Di Marco Tenuti (del 16/02/2012 @ 14:00:26, in MTB, linkato 797 volte)
Tra tutti i biday che non mi sono mai fatto mancare da quando sono "ciclista professionista", non ho mai fatto fatica come ieri, nel senso che non ero affaticato o stanco, ma era l'andare in bici una cosa sovraumana. Me pareva de esser Don Chisciotte contro i mulini a vento. A volte ti si insinua il dubbio che Eolo, la figura mitologica dei venti, sia lì sopra che guarda te, improvvido ciclista, e decida di farti impazzire, soffiandoti il vento in faccia, qualsiasi sia la tua direzione. Ben presto ho però capito che, per mia fortuna, non era così. Il senso era proprio unico ed io non ero sulla circonferenza dell'uragano a pagaiare controcorrente...
Ho sceso la Valpantena senza problemi, anzi con leggero vento a favore. Qualche cattivo presagio l'ho intuito all'attraversamento della galleria prima di Teatro Romano: una galleria del vento, che mi ha fatto pentire di non avere la Foil. Da Ponte Catena in poi, robe impossibili. Non mi era mia capitato di fare Lungadige Attiraglio alla velocità media dei 23 km/h ed essere fuorisoglia. La direzione del vento era proprio da ovest verso est, ma era qualcosa di veramente sostenuto. Mi son detto: "speriamo che continui così, devo solo guadagnarmi la costa del lago, così poi mi spinge a casa e speriamo di non esser sfortunato come Anonimo". Sul Lungadige nessuno nella mia stessa direzione: tutti nella direzione opposta con la coda fra le gambe. Evidentemente tutti stavano battendo in ritirata dopo averci provato.
Io, duro e puro, da bravo biker, ci ho creduto. Se ho portato a termine tante gare più o meno impegnative, porterò a casa anche questa, mi son detto. Ho però "mangiato la foglia" percorrendo la ciclabile verso Bussolengo: l'acqua del canale tendeva a crespare, cosa mai vista!
Solo che era impossibile stare in strada. Superata la località Sacro Cuor, a soli 4 chilometri da Lazise, ho rinunciato all'obiettivo di giornata, cioè Lazise e Bardolino e conseguente salita del Pigno. Era troppo rischioso cercare di andare a 30 all'ora con le raffiche di vento impetuose: per almeno tre o quattro volte mi son ritrovato a riprendere la bici storta dalla folata. E poi ti sfilano le macchine a velocità ben più sostenute. Per via del vento in direzione opposta, sarebbe logico starsene un po' al centro della strada ed evitando di rischiare di cadere giù dal ciglio della strada, però aumentando il rischio di essere sfilato dalle macchine. Non era il caso di insistere.
Così ho girato a destra ed ho fatto la strada interna verso la Colombara in direzione Calmasino. Appena me son girà verso Verona, me pareva de averghe sotto el Gruber: 35 km/h senza pedalare e pedalando un po' 45 km/h e giù dai cavalcavia anche i 55 km/h senza spinger troppo forte. Peccato che da Borgo Venezia fino a casa, mi son sentito di nuovo Don Chisciotte. In Valpantena la direzione era nord-ovest verso sud-est, quindi tornarsene a Grezzana era l'ultimo GPM di giornata.
Per gli amanti dei numeri, chilometri totali della tappa 70,7, frequenza media cardiaca di 154 bpm HR, 2038 kcal, velocità media penosa 27,7 km/h (media dell'andata di 26,1 km/h, contro i 31-32 km/h quando si è da soli), temperatura eccellente (12°C al sole).
Per esempio el Flover l'ho salito ad una velocità paragonabile a quella con cui si sale al Pian de Castagnè e si che il Flover andrebbe attaccato ai 30 km/h e andrebbe concluso almeno ai 23 km/h, non ai 15 km/h!
Arrivato a casa mi son pesato e se ne erano andati 2 kg lordi di sudore: il vento ti disidrata come una prugnetta della California. In compenso quando si ha il vento a spalle, la bici va dritta come uno schioppo.
