Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Venerdì 25 aprile sono uscito per la mia prima volta con la "mia" squadra, cioè col famoso "treno alta velocità". A detta di chi era nel gruppo e che conosce molto bene i ritmi e le velocità del gruppone - soprattutto quando c'è Birtele e compagnia a tirare - non stavamo andando forte, però io ci ho messo un po' a rendermi conto che piano davvero non si va.
E infatti nei primi chilometri da Quinto fino a Bussolengo, nonostante sia dietro a ciucciare la ruota del gruppo e me ne guardi bene dal rimanere troppo indietro, il mio battito cardiaco viaggia spesso sopra soglia e la cosa mi preoccupa non poco, visto che deve ancora arrivare la famigerata salita del Flover di Bussolengo. Poco prima di Bussolengo stranamente il ritmo cala e questo fa aumentare ulteriormente il mio livello di preoccupazione e infatti i preamboli ci sono tutti quando la strada comincia leggermente a salire. Vengo sorpassato una, due, tre volte da folate imperiose e io me ne guardo bene dal seguire i movimenti, ma continuo imperterrito a ciucciare la ruota. Il battito sale, sale, sale e il contachilometri segna sempre una velocità superiore a 30 km/h. Parallelamente l'indicatore del battito sale ben presto oltre quota 170 e davanti non si accenna minimamente a mollare. Penso tra me che se ce la faccio a non farmi staccare troppo e a stare con Remo e compagnia, la fatica e la preoccupazione più grande è andata, manco avessi il compito in classe d'italiano!
Bene quando la salita del Flover aumenta di pendenza, decido che è il momento di superare la ruota che mi sta davanti, perché Remo e gli altri più forti sono già a trenta metri. Il battito continua a salire, ma la cima è poco distante. E il battito sale ancora: si supera quota 180. Ad un certo punto non ho più ruote da ciucciare e non voglio perdere i primi. Record! Arrivo a quota 186, nuovo record personale, riesco a rientrare nel gruppo e penso tra me che è fatta.
Da lì in poi il classico giro del lago si sviluppa secondo i soliti pezzi: saliamo da Bardolino per la salita del Pigno, mentre il ritorno è fatto ad andatura decisamente più turistica, complice il fatto che Remo è da almeno un mese che non prendeva in mano la bici.
La giornata per me dovrebbe finire a Quinto, ma decido di accompagnare Remo fino a Stallavena e proseguo per Alcenago, dove ritrovo mia sorella che sta preparando un'ottima ciambella da gustare nel pomeriggio. Approfitto pertanto per bere qualcosa, lecco il fondo della teglia usata per la crema pasticciera, saluto i miei e mi avvio verso valle. Vuoi che a Stallavena ti trovo il Righe, il quale mi chiede di accompagnarlo su per il vaio Bazazenoci? Massì, cosa vuoi che sia, ho già più di 100 km nelle gambe: non sarà certo il vaio per le Barozze a mettermi ko!
Per fortuna che il Righe è ancora non al top della forma, per cui si sale ad un ritmo decisamente inferiore per le mie possibilità e questo è sicuramente confortante per arrivare a Fosse, con la gamba ancora salva. All'Ombra delle Fosse ci concediamo un bel panino col salame, una Coca-Cola, ma il tempo è più che mai tiranno e torno a casa sempre per il vaio.
La giornata si conclude con 137 km, 3652 kcal bruciate, 27,5 km/h di media e quasi 5 ore di pedalate, ma il record del cardio è senza dubbio l'elemento più degno di nota!
Oggi la giornata era spettacolare e non esitato un attimo a vestire il completino estivo Turnover 2008. Il giro è davvero degno di nota, solo che psicologicamente non avevo voglia di affrontare la Peri-Fosse, così ho pensato al suo contrario...
Sono arrivato a Fosse dal vaio Bazazenoci e dalle Barozze, poi mi sono tuffato giù in Valdadige, dove mi aspettava un fastidioso vento che, come consuetudine, spirava verso nord, cioè contro il senso di marcia e non mi ha permesso di marciare stabilmente ai 40 km/h.
