Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Stasera nuovo tentativo al record sul Piccolo Stelvio, dopo le infinite discussioni private e pubbliche con gli amici ciclisti di sempre.
Siccome non aveva convinto il mio personale di 8'12" di lunedì, stasera, armato di lepre keniota, che risponde al nome di Paolo Orlandi, più furiosa che mai, ci ho riprovato.
La Scalona e l'abbigliamento era in configurazione salita, ma non ancora "lightweight". Sui tornanti devo dire che la Bituin di Paolo tendeva a rallentare abbastanza l'incedere imperioso di una 29er.
Con la Scalona praticamente i tornanti non esistono: le ruotone non si impuntano minimamente e si procede spediti sfruttando alla grande le parabole dei primi tornanti.
L'ascesa è tutta alla "soglia 3", cioè tra i 176 e i 180 battiti al minuto, ma agli ultimi tornanti l'aria comincia a mancare, mentre la lepre guadagna piano piano qualche metro, fino a quando in cima i metri diventano qualche decina.
Praticamente tempo finale e nuovo record personale: 7'51"1, velocità media 14,6 km/h a 7°C, quindi neanche freddissimo.
A voi!
Ecco la rilevazione fatta col Polar dell'ascesa sul Piccolo Stelvio che ho fatto lunedì pomeriggio in solitario. Il cronometro ha decretato 8'12"4, gran tempo, se consideriamo il fatto che il mio precedente record, fatto con la Scaletta, era fermo a 8'39".
Proprio all'inizio ho trovato l'ostacolo di un trattorino, un Sametto, che ha rallentato leggermente un attacco aggressivo fino al primo tornante, tanto che ho dovuto spingermi sull'erba a destra per poterlo superare.
Dopo circa tre mesi di scorribande col mezzo da ventinove pollici, quella di lunedì era a tutti gli effetti la mia "prima volta tirata" con la Scalona e devo dire che quella bici, come tante altre bici da 29 pollici con forcella rigida, pare fatta apposta per salire il Piccolo Stelvio.
Anche per scenderlo la Scalona rappresenta il mezzo ideale, sia per la facilità con cui si eseguono le curve in appoggio senza rischi di impuntamento, che per le poche sconnessioni lungo la discesa, che non fanno rimpiangere una forcella ammortizzata.
Siccome l'Orlando continua a smenarla coi riferimenti della salita del Piccolo Stelvio, tengo a precisare che il mio tempo è stato fatto partire in corrispondenza della grata metallica, cioè quella all'inizio dello sterrato ed il Polar è stato fermato praticamente all'arrivo quando si pesta sull'asfalto.
Il Piccolo Stelvio è anzitutto la salita sterrata per antonomasia, probabilmente la più famosa della zona collinare veronese, ed in quanto sterrata il tempo ha senso prenderlo dove c'è lo sterrato.
Se poi qualcuno il tempo lo prende in prossimità della grata al piazzale della chiesa di Santa Maria in Stelle, se qualcun altro lo prende alle scuole elementari del paese, se ancora altri lo prendono in piazza a Quinto o di fronte all'Olmo a Grezzana, questo non è un problema mio, ma un problema loro: il Piccolo Stelvio coi suoi 19 panoramici tornanti, è "sterrato".
Inoltre nell'edizione 2009 della Lessinia Legend, che proponeva proprio il Piccolo Stelvio come tratto cronometrato, i tappeti dei cronometristi erano stati collocati proprio dove io ho preso e dove prendo sempre il mio tempo.
Pertanto invito l'Orlando a fare tutti i suoi calcoletti spippolanti coi suoi file Excel e ad aggiornarci, ridimensionando così il mio nuovo record personale, se è parso così eclatante da destare tanto tamtam o impossibile. Ricordo che la Scalona pesa circa un chilo secco in meno della Scaletta, pertanto "un chilo de manco l'è circa 6 secondi de manco" sul Piccolo Stelvio. Gli altri secondi in meno sono probabilmente dovuti all'eccellente reattività della Scalona, che non fa sprecare troppe energie e in minima parte al rotolamento delle ruotone.