Solo a sera apprendo dal TG3 regionale che proprio la zona del Basso Lago veronese è stata interessata da fenomeni ventosi e alcuni danni materiali ed anche ad alcune barche ormeggiate proprio a Lazise e Bardolino. Anche il quotidiano di Verona, L'Arena, riporta proprio un articolo nella versione online. Parrebbe proprio essere che ho corso un certo rischio a spingermi in zona Lago.
D'ora in poi dovrò chiedere all'Oracolo de Senago di sapermi dire qualcosa anche sul vento!
Di Marco Tenuti (del 18/02/2012 @ 00:24:34, in auto, linkato 1997 volte)
Girano sulla rete già da un po' di tempo alcuni rendering di come potrebbe essere l'M3 della sesta generazione, il cui nome in codice è F32 (F30 è il codename della berlina).
Probabilmente queste speculazioni andranno moltiplicandosi nei mesi a venire, visto che la Serie 3 in versione sia berlina che station è già stata presentata sul mercato, per cui la coerenza del desing della serie non dovrebbe essere disattesa.
La più muscolosa delle M3 probabilmente abbandonerà questa volta l'otto cilindri a V (codename S65) che non ha riscosso grandissimo consenso tra gli appassionati, vuoi perché alcune versioni turbodiesel della Serie 3 precedente, in primis la 335d, non hanno molto da invidiarle in fatto di coppia e accelerazione. La 335d, proprio in virtù dei 580 Nm, le consentono di scattare nello 0-100 km/h in 5,9 secondi.
Con l'edizione della F32 vedremo probabilmente una tremila benzina in versione triturbo, un'unità derivata dal propulsore che equipaggia l'attuale BMW M5 (S63 V8), per una potenza non molto superiore dall'attuale serie, cioè una trentina di cavalli in più che la farebbero arrivare a 450 CV, ma molto probabilmente una coppia notevolmente rivista verso l'alto, cioè dagli attuali 400 Nm verso i 600 Nm. L'ultima versione dell'M3 si attesta infatti a ben 680 Nm, grazie al suo 8 cilindri a V sovralimentato da ben due turbine.
I rumours parlano anche di un cambio a doppia frizione, cosa molto in voga tra le sportive di ultima generazione.
Di Marco Tenuti (del 18/02/2012 @ 14:11:32, in MTB, linkato 760 volte)
Il Biondo pedala senza numero il percorso della quinta edizione del Trofeo San Valentino a Locara, organizzato dai Ciclotazze e pedala assieme agli immediati inseguitori della testa della corsa.
Di Marco Tenuti (del 20/02/2012 @ 10:39:16, in MTB, linkato 1302 volte)
E' arrivato da qualche giorno da Chesini la versione 2012 del telaio da 29 pollici che il produttore veronese propone per la mountain bike agonistica e non solo, il Chesini Sengia R.
Le grafiche del telaio propongono qualcosa di interessante sia negli accostamenti cromatici, che nella denominazione del prodotto, cioè Chesini Sengia. Rimaniamo in attesa di comprendere bene la denominazione esatta dal produttore, visto che il tubo diagonale indica a caratteri molto grandi il brand Griez, già visto su una precedente versione da 29", mentre sul seat tube campeggia una R rossa, che dovrebbe stare indicativamente per "racing".
Stando alle parole del Conte, anche lui quest'anno arruolato nelle fila del team Chesini, è in via di allestimento proprio in queste ore una bici test basata su quel telaio, con un equipaggiamento di prim'ordine e accessori KCNC.
Di Marco Tenuti (del 20/02/2012 @ 10:52:25, in MTB, linkato 1534 volte)
Sabato mattina ho abbracciato volentieri la bici da strada per pedalare in compagnia degli amici Pezzo e dello zio Paolo e farci una scorpacciata di salite, tra le più classiche dell'est veronese.
Siccome la stagione era ancora freddina, la proposta di Michele Pezzo, elaborata sulla base di una precedente proposta del fratello Andrea, è stata quella di infilarci dentro un sacco di salite a quote relativamente basse e non eccessivamente irte, ma che a fine giornata hanno totalizzato un allenamento assolutamente degno di un granfondista.
