolo ci siamo fermati al primo tornante, ma le stime parlano di una salita fatta in circa 44-45', continuando a chiaccherare con chichessia: una cosa davvero sorprendente per il mio peso non-forma, di 69 kg abbondanti!
A Fosse ci aspettiamo di essere immortalati dagli obiettivi del Papataso ed Anonimo ed invece con stupore, notiamo che non c'è nessuno ad aspettarci, così, dopo aver tentato invano di raggiungerli telefonicamente per sapere dov'erano, non ci rimane che battere in ritirata dentro all'Ombra delle Fosse, dove c'è un bel fighin, di cui si deve essere innamorato almeno un paio di volte il Fit, che serve cappuccino al sottoscritto, caffé normale a Paolo e mezza brioche alla marmellata ciascuno, si insomma, avì capio, abbiamo fatto due metà di una, perché una intera a testa era troppa...
Torniamo fuori e salutiamo l'Alberto e la Elena Grobberio del GC Grezzana. Intanto arriva la bella Laura Bogoni, nostra teammate, e poi finalmente anche alcuni reduci del PFC, cioè l'Anonimo Turnover, il Mario Claps, Diego Bertani ed un suo compagno Bcicli. Quattro ciacole, forse anche cinque e poi richiamo Paolo all'ordine: dobbiamo continuare l'Avesani corta e di chilometri ce ne sono ancora un bel po', anche se quasi tutti in discesa. Se ne vanno così rapidamente gli abitati di Ronconi, Selvavecchia, mentre Erbezzo sfila anche lui senza sosta, superando un sacco di gente attardata col numero giallo.
Le traiettorie dalla cittadina lessina fino a Bellori le impostiamo come ci pare e piace, lanciamo qualche volta le nostre bici ad oltre i 70 km/h, mentre a Lugo ci aspetta un bell'ariotto in senso opposto a quello di marcia. Poco male ci diciamo: a Stallavena abbandoniamo il percorso di gara, cioè la superstrada e torniamo per la provinciale interna. Mi dispiace aver negato la pausa spritz a Paolo al Ciao per le ore 12.00, ma devo andare dai miei a pranzo, così rimetto il 50/14 e corro rapidamente verso casa per una rapida sequenza bilancia-bagno caldo-crema rinfrescante-beverone di recupero muscolare.
Devo dire che oggi ho davvero avuto ottime sensazioni dalla bella cavalcata in coppia col Paolo: le ruote filavano sempre veloci, i rapporti erano sempre giusti e non ho mai fatto la Peri-Fosse così agilmente come oggi. Poi respirare il clima di gara fa sempre bene all'animo e alla testa, così non posso che pensare bene per domenica prossima, quando correrò ad Iseo in compagnia del Maga alla Gimondi Bike. Se solo fossi 3 kg in meno, sarebbe però tutta un'altra cosa...
Ora io non conosco esattamente la casistica e il pattern per riprodurre il bug, ma io ci son finito dentro. In tutta onestà si tratta di un banale bug cosmetico, però può trarre assolutamente in inganno, perché non riuscite più a sapere quand'è che siete ritornati sotto copertura del vostro operatore e non più in roaming.
Succede che se vi imbarcate su un traghetto della Moby - uno di quelli che attraversano il Mar Tirreno e vi portano ad esempio in Sardegna - dopo un po' che siete al largo dalla costa, il vostro telefono proverà ad andare in roaming su un operatore mobile "straniero", la svedese SEANET da quanto mi risulta, che vi garantisce la copertura telefonica anche sul traghetto a mare aperto, alla modica cifra di 1 Euro/min. Per carità, piuttosto che niente, meglio utilizzare questo servizio di roaming, comunque il vostro telefono vi indicherà che siete in roaming, nello stesso modo in cui indica un operatore straniero quando siete all'estero.