Particolarmente fastidiosi anche i numerosissimi camion e autotreni lungo la statale del Brennero, che buttano fuori un odorino che non è il massimo quando si è stabilmente fuori soglia.
Una volta arrivato nella megalopoli veronese, non contento, ho infilato le Torricelle e sono sceso a Poiano dalla Castellana. La gamba a 1 km da casa era ancora molto buona e mi sono preso il lusso di sfilare uno scooter di una signora che avanzava ad una velocità da vero e proprio intralcio del traffico...
Per concludere 82,6 km, circa 1200 metri di dislivello ed un'abbronzatura a gambe e avanbracci, che Elisa mi ha chiesto se sono andato a farmi una lampada, invece di pedalare...
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Dopo la memorabile giornata rallistica di sabato, domenica mattina il tempo era ideale per un giro in bici e non mi sono fatto pregare per svegliarmi presto e uscire. Mi metto in strada già alle 8.25 e mi avvio in direzione Grezzana con la speranza di incrociare i ciclisti del GC Grezzana e di aggregarmi a loro. Ben presto il gruppo sportivo si fa vedere in distanza, solo che è separato in vari gruppetti e non so a quale agganciarmi: un gruppetto che va verso Sezano, altri 2-3 che vanno verso Quinto. Alla fine esito e mi aggrego al terzo e ultimo dei gruppetti, cioè al Turri, Paolo Birtele e Elena.
A velocità abbastanza sostenuta arriviamo ben presto a Verona, poi Bussolengo, salita del Flover, Lazise e Bardolino. Qui lasciamo Elena, che dice di non farcela a tenere il nostro ritmo, ma tutti ci avviamo su per la salita del Pigno. Non c'è pausa al solito bar a Bardolino e questo ci consente di comprimere molto i tempi e di buttarci decisamente avanti col ruolino di marcia.
Ben presto arriviamo in Valpolicella a Sant'Ambrogio, poi Fumane e su per la Pendola, giù a Marano e su di nuovo per la Masua. Arrivati a Negrar è la volta di tornare in Valpantena sempre da Montecchio. Il giro si conclude alla gelateria Ciao di Grezzana, per l'ormai tradizionale aperitivo.
Nel pomeriggio, dopo aver sistemato parecchie faccende domestiche rimaste ferme, ho deciso di accontentare Enrico e di portare pure lui in bici. Dopo la sua impresa di arrivare fino a Grezzana, a casa del cuginetto Francesco - tanto per intenderci si tratta di 4,5 km e 60 metri di dislivello - Enrico alza il tiro e dice che vuole andare fino dalla nonna Rosa! Tanto per intenderci un adulto a digiuno di bici che si imbatte in questo giretto, ho seri dubbi che ce la possa fare senza fermarsi a prender fiato.
Andare dalla nonna Rosa vuole dire pedalare per circa 9 km scarsi e farsi all'incirca 250 metri di dislivello, dei quali 150 con una pendenza media del 7%. Ovviamente un papà che è sempre sulla sella della bici, non può permettersi di non assecondare il figlio nell'esaudire un desiderio del genere... insomma si parte!
Si arriva a casa di Francesco - metà del giorno di una settimana fa - in un men che non si dica. Questa volta, anzichè procedere per lo sterrato, decido di tenere Enrico sempre sull'asfalto, allo scopo di risparmiargli le forze per la salita verso la Chiesa di Alcenago. Ogni tanto chiedo se vuole fermarsi e lui acconsente bevendo qualcosina dalla borraccia.
Da Stallavena in poi la salita si fa dura, ma io e lui riusciamo a trovare un equilibrio: io metto sulla MTB il 32/24, gli appoggio una mano sulla schiena e lo spingo abbastanza vigorosamente e lui continua con una pedalata sufficientemente agile! In questo modo arriviamo ben presto a Crusi e poi all'incrocio che conduce alla Chiesa.
