Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Stamattina io non ne avevo "banane" di andare, vuoi per il freddo, vuoi per la sbornia di neve di ieri sera. Mi son bastati due minuti di ripresa video con la mano nuda fuori dal finestrino per rendermi conto che l'esposizione al freddo la si paga subito, ma a volte ne vale assolutamente la pena... ah, guardare pure le immagini degli articoli di stanotte per rendervi conto dell'uscita degli Aspetimebike...
E' proprio il caso del Conte che con l'uscita di stamattina in solitaria si ritrova a pedalare in sella della sua Verdona fino in cima al Monte Santa Viola, dove non sembra essere passato nessuno prima di lui.
Solo qualche problema nello scendere da Lugo fino a Marzana, con la neve sulla strada principale trasformatasi ormai in paciarina e acqua.
Il mio programma personale prevede un'uscita su strada nel primo pomeriggio col trenino del GC Grezzana, solo che se l'asfalto non si rimette in condizioni accettabili, si va direttamente a domani in compagnia del mio team per la solita folata fino a Bardolino, o male che va, posso sempre tirare fuori la Scale e farmi un giretto in MTB fino ad Alcenago e dintorni.
Da parte del Conte Savoia più tardi dovrebbe arrivare anche la sua cronaca, una volta che sarà debitamente riscaldato ed uscito come nuovo dalla doccia...
Approfondisco il commento del caro Marcante sulla mia uscita odierna sulla neve. All'alba delle 7 c'è stato un intenso scambio di sms con il Marcante, ma non sono riuscito a schiodarlo dalla sua alcova...non voio saver altro ...
Nonostante la consapevolezza che avrei ballato come un bravo lupo solitario, alle 8,45 ho inforcato la mia verdona e sono partito con l'obbiettivo di provare a salire sino al Monte Santa Viola, via Piccolo Stelvio. Appena uscito dalla mia corte, mi becco subito una traccia lasciata sulla neve fresca da qualcun altro in MTB.
Le tracce non lasciavano dubbi anche questo biker aveva avuto la mia stessa idea. Speravo di beccarlo per fare il giro insieme, ma nonostante un Piccolo Stelvio innevato preso allegramente e chiuso in 10' scarsi, non ci sono riuscito. Da bravo lupo solitario ho seguito le sue tracce fin sopra alla Gualiva, allo scollinamento lui, però, ha scelto di girare a sinistra, mentre io ho svoltato a destra per farmi il tratto nel boschetto. Alla Pesa di Romagnano ho affrontato la salita dritta e ripida e finito il tratto in asfalto, ho potuto godere nell'essere il primo a violare lo spesso manto di neve.
SPETTACOLO!!! la neve ricopriva tutto e solamente i fili spinati che delimitano i prati mi facevano tenere la retta via, se retta si può dire visto che non si vedeva cosa c'era sotto il manto nevoso. Infatti quasi allo scollinamento mi sono imbarcato e ho dovuto mettere il piede a terra, paz...è stata l'occasione per scattare un paio di foto con il cell. Il paesaggio era veramente strepitoso: alle mie spalle, la bassa Valpantena e Verona erano avvolte dalla nebbia, davanti a me invece la neve ed il cielo bianco mi abbagliavano. Riprendo a pedalare quasi convinto di girare verso Azzago non appena arrivato all'incrocio, ma lì ribecco le tracce di quello di prima in MTB che salivano sul cementone verso Santa Viola, allora, punto nell'orgoglio, sono ripartito all'inseguimento e finalmente lo becco, davanti ad una casa che stava cercando di smessaggiare vanamente con qualcuno. Lo conosco, ma non mi ricordo il suo nome, fa parte del gruppo di Federico VRBike.
Dopo 4 ciacole in scioltezza, ci siamo salutati ed io ho proseguito con l'intento di fermarmi al solito bar a Cerro per la meritata "pausa Brioche". Purtroppo ho dovuto desistere perchè la paciarina sulla strada provinciale era di un inquietante color marrone e le auto, che mi superavano, alzavano delle vere e proprie onde anomale e rischiavo di soccombere ad esse.
