Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ecco tutta la gamma, quantomeno resa disponibile per il mercato greco.
Scott Addict RC 2010 [clicca l'immagine per lo zoom]
Scott Addict R1 2010 [clicca l'immagine per lo zoom]
Scott Addict R15 2010 [clicca l'immagine per lo zoom]
Scott Addict R2 2010 [clicca l'immagine per lo zoom]
Scott Addict R3 2010 [clicca l'immagine per lo zoom]
Oggi l'intenzione era quella di andare col Miglio per un bel giretto lungo nella zona occidentale della provincia scaligera. Quando abbiamo saputo che il parterre a Bussolengo annoverava ben più di un PRO, tra cui anche l'ultimo vincitore del Giro di Danimarca, ci siamo sguinzagliati per la nostra strada.
E' così che i compagni di merende si son trovati alle 8.00 questa mattina a San Martino Buon Albergo, convinti di fare un bel giretto lungo in BDC.
Il percorso ha previsto l'attraversamento a Verona, la ciclabile fino a Bussolengo, poi passaggio a Pol, Sega di Cavaion, Montalto, Albarè, Costermano. Poi si cominciava a salire, ma ad un ritmo da volerse ben, verso Castion, San Zeno di Montagna e quota massima a Prada Alta.
Nelle gambe del Radu negli ultimi tre giorni, c'erano già circa 300 km, mentre nelle mie c'erano poco più di metà, ma quello che più contava di tutto, è che il dislivello accumulato nel weekend precedente cominciava a farsi sentire.
In salita pertanto non abbiamo mai forzato ritmo, stando sempre nel range medio (135-155 bpm).
A San Zeno di Montagna ci scappa una cochetta veloce, mentre la salita verso Prada non ci sembra niente di che. Arrivati in cima, il mio desiderio sarebbe stato quello di scendere a Castello di Brenzone, ma il Radu non era di questo avviso e la Flora anche, così non mi son voluto mettere contro la simpatica coppietta e siamo ritornati verso Lumini e poi giù a Caprino.
Il ritorno verso Verona non è stato dei più avvincenti, vista l'ora e la calura che si abbatteva sulla città, ma è bastato un ciclista probabilmente olandese o tedesco per stimolare il nostro trasferimento verso l'oriente, tenendo una media da 40 km/h da Pescantina fino a Parona.
Vi lascio alle foto, ma se volete, non mi dispiacerebbe rifare il giro e magari scendere giù a Castello di Brenzone!
Vi rimando subito ai blog dell'Anonimo Turnover e a quello del PapàTaso per la completa cronaca della bellissima escursione di oggi.
Per il sottoscritto solo 98 km e circa 2200 metri di dislivello in MTB, penso che possano bastare per procurarsi due belle gambe di frassino, con cui presentarsi all'appuntamento di domani per il test della SGB.
Solo qualche appunto da ricordare:
- insuperabile la guida dell'Orlandi che mi fa rimettere le ruote su sentieri e carrareccie che avevo fatto l'ultima volta nel 2007, quando anch'io giravo la Lessinia come un lupo mannaro
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sopra le righe la salite dalle Scandole fino a Bocca di Selva, soprattutto il tratto molto ripido con gli scalini
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provvidenziale la brioche con macchiato consumato assieme al Conte Savoia e a Damiano presso la pasticceria Valbusa a Boscochiesanuova
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decisamente tattica la ricongiunzione alla mia famiglia già verso le 14, quando con quattro pedalate mi sposto da San Giorgio per la parte iniziale della Translessinia ed arrivo in un nulla tra Podesteria e il Rifugio Primaneve sul Tomba
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da sottrazione punti patente la discesa dal Passo Branchetto fino a Stallavena con punta massima di 72 virgola qualcosa km/h, con un tubeless senza lattice
Ora le foto:
Il Pezzo ormai a Bocca di Selva
Panozzo al crudo e fontina
Orlandi, Caronte della giornata
Oggi relax totale a Monte Comun nell'appezzamento del suocero. La sveglia, di buon'ora, mi porta alla messa della Madonna dell'Assunzione, che non ho dimenticato di ringraziare per l'Assistenza e Supporto Tecnico ricevuto ieri in A4, e una volta tornato a casa, mi son messo di buona lena a preparare le cose per la scampagnata a Monte Comun, mentre la famiglia ancora ronfava sotto il lenzuolino.
