Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Stamattina rapidissima occhiata a Cyclingnews.com per vedere cos'è successo nel fine settimana. A parte tutte le squadre ProTour in giro per il pianeta e soprattutto nell'emisfero australe per fare le varie gare al caldo australiano o tropicale, in questi giorni le più modeste squadre professionistiche italiane si stanno cimentando col giro della Provincia di Reggio Calabria.
Ieri Ale-jet, al secolo Alessandro Petacchi, ha calato la sua prima vittoria stagionale, tra l'altro la prima in assoluto con la maglia della Lampre.
Ieri durante il mio giro sul Freccia Rossa Turnover la temperatura è oscillata sempre tra 1-2°C, mentre questi qua a Reggio Calabria se ne vanno a fare la volata in pantoloncini e maniche corte!
Cercando sul web, son riuscito a trovare la temperatura massima di Reggio Calabria, cioè +15.8°C. Alla faccia!
Stamattina quando son salito in macchina per fare il giro scuolabus, segnava -5°C. Su ad Alcenago il sole era eccezionale e cominciava a scaldare qualcosina, ma ci vorrà tutto il giorno per andare sopra lo zero. Alché scatterà quasi sicuramente un giretto sciogligambe...
Mi ero accordato con Paolo lunedì sera per andare a ciaspolare, visto che la luna in cielo è ancora abbastanza piena e il cielo previsto per ieri sera era relativamente pulito, così c'è scappato il mio debutto sulla ciaspole.
Paolo metteva sul banco le ciaspole per me e la sua immancabile presenza, così Elisa, quando ha saputo che io sarei andato con Paolo, si è prodigata per trovarsene un paio al più presto. Ed infatti è riuscita a farsele imprestare da una mamma di bambini che frequentano la scuola con Enrico.
Dopo il rapido rientro da Padova, minestrina calda con quadretti e tramezzino al formaggio e mortadella come cena, segue una rapida vestizione per la marcia sulla neve.
L'appuntamento è alle ore 21.00 in Turnover con Paolo GPS, il quale ha mollato la bici da poco più di un'ora ed è riuscito in pochissimo tempo a farsi doccia e una bella bisteccona.
Così via con la Puntopower da Grezzana a Passo Branchetto in 22' netti, cioè ai 78 km/h di media, tanto per far sentire al Paolo il tiro da 6000 giri in sù dello scorpioncino.
A Branchetto le prime difficoltà tecniche nell'indossare gli indumenti, ghette e ciaspole, ma l'intervento e il supporto di Paolo è totale e puntuale, per cui ci incamminiamo verso il Monte Tomba.
Paolo parte subito spedito, neanche avesse alle calcagna i Pezzo Brothers, ma non ha i gemelli montoriesi. Infatti io ed Elisa impieghiamo qualche secondo a trovare il ritmo ed il passo giusto, tant'è che dopo qualche minuto io son perfettamente sincronizzato col Paolo e ci chiacchero assieme, mentre Elisa è già fuori soglia.
Elisa lamenta subito il colpo inferto dal Paolo, ma quest'ultimo la rinfranca, dicendo che in un altro giro assieme ad un'altra coppia di amici, moroso e morosa, a quel punto del tragitto la morosa aveva già alzato bandiera bianca, mentre Elisa si è ormai definitivamente stabilizzata e si può procedere serenamente verso la cima.
Arrivati alla sella a metà della salita, qualche piccolo esperimento con la macchina fotografica, una controllatina al Polar, che dice già -7°C e decido di indossare il tubo Rodella, perché non resisto con tutta quell'aria gelida sulla faccia.
Segue poi il muro finale verso il rifugio Primaneve: saliamo praticamente sulla pista da sci. Io e Paolo parliamo di suo cugino Elite/Under 23 nel team Campagnari, mentre ad Elisa parliamo dei sistemi di equilibratura e accoppiamento dei cuscinetti SKF, tanto è ancora fuori soglia e non ci segue più di tanto...
In cima altre foto di rito, grazie anche alla luna che si sta alzando da levante. Faccio qualche esperimento di autoscatti ed esposizioni ad otturatore tutto aperto, anche se non sono molto contento dei risultati.
La visuale notturna è fantastica: si vede tutto il "mondo" veronese. Dalle punte del Carega appena lì a destra, passando per le piste di San Giorgio parzialmente illuminate per la manutenzione ordinaria, poi Passo Malera, l'enorme distesa luminosa della città di Verona e tutti i paesi del circondario, fino ad arrivare all'intera bianca Lessinia sulla destra e sullo sfondo il Monte Baldo. Ma non solo: anche la vista verso nord, ossia verso il Trentino e l'Alto Adige è fantastica.
Altra cosa spettacolare è che non abbiamo incontrato nessuno, ma proprio nessuno, cosa più unica che rara! Sarà forse per via delle raffiche di vento e della temperatura? Il Polar, che tengo nella tasca esterna dello zaino, indica davvero una temperatura "polar", cioè -9°C proprio in cima.
Purtroppo il rifugio è chiuso, così non ci rimane che fiondarci in discesa, come più o meno faremmo in MTB e, dopo qualche cappolla sulla superficie nevosa molto compattata dallo strato superiore ghiacciato, arriviamo alla macchina in un men che non si dica.
