Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Domani ho deciso di risparmiare sul carburante e me ne tornerò a casa dal mare in bici. Non sto qui a spiegarvi nel dettaglio perché risparmierò sul carburante, ma sostanzialmente siamo qui al mare in sei persone e sulla macchina ce ne stanno cinque. Solo che ho con me la bici da strada...
Il meteo pare volermi bene, nel senso che la temperatura nelle ore centrali della giornata sarà sui 30-31°C, ma quantomeno ci sarà il vento a spingermi da dietro, stando alle previsioni previste.
Questo percorso in solitaria ha come doppio obiettivo quello di stare in sella il più possibile in vista della Salzkammergut Trophy, in programma per sabato prossimo, e quello di stabilire il mio personale in termini di chilometri in un solo giorno.
Il problema sarà quello di far durare la carica del telefono per tutte quelle ore, per cui penso che accenderò Whatsapp ed il live tracking solo durante le pause, in modo da far sapere agli amici più intimi dove mi trovo.
Il percorso prevede comunque di risalire la costa adriatica fino a Ravenna e da lì in poi mi sposterò prima verso Ravenna, poi attraverserò il Po a Pontelagoscuro ed infine risalirò il Basso Veronese da Bagnolo di Po, sfiorando Castagnaro e puntando verso Aselogna, Cerea e Bovolone.
Tifate per me e a domani!
Appena ho un po' di tempo, ho in mente di scrivere qualcosa sulla bellissima esperienza della Salzkammergut Trophy 2014.
Una situazione, quella di una gara così drammatica, in cui ho imparato tante cose nuove, perché è proprio vero che non si finisce mai di imparare.
Prima però che me ne dimentichi, voglio ringraziare pubblicamente quel signore che mi è stato sempre vicino, a ruota e davanti per tutte quelle ore, Paolo Orlandi, familiarmente battezzato Zio Paolo, da quando abito a Grezzana.
Nella foto sotto lo vedete dietro di me, quando ormai anche lui stringeva i denti per la gran botta presa in un volo nel bosco, ma nel finale di gara ne avevamo tutti e due e così abbiamo tirato sulle parti pianeggianti, riuscendo a recuperare proprio una o due posizioni negli ultimi chilometri, buon segno per il morale.
Anche se me la son fatta ovviamente con le mie gambe, grazie all'Orlando è stata meno dura del previsto. Grazie, Paolo, per tutto.
Sto cercando sulla baia un portatelefono da usare quando vado con la bici da strada. Con la mountain bike direi proprio di no, a meno che non si tratti proprio di un'uscita lungo gli argini dei canali o un giro in centro in città.
E' un accessorio che mi avrebbe fatto risparmiare un po' di tempo durante la famosa traversata della Padania di tre settimane fa, visto che le soste per fermarmi e controllare la cartina, nonché a scrivere su Whatsapp e su Twitter, sono state frequenti.
Ogni sosta comporta sempre di tirare fuori il telefono dalla bustina che tengo sempre in tasca ed in più scrivere con un touchscreen non è propriamente agevole con una mano sola.
Fatto sta che mi sono imbattuto in questa asta, dove direi che non manca niente sul manubrio: campanello, faretto, un altro attrezzo che non ho capito cos'è, l'immancabile SMARFON, la console della bici elettrica, nonché il tasto Turbo (o autodistruzione?)
Conosco Tony da almeno quindici anni, ma la sua passione per il ciclismo nell'affrontare missioni impossibili è cosa relativamente recente.
Ricordo che nel 2008 cominciava anche lui col alcune gare del Prestigio MTB, tra cui la Dolomiti Superbike, in sella alla sua Cannondale Scalpel.
Poi la sua è stata un escalation. Prima con un viaggio in MTB sull'Himalaya, poi nel deserto del'Atacama fino ad arrivare a quest'anno, col tentativo al Tour Divide.
Per chi non conoscesse il Tour Divide, è una corsa estrema in autosufficienza in mountain bike lungo la dorsale delle Rocky Mountains da Banff (nello stato dell'Alberta in Canada) attraverso la British Columbia e quindi USA (Montana, Idaho, Wyoming, Colorado e New Mexico) fino al confine con il Messico con una lunghezza di 4.400 km e con 44.000 metri di dislivello positivo.
Quest'anno la cosa si è tradotta un ritiro, ma vi lascio alle sue parole.
Con me dall'Italia c'era Daniele Modolo, ironman che ha fatto tutto l'estremo che esiste al mondo, a piedi e in bici!
Il patto proposto da lui era: si parte assieme e si ritorna assieme. E' successo che già il secondo giorno ha cominciato ad avere problemi al tendine di Achille, poi al quadricipite dell'altra gamba, poi non potendo alzarsi dalla bici per il dolore ha cominciato ad avere problemi al sottosella.
Alla fine ci siamo fermati per cambiare il cuscinetto del movimento centrale della sua bici e si è accorto che era rotto il telaio! La decisione, sofferta ovviamente dopo aver pedalato per 8 giorni il tratto più difficile di circa 1.100 km, è stato il nostro ritiro.
Peccato perché stavo bene e avrei continuato... ma non da solo però! Il percorso è veramente estremo, senza vita alcuna a parte quella animale e se ti succede qualcosa sono "mazzi"!
I problemi che ha avuto, secondo me, sono stati causati da tutta l'acqua e il freddo e la neve che abbiamo incontrato: un vero martirio! Guardati i filmati...
Questi i video su Youtube, non ancora condivisi.
Ho trovato questa solo sabato, quando mi sono messo a svuotare la SD dentro la fotocamera: è uno degli scatti fatti da Enrico e ritrae il sottoscritto e lo zio Paolo che tagliano il traguardo della Salzkammergut Trophy '14.
La domanda che mi sono fatto subito, vedendo la mia faccia tutta infangata e quella di Paolo praticamente pulita, è: "Ma Paolo si è fatto anche la doccia in cima alle ultime salite, mentre stava ad aspettarmi"?
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