Ho girato la verdona e mi sono lanciato in discesa, poi ho girato a Praole e mi sono fatto, con la dovuta prudenza, la discesa verso Lugo. Fin qui sono riuscito a non bagnarmi esageratemente e a non soffrire troppo il freddo. La botta finale, invece, è stato il tratto Lugo-Marzana che mi ha letteralmente bagnato e fatto desistere dal fare un altro Piccolo Stelvio per chiudere alla grande una bella uscita sulla neve.
Domani, sperando che le strade principali siano meno bagnate, salirò sull'Eurostar Turnover per fare una bella sgroppata fino ai miei possedimenti lacustri, magari in compagnia del Marcante. Spero di onorare la "pausa brioche" domani, visto che oggi, cn mio profondo rammarico, è saltata causa avverse condizioni meteo.
Hola a todos!!!
Stamattina ore 7.20 breve giro di SMS e vengo a sapere che il Conte Savoia nol ghe nà banane de salire sul treno Turnover e se ne torna a letto.
Anch'io son tentato, più che altro perché a guardare fuori dalla finestra del bagno, il cielo è tutto coperto, sui vetri e sui tetti delle automobili parcheggiate nella via ci son un paio di centimetri di neve, ma decido lo stesso di vestirmi e mi faccio una colazione nutriente a base di caffelatte, biscotti e cereali.
Salito in bici, comincio a pedalare in direzione Grezzana, quando arriva un treno Turnover abbastanza poco rappresentato dai miei compagni di squadra, ma soprattutto dagli amici del GC Grezzana, con tanto di presidente presente nel gruppo.
Solito tragitto breve in direzione lago, cioè Verona Ponte Catena, diga del Ceo, Bussolengo, salita del Flover a tutta, Lazise e Bardolino, dove i vagoni del GC Grezzana non ci sono più e lo sparuto gruppo dei Turnover - oggi senza Remo Rossi - attacca il Pigno a ritmo medio, col Lucio Bellorio e il Mirko Lavagnoli davanti, mentre dietro tutti gli altri, in 7-8 per la verità.
In cima al Pigno ci ricongiungiamo con l'Avvocato in sella alla MTB Merlin in titanio, aspettiamo 2-3 minuti, non ne arrivano altri e così ripartiamo in direzione Affi con le nostre divise rosse bianche e azzurro.
Rientro "tranquillo" per Sega di Cavaion, Domegliara, San Pietro in Cariano, Parona, Lungadige Attiraglio e poi in cinque ultimi irriducibili, io, il Lucio, Mirko, Malascorta e Soprano ci "concediamo" l'ultima salita di giornata, cioè i Mondiali, mentre rimaniamo io, il Lucio e Malascorta per il pezzo finale sulle Torricelle e la discesa dei Cavalli, abbastanza sporca e infangata di neve.
All'arrivo a casa un bagnetto in tempo zero, vestizione veloce e partenza in direzione Coda di Alcenago, dove il menu prevedeva lasagna al forno, leggi pasticcio per i veronesi, verdurette in padella e lesso ed infine torta Daim dell'Ikea come dolcetto finale.
Il ciclocomputer dice 87 km ai 28,7 km/h, cadenza media ad 84 pedalate al minuto e la maggioranza dell'uscita fatta a ritmo medio, quindi ottimo allenamento anche oggi, un po' meno invece per la forma fisica il pasticcio e la torta Daim, secondo le parole di Roman Kreuziger, ma va ben così.
Stamattina rapidissima occhiata a Cyclingnews.com per vedere cos'è successo nel fine settimana. A parte tutte le squadre ProTour in giro per il pianeta e soprattutto nell'emisfero australe per fare le varie gare al caldo australiano o tropicale, in questi giorni le più modeste squadre professionistiche italiane si stanno cimentando col giro della Provincia di Reggio Calabria.
Ieri Ale-jet, al secolo Alessandro Petacchi, ha calato la sua prima vittoria stagionale, tra l'altro la prima in assoluto con la maglia della Lampre.
Ieri durante il mio giro sul Freccia Rossa Turnover la temperatura è oscillata sempre tra 1-2°C, mentre questi qua a Reggio Calabria se ne vanno a fare la volata in pantoloncini e maniche corte!
Cercando sul web, son riuscito a trovare la temperatura massima di Reggio Calabria, cioè +15.8°C. Alla faccia!
Stamattina quando son salito in macchina per fare il giro scuolabus, segnava -5°C. Su ad Alcenago il sole era eccezionale e cominciava a scaldare qualcosina, ma ci vorrà tutto il giorno per andare sopra lo zero. Alché scatterà quasi sicuramente un giretto sciogligambe...