Nell'ordine: anguria già affettata, tramezzini a vari gusti assortiti, quattro tipi di carni per la grigliatina, pomodorini e cetriolini, tortino alla stracciatella, banane, condimenti vari, panettini...
Dopo aver caricato mezza casa dentro il monovolume, siamo partiti verso l'alta collina veronese, dove ci siamo installati secondo tradizione ferragostana, tirando fuori il barbecue, la tavola, le sedie di plastica e imbandendo tutto quanto per una rapida grigliatina. Ovviamente la lista di cose dimenticate a casa è molto lunga, ma non è un problema, visto che a farci compagnia nell'appezzamento limitrofo, ci son un po' di cugini Giarola, i quali ci hanno offerto più caffettini ed uno squisito tiramisù.
La temperatura a Monte Comun è gradevolissima, all'ombra siamo sempre tra i 25 e i 27 gradi centigradi, quindi si può stare benissimo a panza all'aria o con la magliettina. Perfino il tempo di fare una ronfatina a metà pomeriggio, assieme al cane di famiglia, la piccola Briciola...
Verso sera perfino il piacere di fare il bis mettendo sulle braci anche la pancetta in totale tranquillità, cioè io, Elisa e solo i nostri due bimbi, visto che gli amici avevano sbaraccato con tutto il loro entourage.
A questo punto direi che domani ci scappa sicuramente il bis, magari però complicandomi un po' la vita, cioè arrivando su a Monte Comun con la bike...
Domani sicuramente riusciremo a far meglio, portando anche la moka, i formaggi e qualche altro dolcetto, anche se dovrebbero esserci i suoceri a dar man forte.
Anzitutto il link all'articolo sul blog del Pezzo dove trovate la cronaca completa dell'escursione.
Dal punto di vista prestazionale son molto contento, perché il ritmo con cui siamo partiti subito in Val d'Illasi non era certo molto sobrio, ma tra sassi smossi e vento contro, c'era subito da stare col cuoricino oltre i 150 bpm.
Per me la crisi è arrivata poco sotto Rifugio Revolto, dove più che le gambe e la testa, non ne volevo di starmene seduto in sella alla bici. Infatti la pausa con Cocacola è stata molto positiva, tanto è vero che nel pezzo da Revolto, fino al Pertica e poi allo Scalorbi andavo su col passo dei migliori.
Infine mi son esaltato su tutto il pezzo successivo al rifugio Scalorbi, dove mi trovavo a mio agio sia a scalare i sentierini col padellino, che nelle discese di qualsiasi tipo verso le malghe Fraselle di Sopra e Fraselle di Sotto.
Infine la menata con ventaglio e cambi regolari da Selva di Progno fino a Colognola ai Colli al passo dei stradisti mi ha davvero inorgoglito perché menavo ancora a velocità di crociera molto elevate. Che siano state le ripetute di pan e salame di ieri sul Monte Comun?
Questi i numeri assoluti dell'escursione odierna, roba quasi da Dolomiti Superbike:
- tempo pedalato: 6h15'38"
- frequenza cardiaca media: 143 bpm
- frequenza cardiaca massima: 174 bpm
- tempo in soglia 120-157 bpm: 4h47'30"
- tempo sotto soglia < 120 bpm: 26'38"
- tempo fuori soglia > 157 bpm: 1h01'30"
- calorie bruciate: 4278 kcal
- distanza pedalata: 121,4 km
- velocità media: 19,4 km/h
C'è da dire che per raggiungere Passo Zevola e Passo Scagina, son stati parecchi i tratti a piedi, dove il ciclocomputer non ha conteggiato un granché e dove la media si è sicuramente abbassata.
La settimana a questo prevede un'escursione della Bike Extreme a Limone sul Garda e dopo si può dire che la MTB è stata davvero sfruttata parecchio in queste settimane!
