Di Marco Tenuti (del 21/09/2009 @ 14:14:13, in MTB, linkato 1100 volte)
Arrivano frammentarie, ma soprattutto tendenziose le speculazioni del Conte Savoia che mettono in discussione la mia presenza all'Avesani, lungo il percorso medio.
Questa la prova documentale n.1 da mettere agli atti.
Di Marco Tenuti (del 21/09/2009 @ 13:18:18, in MTB, linkato 1404 volte)
Su segnalazione del blog del Pezzo, pubblico anch'io video fatto dall'Enrico Tiso sul ponte del Saval, al passaggio del plotone del percorso medio della GF Avesani 2009, cioè il verde.
Di Marco Tenuti (del 20/09/2009 @ 22:15:18, in MTB, linkato 1471 volte)
...eravamo rimasti alla foratura del Radu. Io e Simone continuiamo nel gruppo dove i tira e molla continuano frequentemente, vuoi per una macchina contromano ferma a lato, ma che ingombra la sede stradale, vuoi per qualche isola spartitraffico e poco davanti a noi la caduta, con un concorrente a terra, che si tocca immediatamente il ginocchio dal dolore.
Alla salita di Sega di Cavaion le voci sono che le moto allungheranno e sarà uno sparo di trombini virtuale! La salita si fa tutta ai 30 km/h, che manco me ne accorgo di arrivare in cima. Il pensiero però è continuamente per il Radu: lo abbiamo perso, lo aspettiamo, ce la farà a rientrare?
Arrivati alla rotonda nei pressi di Gaium, un'altra strisciata di ruota posteriore per l'ennesimo spauracchio generale e intanto il Simone è sempre in stretto contatto telefonico con l'ammiraglia, la quale ci informa che il Radu sta rinvenendo ai 40 km/h.
Il ricongiungimento avviene solo a Caprino, quando in lontananza il gruppo ormai sta sfilando e il Radu ce lo ritroviamo più di là che di qua, coi battiti ben oltre 180. Non ci perdiamo d'animo: la triade è ricompattata, l'ammiraglia è pronta ai nostri comandi ed io comincio ad alimentarmi a colpi di barrette, perché la faccenda comincia a farsi seria.
La nostra ascesa verso Spiazzi è un continuo superare altri ciclisti poco più avanti di noi. Ci prendiamo perfino un paio di minuti per una sgrullatina qualche chilometro dopo Pazzon e triboliamo un pelo per superare una corriera di pellegrini in direzione Madonna della Corona: no penso che lo smog el sia molto di beneficio per arrivare su a Novezza!
Bin, bun, bam, se ne va Spiazzi e anche Ferrara di Monte Baldo: non sto a raccontarvi delle pontare che portano al Cavallo di Novezza. Mentre salivamo, avevamo già il nostro da fare a raccontarle agli "stranieri" che correvano per la prima volta la GF Avesani.
A Rifugio Novezza il Radu mi precede di una quindicina di metri, mentre Simone segue ad una cinquantina di metri, solo che c'è lì il pezzo al 19%, su cui c'è poco da scherzare. Arrivati quasi in cima al controllo del chip, io e il Radu ci ricongiungiamo e tac, come dei veri compagni di merende, ci scappa il principio di crampo!
Simone lo recuperiamo di lì a poco, si mangia una crostatina e da lì in poi comincia la discesa MotoGP! Non ghe ne par nessuno! In discesa dal Baldo fino giù ad Avio superiamo il mondo. Sul pezzo pianeggiante il Radu taglia l'aria come Cancellara e imposta l'andatura per una buona decina di chilometri. Dopo un po' di tornanti Simone si mette davanti, il Radu appena dietro ed io chiudo il trenino sempre pronti a rilanciare dopo ogni tornante e si arriva ad Avio con un bel po' di gente ai lati della strada a guardare.