Elenchiamole brevemente:
Montorio-Pian di Castagné
Ponte sul Vago-Mezzane di Sopra-San Vincenzo
Illasi-San Felice
Cazzano-Monti
Roncà-Monte Calvarina
Senza dubbio l'ultima, oltre ad essere la più lunga, è quella più impegnativa, visto che ci si arriva avendo accumulato nelle gambe già mille metri di dislivello fatti non certo al ritmo medio o medio-basso, secondo tradizione Pezzo, ma tutte praticamente nell'ultima fascia di frequenza cardiaca indicata dai miei Polar.
E' successo pertanto che sul mio cruscotto si sono accese le spie di esaurimento dei carboidrati nel sangue, a causa anche di aver saltato un pasto il giorno prima: poco male, ho salito l'ultima salita al mio ritmo. Inutile dire che al ritorno abbiamo dovuto fare pausa ad un baretto in quel di Caldiero, per riuscire con successo nel rientro in media Valpantena.
Alla fine della fiera ho portato a casa 119 chilometri e superando il tetto dei primi 1000 km stagionali, cioè già un buon viatico per pedalare bene alla prima gara dell'anno, che scatterà in Toscana il 18 marzo, cioè la Granfondo di Monteriggioni nel senese.
A casa mia la lavastoviglie è arrivata da poco, solo ad ottobre scorso. Nell'economia generale della gestione domestica è indubbio che questa novità sia un grosso passo in avanti, in primo luogo per il tempo risparmiato a favore di altre faccende domestiche, in secondo luogo per una questione prettamente estetica - si toglie alla vista il classico casino di stoviglie sporche nel secchiaio - ma si introducono senza dubbio nuovi costi nel bilancio familiare. Vediamoli:
costo dell'acqua, che sarebbe negativo tenendo conto che qualsiasi lavaggio a mano è considerato più dispendioso di quello di una moderna lavastoviglie
costo per l'energia elettrica, che andrebbe controbilanciato dal risparmio sul gas consumato per scaldare l'acqua calda (per completezza sarebbero da tenere in considerazione anche alcune lavastoviglie che danno la possibilità di pescare direttamente l'acqua calda)
costo per il detersivo specifico per lavastoviglie inclusivo di brillantante (contro il detersivo per il lavaggio a mano)
costo per i sali minerali appositi, da ricaricare con una certa periodicità
costo per il trattamento di "lavaggio" della lavastoviglie con periodicità mensile
costo di ammortamento dell'elettrodomestico
eventuali costi per riparazioni
Stando all'articolo che ho trovato sul sito di Kitchens, il consumo medio di una lavastoviglie moderna è di 15 litri e circa 1 kWh, il chè significa che in termini economici un giro di lavastoglie è di circa 13 centesimi per il detersivo, considerata l'equivalenza tra una pastiglia e la dose liquida da 20 millilitri/grammi.
Su questo, in cui ci si attiene a livelli più alti, cioè tra 1,4 e 1,8 kWh sempre per il ciclo lungo di una lavastoviglie moderna.
In questa letturaVivi Con Stile di Lega Ambiente stringe la forbice tra 1,4 kWh e 1,6 kWh.
Consideriamo pertanto i soli costi di esercizio ed escludiamo l'ammortamento e la manutenzione:
risorsa
quantità
importo
acqua
15 litri
-
detersivo
20 grammi
0,13 cent
corrente elettrica
1,5 kWh
0,30 cent
trattamento lavaggio
Â
0,10 cent
totale
Â
0,53 cent
Se cercate un calcolatore di costo dell'energia elettrica, vi rimando a questo calcolatore, che ho trovato sul sito Quale Tariffa. Io ho presupposto che un kilowattora si attesti sui 0,20 cent, ma ultimamente anche questo prezzo sta schizzando verso l'alto.
Per tagliare la testa al toro sono incappato sull'articolo "definitivo", cioè quello che prende in considerazione l'intenzione della lobby dei produttori di elettrodomestici e le loro argomentazioni contro le questioni utilitaristiche ed ambientali. Ora l'articolo non pretende di essere effettivamente la fonte della verità al riguardo, ma per certi versi tutta una serie di parametri, come la vita media di una lavastoviglie, il costo dell'energia elettrica e la quantità di detersivo usata ogni volta che si carica la lavastoviglie, sono tutti verificabili e calcolabili autonomamente da parte di noi consumatori.
