Arrivati a Beausoleil, siamo ospitati all'hotel Peugeot Bellevue, cioè la nostra Peugeot 307 SW viene allestita a mo' di camper, dove sui sedili viene sistemato trasversalmente la coperta ed il sacco a pelo di Enrico, il quale dorme di gusto sull'anteriore, mentre il sottoscritto, dopo aver buttato fuori i sedili removibili della vettura, la borsa e la cassetta dei viveri, sistema alcune coperte ed il sacco a pelo in configurazione letto matrimoniale.
Sarà il Duda a farmi compagnia per la notte intera. La stanchezza e la fatica si fanno sentire non poco, per cui io mi addormento nel giro di qualche minuto, grazie anche al piano di riposo praticamente orizzontale, i rumori di fondo praticamente azzerati, la temperatura ideale dentro il sacco a pelo e la relativa comodità di dormire con una tuta non troppo stringente. Solo uno scalino tra la parte centrale e la parte posteriore del vano della 307 SW ci faranno penare nel corso della notte, ma arriveremo alle 7.30 abbastanza rapidamente, pronti per una giornata un po' meno ricca di emozioni, ma non per questo meno interessante.
Così verso le 9.00 accendiamo i motori e ci avviamo in direzione Monte Carlo, con l'intenzione di fare colazione presso qualche bar o patisserie. Scegliamo un caffé abbastanza frequentato e ci orientiamo per cappuccino e pain au chocolat per tutti, mentre sfogliamo i quotidiani locali, tutti in lingua francese, che danno ampio spazio all'evento monegasco più importante del weekend, senza dubbio il Rallye scritto con la e finale.
Dopo colazione riserviamo ad Enrico l'emozione di fare un giro quasi completo sul circuito di Formula Uno, ovviamente a velocità urbane. Solo un divieto di accesso all'interno del tunnel di impedisce di completare il giro, ma i pezzi più caratteristici li percorriamo più o meno tutti, ossia tutto il rettilineo iniziale, la curva di Santa Devota, la salita di Beau Rivage, la curva di Massenet, la curva del Casinò, le due del Mirabeau, la curva del Loews, la curva del Portier. Saltano però il tunnel, la chicane, la curva del Tabaccaio e tutta la zona delle piscine, che però facciamo a piedi, visto che proprio lì c'è il parco assistenza in via di smobilitazione.
Purtroppo non riusciamo a recuperare il gadget a mio avviso più bello del rally, cioè la targa metallica, e ci tocca farne una ragione. Così andiamo ad incontrare Giandomenico ed altri piloti come Sarrazin e Hanninen, praticamente pronti per salire verso la reggia di Principe Alberto, che li sta aspettando per la cerimonia di premiazione delle ore 11.00.
Davvero molto formale e rigorosa questa procedura, a cui assistiamo fino in fondo, con la banda del Principato a suonare i vari inni, la presenza del Principe, oltre a tutto l'entourage francese del rallismo francese: solo Sebastien Loeb non si è visto in questi giorni!
Per noi non rimane che fare l'ultimo giro in mezzo alle bancarelle, risalutare nuovamente Giandomenico, Mitia, Rudy e Francesca e così ci incamminiamo verso la macchina e prendiamo la via dell'Italia, con circa 500 km da macinare per arrivare alle porte di Verona.
Che dire di questo Monte Carlo: non ci sono più le WRC, come nelle edizioni 2002, 2003, 2005 e 2006, ma le Super2000 non sono assolutamente meno come spettacolo: non avranno la coppia dei motori turbocompressi, ma il sound è sicuramente più pistaiolo. Se poi a condurle sul verglàs monegasco sono i personaggi dell'IRC e non qualche gentleman nostrano, lo spettacolo ci guadagna parecchio.
La formula del rally di Monte Carlo, col ritorno di alcuni passaggi in notturna, come era in tempi immemori, ed il format delle tappe dislocate nel corso della settimana e non durante il weekend, tiene lontana un po' di gente, ma aumenta assolutamente il suo fascino. Enrico mi ha già chiesto se andremo anche l'anno prossimo: la risposta è praticamente si. Evidentemente del Monte Carlo 2011, sia io che mio figlio conserveremo a lungo un bel ricordo.