Il pezzo da Avio a Peri sembra invece non finire mai: abbiamo il nostro bel da fare a controllare il crampetto, ma io con un po' di stretching riesco a scacciare il malanno, che non mi si presenterà più per i 70 chilometri che mi separano dall'arrivo. Per il Radu invece il tormento se lo porterà fino in Piazza Bra: effettivamente lo sforzo esagerato dai Balconi a Caprino comincia a farsi sentire sempre di più. L'ammiraglia Focus, guidata dal Fabio e assistente di gara il Pidu, è sempre prontissima a rifornire qualsiasi cosa: è tutto un passare di borracce, barrette, crostatine, manicotti, cocacole, spolverini, ciucciotti e ogni bene di prima necessità. Senza di loro le cose sarebbero state sicuramente più impegnative, ma grazie al loro appoggio tutto è stato molto più semplice e per questo bisogna darne atto.
Oltre alla nostra ammiraglia Focus, anche l'ammiraglia Cicli Tagliaro continua a scambiarci e a chiedere se tutto procede bene. Per loro un bel po' di lavoro a riparare e montare ruote forate, lungo il percorso.
La salita della Peri-Fosse è per il Radu l'inizio del suo calvario. Il tempo di 41' diventa subito un miraggio, perché il suo cuoricino non vuol più saperne di battere oltre 150-155 e quindi io e Simone, gregari di giornata, tiriamo i remi in barca e attacchiamo la salita con un ritmo leggermente superiore al suo. Per me la salita è fatta quasi tutta col 39/25, qualche pezzo col 39/23 e il pezzo duro lo affronto col dovuto rispetto col 39/27, ma i crampi non riaffiorano e la spinta è sempre bella vigorosa.
Al cartello di legno appena dopo il pezzo duro affondo un po' nei pedali per andare a strappare un tempo decoroso sulla cronoscalata e allo scollinamento di Fosse un sorriso esagerato di Elisa ed Alice mi premia della fatica dell'allungo! Mi fermo immediatamente al ristoro, dove mi scolo subito 3 bicchieri di te e una crostatina, in attesa di Simone e del Radu.
Il gruppo è nuovamente ricompattato e adesso il Radu controlla la "gara" chiedendo opportune variazioni di ritmo e cerchiamo di organizzare le nostre forze anche sfruttando quelle dei tanti atleti che vanno più o meno come noi.
Se ne va così l'abitato dei Ronconi, poi Selvavecchia e ad Erbezzo fine delle fatiche di giornata. La discesa la facciamo bella allegra con Simone che allunga molto bene grazie anche alla sua Cosmic Carbon sul posteriore, mentre io viaggio sempre bello pimpante senza problemi di sorta. Poco sopra l'abitato del Corso prendo io il comando del gruppetto e faccio io le traiettorie fino ai Bellori mostrando a tutti la mia carta d'identità e ripetendo spesso il mio titolo di Brigante de Senago.
Il trenino segue in scia e spero da subito in una collaborazione, ma dai Bellori fino a Grezzana, su quindici siamo solo in tre, io, Simone ed uno del team Berner con una Trek 2009 da paura, così ci scazziamo e l'andatura cala drasticamente. Per fortuna salta fuori un amico di qualcuno che ci scorta all'Esselunga di via Fincato, senza che vi dica come...
A Porta Vescovo nessuno ha voglia di scappare via all'attacco delle Torricelle: tutti sono stufi morti e qualcuno che potrebbe anche andar via, pensa piuttosto a portare in fondo il compagno moribondo, che invece alla vanagloria. Per un attimo un flash quando ci supera una moto, pardon, uno del percorso lungo che veniva su come una moto, ma lo spauracchio non crea scompiglio nel nostro gruppetto di quindici perché tutti gridano: "E' uno del lungo!"
In cima alle Torricelle comincia un po' di bagarre, ma niente di che. Ormai al Ponte della Vittoria si fa vedere anche il Radu quasi davanti al gruppo e mi viene da subito in mente ecco Boasson Hagen che tira la volata a Cavendish (che sarea mi solo per la marca della bici stessa).
Nessuna reazione del gruppo: ai 200 metri butto giù un paio di denti e vado a conquistarmi il premio di "Ganassa di giornata" aggiudicandomi la volata dei poveri, con Mister Trek Berner che mi grida dietro per la vigliaccata!
