Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Alle 18.30 è giunto il momento di incamminarsi in discesa verso il primo tornante nel senso opposto alla prova, verso Moulinet. La gente appostata non è moltissima e pare che si possa stare perfino sull'interno tornante, visto che comunque i concorrenti provengono dal fondo valle e non c'è pertanto alcun pericolo particolare. All'interno ci sono dei piemontesi, che hanno preparato un fuoco bello caldo dentro un secchio di lamiera e non molto lontani ci esibiscono non solo il caldo del loro fuoco, ma anche un po' di grappa di loro produzione, mentre si susseguono le varie vetture apripista tutte del gruppo Renault, com'è ormai tradizione da anni al Monte Carlo. Fa una certa impressione l'ultima Megane Coupe, che, a detta del Fit, è a trazione integrale. La spinta della macchina è comunque molto poderosa e lo scarico abbastanza libero fa il resto, per farla sembra una vettura davvero cattiva.
Ed ecco finalmente il primo concorrente rimbombare nel fondo valle, mano a mano che affronta i tornanti in salita che portano sul Turini: è Toni Gardemeister sulla Peugeot 207 S2000 del team Astra - in realtà è la vettura della Racing Lions utilizzata da Paolo Andreucci per aggiudicarsi il titolo italiano rally 2010 - ad accecarci coi suoi fanali e staccare in prossimità del tornante. Io lo punto con la fotocamera proprio al centro del tornante, ma non mi ero adeguatamente preparato e la prima foto viene male.
Il Giova insiste sul fatto che sia io a scattare foto su questa prova e così metto a punto sia la sensibilità ISO a 1600 che il tempo di esposizione e cerco di sfruttare la quantità di flash professionali piantati nella neve e che mi garantiranno luce più che sufficiente per tutte le altre foto. I primi equipaggi passano assolutamente in maniera cattiva e precisa, come ci si aspetta da professionisti che si alternano tra mondiali rally e campionati nazionali come quello italiano, francese e inglese.
Invece mano a mano che i concorrenti sfilano, le vetture sono sempre una selezione delle migliori vetture in circolazione degli ultimi aggiornamenti nel mondo dei rally, ma la precisione e la maestria con cui viene effettuato il tornante va calando. Impressionanti sia le Citroen DS3 in versione R3T che le Abarth 500 R3T borbottanti, grazie ai loro motori turbocompressi a benzina, però opportunamente flangiati.
Nel frattempo arrivano i primi SMS, che ci preannunciano che Giandomenico ha segnato il quarto tempo assoluto nella prova a soli +1,4" dal vincitore della prova, il francese Vouilloz, seduto su una delle Skoda Fabia Super2000 ufficiali. Così non lesiniamo i nostri commenti a favore del nostro amico Gian, mentre ritorniamo a piedi dal tornante verso la sella del Col du Turini. Lì rivediamo i pazzi dei fratelli Camponogara, che sono già belli carichi di alcol, ma per questo ci saranno anche i carabinieri italiani chiamati dalla vicina Ventimiglia a dare una mano alla gendarmerie francese...
Praticamente arrivati sul Col du Turini, veniamo a sapere che Giandomenico piazza la zampata sulla successiva speciale, la Lantosque-Luceram. E' davanti a tutti, come ci si aspetta da un campione come lui, in grado di affrontare i contesti e le situazioni che cambiano. Grande prestazione, Gian!
Sul Turini è praticamente sagra nazionale, ma che dico, mi pare di essere allo stadio. Tutta l'Europa rallistica è più o meno rappresentata: ai lati della larga striscia d'asfalto delimitata da opportuni guardrail, ci sono gli italiani, dall'altra i francesi, ma c'è pieno ovunque di cechi e di portoghesi, venuti a tifare i rispettivi piloti, ossia Kopecky e Magalhaes, anche se quest'ultimo ha terminato il proprio Monte Carlo anzi tempo, a causa di violenta toccata nella prima tappa.
Ci sono anche parecchi belgi, ben organizzati con bandiere, graticole e camper, da quello che abbiamo visto, durante la breve camminata dalla macchina verso il passaggio: anche loro venuti a tifare Slow Freddy, che pare si sia ben acclimatato da qualche anno nell'IRC e sta raccogliendo da un po' anche dei buoni risultati.
Tra le tifoserie tricolori e transalpine pare siano volati parecchi proiettili di neve durante il primo passaggio dei piloti, mentre nel secondo il lancio di palle di neve è indiscriminato e la strada è sempre più piena di neve, che non scioglie certo, vista la temperatura in calo dopo il tramonto del sole ed ormai stabile sui -8°C. Questo è il particolare che sta più a cuore ai piloti: capire quanta neve è stata buttata dagli spettatori sul passo, più che altro per evitare figuracce proprio davanti a qualche migliaio di persone, oltre alle telecamere in diretta su Eurosport.