Stamattina è arrivata dalla Cermania la chiavetta USB-IRDA, cioè il gadget tecnologico che consente di travasare i dati del nuovo acquisto, il ciclocomputer Polar CS400, dentro il computer e nello specifico nel software della Polar, il ProTrainer 5, studiato appositamente per la cosa.
Di chiavette, tanto per intenderci, esiste quella originale della Polar, che costa la modica cifra di 50 Euro e poi ci sono tutte le altre, che montano lo stesso chip IrDA della Dataman e che funzionano esattamente come quella della Polar, solo che costano un ordine di grandezza in meno...
Risultato? Vai su Ebay ed il gioco è fatto. I dati della prima settimana di acquisizione di giri in bici col CS400, li ho travasati dentro il PC si e no in un minuto.
La quantità di dati acquisiti e riversati è impressionante: la curva di altitudine, di cadenza di pedalata, di frequenza cardiaca, la velocità ogni 5 secondi di ogni giro in bici. Roba su cui l'Anonimo può sognare di farsi le pippe vere, altro che quelle mentali con l'Excel!
E adesso l'Anonimo che farà? Si parla già a breve dell'emissione dell'Anonimo Excel Bond a tasso fisso del 5% per 36 mesi, in fiorini conteali, per consentire all'atleta Turnover di reggere il passo tecnologico...
Stasera son un po' pigro, così riporto integralmente le parole del Fix, prese dal blog degli Aspetime.
Questa sera per problemi di lavoro ho dovuto posticipare la partenza di una bella mezzora, ricevendo solo notizie da Diego che per problemi di lavoro non riusciva ad esserci, sono partito con la dovuta calma e ho deciso di fare un percorso privo di strade sterrate.
Passando da Vendri, Novaglie, fino ad arrivare a Montorio, solo che li', in lontananza ho visto scendere dal monte due faretti in velocità. Indovinate chi ho trovato? Orlandi e Tenuti che stavano facendo il consueto giro che Paolo ha tracciato nel suo percorso notturno. Con estrema felicità mi sono unito al gruppo e ho concluso con loro l'uscita.
Per la cronaca, il giro completo è stato di circa 26 km e per l'esattezza: Quinto-Vendri-Nesente-Novaglie-Torresin-Mizzole-via Ponte Verde-Castel di Montorio-Torresin-via Pradelle-Santa Maria in Stelle-Piccolo Stelvio in 10'-Mezzomonte-Grezzana-Quinto.
Ieri sera per il Marcante, prima volta del 2010 sulle curve del mitico Piccolo Stelvio in compagnia dell'Orlando e del Fix J. L'ascesa è stata fatta tutta ad una frequenza di pedalata altissima, per non forzare mai la muscolatura e conseguentemente il tempo che ne è derivato non può essere basso, ma ne ha beneficiato enormemente l'esercizio cardiaco e la respirazione.
Così mi viene in mente una delle volte che l'ho fatto nel corso del 2009, cioè quella volta che l'ho fatto con mio figlio Enrico.
E' infatti di ormai sei mesi fa il debutto di Enrico, anche se in discesa. L'emozione era forte quel giorno, perché era la prima volta che pedalava con la sua Scale JR 20", arrivata in quel di Quinto giusto la sera prima, direttamente dall'Officina Rodella. Ci voleva insomma un debutto all'altezza della situazione e il Piccolo Stelvio era davvero il battesimo di fuoco per Enrico e la sua nuova bici.
Le foto lo ritraggono sabato 8 agosto per la prima volta sulle diciannove curve a gomito sterrate appena sopra la chiesa di Santa Maria in Stelle.
Enrico, la salita se l'è fatta tutta in sella e fuori sella da Sezano fin su a Mezzomonte, in parte grazie alla prodigiosa spinta sulla schiena di papà Marco, così come il brevissimo tratto al 15% che introduce verso i tornanti della Gualiva o fa scendere verso la bianca carrareccia. A Mezzomonte la doverosa pausa per un sorso dalla borraccia, come ci si aspetta da tutti i ciclisti professionisti e non.