A fine gara quattro ciaccole col Magalini, il Bosca (arrivato quinto assoluto sul lungo), e giunge pure l'SMS del Miglio (terzo assoluto sul medio).
Delusione al pastaparty, perché i tortellini Avesani sono finiti e ci son solo maccheroncini all'uovo: questa volta avì fatto voialtri organizzatori la figura del tortelin!
In generale posso dire che la mia prima esperienza di una gran fondo su strada è senza dubbio positiva: tutta un'altra cosa rispetto alla gare in MTB, dove a mio avviso si è a tutta dall'inizio alla fine. Qui su strada le fasi interlocutorie a volte sono interminabili e il giochetto del cambiarsi per tirare non è il massimo della vita. Per fortuna che c'è di tanto in tanto la discesa stile MotoGP a ravvivare l'effetto adrenalina, ma a forca sbloccata con la Scale è tutta un'altra cosa!
La prestazione dovrebbe vedere il sottoscritto 82esimo assoluto, Simone 84esimo, mentre il Radu 86esimo, col beneficio del dubbio. Il tempo totale dovrebbe essere sulle 5 ore e 49 primi, con la consapevolezza che una buona decina di minuti l'abbiamo lasciata sul campo per l'inconveniente occorso molto presto alla mattina, ma tant'è! Le gare sono fatte anche così: da come si erano messe le previsioni meteo durante la settimana, ringraziamo lassù per la splendida giornata che abbiamo trovato per il nostro debutto stradistico.
Adesso il dubbio è se chiudere l'anno con la GF Avesani o se presentarsi alla GF Benini ad Avesa. Mal che va, c'è sempre la GF del Pandoro al 20 dicembre!
Adesso passo e chiudo, perché il cardio dice 4998 kcal, 160 km pedalati, quindi potete concludere che son cotto come un'aoletta del basso lago.
Di Marco Tenuti (del 20/09/2009 @ 19:05:06, in MTB, linkato 1393 volte)
La suspence era alle stelle per questo debutto su strada, sia mio che del Compagno di Merende. Il mio trasferimento verso Verona è ad "emissioni zero", perché decido di lasciare a casa la macchina e di andare giù col compagno di squadra "Bosca" e la sua morosa Silvia, rispettivamente iscritti nel percorso lungo e corto.
L'arrivo a Verona è emozionante: tutto è pronto, Trombini di San Bortolo al loro posto, moto e vetture di servizio pronte, speaker che anticipa alcuni scoop e novità dell'edizione 2009.
Una pausa caffé col Radu e Simone Pasetto nel baretto a pochi metri dall'orologio e poi si entra in griglia, dove il Miglio è già posizionato.
Nella nostra griglia ci sono praticamente tutti: il Paolo Orlandi, il Cica, Stefano Magalini. Pare di essere ad una notturna del Pappataso Fans Club. Nei giardinetti di Piazza Bra tutti vanno a gocciolare che è un piacere.
Al via subito ci si fionda ai 50 km/h per Corso Porta Nuova. I tombini si beccano senza tanti pensieri e si comincia già a menare di brutto tra un rilancio e l'altro. A Ponte Catena un saluto ai fans, che si sbracciano, cioè l'Anonimo, il Giando e il Bene, mi pare di ricordare.
Dopo pochi chilometri siamo in SS11 in direzione Trento, nella pancia del gruppo, che non si sta neanche male a velocità tra i 35 km/h e i 45 km/h.
Il patatrac succede però ormai ai Balconi quando il Radu grida: "Me va zò la rua". Comincia il panico: che fare? Il Radu sfila subito indietro. Dietro di noi c'è la nostra ammiraglia che è velocissima a fornire una ruota di scorta, ma purtroppo per il Radu il gruppone è perso! Un gran peccato perché ci si sta da Dio dentro.
Il Simone Pasetto è veramente bravo a sfilare il telefono e chiamare subito l'ammiraglia per sapere che fare. L'ordine è di rimanere nel gruppo e continuare a stare riposati. Nel frattempo il Radu va a conquistarsi il titolo di "Eroe del giorno", con un fuorisoglia per 20 km.