Infatti è ancora Gardemeister ad esordire con le danze e la gente va in visibilio, quando le Peugeot 207 si immette nel breve rettilineo completamente intraversata! Tra i big c'è chi tiene più giù e chi meno, con Guy Wilks probabilmente il più esuberante da arrivare a toccare col l'angolo posteriore sinistro il guardrail, ma niente di ché.
Sono invece i concorrenti delle retrovie ad esitare e dare quasi più spettacolo. Scene di panico però succedono quando entra la Mitsubishi Lancer Evo IX di Bertelli-Finzi, quasi più veloce degli altri che va a sbattere contro il primo guardrail, si rompe la scatola guida e di rimbalzo finisce pure nel secondo, proprio dove siamo appostati. Per noi un passo indietro, ma è proprio paracarro ancorato da massicci blocchi di cemento ad attutire il colpo e fermare la macchina che ormai aveva perso il grosso della sua velocità. E' proprio uno spettatore a fianco a noi che cade sull'asfalto, picchia la testa e perde pure i sensi.
In pochi secondi succede di tutto, arrivano i commissari di percorso, personale paramedico. Io invece me ne vado a vedere come sta Enrico, che non ce la faceva più a resistere agli otto gradi sotto zero e che si era rifugiato dentro il bar dell'Hotel des Trois Vallées.
Ancora più confusione quando arriva la Citroen DS3 di Daniel Elena, il quale si ferma perfino a salutare il pubblico cercando con le braccia agitate in cielo di aizzare la folla , in barba alla competizione e al pericolo intrinseco di alcuni personaggi poco savi, che si riversano sulla strada. Proprio uno di questi è uno dei fratelli Camponogara, completamente in preda ai fumi dell'alcol, che corre verso la vettura di Elena, ma lo stesso fanno i gendarmi, che lo ammanetteranno poco dopo.
Certo che il freddo è sempre più pungente ed il passaggio della vettura scopa significa finalmente il rompete le righe per tutti e noi ci dirigiamo rapidamente verso la macchina, ci giriamo rapidamente e riusciamo a raggiungere in macchina il passo e a scendere verso Moulinet e Sospel nel senso opposto a quello dei piloti, ora che le strade sono nuovamente aperte al pubblico. Ci vorrà un'ora abbondante per arrivare a Monte Carlo, solo che ci fermeremo a Beausoleil in uno slargo rispetto alla strada principale, per la meritata pausa.
Arrivati a Beausoleil, siamo ospitati all'hotel Peugeot Bellevue, cioè la nostra Peugeot 307 SW viene allestita a mo' di camper, dove sui sedili viene sistemato trasversalmente la coperta ed il sacco a pelo di Enrico, il quale dorme di gusto sull'anteriore, mentre il sottoscritto, dopo aver buttato fuori i sedili removibili della vettura, la borsa e la cassetta dei viveri, sistema alcune coperte ed il sacco a pelo in configurazione letto matrimoniale.
Sarà il Duda a farmi compagnia per la notte intera. La stanchezza e la fatica si fanno sentire non poco, per cui io mi addormento nel giro di qualche minuto, grazie anche al piano di riposo praticamente orizzontale, i rumori di fondo praticamente azzerati, la temperatura ideale dentro il sacco a pelo e la relativa comodità di dormire con una tuta non troppo stringente. Solo uno scalino tra la parte centrale e la parte posteriore del vano della 307 SW ci faranno penare nel corso della notte, ma arriveremo alle 7.30 abbastanza rapidamente, pronti per una giornata un po' meno ricca di emozioni, ma non per questo meno interessante.
Così verso le 9.00 accendiamo i motori e ci avviamo in direzione Monte Carlo, con l'intenzione di fare colazione presso qualche bar o patisserie. Scegliamo un caffé abbastanza frequentato e ci orientiamo per cappuccino e pain au chocolat per tutti, mentre sfogliamo i quotidiani locali, tutti in lingua francese, che danno ampio spazio all'evento monegasco più importante del weekend, senza dubbio il Rallye scritto con la e finale.
Dopo colazione riserviamo ad Enrico l'emozione di fare un giro quasi completo sul circuito di Formula Uno, ovviamente a velocità urbane. Solo un divieto di accesso all'interno del tunnel di impedisce di completare il giro, ma i pezzi più caratteristici li percorriamo più o meno tutti, ossia tutto il rettilineo iniziale, la curva di Santa Devota, la salita di Beau Rivage, la curva di Massenet, la curva del Casinò, le due del Mirabeau, la curva del Loews, la curva del Portier. Saltano però il tunnel, la chicane, la curva del Tabaccaio e tutta la zona delle piscine, che però facciamo a piedi, visto che proprio lì c'è il parco assistenza in via di smobilitazione.