Nel frattempo siamo raggiunti dai messaggi della mamma, con cui eravamo d'accordo che sarebbe passata per la strada a raccoglierci nel caso molto probabile in cui non ce l'avessimo fatta! Invece imperterriti più che mai, scorriamo una dopo l'altra le stazioni della Via Crucis, che da Crusi conducono fino alla Chiesa. Il pezzo al 10% sotto la casa dei nonni lo facciamo quasi in appena spingendo come i disgraziati e riusciamo a salire e a concludere l'epica impresa!
Adesso non voglio alzare ulteriormente il tiro con Enrico - non vedo proprio il caso - ma sono ancora sorpreso dalla sua determinazione di voler raggiungere l'obiettivo. Mi sa che sarà più difficile convincerlo a togliere le rotelline, che andare fino a Bosco, ma mai dire mai! Appena avrà imparato e si sarà convinto che senza rotelline, si diventa liberi, chi lo ferma più?
A dire il vero la voglia di pedalare ce ne sarebbe e anche tanta, ma le condizioni meteo questa settimana hanno fatto sì che la bici l'abbia presa in mano solo lunedì e mercoledì. Oggi ci sarebbe anche stata la pausa della pioggia in cui si poteva uscire a fare qualche chilometro, ma non se ne è fatto nulla, causa impegni di lavoro.
Il giretto di lunedì è stato però assolutamente degno di nota, perché ho deciso di fare le prime due salite della tappa del Giro d'Italia che passerà dalle nostri parti tra poco più di un mese.
Sono salito da Grezzana su a Rosaro per la strada del Pilon ed ho proseguito per Cerro Veronese. Lì però ha cominciato a piovere ed il minaccioso nuvolone soprastante è andato giù di cattiveria con un violento acquazzone. Rimasto per qualche minuto sotto un parapetto, ho deciso che non valeva la pena aspettare di più e sono sceso verso i Prati, Arzarè e Lughezzano.
In fondo ai Bellori la strada era nuovamente asciutta, così come anche la tuta e così risalivo la china verso località Barozze e poi verso Sant'Anna d'Alfaedo. E di tanto in tanto qualche altra goccia pensava bene di tenermi bello bagnato.
Insomma il giro si è concluso con una quantità d'acqua notevole, però ho accumulato un buon dislivello e anche un buon chilometraggio che mi fanno stare sereno ancora per qualche giorno.
Oggi non sono andato, però in compenso mi sono fatto il giretto in officina da Turnover, dove è finalmente arrivata la divisa 2008 estiva. Sono però arrivati solo alcuni pezzi e cioè pantaloncini, maglietta e guanti, mentre lo smanicato e la manica lunga devono ancora arrivare.
Domani comunque non si pedala: si torna a vedere finalmente un rally e sulla bici ci si risale solo domenica mattina se tutto va bene.
La prossima gara è abbastanza in là - sono iscritto infatti per la Conca d'Oro MTB organizzata dal gruppo sportivo Odolese in programma per domenica 11 maggio nell'alto bresciano - per cui ci si può permettere di stare un po' più tranquilli e di dedicarsi di più alla famiglia e al lavoro. Seeee, credeghe...
Se ne è andato finalmente anche il triduo postpasquale per il sottoscritto, con una macinata di chilometri che rappresenta un nuovo record personale per il sottoscritto. Le mie intenzioni erano quelle di uscire coi Pezzo questo weekend e così venerdì sera ho ben pensato di andare a preparare la gamba in maniera abbastanza massacrante facendo la Pissarotta da in fondo fino al bivio per il Cerro e Roveré col 53 sulla BDC. Il rapporto esatto che ho tenuto fino in cima è il 53/23, tanto per potenziare un po' le gambe. Mi sono preso anche qualche parolaccia, che dovevo andare su leggero, ma da quando ho la BDC, sto trascurando sempre di più le fatiche della MTB e questo non è cosa buona e giusta per le future gare.