Di Marco Tenuti (del 18/09/2009 @ 22:20:37, in MTB, linkato 1246 volte)
Oggi non molto intensa atleticamente parlando, ma in pausa pranzo son andato a prendere Enrico da scuola facendomi la salita di Alcenago con un'ottima agilità.
Poi nel pomeriggio breve salto all'Arsenale in centro a Verona a ritirare il pacco gara e il numero della Avesani. Nel pacco ho trovato il kit Berner costituito da salviette, sgrassatore e deossidante, poi pacchetto di pasta fresca e tortellini Avesani, borracciona da 750 ml Berner, una pila di riviste e volantini di altre gare, barretta Isostad, pastinetta minuscola, bottiglietta d'acqua, mezzo chilo di riso La Pila da Isola della Scala. Poi a scelta una bottiglia di Valpolicella o Soave: io ho optato per il Valpolicella, speriamo che il Pezzo non s'offenda...
A ritirare il pettorale non c'era nessuno. Ero quasi emozionato a ritirare il mio primo pacco gara di una GF su strada.
Trovare anche il numero da attaccarsi sulla schiena con le spille da balia, per me è quasi una novità - fino ad ora solo alla Gimondi Bike nel 2007 - perché nelle gran fondo e marathon in MTB c'è solo il numero gigantesco da attaccare sulla bici in formato A6 o A5 e tantoooo fango!
Domani prevista giornata interlocutoria, che dedicherò in parte alla pulizia della bici, perché è sporchissima ancora dall'uscita di martedì col Miglio Campeon do Mundo.
Di Marco Tenuti (del 15/09/2009 @ 19:20:06, in MTB, linkato 1147 volte)
Oggi ho accettato l'invito del Miglio di andare a pedalare con lui e alcuni altri ciclisti della zona lago. Si spera nel meteo abbastanza clemente nelle prime ore del pomeriggio e si punta verso il Basso Lago.
L'appuntamento è in Corso Milano e da lì ci avviamo subito in direzione Chievo e San Vito in Mantico col Miglio subito a menare a 110 pedalate ai 40 km/h tra le macchine, gli scooter e gli autobus.
Poco prima di Bussolengo incrociamo il resto del gruppo che si era mosso incontro a noi, con Mattia, Telemaco, Giorgio e un altro amico di Albarè.
La velocità al Flover è sostenuta, ma non impossibile per cui si riesce da subito a stare nel gruppo, mentre la discesa verso Lazise è fatta ad una velocità assolutamente moderata e pertanto ci scappa una chiacchera cordiale con Telemaco.
Il Miglio si sente davvero in forma e poco dopo Bardolino si mette pure a tirare ai 45 km/h. Noi tutti acconsentiamo e ciucciamo ruota volentieri, tanto è vero che arriviamo a Torri del Benaco in un men che non si dica.
L'attacco della Torri-Albisano loro lo fanno a velocità pazzesca. Io invece mi dedico ad alcune commesse, in primis mangiarmi la banana che avevo a bordo e a leggere la quantità di messaggi che stava arrivando principalmente dal Conte Savoia. Mi faccio pertanto tutta la Torri-Albisano-bivio in soglia e probabilmente i big si spazientiscono di aspettarmi in cima, che il Miglio pensa bene di tornare giù un paio di tornanti per vedere come sono messo. Sembra che loro siano saliti in 18'30", quando il tempo record alla GF Città di Lazise era leggermente superiore ai 17'.
Si torna giù a Castion e poi a Costermano. Il Miglio, sorprendentemente, mette la freccia e gira di nuovo verso Garda. Io gli chiedo se per caso non abbia in mente di accompagnarmi a casa in direzione Verona, ma mi dice che si sente bene e vuole fare il Pigno.
Così attraversiamo Garda e poi all'abitato di Bardolino mettiamo la freccia per fare il Pigno. Qua le moto davanti sfrecciano come sempre, mentre io rimango dietro in compagnia di Giorgio e qualcun'altro, con le gambe che cominciano ormai a sentire i chilometri di lontananza da casa.