Anche oggi il "compagno di merende" decide di portare a passeggio la Flora sui passi dolomitici in compagnia di Matteo e suo cugino Alberto e ci scappano due passi che si sentono spessissimo durante le cronache del Giro d'Italia: Passo Pordoi e Passo Fedaia.
Vi lascio alle sue foto, perché i 98 km e i 2200 metri di dislivello fatti la dicono abbastanza lunga sulle oggettive difficoltà di giornata.
http://picasaweb.google.it/marco.zumerle76/PassoPordoiEFedaia
Il Radu tiene comunque a precisare al riguardo della difficoltà dello scalare il Fedaia:
Famoso fra i cicloamatori è il rettilineo di Malga Ciapela, circa tre chilometri completamente diritti ad una pendenza media di oltre il 12%. Si tratta, oltre che di uno dei tratti più difficili da scalare, di una delle strade alpine che permettono velocità in discesa molto elevate, anche oltre i 100 chilometri orari.
Oggi pomeriggio il Begnamino di Colognola e una delle tessere d'oro del suo Fans Club si sono ritrovati nel pomeriggio con le rispettive famiglie nel parco giochi di Boscochiesanuova, dopo aver passato tutta la parte centrale della giornata spaparanzati chi sempre nella capitale della Lessinia, chi invece a Malga Pozzette in mezzo alle vacche e ai mussi.
Alla vista del cartello della pasticceria Valbusa "Krapfen caldi ore 16.00" il sottoscritto e la consorte Cicci non hanno resistito alla tentazione e si son piombati per un prelievo di un cabarel de dolci prelibati: due alla marmellata e quattro alla crema, che sono spariti in quattro e quattr'otto.
Alla domanda al PapàTaso, se ne volesse uno anche lui, la risposta molto categoricamente: "Non me lo posso permettere, sono in preparazione per la Tre Valli". Laconico il successivo commento del Conte Savoia da Canazei: "Anch'io mi sto preparando intensamente qui per la Tre Valli di Tregnago qui dalla Val di Fiemme, con polenta con formaggio e funghi, più panna montata con frutti di bosco; devo solo formalizzare la mia iscrizione".
E' insomma probabile che dopo aver perso definitivamente il Maga, stiamo perdendo anche il Pappataso, vista questa incomprensibile rinuncia all'irresistibile dolciume fritto e cremoso. La signora Pezzo ha detto papali parole, mentre se ne andava l'ultimo boccone del suo bombolone alla marmellata: "Dopo quando passo de novo in Piazza, me ne compro un cabarel intiero".
Le buone abitudini però il Beniamino non le ha sicuramente perse, perché sia stasera una birretta piccola presso il Bar Dal Campe in piazza a Bosco se ne è andata giù per il gargarozzo con la promessa che domani sera nella notturna MTB di mercoledì 19 agosto andrà giù molto più che una birra piccola.
Visto che la pulce nell'orecchio già mi gira da qualche settimana, sembra che la stessa pulce giri nell'orecchio anche al Matteo Milani. Così il Radu non ha potuto sottrarsi all'invito di andare a provare il Tremalzo.
Non solo: lo stesso invito di Andrea Giuriato attraverso il blog di Andrea stuzzicava l'idea di andare a provare 'sto Tremalzo, solo che lunedì c'era in programma la gitarella in montagna al rifugio Scalorbi.
Beh, per farla breve, noi tre domani mattina andiamo a provare l'Adrenalina Bikextreme. Probabile partenza da Verona Est verso le 7.00. L'arrivo previsto a Limone sul Garda è per le 8.30 ed ora che tiremo zò le bici e che partiamo saranno probabilmente le 9.00.
Ci atterremo al percorso della gara in programma di solito alla seconda domenica di ottobre, gara che probabilmente andremo a fare, salvo condizioni meteo proibitive.
Tenete conto che la Bikextreme presenta come GPM il Monte Tremalzo a quota 1865 metri sul livello del mare, per cui è necessario portarsi dietro un minimo equipaggiamento nel caso in cui il tempo el girasse in pressia.
Per chi volesse un breve remember, sul blog di Andrea ci sono la gallery dell'anno scorso scattata dal Giuriato, raggiungibile anche direttamente da questo link.