Mi sono pertanto presentato all'appuntamento di sabato mattina a Ponte Catena nelle condizioni non proprio ottimali, ma mi sono detto che ogni tanto bisogna mettersi alla prova e così ho fatto. L'uscita coi Pezzo e gli altri dell'Evolution Team è a ritmo abbastanza sostenuto e totalizza 100 km esatti con un giro che ha contemplato tutta la Valdadige un po' controvento, la Peri-Fosse con un tempo personale molto tranquillo, cioé 48'30" - a dispetto di chi l'ha fatta in dieci minuti in meno - e il ritorno da discesisti da Sant'Anna d'Alfaedo fino giù a Negrar e Verona. Era la mia prima volta della Peri-Fosse con la BDC e devo ammettere che farla col 39/25 non è una cosa molto semplice, ma prometto che farò di meglio la prossima volta, magari con le gambe meno stanche.
Stamattina mi sono infine preso un paio di rischi, cioé quello di mettere del tutto KO le gambe, ma soprattutto quello di litigare con la moglie - la quale pretendeva espressamente il mio STOP ciclistico per questa domenica - perché ho caricato la bici a bordo della Punto e mi sono recato a casa del Radu in zona Colognola ai Colli per fare un po' di MTB.
Anche qua il giro è stato notevole - 67,3 km comunica informalmente il Pezzo - con tutta la dorsale della Soave Bike, successivo attraversamento dei Finetti e discesa finale del Durello. Arrivati a San Giovanni Ilarione abbiamo fatto la prima parte della gara, mentre il ritorno l'abbiamo preferito su asfalto, perché si faceva ormai tardi. Devo dire che il Durello merita davvero di essere fatto, solo che domenica non sarò della gara, ma mi accontenterò di guardare le classifiche di chi vi prenderà parte.
Totale del weekend: 215 km e probabilmente qualcosa come 3500 metri di dislivello, di cui una parte in MTB. Con questa prestazione settimanale, mi sono definitivamente autosdoganato per una gara MTB Marathon, visto che ho portato a casa la pellaccia senza accusare sintomi muscolari di alcun genere, cioè no me mia vegnuo i sgranfi.
Ieri mi sono fatto un giretto controvento abbastanza corto, ma non per questo meno impegnativo. La salita di Quinzano non la faccio così spesso, ma ieri mi sono autoimposto di non percorrere lo stesso giro per due giorni consecutivi e così, arrivato ad Avesa, sono passato nella valletta adiacente ed ho cominciato a menare sui tornanti di via Are Zovo verso Montecchio.
Il giro, se fatto con la BDC, non è lunghissimo, ma c'è di tanto in tanto qualche pendenza, che può mettere in difficoltà chi non è allenato, visto che i tornanti sopra Quinzano salgono abbastanza rapidamente, ma anche poco prima di arrivare alle Pozze, c'è da stare tranquilli e non farsi prendere la mano, come il sottoscritto che l'ha affrontata ai 12-13 km/h.
Per chi volesse divertirsi, questo è il giro esatto, 34,2 km per l'esattezza:
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Oggi, complice una giornata eccezionale, ho ripreso in mano la bici, dopo la Lessinia Legend e la doverosa pausa di ieri. A dire il vero ieri non sono uscito semplicemente perché ero fuori città, altrimenti sarei andato di sicuro.
La Scale ha ancora sù il suo bel strato di polvere, che rimarrà probabilmente ancora lì per qualche giorno, ma oggi era la volta di andare di agilità, senza spingere duro sui pedali, e quindi sono andato con la BDC. Parto subito a razzo menando ad una frequenza di 110-120 bpm da Quinto fino a Poiano ai 50 km/h, poi con ritmo non molto sostenuto decido per una variazione del giro 1. Si sale da Avesa verso la Cola, poi Montecchio, Dondolo. Arrivato a Settefonghi decido che non è ancora il caso di volgere subito verso casa ed un sole splendente che illumina ancora bene alle 18.50 la Valpolicella mi invita a girare per Colombare, Chieve e Saline.