Purtroppo il tempo lascia cadere le prime gocce e in cima ad Albarè siamo già belli zeppi di acqua. Da lì in poi salutiamo gli amici della zona lago e rimaniamo io, il Miglio e Giorgio a menare verso casa, con l'acqua che cessa solo poco prima di Pescantina.
Ormai arrivati a Ponte Catena salutiamo il Giando, che ha appena preso in mano la MTB e spera anche lui in una clemenza di Giove Pluvio, ma i chilometri che mi separano da lì a casa non saranno affatto asciutti.
Per concludere 111 km ai 31 km/h, quasi tutti dietro ruote veloci, direi un buon allenamento delle gambe per la Avesani, ma soprattutto per la testa, più che altro perché domenica ci sarà da battagliare anche col meteo...
Di Marco Tenuti (del 15/09/2009 @ 10:09:56, in MTB, linkato 878 volte)
E' ancora presto per potersi esprimere, ma fino a ieri sera le previsioni a 5/6 giorni davano temporali verso sabato pomeriggio e per domenica mattina cielo sereno o poco nuvoloso.
Oggi, purtroppo, le previsioni volgono al peggio e fanno pensare ad una Avesani come da rituale, cioè Avesani bagnata:
Di Marco Tenuti (del 14/09/2009 @ 10:29:18, in MTB, linkato 934 volte)
Senza ombra di dubbio per noi è il vincitore della Custoza Bike '09. Guardate da subito quanto è solare ancora in griglia di partenza, non c'ha gli occhi spiritati! Se poi aggiungete il fatto che chi lo circonda sul podio finale, ha ben altro supporto tecnico e sportivo, allora il Miglio per noi è arrivato UNO.
Onore al merito all'eroe di giornata: arrivare in mezzo a gente che c'ha un suppporto tecnico e medico da spettino è dir poco un risultato eccezionale. Ricordati sempre del tuo Fans Club che, quando presente, ti porta sempre quel pizzico di fortuna, e PAGA LA GALZEGA che l'è ora! E se domani il tempo regge, forse esco nientepopòdimeno che col Miglio, se nol me tira el col!
Inutile dire che la sfida dei fratelli Pezzo era uno degli argomenti di giornata che ha tenuto banco e che terrà banco per un bel po' di giorni ancora, ma dall'Anonimo Turnover mi sarei aspettato una scelta in controtendenza per la Custoza, tanto a voler dimostrare di poter star davanti al fratello indipendentemente dal mezzo, nonostante quest'ultimo partisse con la Rigidona. Insomma me pareva de veder Hamilton e Raikkonen che fanno la stessa strategia di gara a Monza, tanto perché chi è davanti - l'Anonimo ha vinto infatti la sfida diretta in casa a Tregnago - deve semplicemente difendersi.
Detto questo, per me ieri mattina trattasi 88 km veramente veloci, parecchi dietro ad una gran ruota come quella del Conte! Le intenzioni erano quelle di macinare chilometri a ritmo medio in vista dell'impegnativa uscita agonistica in programma per domenica prossima. Il Conte Savoia anche ieri sfoggiava uno stato di forma da paura, sempre a tirare ben oltre i 40 km/h. Il percorso è molto variegato con una quantità di saliscendi fatti tutti alla soglia o poco sopra.
Ricordo anzitutto l'entrata in Bussolengo creando scompiglio nel Green Team tutto al servizio della Marisa Coato, poi il Flover a tutta ancora una volta con la Marisa che mette il gruppo a trenare pur di farsi riportare sotto al duo Savoia-Tenuti e che sbraita come poche volte. Dopo averli staccati per nervi tesi nel gruppo, andiamo a fare i vari vallonati di Pastrengo, Piovezzano, Lazise, Colà, Sandrà, Castelnuovo, Bosco di Sona e poco fuori Custoza, cioè tutto un su e giù dove le mie gambe e quelle del Conte cominciano a patire qualcosina, ma resistono abbastanza bene.