Da lì in poi è tutta discesa, solo che non è proprio per tutti il Piccolo Stelvio in discesa, che in alcuni punti, soprattutto quelli più in cima, che presenta piccole canalette e sassi smossi, che mettono sicuramente in difficoltà chi non ha mai affrontato uno sterrato lievemente accidentato.
Enrico, superate le prime difficoltà con titubanza e soprattutto le insopportabili raccomandazioni ed i noiosi ammonimenti di un papà troppo esigente, mano a mano che scende prende sempre più confidenza col fondo accidentato e la velocità di percorrenza comincia ad essere sostenuta. Così se ne vanno ad uno ad uno i più bei tornanti della Valpantena sterrata e la chiesa di Santa Maria in Stelle è purtroppo già lì che scorre alla nostra sinistra.
Arrivati in fondo la soddisfazione è già elevatissima: anche Enrico ha assaggiato la terra del Piccolo Stelvio, come i grandi della MTB, senza che vi dica nulla, scrivo solo Roel, il cognome lo completate voi. Foto di rito per questo caldo pomeriggio d'agosto: tutta un'altra storia rispetto ai freddi di quest'inverno.
Per oggi il programma iniziale prevedeva di attendere le ore centrali della giornata per andare a pedalare ed invece il tempo già reggeva verso le 8.00, così ho ceduto alle sirene del Conte, il quale mi invitava ad andare in MTB prima a Porta Vescovo, dove l'appuntamento era col Radu e poi a Ponte Catena, per raccogliere eventuali altri personaggi del team Focus.
E così troviamo solo il Walter, che sfoggia però una bici da corsa marchiata Focus nuova di zecca!
Così il percorso previsto non subisce particolari modificazioni, ma esclude definitivamente eventuali varianti sterrate, a causa delle ruote strette di Walter.
Facciamo così la salita della Cola, col Conte Savoia e Walter a far da battistrada, mentre io e il Radu cerchiamo di difenderci da dietro, abbastanza alti coi battiti.
Una volta scollinato alle Volpare e alle Case Vecchie, ci buttiamo a capofitto verso Grezzana, col Radu costretto a scendere lentamente per la pressione bassa del tubeless anteriore, cosa che verrà corretta con una pompatina una volta arrivati nella capitale della Valpantena.
Svolta a sinistra in direzione Busoni e Rosaro, dove attacchiamo la salita del Pilon. Qui il ritmo costante è interrotto prima dalla mia fischiatina e poi dalla telefonata dell'Anonimo, ancora alle prese coi problemi esistenziali tra tubeless e camere, tra freni V-brake e disco.
Tornati sulla provinciale in direzione Cerro Veronese, il Radu, sornione più che mai, dall'ultima posizione e con parecchi metri di ritardo sul duo Savoia-Walter parte da dietro a mo' di locomotiva e sbuffa prima a 160, poi a 170 che al cartello di Cerro Veronese abbiamo ormai tutti la padella in canna.
Scatto del Marcante che cerca di affiancare il Conte per chiedere cosa stia succedendo e con brevi cenni fa intuire che è partita la volata per la brioche. Il Conte Savoia è già ormai col 44/11 e il contachilometri passa da 35 a 43 km/h, io in scia non perdo l'attimo, mentre sul curvone del Belvedere a 100 metri dalla gelateria Primaneve la volata se la contendono Walter e il Radu, tutti allegramente fuori soglia e chi ha il cardiofrequenzimetro registra quota 180 battiti.
Doverosa pausa brioches con krapfen o cannolo al ciccolato e cappuccino di un buon 10 minuti. Si decide così di accompagnare il Radu giù per la Pissarotta, giusto per farlo andare in direzione Colognola ai Colli, così il canalone stretto lo affrontiamo a velocità belle alte, con la parte finale a velocità altissime per il Conte e il Radu, che fanno test e provano le scie in vista della Airon Bike.
Sciogliete le righe in quel di Montorio, dove ognuno va presso la propria abitazione.
Oggi le mie sensazioni sulla salita iniziale non sono state affatto buone, ma siamo ancora un po' lontani dal top della forma, che ci si aspetta non prima di fine di marzo.
Solo dopo un'ora e mezza il motore cominciava ad essere caldo e le sensazioni buone non si sono fatte attendere oltre.
Il Conte Savoia è invece sempre su un altro pianeta: sembra non fare proprio fatica sulla Verdona, ma se gli dai la Cayo bianca, non cambia praticamente nulla.