Raggiungo e supero il Gigi Iseppi, che procede lentamente alla sua seconda uscita stagionale, con un cancello pesantissimo e con una certa dose di ruggine sulla catena. Una volta scollinato in località Fiamene, scendo rapidamente ad Alcenago e faccio sosta doverosa dai miei alla Chiesa, dove racconto gli ultimi strascichi della Legend dell'altroieri.
Mi infilo di nuovo in Valpantena e, menando sempre consistentemente, arrivo presto a casetta. Scoprirò solo qualche minuto dopo di essermi beccato un bel pescione d'aprile. Che sia forse perché oggi ho sfoggiato la magliettina del pacco gara della Lessinia Legend? La risposta non è data sapersi...
Domani è molto probabile un'altra pacca, in cui cercherò di lavorare in maniera un po' più precisa. Devo anche decidermi una volta per tutte di pianificare le prossime gare, perché allo stato attuale non mi sono iscritto ancora a niente. Il miniprogramma che gira in queste ore nella mia testa sarebbe questo:
- 11 maggio: Conca d'Oro Bike
- 18 maggio: Divinus Bike
- 15 giugno: 100 km dei Forti Marathon
- 27 luglio: Lessinia Bike
- 3 agosto: La Vecia Ferovia
- 24 agosto: Gibo Simoni Marathon (Folgaria Megabike)
- 31 agosto: South Garda Bike
- 7 settembre: Custoza Bike
- 21 settembre: G.F. del Mottarone
- 28 settembre: Gimondi Bike
Stamattina sono finalmente comparsi i tempi del percorso lungo e corto della Lessinia Legend '08. Purtroppo i tempi non sono tempi reali, per cui chi è partito dietro è stato irremediabilmente penalizzato, per cui non rimane che accettare il responso così com'è, quindi chi era in odore di piazzamento assoluto o di categoria potrebbe essere stato graziato o aver subito un torto.
Detto questo il mio tempo è: 2h28'40"29, si perché appena davanti a me in volata si è affiancato il Piaccia, mentre appena dietro Simone Pasetto e Paolo Orlandi.
Se cercate qui sul sito di TDS Live, trovate i tempi di tutti coloro che hanno preso parte alla gara.
Se invece cercate foto, ne trovate a bizzeffe nella mia area Picasa. Nel caso in cui foste interessati alle immagini originali, cioè con una risoluzione superiore a quella presente nel sito, non dovete fare altro che contattarmi.
Ieri era la mia prima volta in cui rifacevo una gara MTB. Si, con la Lessinia Legend 2008, ieri festeggiavo il mio primo anno di gare in MTB, visto che avevo debuttato nel mondo agonistico al "lontano" 1 aprile 2007. L'esito è stato a dir poco positivo, visti i miglioramenti fatti in un anno, ma mi trovo ancora a commentare questa gara, senza sapere ancora il tempo che ho totalizzato e la mia posizione nella classifica assoluta.
E qui non ci sono molti colpevoli o cause da cercare di capire. E' sicuramente l'organizzatore della gara a peccare clamorosamente per la seconda volta. Io non sono stato presente tre settimane fa alla Gran Fondo Bardolino, ma anche là ho sentito che lo stesso organizzatore non aveva sicuramente eccelso per la puntualità e l'ordine nel coordinare le operazioni di partenza e arrivo.