Anche il mio iPhone si è messo ad indicare SEANET come operatore in roaming. La cosa singolare è che una volta arrivato sulla terra ferma in Sardegna, ormai lontano a qualche chilometro dal porto, l'indicazione SEANET è rimasta e non se ne è più andata via: l'iPhone continua ad indicare l'operatore in roaming SEANET, anche se siete tornati sotto la copertura del vostro operatore Vodafone!
La paura era quella di essere ancora in una modalità roaming e di "mangiarmi" tutto il credito residuo Vodafone semplicemente scaricamente un po' di megabyte, come sono solito fare col pacchetto Mobile Internet, che uso da ormai due anni.
Così mi son rischiato ed ho scoperto che ero sotto copertura Vodafone IT, nonostante il telefono continuasse ad indicare SEANET. Conferma di questo bug su iOS 3.0 ce l'ho avuta, quando ho cercato sulla rete ed ho trovato qualche post e thread sul forum di Macitynet, ma non solo.
La soluzione suggerita è quella di spegnere il telefono, accenderlo con una SIM diversa da Vodafone come Wind, rispegnere il telefono e riaccenderlo nuovamente con la vostra SIM Vodafone abituale.
Ed infatti son riuscito nella cosa, una volta rientrato a casa e al lavoro, quando un mio collega mi ha imprestato la sua SIM Wind per fare il giochino. Il mio iPhone è tornato ad indicare di nuovo "voda IT", com'è sempre stato in Italia.
Ecco come fare per risolvere il problema di SEANET anche a voi:
- spegnete il vostro cellulare con la vostra SIM Vodafone
- accendetelo con una SIM Wind e digitate l'eventuale PIN per sbloccarla
- il cellulare dovrebbe indicare inequivocabilmente "WIND IT", se sotto copertura Wind
- spegnere l'iPhone
- riaccendetelo con la vostra SIM abituale della Vodafone
Riprendo subito l'acuta osservazione di un mio amico ciclista del Papataso Fans Club, fatta a seguito dell'articolo comparso su L'Arena: "i ciclisti sono polli da spennare in negozio, non dei fagiani da impallinare". Effettivamente la quantità di soldi che spendiamo per le nostre superbici in materiali compositi superleggeri è notevole.
L'unica consolazione che si può constatare nel leggere la succinta ricostruzione del giornale è che il cacciatore si è immediatamente reso conto di aver commesso un errore colossale ed è corso subito ad aiutare il malcapitato ciclista, chiamando al più presto i soccorsi del caso. A volte, da alcuni cacciatori, quelli peggiori e pochi per fortuna, si sbatte contro una presunta arroganza, come se la caccia fosse un diritto inalienabile e prioritario rispetto al molto più sacrosanto diritto di camminare o pedalare nei boschi o sui crinali dei nostri bei monti, in virtù chissà di cosa, forse del fatto che pagano un sacco di tasse per la concessione della licenza.
Più o meno come quella volta, in cui mi trovavo ad un attraversamento ciclistico sulla sede stradale - gli autoveicoli venivano temporaneamente bloccati per far passare i ciclisti impegnati in una gara di mountain bike internazionale - quando ho sentito un automobilista inverecondo pronunciare più o meno le seguenti parole: "Io pago il bollo ed ho diritto di andare con la mia macchina dove e quando mi pare". Ma stiamo scherzando? Basta che lasci la macchina a casa e nessuno ti nega nessun diritto!
Non mi rimane che lasciarvi alla scansione dell'articolo: per leggere l'intero articolo basta che clicchiate sull'immagine. Vi ricordo che il quotidiano veronese è disponibile anche online, acquistandolo come servizio a pagamento.
Vista la particolare congiunzione astrale di queste sera, cioé cielo terso, luna piena e temperatura relativamente mite anche in quota, il buon Paolo Orlandi propone a tutti gli amici ciclisti la NOTTURNA a San Giorgio.
Saranno presenti alcuni Turnover, rappresentanti del Papataso Fans Club e alcuni Aspetime. Per quanto riguarda l'orario Paolo insisterebbe per anticipare un po' rispetto agli orari, cioè di trovarsi a San Giorgio per le 21.