La velocità media è sempre costantemente oltre i 30 km/h ovunque. Il tratto Custoza- Lugagnano, con lo spettro della Cicci e della Claudia che ci urlano dietro perché siamo in lieve ritardo, ci fa trenare stabilmente ai 40 km/h. Tra semafori e incroci lo abbiamo fatto ai 36,7 km/h di media!
Impressionante l'azione poderosa del Nobile Savoia dall'Esselunga di via Fincato,
quando egli si azzarda pure il sorpasso sul gruppetto misto, dove notiamo due divise KM Sport, alla velocità dei 41 km/h
in direzione Marzana - io sempre appiccicato dietro come un adesivo
BABY A BORDO - non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di mollare e riesco pure a dargli il cambio per un buon mezzo chilometro alla Ciesetta dell'Altarol ai 42 km/h e MERITATISSIMA PAUSA
BRIOCHES da Rossini, tipo "battuta in ritirata" per il fuorisoglia a ben oltre 180 bpm! Praticamente i KM Sport in affanno manco fanno a tempo a salutarci e a ringraziarci della trenata, che il Conte ha già ordinato cappuccio, brioche e macchiatone, mentre io piscio sudore per tutta la pasticceria, no un bel vèder!
Alla fine un totale di quasi 90 km praticamente in tre ore nette con tanto di pausa a Custoza di più di un quarto d'ora per vedere la procedura di partenza
della gara MTB. Non vi sto a raccontare il pomeriggio perché c'era in programma "Polenta e bogoni coi Marcanti"...
Di Marco Tenuti (del 12/09/2009 @ 21:02:59, in MTB, linkato 1729 volte)
Oggi è andata in scena la quinta edizione della Peri-Fosse coi Ghelafemo. Nonostante tutte le nostre aspettative, anche quest'anno l'evento è stato disertato dallo zoccolo duro.
Vale la pena sentire un po' delle scuse messe avanti dal cosiddetto zoccolo duro. Il Righe comunica via SMS: "Se podessi, la pedalarei col T-Max, ma son propio messo mal". La Bissa ancora verso metà settimana cambiava discorso col Pich, mentre la telefonatina del Beppe Canteri from Corbiolo cominciava con una risatina e un discorso del tipo "La bici è da due anni che non la prendo in mano". Insomma i Ghelafemo fanno acqua su tutta la linea, in quanto a FARGHELA come una volta. Per fortuna che l'elenco partenti presentava qualche new entry che merita sicuramente il titolo di uno "CHE GHE LE FA" e quindi la coccarda la assegniamo di diritto per la prova caratteriale, nonché atletica.
Anzitutto io opto per la giornata ad "emissione zero": lascio quindi a casa la macchina e parto alle 14 scarse da Quinto puntando diritto verso Alcenago e poi eventualmente Fosse, sperando in un passaggio.
Infatti, arrivato in quel di Vigo di Alcenago, trovo il dr.Pich che sta caricando la sua Olimpia e quindi approfitto della sua vettura, risparmiando così un po' la gamba per la prestazione sulla Peri-Fosse.
Dopo un breve corsetto di traumatologia sportiva del Pich mentre ci spostiamo in macchina da Alcenago verso le Fosse, arriviamo in piazza della Chiesa che ci aspetta la Daniela, una nuova promessa del ciclismo veronese, che ha cominciato a pedalare a febbraio, si difende già bene e promette benissimo per il futuro.
Verso le 15.05 in tre scendiamo in Valdadige dove contiamo di trovare Ivano, il caposala del pronto soccorso di Negrar. Vuoi che lungo la discesa incrociamo anche Paolo Orlandi che si trova già sul pezzo duro dopo il nono tornante, al quale ricordo di presentarsi in fondo al via. Un saluto anche a Stefano Magalini già ben oltre la metà della salita e anche per lui un arrivederci a domenica prossima, mentre quasi in fondo scorgiamo alcuni del team Focus, uno dei due Tiso.