Alla Legend, ci siamo ritrovati invece, con l'accesso alle griglie assolutamente non regolamentato dagli assistenti, griglie su cui erano ancora presenti i cartelli dei numeri di gara del corto, mentre per il lungo non si è assolutamente saputo come comportarci. E' nato un ammassamento di ciclisti e biciclette abbastanza autogestito, visto che lo speaker aveva smesso di parlare ai microfoni molti minuti prima. Succede che pressapoco alle 10.30 anche noi del percorso lungo partiamo senza spari o inviti, ma semplicemente vediamo che i primissimi del gruppo cominciano a muoversi in avanti. La salita all'abitato di Colognola ai Colli è lievemente caotico, perché tutti vogliono passare, ma nonostante questo riesco ad arrivare in fretta in cima in compagnia del Radu e dei suoi compagni di squadra Tagliaro. Sia io che Matteo Milani, seguiamo le sue indicazioni e abbastanza rapidamente arriviamo al Capitello di Sant'Anna sopra Tregnago. E' pero' nel pezzo della strada bianca lungo il greto dell'Illasi che perdo contatto coi Tagliaro e d'ora in poi farò gara per conto mio. Il tempo di salutare mio cognato e mio figlio appostati all'attraversamento del torrente e poi si comincia di nuovo a salire verso il poligono. A dire il vero non ho moltissimo mordente, e sulla salita verso Sul Vago non ho una grinta eccezionale, cionostante mi difendo e vado su agilissimo.
Sono infatti due le paure che mi pervadono: aver sottovalutato la Legend 2008, per il fatto che di dislivello ce n'è comunque un bel po' da affrontare col rischio di incappare in crampi nell'ultimo pezzo, ma soprattutto la paura di forare nel pezzo in discesa che dalla Pineta conduce a Villa di Mezzane. Infatti è proprio sul pezzo nel bosco - tratto di gara in cui avevo forato in allenamento all'incirca un mese fa - che non lascio assolutamente correre la bici, ma vado di conserva con l'unico obiettivo di arrivare in fondo con le ruote a posto. Appena mi ritrovo nella contrada di Villa il pericolo è scongiurato: ritrovo la serenità e di nuovo Enrico e Matteo a scattarmi la foto, con mio figlio, accortosi all'ultimo secondo del mio sopraggiungere, che scatta in piedi come una molla pronto ad esibirmi il cambio di borraccia. Quel momento è stato uno di quelli più belli per quel che mi riguarda. Poco avanti sull'attacco su asfalto verso Pian di Castagnè c'è il ristoro, dove rimango fermo si e no un minuto a bere un paio di bicchieri di tè, mi riempio una tasca di albicocche e la bocca di uvetta secca e via di nuovo. Mi prendo anche le critiche di Simone di San Briccio, il quale mi rimprovera scherzosamente: "Smettila di mangiare e pedala!" E così è: riprendo l'asfalto e subito al tornante ti ritrovo il dr.Pich a scattarmi una foto. I tornanti poco sotto la Croce Nera se ne vanno in rapida successione, senza particolari affanni o difficoltà. Poco prima della Croce Nera supero anche Ceresce, al secolo Umberto Zanichelli, in difficoltà con la sua biammortizzata, perché il deragliatore anteriore non vuol saperne di mettere la corona più piccola, mentre io comincio il nuovo pezzo in discesa molto serenamente, visto che lo conosco ormai a menadito, a forza di farlo coi Pezzo e tutti gli altri amici veronesi.
Infatti dalla Tenuta Sant'Antonio fino giù al Casale di Marcellise, percorro questo pezzo veloce tutto in solitaria, potendomi così permettere di fare la miglior traiettoria e una velocità molto sostenuta, andando così a riprendere il gruppo antecedente. La salita a San Briccio la percorro abbastanza allegramente, però un concorrente davanti mi fa perdere il ritmo e decido di salire spingendo avanti la bici, con qualche difficoltà a risalire. Appena in cima c'è tutta la famiglia di Simone a salutarlo qualche metro dietro di me, mentre da lì in poi comincia in sostanza la discesa e con parecchi falsopiani che non fanno certo bene alle gambe. Raggiungo infatti il Piacentini, mio compagno di squadra Turnover, afflitto dai crampi e sconfortato dall'idea di quanto sia dura una gara in MTB - si trattava per lui della prima gara di sempre in MTB, nonostante l'esperienza di gran fondo su strada - ma nonostante questo anche lui si attacca dietro e affrontiamo il tratto pianeggiante in mezzo ai vitigni di Colognola, dopo l'insidioso pezzo della discesa del Bosco della Fratta.