Anche per il 2010 siamo alle solite: i "vecchietti" son sempre più incazzati e cattivi che mai e noi "ciovani" arranchiamo, tenendo si e no la ruota...
Eccomi qui a raccontare l'uscita stradale di questa mattina con obliterazione di un biglietto di solo andata sull'Eurostar delle Lessinia. E' doveroso premettere che avevo dichiarato nei giorni scorsi che avrei acceso la bagarre in almeno 3 tratti in salite nell'avvicinamento ai miei possedimenti lacustri e, da buon nobile, non potevo venir meno alla parola data.
Alle 8,30 sono andato incontro all'Eurostar e praticamente sono salito alla Stazione Centrale Turnover.
Man mano che scorrevano i km. salivano altri ciclisti fintantoché dopo la Diga si contavano già oltre 60 vagoncini scalpitanti. Folta rappresentanza del Focus Team e del PFC, praticamente quasi al completo. Del PFC si è potuto notare la presenza imgombrante del Miglio, poi capirete il perchè, e di uno stranamente svuotato Papataso (ipotesi che aleggiano nei corridoi dei palazzi che contano narrano che questo calo sia dovuto al centinaio di km. percorsi insieme all'Anonimo Zurlì nel pomeriggio di ieri oppure ad una disquisizione con Edo sulla bontà dei Pampers o sull'unica nota stonata della rientrata Focus Cayo del garagetto di Via Pontesello: un'inguardabile guarnitura Durace grigio topo che spicca come un fulmine a ciel sereno sulla restante componenistica nera/bianca/rossa).
Dopo la Diga praticamente non ho potuto fare a meno di lasciare solo soletto il Miglio e quindi mi sono affiancato a lui...errore fatale. Il ritmo si è alzato sensibilmente e la prima vittima è stato il mio cardio che si è azzerato e si è rifiutato di rilevare la mia frequenza cardiaca.
Dopo l'attraversamento di Bussolengo, il Miglio mi ha rammentato la mia promessa e io l'ho tranquilizzato iniziando una progressione proprio all'altezza del Flover che ci ha portato allo scollinamento ad un ritmo veramente alto. Ma, non contento di quello che avevo già fatto, sempre con la complicità del Miglio, ho mantenuto il ritmo elevato sino a Lazise ove abbiamo rifiatato un attimino prima di sparare un'altra cartuccia sulla salita prima di Cisano. Alle 9,46 eravamo già a Garda riuscendo comunque anche a salutare Davide e Fabio dello Sculazzo Team. All'inizio del mangia/bevi tra Garda e San Viglio, ho sfruttato la scia dell'inossidabile Avvocato e sono partito per tener fede alla promessa fatta aumentando ulteriormente il ritmo fino a San Vigilio ove ho visto un 43 km/h sul mio Polar.
Soddisfatto di quanto fatto fino a quel momento, mi sono fatto la Torri/2° bivio ad un ritmo medio/alto, mentre vedevo davanti a me un imperioso Miglio che andava su ad un ritmo impressionante insieme ad altri due personaggi. Sinceramente sero già pago delle tirate di prima e le gambe non volevano spingere oltre... molto più sagge del mio cervello... prima di entrare ad Albisano ho potuto vedere un ottimo rientro di Walter al suo secondo giorno su una BDC ed anche quello del Radu, con cui ho concluso quasi appaiato l'arrivo al secondo bivio. Ricompattamento del PFC e, dopo essere scesi dall'Eurostar, ci siamo avviati allegramente verso la meritata e obbligata pausa brioche ad Albarè.
Poi abbiamo ripreso la strada di casa con il solito giro di avvicinamento via Valpolicella con divagazione finale, insieme al Marcante, a Montorio nella speranza di vedere la sua famiglia in maschera e l'Anonimo Zurlì. Giro chiuso con 118 km/h tosti ma gratificanti. Dalla settimana prossima in programma uscite più tranquille per preservare una buona gamba "che tira dal de drio" per il debutto all'Airon Bike. Un saluto a tutti i compagni del PFC e in particolar modo al Maga, al Damiano, al Fabio Veronese e Roby Riolfi che era da molto tempo che non ci si vedeva sulle strade.
Hola a todos!!!
(ringraziamo il Papataso per le foto di oggi)
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