Purtroppo arrivati in fondo alla discesa troviamo Ivano alquanto sconsolato per la rottura di un raggio della sua ruota posteriore, una Campagnolo Scirocco G3, per fortuna uno di quelli centrali, anche se la ruota sbambola abbastanza e costringe l'infermiere a dover aprire i freni per poter far girare la ruota decentemente.
Daniela decide di prendersi subito un po' di vantaggio e attacca subito la salita con l'iPod nelle orecchie. Per noi invece il classico riscaldamento fino ad Ossenigo, dove approfittiamo per riempire le borracce e scoprire il numero di oggi fatto dall'Orlando Furioso.
Paolo lo abbiamo incrociato al nono tornante in compagnia di un suo amico che stava zizzagando, ma entrambi erano reduci dalla salita di Novezza. Paolo, come d'accordo, gira la bici e torna giù in fondo! Pertanto dopo la salita di Novezza, si fa per due volte la Peri-Fosse! Se prendete in mano la calcolatrice - anzi la prendo io per voi - vengono fuori 3210 metri di dislivello. Per arrivare a casa l'Orlandi arrotonderà quasi a 3500 metri di salita e circa 155 km!
Il mio dubbio è quello di come affrontare la salita: fare una simulazione per domenica prossima all'Avesani, visto comunque che avevo già 700 metri di dislivello pedalati nelle ultime ore, o sparare il tempone anche se la gamba non è freschissima?
Poco male: decido di partire con un mio ritmo e trovo subito un equilibrio di pedalata a frequenza cardiaca abbastanza alta, sui 171-172 bpm e una velocità di ascesa bella allegra, cioè tra i 14 e i 15 km/h. Mi pare di salire bene: gli altri non mi seguono, ma seguono già al primo tornante a 100 metri, alché mi prende subito il dubbio di esser partito un po' troppo forte, ma ben presto arrivo al secondo tornante, mentre al terzo mi giro e scorgo la sagoma del Paolo, che segue praticamente al mio ritmo e continua a guadagnare inesorabilmente metro su metro.
Un flash dopo il sesto tornante quando ci supera uno con due marce in più: scoprirò una volta arrivato in cima che trattasi di Tiziano Benedetti, già vincitore mi pare per ben tre volte del percorso corto dell'Avesani, e che oggi è salito a freddo in 32 minuti.
No problema: il Paolo mi dice che la nostra marcia è su tempi da 43' per cui testa bassa e si continua a pedalare. Arrivati al nono tornante, il 27 è già sù. La velocità di ascesa è ancora ottima e sul pezzo duro la velocità non va mai sotto gli 8 km/h, per cui c'è solo da resistere e sperare nel tabellone di legno posto sulla sinistra che introduce nel comune di Sant'Anna d'Alfaedo.
L'Orlandi, in virtù della sua Compact, mi passa davanti e psicologicamente soffro un po' la cosa, ma cerco di starci. Vuoi che il cartello riappare, giù un dente e sfilo il Paolo. Scoprirò all'arrivo che per lui il cartello è stato il tracollo, con principio di sudorazione fredda e crisi data da ipoglicemia, insomma il classico calo di zuccheri che qualsiasi ciclista non vorrebbe mai avere, cioè la crisi nera. Comunque tanto di cappello a Paolo per aver comunque tenuto un ritmo da 45' al secondo giro sulla Peri-Fosse, dopo nientepopò di meno che Novezza e la prima Peri-Fosse!
Io continuo la mia corsa e sforo coi battiti a quota 183, ma il decimo tornante è lì e appena dietro la curva mi aspetta la riga bianca, dove stacco 43'19", mio nuovo personale, che era fermo al 2007 quando avevo fatto 45'23" con la Scale 10 gonfiata a 3 atm.
Mentre io scambio qualche chiacchera con Benedetti, il Paolo arriva, si rifugia immediatamente dentro all'Ombra e va subito in endovena con Cocacola e Loacker. Di lì a poco arriva anche Ivano, con un buon ritmo, nonostante il fastidio del raggio rotto, mentre il dr.Pich arriva in 54' e gira subito la bici per vedere a che punto è la Daniela. Complimenti a lei perché arriva sù in circa 1h06', che per essere la prima volta per una donna è pur sempre un gran tempo. Se va avanti di questo passo, l'anno prossimo va di sotto all'ora senza grossi problemi.