Qua c'è da ciucciare ruota e ne approfitto di qualche trenino che arriva a superarmi e così questi ultimi chilometri se ne vanno abbastanza rapidamente. A poco più di un chilometro dall'arrivo è un altro mio compagno di squadra a rinvenire, Orlandi, il quale ha ancora un paio di cartucce da sparare e si mette a menare come un forsennato sull'asfalto e non facciamo altro che accodarci. Il rettilineo finale è una tiratona probabilmente ai 45-50 km/h. Per fortuna che ho lasciato in macchina il contachilometri, così non mi sono fatto impressionare, ma sostanzialmente facciamo l'arrivo in parata, contenti di aver portato in fondo dignitosamente i colori della nostra squadra. Sicuramente Boscaini ha fatto la sua parte, sapendo qualche minuto dopo di averci impiegato circa mezz'ora in meno, giungendo nell'assoluta tra i primi 40. Penso che il mio tempo finale sia di 2h28', buscandomi circa 3 minuti dal motorino del Radu, ma quello che mi fa più impressione è che il Pezzo, mi dice di aver impiegato 2h17', segno che la stoffa e l'esperienza contano sempre di più di tanti allenamenti.
Dopo il calo emozionale susseguente l'arrivo, le operazioni di riconsegna del chip, nonchè di ritiro del resto del pacco gara, è a dir poco penoso, per l'indovinatissimo posizionamento dell'arco di arrivo rispetto all'entrata della zona della gara, cioè nel parcheggio interno alla Vagotex. Qualche minuto dopo mi ricongiungo con Enrico e Matteo e qualche minuto dopo anche la sorpresa di vedere mia moglie e mia figlia arrivare per ora giusta del pasta party. Devo però spezzare una lancia a favore dell'organizzazione per la quantità di cibo del pasta party e del ristoro finale, nonché dei servizi delle docce, molto professionali e puliti, ma soprattutto dell'acqua calda.
Poco prima di andarmene saluto gli amici del Rodella, sempre là a dirsene di tutti i colori e farsi le pippe sull'utilità di questo o quell'accessorio che fa risparmiare qualche grammo di bici, pensando troppo poco invece alle proprie gambe.
Io rimango comunque contentissimo della mia prestazione, in continuo miglioramento rispetto all'anno scorso. Adesso però è giunto il momento di lasciare l'insostenibile calendario di gare, a cui mi vorrebbero tutti i soliti amici, magari dedicando un po' più di tempo alla famiglia e alle escursioni con gli amici.
In questa settimana è proseguita la preparazione per la Legend. Ho deciso di riservare anche una sessione di MTB, perché da quando ho la BDC vado via spesso con quella, più che altro per risparmiare pneumatici e soprattutto le gambe...
Mi sono spostato sempre verso Est, a respirare aria di Lessinia Legend. Lunedì mi sono infilato su da Montorio verso Pian di Castagné, ma visto l'esiguo tempo a disposizione, non ho proseguito più in alto. Ne è uscito un giro di poco più di 38 km con una media di circa 28 km/h.
Mercoledì è stata la volta del Piccolo Stelvio, il castello di Montorio, nonchè la salita verso il Monte dei Santi da Ferrazze e successiva discesa verso Arcandola e S.Martino B.A., tanto per fare qualcosa di un po' tecnico. Con la MTB giro di 34 km e media di un pelo superiore ai 24 km/h.
Col venerdì Santo invece il giro fino a Castagnè sempre da Montorio non me lo leva nessuno e a testa bassa mi sono macinato tutta la valle di Mezzane, con chilometraggio totale di 48 km alla media dei 28,6 km/h, cioè nuovo record personale in 1h39'57".
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