...eravamo rimasti alla foratura del Radu. Io e Simone continuiamo nel gruppo dove i tira e molla continuano frequentemente, vuoi per una macchina contromano ferma a lato, ma che ingombra la sede stradale, vuoi per qualche isola spartitraffico e poco davanti a noi la caduta, con un concorrente a terra, che si tocca immediatamente il ginocchio dal dolore.
Alla salita di Sega di Cavaion le voci sono che le moto allungheranno e sarà uno sparo di trombini virtuale! La salita si fa tutta ai 30 km/h, che manco me ne accorgo di arrivare in cima. Il pensiero però è continuamente per il Radu: lo abbiamo perso, lo aspettiamo, ce la farà a rientrare?
Arrivati alla rotonda nei pressi di Gaium, un'altra strisciata di ruota posteriore per l'ennesimo spauracchio generale e intanto il Simone è sempre in stretto contatto telefonico con l'ammiraglia, la quale ci informa che il Radu sta rinvenendo ai 40 km/h.
Il ricongiungimento avviene solo a Caprino, quando in lontananza il gruppo ormai sta sfilando e il Radu ce lo ritroviamo più di là che di qua, coi battiti ben oltre 180. Non ci perdiamo d'animo: la triade è ricompattata, l'ammiraglia è pronta ai nostri comandi ed io comincio ad alimentarmi a colpi di barrette, perché la faccenda comincia a farsi seria.
La nostra ascesa verso Spiazzi è un continuo superare altri ciclisti poco più avanti di noi. Ci prendiamo perfino un paio di minuti per una sgrullatina qualche chilometro dopo Pazzon e triboliamo un pelo per superare una corriera di pellegrini in direzione Madonna della Corona: no penso che lo smog el sia molto di beneficio per arrivare su a Novezza!
Bin, bun, bam, se ne va Spiazzi e anche Ferrara di Monte Baldo: non sto a raccontarvi delle pontare che portano al Cavallo di Novezza. Mentre salivamo, avevamo già il nostro da fare a raccontarle agli "stranieri" che correvano per la prima volta la GF Avesani.
A Rifugio Novezza il Radu mi precede di una quindicina di metri, mentre Simone segue ad una cinquantina di metri, solo che c'è lì il pezzo al 19%, su cui c'è poco da scherzare. Arrivati quasi in cima al controllo del chip, io e il Radu ci ricongiungiamo e tac, come dei veri compagni di merende, ci scappa il principio di crampo!
Simone lo recuperiamo di lì a poco, si mangia una crostatina e da lì in poi comincia la discesa MotoGP! Non ghe ne par nessuno! In discesa dal Baldo fino giù ad Avio superiamo il mondo. Sul pezzo pianeggiante il Radu taglia l'aria come Cancellara e imposta l'andatura per una buona decina di chilometri. Dopo un po' di tornanti Simone si mette davanti, il Radu appena dietro ed io chiudo il trenino sempre pronti a rilanciare dopo ogni tornante e si arriva ad Avio con un bel po' di gente ai lati della strada a guardare.
Il pezzo da Avio a Peri sembra invece non finire mai: abbiamo il nostro bel da fare a controllare il crampetto, ma io con un po' di stretching riesco a scacciare il malanno, che non mi si presenterà più per i 70 chilometri che mi separano dall'arrivo. Per il Radu invece il tormento se lo porterà fino in Piazza Bra: effettivamente lo sforzo esagerato dai Balconi a Caprino comincia a farsi sentire sempre di più. L'ammiraglia Focus, guidata dal Fabio e assistente di gara il Pidu, è sempre prontissima a rifornire qualsiasi cosa: è tutto un passare di borracce, barrette, crostatine, manicotti, cocacole, spolverini, ciucciotti e ogni bene di prima necessità. Senza di loro le cose sarebbero state sicuramente più impegnative, ma grazie al loro appoggio tutto è stato molto più semplice e per questo bisogna darne atto.
Oltre alla nostra ammiraglia Focus, anche l'ammiraglia Cicli Tagliaro continua a scambiarci e a chiedere se tutto procede bene. Per loro un bel po' di lavoro a riparare e montare ruote forate, lungo il percorso.
La salita della Peri-Fosse è per il Radu l'inizio del suo calvario. Il tempo di 41' diventa subito un miraggio, perché il suo cuoricino non vuol più saperne di battere oltre 150-155 e quindi io e Simone, gregari di giornata, tiriamo i remi in barca e attacchiamo la salita con un ritmo leggermente superiore al suo. Per me la salita è fatta quasi tutta col 39/25, qualche pezzo col 39/23 e il pezzo duro lo affronto col dovuto rispetto col 39/27, ma i crampi non riaffiorano e la spinta è sempre bella vigorosa.