All'Ombra delle Fosse cochetta praticamente per tutti, per me anche un cappuccino, mentre il Pich e la Daniela si permettono pure una birra media per la soddisfazione. Peccato solo per quelle due sigarette della dottoressa, su cui mi calca tutto il palco...
La prossima volta vogliamo Daniela senza sigarette e col casco, anche se siamo già sicuri che l'anno prossimo arriverà una bici nuova con tanto di Compact. Anche per il Pich nota di demerito per la mancanza del casco, dopo il trattato di traumatologia della spina dorsale fatto in macchina.
Anche la Peri-Fosse è andata: il tempo è stato ritoccato di un po' anche quest'anno. A questo punto per i Ghelafemo arrivederci all'anno prossimo, mentre con la Peri-Fosse ne riparliamo domenica prossima all'Avesani.
Di Marco Tenuti (del 10/09/2009 @ 12:03:59, in MTB, linkato 1002 volte)
Volevo anch'io ringraziare tutti quanti per l'ottima riuscita della notturna delle notturne, cioè Camuzzini Night, con l'ideale location e l'ospitalità di Christian Aldegheri e la partecipazione dell'intero Pappataso Fans Club e di tanti del team Focus Italia. Quella di ieri sera chiude di fatto la stagione estiva 2009, anche se è già previsto qualche strascico...
Tutto riuscito alla perfezione:
le solite sfuriate ci sono state come sempre e questa volta recito il "mea culpa" per aver buttato benzina sul fuoco proprio alla prima salita, cioè quella che portava al castello di Montorio
la pedalata è stata caratterizzata comunque da un ritmo alla volemose bene
"mondiale" la grigliata della famiglia Aldegheri: menzione d'onore per la coppa di cui ho fatto il bis (dove l'avete comprata che era così tenera?)
altrettanto "mondiale" l'organizzazione della famiglia Aldegheri, che passava al tavolo, meglio dei più puntuali camerieri
ottimo il contorno a base di video della stagione 2008/2009 del Pappataso (la prossima volta si può addirittura studiare bene la scaletta di proiezione)
eccellente come sempre l'attività di coordinamento del Pappataso che non ha lasciato nulla al caso ed avrà speso anche questa volta un buon deca tra SMS e telefonate
suggestive le discese fatte da un gruppo così numeroso con la fila di lucette ad illuminare la strada
più che soddisfacente la scelta del percorso che non presentava niente di tecnico, tale da mettere in difficoltà chi come il sottoscritto era praticamente senza luce
insuperabile il mio Maxxis Crossmark che è arrivato ormai a 10 mesi di utilizzo e resiste ancora: ieri sera mi ha fatto prendere un colpo, si trattava solo di una fuoriuscita d'aria, ma alla fine è bastata una pompatina per ripristinare una pressione accettabile
fortunato il buon Orlandi che a mezzanotte passata ha ritrovato sul tetto della propria Polo il borsellino con soldi, chiavi e telefono
Si chiude insomma la stagione estiva 2009 e adesso al mercoledì parte quella sontuosa del BIDAY da farsi prevalentemente nelle ore centrali della giornata o nel primissimo pomeriggio per chi ha la fortuna di poterlo fare. Vorrei però riprendere un'idea che in Turnover di tanto in tanto si sente parlare e cioè quella di fare la "notturna novembrina". Le possibilità sono due:
"notturna stradale a San Giorgio", pedalata in BDC che parte da Grezzana-Stallavena verso le 18.30-19 ed arriva fino a San Giorgio capeggiata spesso dal Negu (generalmente questa viene fatta con una vettura di appoggio che porta in quota le borse in modo tale che tutti a San Giorgio possano cambiarsi e scendere con indumenti asciutti)
"Translessinia notturna", pedalata in MTB da farsi in condizioni di luna piena e con Translessinia non ancora innevata verso fine ottobre o primi di novembre, di cui mi ha parlato di tanto in tanto il Bosca
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