Detto questo non mi rimane che dare appuntamento proprio al Trio Piocio per scortarmi nel prossimo tentativo di ritocco al già interessante mio record personale. Avere delle lepri come l'Orlando ed il Conte Savoia è sicuramente stimolante per tenere duro nella parte superiore del percorso, dove nella prova di lunedì ho lasciato probabilmente qualche secondo di troppo.
Nella seconda parte i battiti cardiaci hanno faticato ad andare oltre i 172-173, forse a causa di un minimo di stanchezza dal giro di sabato fatto in compagnia del Compagno di Merende, ma non voglio certo addurre scuse o dire che potevo fare 7'34", come invece mi si sta calunniando su altri blog. Sono comunque contentissimo del mio 8'12", tiè!
Non è una novità che la casa ufficiale consegni al proprio team di punta il miglior materiale, le migliori ruote, i migliori telai, gli accorgimenti specifici e setup personalizzati.
Solo che oltre alla sostanza la Scott ha consegnato al Team Scott Swisspower anche delle grafiche specifiche per le edizioni 2012 dei telai Scale RC e Spark RC. Si può vedere nel particolare che ho zoomato, come ci sia la scritta bianca Scott sul tubo orizzontale all'attacco col tubo sterzo, diversamente dal telaio ufficiale venduto che presenta la scritta gialla RC nella stessa posizione. Se andate a vedere l'altro lato della bici, tra le foto nel , nella stessa posizione simmetrica troverete la scritta gialla Scott, sempre al posto di RC.
Nelle pagine di Scott Sports su Facebook, si può vedere che la bici di Nino Schurter, campione dell'XC mondiale, è sì una Scale 26 RC - più volte Nino ha detto che nell'uso cross country non si trova a suo agio con la 29, considerata la sua statura minuscola - ha una grafica leggermente diversa rispetto al telaio Scale 26 RC disponibile sul sito ufficiale Scott.
Queste foto provengono da un set fotografico appositamente realizzato in Sudafrica dalla squadra svizzera, dove stanno svernando più o meno tutti gli ufficiali del cross country e del marathon mondiale MTB.
Kevin Evans del team sudafricano 360life porta a casa la vittoria assoluta nell'ultramarathon MTN Sabie, di cui ho parlato un paio di giorni fa.
Trovate le classifiche complete qui. Trovate anche la coppia Johnny Cattaneo e Mike Felderer a circa mezz'ora dal vincitore in 12° e 13° posizione assoluta.
Se volete vedere Kevin in azione sulla sua Scalona, guardate un po' qui sotto lui ed il suo compagno di squadra prepararsi per la Absa Cape Epic che si terrà tra un mese sempre in Sudafrica.
An Epic Tale - Teaser #2 from Sinamatella Productions on Vimeo.
Ecco il trio Piocio salire di buona lena un tratto della Granfondo Tre Valli.
La gara è valida per uno svariato numero di circuiti, che tanto vale ricordare:
- Lessinia Tour 2012
- Serenissima Coppa Veneto 2012
- Prestigio MTB 2012
- Trek Zero Wind Offroad Challenge
- Gran Combinata Ciclismo
Oggi escursione in Valdillasi per andare a provare sia la granfondo Tre Valli che per saggiare il circuito dell'XC Tregnago che si correrà domenica prossima 4 marzo.
Qui nella foto sotto mi vedete scendere in sella un pezzo impegnativo, appena dietro al Giobelli. Potete trovare un numero maggiore di foto nella gallery di Anonimo Turnover.
Domani prende il via la prima gara ultramarathon per i professionisti: dall'altra parte rispetto al nostro emisfero va in scena la MTN Sabie 2012, nel caldo torrido del Sudafrica.
Tra i presenti anche il team Full Dynamix più o meno al completo, con Johnny Cattaneo, Dal Grande, Ramon Bianchi e Mike Felderer.
Uno dei favoriti della gara è Karl Platt, il tedesco già all finisher di tutte otto le edizioni della Absa Cape Epic, come si apprende da questo comunicato.