Non è previsto alcun terzo tempo, però se troviamo qualcosa di aperto a San Giorgio/Bosco, magari una sosta verso la fine possiamo anche farla.
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Anch'io vorrei dire la mia, anche se non mi sento chiamato in causa, per il fatto che la raccolta porta a porta è partita anche qui nel mio paese, visto che l'articolo comparso su L'Arena di oggi è proprio relativo alle lamentele della Valpantena. Non cambia nulla rispetto agli altri paesi che fanno la "porta a porta" già da un po' di tempo. Quindi, chi si lamenta in Valpantena, si lamenta semplicemente perché prima la raccolta differenziata non l'ha mai fatta o l'ha fatta molto male.
O meglio, si che cambia qualcosa dagli altri paesi dove c'è già il "porta a porta". Gli altri paesi sono passati dalla "raccolta delle immondizie" alla "raccolta porta a porta", mentre tutti i paesi e i quartieri del comune di Verona stanno passando dalla "raccolta differenziata" alla "raccolta porta a porta". Ed un sacco di cittadini, come il sottoscritto, la raccolta differenziata l'ha sempre fatta e anche molto bene, senza alcun dubbio su come fare, su cosa mettere nell'umido, cosa nel secco e via dicendo.
Quello che trovo personalmente sconveniente è che prima potevo differenziare e liberarmi dell'immondizia differenziata quando volevo - dovevo semplicemente recarmi a questo o quel cassonetto a 100 o 200 metri da casa - adesso invece i "cassonetti differenziati" me li devo tenere in casa, perché ci sono i giorni prestabiliti.
Il problema è però, se siamo arrivati a tanto, che tanti altri cittadini la "raccolta differenziata" non si sono mai messi a farla, vuoi per sfiducia del sistema, vuoi per pigrizia, vuoi per menefreghismo, vuoi per ignoranza. E adesso, anche se ci ho perso qualcosa anch'io con questo passaggio al "porta a porta", BEN GLI STA a tutta questa gente che se n'è sempre fregata di impegnarsi a fare la raccolta differenziata! Se tutti avessimo fatto bene la raccolta differenziata, non avremmo avuto il 50% di differenziazione a giugno 2010, ma il 90%. Se tutti avessimo diligentemente separato la plastica dal vetro e la carta, l'umido dal secco, la nostra amministrazione comunale non sarebbe mai stata costretta ad arriva al "porta e porta" per alzare la percentuale. E non è pura demagogia il fatto di incensarsi di "90%" anziché di "50%", ma stiamo parlando di salvaguardare le risorse della natura e di inquinarla il meno possibile. Quindi l'unica maniera per alzare la percentuale è fare il "porta a porta", perché ci sono tanti, troppi cittadini menefreghisti. Fino ad ora mi pare di aver scritto solo ovvietà.
Se fosse stato per me, avrei messo delle microcamere sui cassonetti ed avrei controllato cosa la gente buttava prima nei cassonetti del secco e tutta la loro "merda" che non hanno mai differenziato, gliel'avrei versata in soggiorno o gliel'avrei fatta mangiare, in perfetto stile nazifascista.
E' il solito problema all'italiana: se nessuno mi controlla, io faccio quello che voglio e siccome costa un po' di sacrificio, me ne strafrego.
Dovendo essere un po' più diplomatico, io avrei introdotto un sistema molto più ingegnoso, che con gli italiani funzionerebbe a meraviglia: "se mi porti tot kg di plastica, ti dò un bonus di tot euro, se mi porti tot kg di carta/cartone, di dò un bonus di tot euro" e via dicendo, bonus da scalare dalla tassa delle immondizie con possibilità di andare pure a credito per i più virtuosi. In Scandinavia fanno esattamente così con le bottiglie di plastica e con le lattine e si che gli scandinavi non hanno bisogno di arrivare a tanto, precisi e puntuali come sono!
Con un sistema del genere, anche Napoli e tutta la Campania sarebbero talmente pulite, che non trovereste in giro neanche i cucchiaini del gelato nella pattumiera della gelateria.
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