Stasera in ogni caso notturna MTB a ritmo "Volemose ben" o, mal che vada, direttamente terzo tempo alla pizzeria Ranch Rocce Rosse, come già annunciato sul blog del PapàTaso.
Oggi giornatina di test della Adrenalina Bike Xtreme. Ritrovo previsto nel parcheggio a Verona Est per le ore 7.00 col compagno di merende Radu e Matteo e successivo ricongiungimento a Limone sul Garda con Ivan, un ex-collega trentino di Matteo che voleva provare anche lui la gara organizzata dal gruppo ciclistico di Limone. Subito un incidente di percorso col Radu che dimentica a casa la borraccia e ci costringe a tornare a Pieve di Colognola per fare il pieno di brioscine Bauli.
Dopo un rapido trasferimento sulla A22 e qualche difficoltà iniziale a parcheggiare la macchina a Limone - sembra che sia praticamente impossibile parcheggiare senza pagare nella cittadina bresciana - noi riusciamo a trovare un posto autorizzato senza pagare e non vi veniamo certo a dire dove e come... - ci prendiamo una scarsa mezz'oretta a tirare giù le bici dall'ammiraglia e per metterle a punto come si deve per un giretto come quello della Bike Xtreme.
Presa così la statale verso le 9.30 abbondanti con una temperatura già rovente ed un'umidità da cuocere le zucchine e carote, svoltiamo subito a destra in direzione Vesio con una bella rampetta di 6 km al 10% medio tutta asfaltata, che ci fa andare su subito la temperatura dell'acqua, tanto che anche i nostri telai sudano come poche volte. Qualche lieve difficoltà per Ivan a tenere la nostra marcia, ma ben presto anche lui troverà il giusto ritmo con la sua full Whistle.
A Vesio foto di rito ed ogni altra volta in cui si presenta a noi un'indicazione che indica "Passo Tremalzo" col relativo chilometraggio. Arriviamo rapidamente al lago sottostante l'Eremo di San Michele percorrendo un bel sterratino a quota 600 metri di altitudine. Qui ci scappa una ricarica alle borracce e dopo si comincia davvero a fare sul serio.
La nostra ascesa è fatta all'unisono, nel senso che sincronizziamo le nostre frequenze cardiache, la nostra cadenza pedalatoria, nonchè i respiri e tutti e quattro non triboliamo più di tanto a superare quota 1000, dove ci concediamo una meritata pausa con buffet di barrette del Lidl e dell'Eurospin.
Alla ripresa il Radu lamenta a più riprese di non averne di più - ma conoscendo l'uomo, mi immagino già che sia il suo solito bluff per creare una falsa aspettativa.
Alla cascata del Lavino nuovo abbeveraggio dove ci scambiamo con un gruppo di tedeschi tutti a bordo di full Canyon, che procedono con un ritmo inferiore al nostro, ma dimostrano tutta la loro determinazione a voler puntare in alto.
La scannata arriva puntuale in odore delle malghe di Ca' dell'Era e Ciapa, dove il ritmo passa da 145 bpm a 165 bpm e si va su a mulinate degne del PapàTaso che lancia l'esca al Conte Savoia. Sorprendente è l'azione di Ivan, che nonostante un biciclettina pesantuccia, va su bello spedito, tanto è vero che rimaniamo positivamente impressionati.
A pochi tornanti dal Rifugio Garda l'embolo scatta definitivamente: i battiti superano quota 170 bpm, il Radu mette il padellone e non rimane che rispondere per cercare di prendere i punti del GPM di prima categoria. Arriviamo al rifugio in totale apnea, ma il pranzo e il tavolo sono nostri di lì a poco.
Piccola delusione per noi quando ci dicono che ci vuole almeno una bella mezz'ora per avere delle tagliatelle al capriolo e ci consigliano (male) per degli spaghetti al ragù, insomma veniamo assimilati alla clientela teutonica e questo ce lo leghiamo al dito per la prossima volta, ma l'offerta sul Tremalzo non è molto variegata: o te magni 'sta minestra, o te salti dalla finestra.