Purtroppo non riusciamo a recuperare il gadget a mio avviso più bello del rally, cioè la targa metallica, e ci tocca farne una ragione. Così andiamo ad incontrare Giandomenico ed altri piloti come Sarrazin e Hanninen, praticamente pronti per salire verso la reggia di Principe Alberto, che li sta aspettando per la cerimonia di premiazione delle ore 11.00.
Davvero molto formale e rigorosa questa procedura, a cui assistiamo fino in fondo, con la banda del Principato a suonare i vari inni, la presenza del Principe, oltre a tutto l'entourage francese del rallismo francese: solo Sebastien Loeb non si è visto in questi giorni!
Per noi non rimane che fare l'ultimo giro in mezzo alle bancarelle, risalutare nuovamente Giandomenico, Mitia, Rudy e Francesca e così ci incamminiamo verso la macchina e prendiamo la via dell'Italia, con circa 500 km da macinare per arrivare alle porte di Verona.
Che dire di questo Monte Carlo: non ci sono più le WRC, come nelle edizioni 2002, 2003, 2005 e 2006, ma le Super2000 non sono assolutamente meno come spettacolo: non avranno la coppia dei motori turbocompressi, ma il sound è sicuramente più pistaiolo. Se poi a condurle sul verglàs monegasco sono i personaggi dell'IRC e non qualche gentleman nostrano, lo spettacolo ci guadagna parecchio.
La formula del rally di Monte Carlo, col ritorno di alcuni passaggi in notturna, come era in tempi immemori, ed il format delle tappe dislocate nel corso della settimana e non durante il weekend, tiene lontana un po' di gente, ma aumenta assolutamente il suo fascino. Enrico mi ha già chiesto se andremo anche l'anno prossimo: la risposta è praticamente si. Evidentemente del Monte Carlo 2011, sia io che mio figlio conserveremo a lungo un bel ricordo.
Tutto nuovo nel mondiale rally: via le "vecchie" WRC, arrivano le "nuove" WRC!
Eliminata un sacco di elettronica attiva e passiva, diminuita la cilindrata da 2000 cmc a 1600 cmc, ma la spettacolarità dovrebbe rimanere più o meno immutata. La Ford ha già presentato la Fiesta RS WRC, costruita sulla base della versione Super2000, e sarà destinata a scontrarsi frontalmente contro la Citroen DS3 WRC, mentre a metà 2011 arriverà anche la Mini WRC a battagliare, direttamente dalla Prodrive di David Richards.
Vi lascio alle immagini che ho trovato in una galleria molto più ricca.
Chi non conosce l'altro appellativo dell'Orlando, cioè Paolo GPS, per la sua profonda conoscenza del territorio veronese ed in particolar modo della Lessinia?
Oltre a ricordarsi a menadito ogni angolo e single track più disperso del nostro gruppo montuoso, il nostro Paolo è anche esperto di cartografia e di strumentazione GPS, tanto da destreggiarsi bene col posizionamento satellitare e la geolocalizzazione, da riuscire a fare copia e incolla delle tracce, dei waypoint e delle curve altimetriche con la stessa facilità con cui divora la salita della Gualiva, la discesa delle Saponette o la pista da fondo della Translessinia.
Solo che Paolo non ha un GPS qualsiasi, ne ha uno con un firmware speciale, una versione del Garmin Forerunner 305, che hanno in pochissimi al mondo. D'altro canto, accanto ad un eroe, c'è sempre al suo fianco una valida spalla, che agisce discreta.
Pare però che la procura del CONI stia già indagando sul dispositivo speciale, perché, alla pari delle musica nelle orecchie con l'iPod, sembra che questa serie speciale del Garmin induca un'alterazione benefica dello stato mentale, tale da indurre un miglioramento della prestazione (ciclistica), quindi esistono gli estremi di "doping", in tutte le gare in cui il buon Orlando ha portato appresso il Garmin.
Intanto Garmin ha registrato il brevetto e, una volta risolta la questione etica dell'uso in gara, disporrà commercialmente come meglio crede dell'idea, visto che per le escursioni libere ed il mountain riding non c'è alcun problema etico o di sicurezza.
Riprendo volentieri un avviso che ho trovato sul blog del Pezzo per tutti gli amici ciclisti che stanno facendo un pensierino alla Gran Fondo Tre Valli.
Lunedì 31 gennaio scade il termine per potersi iscrivere alla gran fondo in programma a Tregnago per domenica 27 marzo al costo di 25 Euro.
