Sul monte Calvarina a febbraio
Sabato mattina ho abbracciato volentieri la bici da strada per pedalare in compagnia degli amici Pezzo e dello zio Paolo e farci una scorpacciata di salite, tra le più classiche dell'est veronese.
Siccome la stagione era ancora freddina, la proposta di Michele Pezzo, elaborata sulla base di una precedente proposta del fratello Andrea, è stata quella di infilarci dentro un sacco di salite a quote relativamente basse e non eccessivamente irte, ma che a fine giornata hanno totalizzato un allenamento assolutamente degno di un granfondista.
Elenchiamole brevemente:
- Montorio-Pian di Castagné
- Ponte sul Vago-Mezzane di Sopra-San Vincenzo
- Illasi-San Felice
- Cazzano-Monti
- Roncà-Monte Calvarina
Senza dubbio l'ultima, oltre ad essere la più lunga, è quella più impegnativa, visto che ci si arriva avendo accumulato nelle gambe già mille metri di dislivello fatti non certo al ritmo medio o medio-basso, secondo tradizione Pezzo, ma tutte praticamente nell'ultima fascia di frequenza cardiaca indicata dai miei Polar.
E' successo pertanto che sul mio cruscotto si sono accese le spie di esaurimento dei carboidrati nel sangue, a causa anche di aver saltato un pasto il giorno prima: poco male, ho salito l'ultima salita al mio ritmo. Inutile dire che al ritorno abbiamo dovuto fare pausa ad un baretto in quel di Caldiero, per riuscire con successo nel rientro in media Valpantena.
Alla fine della fiera ho portato a casa 119 chilometri e superando il tetto dei primi 1000 km stagionali, cioè già un buon viatico per pedalare bene alla prima gara dell'anno, che scatterà in Toscana il 18 marzo, cioè la Granfondo di Monteriggioni nel senese.
Vi lascio comunque ai report sia di Andrea che di Michele sui loro rispettivi blog, dove trovate anche il link verso una gallery fotografica.
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