Al cartello di legno appena dopo il pezzo duro affondo un po' nei pedali per andare a strappare un tempo decoroso sulla cronoscalata e allo scollinamento di Fosse un sorriso esagerato di Elisa ed Alice mi premia della fatica dell'allungo! Mi fermo immediatamente al ristoro, dove mi scolo subito 3 bicchieri di te e una crostatina, in attesa di Simone e del Radu.
Il gruppo è nuovamente ricompattato e adesso il Radu controlla la "gara" chiedendo opportune variazioni di ritmo e cerchiamo di organizzare le nostre forze anche sfruttando quelle dei tanti atleti che vanno più o meno come noi.
Se ne va così l'abitato dei Ronconi, poi Selvavecchia e ad Erbezzo fine delle fatiche di giornata. La discesa la facciamo bella allegra con Simone che allunga molto bene grazie anche alla sua Cosmic Carbon sul posteriore, mentre io viaggio sempre bello pimpante senza problemi di sorta. Poco sopra l'abitato del Corso prendo io il comando del gruppetto e faccio io le traiettorie fino ai Bellori mostrando a tutti la mia carta d'identità e ripetendo spesso il mio titolo di Brigante de Senago.
Il trenino segue in scia e spero da subito in una collaborazione, ma dai Bellori fino a Grezzana, su quindici siamo solo in tre, io, Simone ed uno del team Berner con una Trek 2009 da paura, così ci scazziamo e l'andatura cala drasticamente. Per fortuna salta fuori un amico di qualcuno che ci scorta all'Esselunga di via Fincato, senza che vi dica come...
A Porta Vescovo nessuno ha voglia di scappare via all'attacco delle Torricelle: tutti sono stufi morti e qualcuno che potrebbe anche andar via, pensa piuttosto a portare in fondo il compagno moribondo, che invece alla vanagloria. Per un attimo un flash quando ci supera una moto, pardon, uno del percorso lungo che veniva su come una moto, ma lo spauracchio non crea scompiglio nel nostro gruppetto di quindici perché tutti gridano: "E' uno del lungo!"
In cima alle Torricelle comincia un po' di bagarre, ma niente di che. Ormai al Ponte della Vittoria si fa vedere anche il Radu quasi davanti al gruppo e mi viene da subito in mente ecco Boasson Hagen che tira la volata a Cavendish (che sarea mi solo per la marca della bici stessa).
Nessuna reazione del gruppo: ai 200 metri butto giù un paio di denti e vado a conquistarmi il premio di "Ganassa di giornata" aggiudicandomi la volata dei poveri, con Mister Trek Berner che mi grida dietro per la vigliaccata!
A fine gara quattro ciaccole col Magalini, il Bosca (arrivato quinto assoluto sul lungo), e giunge pure l'SMS del Miglio (terzo assoluto sul medio).
Delusione al pastaparty, perché i tortellini Avesani sono finiti e ci son solo maccheroncini all'uovo: questa volta avì fatto voialtri organizzatori la figura del tortelin!
In generale posso dire che la mia prima esperienza di una gran fondo su strada è senza dubbio positiva: tutta un'altra cosa rispetto alla gare in MTB, dove a mio avviso si è a tutta dall'inizio alla fine. Qui su strada le fasi interlocutorie a volte sono interminabili e il giochetto del cambiarsi per tirare non è il massimo della vita. Per fortuna che c'è di tanto in tanto la discesa stile MotoGP a ravvivare l'effetto adrenalina, ma a forca sbloccata con la Scale è tutta un'altra cosa!
La prestazione dovrebbe vedere il sottoscritto 82esimo assoluto, Simone 84esimo, mentre il Radu 86esimo, col beneficio del dubbio. Il tempo totale dovrebbe essere sulle 5 ore e 49 primi, con la consapevolezza che una buona decina di minuti l'abbiamo lasciata sul campo per l'inconveniente occorso molto presto alla mattina, ma tant'è! Le gare sono fatte anche così: da come si erano messe le previsioni meteo durante la settimana, ringraziamo lassù per la splendida giornata che abbiamo trovato per il nostro debutto stradistico.
Adesso il dubbio è se chiudere l'anno con la GF Avesani o se presentarsi alla GF Benini ad Avesa. Mal che va, c'è sempre la GF del Pandoro al 20 dicembre!
Adesso passo e chiudo, perché il cardio dice 4998 kcal, 160 km pedalati, quindi potete concludere che son cotto come un'aoletta del basso lago.