Vi rimando pertanto alla lettura che ho trovato sul sito Vivi Con Stile di Lega Ambiente: trovate degli ottimi suggerimenti per ridurre ulteriormente il consumo in termini energetici della lavastoviglie andando a questo articolo.
Di Marco Tenuti (del 21/02/2012 @ 00:56:13, in MTB, linkato 1497 volte)
Dopo averli presentati ancora agli ultimi campionati del mondo di cross country sulla Epic S-Works di Jaroslav Kulhavy, ecco finalmente disponibili per le masse i comandi rotanti a 10 velocità.
Saranno disponibili a partire da aprile 2012 sia in versione XX, che in due colorazioni per XO, stando alle foto che stanno girando da qualche ora sul web.
Si parla di 200 Euro di prezzo di listino per la versione XO e di 250 Euro per la versione XX. Quindi il "10 velocità rotante" non sarà propriamente per le masse... parevano cari i rotanti di Sven sul suo sito Fantic26, invece con questo prezzo di listino, quelli del tedesco sono pure "economici"!
Generalmente dovrebbe essere il template corrente a prevedere di avere una propria favicon da mostrare a fianco della barra degli indirizzi o come etichetta dentro il pannello del browser.
In Joomla! 2.5 è pertanto necessario andare dentro la cartella del template:
templates/il_tuo_template/
e sostituire il favicon preimpostato con una nuova icona sempre di nome favicon.ico. Tale icona dovrebbe contenere auspicabilmente tre versioni dell'icona, in attesa di vedere cosa succederà tra breve nell'evoluzione dei browser:
Di Marco Tenuti (del 22/02/2012 @ 11:04:01, in rally, linkato 1188 volte)
Il buon Caste di Povil Race Sport, il sito di rally su cui ho lavorato in queste ultime ore, è andato a vedersi nello scorso weekend il 3° Ronde della Val d'Orcia.
Già è un rally molto impegnativo in quanto è tutto su terra: correrlo poi con le montagne di neve ai lati non ha praticamente prezzo... quasi fossimo su una speciale con la neve sciolta dello Svezia.
Trattasi del primo passaggio sulla SS1, dove a condurre è Gavino Carta navigato da "Lady Tuning". L'equipaggio, a bordo di una Impreza N14 in categoria N4, ha dato del filo da torcere alle ben più potenti WRC come la Citroen Xsara di Taddei e di Hoelbling.
Di Marco Tenuti (del 24/02/2012 @ 16:35:42, in social, linkato 1304 volte)
Ho ricevuto qualche giorno fa uno dei tantissimi messaggi di e-mail marketing, a cui non sono assolutamente interessato, visto che, per mia fortuna, ho già una signora laurea ed ho anche un bel lavoro. Si tratta dell'ennesimo spot del CEPU, che mi viene a dire "Lavori ma sogni di laurearti"?
Dall'opinione pubblica la percezione è ben diversa. Quello di avere una laurea è probabilmente l'ultimo dei problemi nel mondo del lavoratori. Abbiamo invece la situazione opposta, cioè migliaia e migliaia di laureati che cercano disperatamente lavoro.
Magari alcuni hanno una laurea di cui non sanno che farsene perché il mercato del lavoro offre ben altro, quindi pensando al proprio futuro forse sarebbe il caso di mettere da parte alcune proprie aspirazioni e di fare più oculatamente le proprie scelte. O di reinventarsi o quantomento di mettersi un po' in discussione.
Ma sono in tanti, anzi in tantissimi, laureati, che sono già trattati come degli schiavizzati, quindi ancora una volta della vostra laurea - e soprattutto di quella del CEPU - nessuno terrà purtroppo conto.
Chiaro che non sto giustificando l'andazzo della nostra società, ma fintantoché non ricominceremo a fare piazza pulita nel mondo del lavoro, della giustizia, della politica e a riaffermare il principio del merito e delle capacità professionali ed umane, non andremo molto lontano.
Se solo il CEPU cambiasse business e trovasse un "signor lavoro" a tutti i laureati, facendo un serio recruiting per le aziende, farebbe affari d'oro...
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