La gara è inserita nel calendario Advendurance 2012, cioè è la terza prova del Southafrican National MTN Series by Nissan 2012, ma quello che attrae i professionisti da tutto il mondo è il fatto che è anche la prima prova della neonata Coppa del Mondo Marathon MTB 2012, dopo una serie ridotta 2011 messa a punto di tutta fretta da parte dell'UCI. Il team Full Dynamix, forte dei suoi atleti particolarmente inclini alle gare marathon e ultramarathon, punta a ben figurare, anche se la concorrenza è a dir poco notevole.
La gara, la MTN Sabie, realizza un anello attorno alla cittadina di Sabie, che si trova a circa 400 chilometri da Johannesburg. Inutile dire che basterebbe solo citare il chilometraggio ed il dislivello, cioè 113 chilometri e circa 3100 metri di salita, per dire che è dura. A tutto questo si aggiungono le temperature a dir poco torride, come quella registrata in allenamento da Thomas Dietsch giusto l'altroieri, con 45°C sul proprio ciclocomputer.
Non mi rimane che augurare buona gara a tutti e soprattutto ai biker italiani.
Nel profilo di Thomas Dietsch su Facebook apprendo che si sta preparando per la gara che partirà domani in Sudafrica. Le temperature, al contrario di quelle europee fino alla settimana scorsa, sono a dir poco torride.
Dopo averli presentati ancora agli ultimi campionati del mondo di cross country sulla Epic S-Works di Jaroslav Kulhavy, ecco finalmente disponibili per le masse i comandi rotanti a 10 velocità.
Saranno disponibili a partire da aprile 2012 sia in versione XX, che in due colorazioni per XO, stando alle foto che stanno girando da qualche ora sul web.
Si parla di 200 Euro di prezzo di listino per la versione XO e di 250 Euro per la versione XX. Quindi il "10 velocità rotante" non sarà propriamente per le masse... parevano cari i rotanti di Sven sul suo sito Fantic26, invece con questo prezzo di listino, quelli del tedesco sono pure "economici"!
Sabato mattina ho abbracciato volentieri la bici da strada per pedalare in compagnia degli amici Pezzo e dello zio Paolo e farci una scorpacciata di salite, tra le più classiche dell'est veronese.
Siccome la stagione era ancora freddina, la proposta di Michele Pezzo, elaborata sulla base di una precedente proposta del fratello Andrea, è stata quella di infilarci dentro un sacco di salite a quote relativamente basse e non eccessivamente irte, ma che a fine giornata hanno totalizzato un allenamento assolutamente degno di un granfondista.
Elenchiamole brevemente:
- Montorio-Pian di Castagné
- Ponte sul Vago-Mezzane di Sopra-San Vincenzo
- Illasi-San Felice
- Cazzano-Monti
- Roncà-Monte Calvarina
Senza dubbio l'ultima, oltre ad essere la più lunga, è quella più impegnativa, visto che ci si arriva avendo accumulato nelle gambe già mille metri di dislivello fatti non certo al ritmo medio o medio-basso, secondo tradizione Pezzo, ma tutte praticamente nell'ultima fascia di frequenza cardiaca indicata dai miei Polar.
E' successo pertanto che sul mio cruscotto si sono accese le spie di esaurimento dei carboidrati nel sangue, a causa anche di aver saltato un pasto il giorno prima: poco male, ho salito l'ultima salita al mio ritmo. Inutile dire che al ritorno abbiamo dovuto fare pausa ad un baretto in quel di Caldiero, per riuscire con successo nel rientro in media Valpantena.
Alla fine della fiera ho portato a casa 119 chilometri e superando il tetto dei primi 1000 km stagionali, cioè già un buon viatico per pedalare bene alla prima gara dell'anno, che scatterà in Toscana il 18 marzo, cioè la Granfondo di Monteriggioni nel senese.
Vi lascio comunque ai report sia di Andrea che di Michele sui loro rispettivi blog, dove trovate anche il link verso una gallery fotografica.
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