Tutta la nostra biancheria viene esposta a prendere aria e un po' di sole, ma l'è moia negà e la foschia e le nuvole non contribuiscono molto ad asciugarci i panni sporchi. Comunque se ne vanno una birra media per Radu e Matteo, una bottiglia di acqua gassata per Ivan e una coca media per il sottoscritto: passare alla cassa per il conto, grazie!
Torniamo in sella tutti felici di scollinare al Passo Tremalzo dove ci aspetta la galleria a 1865 metri, una sfilza di foto varie e poi giù non troppo forte per i tornanti che ci fanno abbassare di quota molto rapidamente. Il piacere inoltre di provare la full di Ivan, che mi fa assaporare degli ondeggi a cui non ero abituato e una sensazione di sicurezza su certi salti e pietre a cui non sono proprio solito con la mia nervosissima e reattivissima Scale.
Rimaniamo increduli alla vista prima di una moto custom, poi uno scooterone e infine di un Honda CBR sulla pietraia che porta al Tremalzo da Passo Nota! Povero Cibierre...
Il passaggio a Passo Nota è poca cosa, perché noi non vediamo l'ora di assaggiare la cosa più tosta della gara, cioè la discesa verso Limone. Prima saltiamo il percorso 103, poi al bivio tra 101 e 117 ci ripetiamo che è quello della gara, si, si è il 117.
Si comincia subito male tra un gradino di troppo e i primi tornanti belli strettini che ci impongono di scendere dalla bici per riuscire a girare. Mano a mano che scendiamo cominciamo a chiederci se sia effettivamente il 117 quello della gara e cominciano i primi porchi. Prendo il telefono e chiedo al Fabione, il quale dal divano e lo splitter dell'aria condizionata sulla pancia, mi dice molto laconicamente: "E' il 117, è bruttino".
Continuiamo a scendere: da bruttino, diventa brutto fisso fisso, qualche pacca nei maroni, qualche sobbalzo di troppo e gli scalini son sempre più grandi. Quando arriviamo ai canyon, molto mestamente ci diciamo che questa gara non si addice molto alle nostre doti velocistiche. Non ci rimane altro che scattare qualche bella foto soprattutto sul salto più alto: un bel metro di salto! Voglio vederlo Martino Fruet a farlo in sella alla bici!
La reimmissione sul sentiero 101 ci riconduce a qualcosa di più escursionistico e da lì in fondo non è che una bella discesa probabilmente tra il 25% e il 40% su una mulattiera ciotolata dove solo Umbano e qualche altro svitato può permettersi di lasciar correre le ruote.
Un breve goccino d'acqua alla fontana del Singol e continuiamo la nostra caduta libera che siamo praticamente arrivati a Limone.
Che dire a conclusione di questa giornata: ci siamo tolti questo sfizio o questa curiosità, cioè cercare di capire che emozioni adrenaliniche dia la Bike Xtreme. Noi non ne abbiamo trovate molte, se non quelle di paesaggi e viste mozzafiato. Sarà che la giornata era davvero torrida per pedalare da Limone fino al Tremalzo passando per Vesio, sarà che gli spaghetti al rifugio Garda non erano eccezionali dopo esserseli meritati mulinando per tutti i 1700 metri di dislivello, ma quello che ci è andato sicuramente di traverso è stato dover far a piedi parecchi tratti di quel chilometro o forse due del famigerato sentiero 117. Se fossi io l'organizzatore, farei scendere gli atleti dal sentiero 101, anche per questioni di sicurezza. I tedeschi andranno pure pazzi per quel genere di cose, ma proprio per quella discesa e per quel canyon sarei più per catalogare la Bike Xtreme come qualcosa da freeride o downhill, che da cross country o marathon.
Se io avevo una mezza idea di farla ad ottobre, mi ricredo fermamente e terrò la Bike Xtreme tra le gare da fare solo se è assolutamente necessario per il completamento di una serie di gare, come il circuito del Prestigio o dei Nobili. Penso proprio che alla seconda domenica di ottobre andrò volentieri a Valeggio sul Mincio per la garetta UDACE dove se magna pan e codeghin a fine gara...
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