Oggi è andata in scena la quinta edizione della Peri-Fosse coi Ghelafemo. Nonostante tutte le nostre aspettative, anche quest'anno l'evento è stato disertato dallo zoccolo duro.
Vale la pena sentire un po' delle scuse messe avanti dal cosiddetto zoccolo duro. Il Righe comunica via SMS: "Se podessi, la pedalarei col T-Max, ma son propio messo mal". La Bissa ancora verso metà settimana cambiava discorso col Pich, mentre la telefonatina del Beppe Canteri from Corbiolo cominciava con una risatina e un discorso del tipo "La bici è da due anni che non la prendo in mano". Insomma i Ghelafemo fanno acqua su tutta la linea, in quanto a FARGHELA come una volta. Per fortuna che l'elenco partenti presentava qualche new entry che merita sicuramente il titolo di uno "CHE GHE LE FA" e quindi la coccarda la assegniamo di diritto per la prova caratteriale, nonché atletica.
Anzitutto io opto per la giornata ad "emissione zero": lascio quindi a casa la macchina e parto alle 14 scarse da Quinto puntando diritto verso Alcenago e poi eventualmente Fosse, sperando in un passaggio.
Infatti, arrivato in quel di Vigo di Alcenago, trovo il dr.Pich che sta caricando la sua Olimpia e quindi approfitto della sua vettura, risparmiando così un po' la gamba per la prestazione sulla Peri-Fosse.
Dopo un breve corsetto di traumatologia sportiva del Pich mentre ci spostiamo in macchina da Alcenago verso le Fosse, arriviamo in piazza della Chiesa che ci aspetta la Daniela, una nuova promessa del ciclismo veronese, che ha cominciato a pedalare a febbraio, si difende già bene e promette benissimo per il futuro.
Verso le 15.05 in tre scendiamo in Valdadige dove contiamo di trovare Ivano, il caposala del pronto soccorso di Negrar. Vuoi che lungo la discesa incrociamo anche Paolo Orlandi che si trova già sul pezzo duro dopo il nono tornante, al quale ricordo di presentarsi in fondo al via. Un saluto anche a Stefano Magalini già ben oltre la metà della salita e anche per lui un arrivederci a domenica prossima, mentre quasi in fondo scorgiamo alcuni del team Focus, uno dei due Tiso.
Purtroppo arrivati in fondo alla discesa troviamo Ivano alquanto sconsolato per la rottura di un raggio della sua ruota posteriore, una Campagnolo Scirocco G3, per fortuna uno di quelli centrali, anche se la ruota sbambola abbastanza e costringe l'infermiere a dover aprire i freni per poter far girare la ruota decentemente.
Daniela decide di prendersi subito un po' di vantaggio e attacca subito la salita con l'iPod nelle orecchie. Per noi invece il classico riscaldamento fino ad Ossenigo, dove approfittiamo per riempire le borracce e scoprire il numero di oggi fatto dall'Orlando Furioso.
Paolo lo abbiamo incrociato al nono tornante in compagnia di un suo amico che stava zizzagando, ma entrambi erano reduci dalla salita di Novezza. Paolo, come d'accordo, gira la bici e torna giù in fondo! Pertanto dopo la salita di Novezza, si fa per due volte la Peri-Fosse! Se prendete in mano la calcolatrice - anzi la prendo io per voi - vengono fuori 3210 metri di dislivello. Per arrivare a casa l'Orlandi arrotonderà quasi a 3500 metri di salita e circa 155 km!
Il mio dubbio è quello di come affrontare la salita: fare una simulazione per domenica prossima all'Avesani, visto comunque che avevo già 700 metri di dislivello pedalati nelle ultime ore, o sparare il tempone anche se la gamba non è freschissima?
Poco male: decido di partire con un mio ritmo e trovo subito un equilibrio di pedalata a frequenza cardiaca abbastanza alta, sui 171-172 bpm e una velocità di ascesa bella allegra, cioè tra i 14 e i 15 km/h. Mi pare di salire bene: gli altri non mi seguono, ma seguono già al primo tornante a 100 metri, alché mi prende subito il dubbio di esser partito un po' troppo forte, ma ben presto arrivo al secondo tornante, mentre al terzo mi giro e scorgo la sagoma del Paolo, che segue praticamente al mio ritmo e continua a guadagnare inesorabilmente metro su metro.
Un flash dopo il sesto tornante quando ci supera uno con due marce in più: scoprirò una volta arrivato in cima che trattasi di Tiziano Benedetti, già vincitore mi pare per ben tre volte del percorso corto dell'Avesani, e che oggi è salito a freddo in 32 minuti.
No problema: il Paolo mi dice che la nostra marcia è su tempi da 43' per cui testa bassa e si continua a pedalare. Arrivati al nono tornante, il 27 è già sù. La velocità di ascesa è ancora ottima e sul pezzo duro la velocità non va mai sotto gli 8 km/h, per cui c'è solo da resistere e sperare nel tabellone di legno posto sulla sinistra che introduce nel comune di Sant'Anna d'Alfaedo.
L'Orlandi, in virtù della sua Compact, mi passa davanti e psicologicamente soffro un po' la cosa, ma cerco di starci. Vuoi che il cartello riappare, giù un dente e sfilo il Paolo. Scoprirò all'arrivo che per lui il cartello è stato il tracollo, con principio di sudorazione fredda e crisi data da ipoglicemia, insomma il classico calo di zuccheri che qualsiasi ciclista non vorrebbe mai avere, cioè la crisi nera. Comunque tanto di cappello a Paolo per aver comunque tenuto un ritmo da 45' al secondo giro sulla Peri-Fosse, dopo nientepopò di meno che Novezza e la prima Peri-Fosse!
Io continuo la mia corsa e sforo coi battiti a quota 183, ma il decimo tornante è lì e appena dietro la curva mi aspetta la riga bianca, dove stacco 43'19", mio nuovo personale, che era fermo al 2007 quando avevo fatto 45'23" con la Scale 10 gonfiata a 3 atm.
Mentre io scambio qualche chiacchera con Benedetti, il Paolo arriva, si rifugia immediatamente dentro all'Ombra e va subito in endovena con Cocacola e Loacker. Di lì a poco arriva anche Ivano, con un buon ritmo, nonostante il fastidio del raggio rotto, mentre il dr.Pich arriva in 54' e gira subito la bici per vedere a che punto è la Daniela. Complimenti a lei perché arriva sù in circa 1h06', che per essere la prima volta per una donna è pur sempre un gran tempo. Se va avanti di questo passo, l'anno prossimo va di sotto all'ora senza grossi problemi.
All'Ombra delle Fosse cochetta praticamente per tutti, per me anche un cappuccino, mentre il Pich e la Daniela si permettono pure una birra media per la soddisfazione. Peccato solo per quelle due sigarette della dottoressa, su cui mi calca tutto il palco...
La prossima volta vogliamo Daniela senza sigarette e col casco, anche se siamo già sicuri che l'anno prossimo arriverà una bici nuova con tanto di Compact. Anche per il Pich nota di demerito per la mancanza del casco, dopo il trattato di traumatologia della spina dorsale fatto in macchina.
Anche la Peri-Fosse è andata: il tempo è stato ritoccato di un po' anche quest'anno. A questo punto per i Ghelafemo arrivederci all'anno prossimo, mentre con la Peri-Fosse ne riparliamo domenica prossima all'Avesani.
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