Conosco Tony da almeno quindici anni, ma la sua passione per il ciclismo nell'affrontare missioni impossibili è cosa relativamente recente.
Ricordo che nel 2008 cominciava anche lui col alcune gare del Prestigio MTB, tra cui la Dolomiti Superbike, in sella alla sua Cannondale Scalpel.
Poi la sua è stata un escalation. Prima con un viaggio in MTB sull'Himalaya, poi nel deserto del'Atacama fino ad arrivare a quest'anno, col tentativo al Tour Divide.
Per chi non conoscesse il Tour Divide, è una corsa estrema in autosufficienza in mountain bike lungo la dorsale delle Rocky Mountains da Banff (nello stato dell'Alberta in Canada) attraverso la British Columbia e quindi USA (Montana, Idaho, Wyoming, Colorado e New Mexico) fino al confine con il Messico con una lunghezza di 4.400 km e con 44.000 metri di dislivello positivo.
Quest'anno la cosa si è tradotta un ritiro, ma vi lascio alle sue parole.
Con me dall'Italia c'era Daniele Modolo, ironman che ha fatto tutto l'estremo che esiste al mondo, a piedi e in bici!
Il patto proposto da lui era: si parte assieme e si ritorna assieme. E' successo che già il secondo giorno ha cominciato ad avere problemi al tendine di Achille, poi al quadricipite dell'altra gamba, poi non potendo alzarsi dalla bici per il dolore ha cominciato ad avere problemi al sottosella.
Alla fine ci siamo fermati per cambiare il cuscinetto del movimento centrale della sua bici e si è accorto che era rotto il telaio! La decisione, sofferta ovviamente dopo aver pedalato per 8 giorni il tratto più difficile di circa 1.100 km, è stato il nostro ritiro.
Peccato perché stavo bene e avrei continuato... ma non da solo però! Il percorso è veramente estremo, senza vita alcuna a parte quella animale e se ti succede qualcosa sono "mazzi"!
I problemi che ha avuto, secondo me, sono stati causati da tutta l'acqua e il freddo e la neve che abbiamo incontrato: un vero martirio! Guardati i filmati...
Questi i video su Youtube, non ancora condivisi.
Nessun commento trovato.