Dopo tale data il costo sale a 28 euro per tutto il mese di febbraio.
Chi volesse iscriversi entro lunedì 31 gennaio è pregato di farlo al più presto direttamente dalla pagina dell'iscrizione online all'interno del sito della gara.
E' arrivato ancora giovedì scorso l'agognato scudetto del Prestigio 2010, per il quale l'anno scorso ho tribolato non poco ed ho fatto tribolare non poco anche i miei amici che mi hanno accompagnato in questa avventura.
Dentro la busta di Compagnia Editoriale la stampa con la lista delle gare a cui ho partecipato, con tanto di tempi realizzati, poi lo scudetto da applicare sulla divisa, la placchetta metallica da mettere sulla bici, oltre ad un adesivo che invita alla gentilezza coi ciclisti e la lettera di presentazione.
Adesso bisogna decidere se applicarlo sulla divisa estiva 2010 o se attendere la futura divisa estiva Turnover Studio Rehab 2011, in consegna presumibilmente verso metà marzo, quando cominceranno ad esserci le prime temperature e le prime gare che consentiranno di sfoggiarla.
Però c'è sempre l'opzione Scudetti Maga, quindi penso che qualcosa comparirà anche sulla divisa invernale...
E la placchetta metallica? Andrebbe applicata sulla bici che mi ha condotto nell'avventura. Sulla mia gloriosa Scale 10, che mi sopporta dal lontano 2007 in tutte le gare ed escursioni, o su quella nuova?
Arrivata qualche giorno fa presso l'officina dei fratelli Rodella, da cui è uscita un anno fa la mia Addict, esce opportunamente ritoccata la Scott Scale 29PRO del Bazzo, al secolo Davide Bazzani.
La bici del geometra di Castiglione delle Stiviere nel giro di un paio di giorni ha subito una cura dimagrante da paura, tanto che si può da subito annoverare tra una delle 29er più leggere in circolazione nel dominio dei miei amici.
Il merito va anzitutto alla coppia di ruote custom, assemblate con mozzi Spada e cerchi ZTR Race, che probabilmente per più di qualcuno sono un po' troppo delicati, ma sarà l'uso a confermarlo o negarlo.
Grazie a questo accorgimento e al travaso di alcuni componenti come il deragliatore X0 e le manopole rotanti, la 29PRO passa così dai 10,8 kg dichiarati senza pedali, ai 9,4 kg con pedali: alla faccia del dimagrimento!
Comunque complimenti a Davide per il nuovo acquisto, però mi prenoto già per provarla prossimamente, visto che non ho mai nascosto la mia intenzione di andare a finire lì anch'io...
Oggi la Cicci ha avuto il suo bel da fare per cercare di combattere il raffreddore e l'intontimento generale causato da alcune linee di febbre, tanto da costringerla tutto il giorno a letto e sul divano.
Questa sera mi son messo io ai fornelli e mi sono scatenato in una delle mie specialità, cioè nella realizzazione di una torta salata con tutti gli avanzi disseminati nel frigo.
Ecco gli ingredienti usati per questa torta prevalentemente vegetale:
- pasta sfoglia briseé Buitoni
- mezza verza veronese proveniente dall'orto di nonno Marcante
- 50 g di mortadella tagliata a cubetti
- tre sottilette
- 50 g di formaggio Gouda tagliato a cubetti
- 100 g di ricotta
- un uovo
- 50 ml di latte fresco
- rametto di prezzemolo tagliuzzato finemente
- una decina di cipolline sottoaceto
- sale e pepe q.b.
Dopo aver steso la pasta briseé sulla teglia, lasciando opportunamente la carta che in cui è stesa nell'involucro della Buitoni, ho steso le tre sottilette. La teglia viene di fatto riempita dalla verza tagliata a listelli sottili e col prezzemolo. Mano a mano che si riempie il volume con la verdura, si distribuisce a cucchiai la ricotta.
Vengono cosparsi un po' ovunque i cubetti di Gouda, di mortadella e le cipolline. L'uovo viene sbattuto preventivamente in un piatto fondo dopo aver aggiunto il latte, il sale ed il pepe. Quando la consistenza della miscela liquida raggiunge un colore omogeneo ed una consistenza uniforme, si versa il tutto sopra la teglia.
Mettere in forno a 200° e far cuocere per 25'. Controllare verso la fine che la verza non bruci troppo in superficie, ma che si limiti a indorarsi non più di tanto.
La torta salata si può preferibilmente servire anche calda. Essa mantiene il tipico gusto della verza, però la ricotta e gli altri formaggi insaporiscono di molto il gusto, senza per questo aumentare di troppo l'apporto calorico di questo piatto.
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