Si è fatta però mezzanotte e non rimane che togliere le ciaspole e tornare in Valpantena. Bellissima esperienza a contatto con la natura, che merita sicuramente di essere ripetuta, magari con le stesse condizioni ideali incontrate ieri sera. E grazie ancora una volta a Paolo per averci fatto esordire sulle nevi e per averci seguito. Prossimo acquisto ciaspole allora? E' sicuro che per l'inverno 2010/2011 qualcosa arriva tra ciaspole e sci da fondo...
Ecco alcune altre foto di ieri sera.
Paolo traffica sulle ciaspole di Elisa
Elisa e Paolo posano a -7°C
E' la volta della coppia Marcante in libera uscita
San Giorgio e le sue piste al chiaro di luna
L'inquinamento luminoso di Verona con l'otturatore aperto per 4 secondi
Stamattina è arrivata dalla Cermania la chiavetta USB-IRDA, cioè il gadget tecnologico che consente di travasare i dati del nuovo acquisto, il ciclocomputer Polar CS400, dentro il computer e nello specifico nel software della Polar, il ProTrainer 5, studiato appositamente per la cosa.
Di chiavette, tanto per intenderci, esiste quella originale della Polar, che costa la modica cifra di 50 Euro e poi ci sono tutte le altre, che montano lo stesso chip IrDA della Dataman e che funzionano esattamente come quella della Polar, solo che costano un ordine di grandezza in meno...
Risultato? Vai su Ebay ed il gioco è fatto. I dati della prima settimana di acquisizione di giri in bici col CS400, li ho travasati dentro il PC si e no in un minuto.
La quantità di dati acquisiti e riversati è impressionante: la curva di altitudine, di cadenza di pedalata, di frequenza cardiaca, la velocità ogni 5 secondi di ogni giro in bici. Roba su cui l'Anonimo può sognare di farsi le pippe vere, altro che quelle mentali con l'Excel!
E adesso l'Anonimo che farà? Si parla già a breve dell'emissione dell'Anonimo Excel Bond a tasso fisso del 5% per 36 mesi, in fiorini conteali, per consentire all'atleta Turnover di reggere il passo tecnologico...
Sono già andate in onda da una buona settimana, ma sono state molto apprezzate sia dal sottoscritto che dalla Cicci: su ispirazione dei pizzoccheri, è andata in onda una versione diversa e leggermente più leggera del piatto valtellinese.
Utilizzando tagliatelle di due impasti diversi - recuperate dalla confezione di paglia e fieno dell'Eurospin - il condimento è stato fatto a base di:
- uno spicchio d'aglio
- 100 grammi di verza
- 60 grammi di burro
- 50 grammi di formaggio fontina
- sale e pepe
- 15 cc di olio di semi
- rosmarino sminuzzato finemente
A dire il vero la verza non faceva parte del condimento preparato in una padella a parte, ma è stata bollita nella stessa acqua delle tagliatelle. Ovviamente la verza ha un tempo di cottura superiore a quello della pasta all'uovo, pertanto è stata buttata nell'acqua bollente almeno 8-9 minuti prima delle tagliatelle.
Cotto e mangiato.
Stasera son un po' pigro, così riporto integralmente le parole del Fix, prese dal blog degli Aspetime.
Questa sera per problemi di lavoro ho dovuto posticipare la partenza di una bella mezzora, ricevendo solo notizie da Diego che per problemi di lavoro non riusciva ad esserci, sono partito con la dovuta calma e ho deciso di fare un percorso privo di strade sterrate.
Passando da Vendri, Novaglie, fino ad arrivare a Montorio, solo che li', in lontananza ho visto scendere dal monte due faretti in velocità. Indovinate chi ho trovato? Orlandi e Tenuti che stavano facendo il consueto giro che Paolo ha tracciato nel suo percorso notturno. Con estrema felicità mi sono unito al gruppo e ho concluso con loro l'uscita.
Per la cronaca, il giro completo è stato di circa 26 km e per l'esattezza: Quinto-Vendri-Nesente-Novaglie-Torresin-Mizzole-via Ponte Verde-Castel di Montorio-Torresin-via Pradelle-Santa Maria in Stelle-Piccolo Stelvio in 10'-Mezzomonte-Grezzana-Quinto.
Ieri sera per il Marcante, prima volta del 2010 sulle curve del mitico Piccolo Stelvio in compagnia dell'Orlando e del Fix J. L'ascesa è stata fatta tutta ad una frequenza di pedalata altissima, per non forzare mai la muscolatura e conseguentemente il tempo che ne è derivato non può essere basso, ma ne ha beneficiato enormemente l'esercizio cardiaco e la respirazione.
Così mi viene in mente una delle volte che l'ho fatto nel corso del 2009, cioè quella volta che l'ho fatto con mio figlio Enrico.
E' infatti di ormai sei mesi fa il debutto di Enrico, anche se in discesa. L'emozione era forte quel giorno, perché era la prima volta che pedalava con la sua Scale JR 20", arrivata in quel di Quinto giusto la sera prima, direttamente dall'Officina Rodella. Ci voleva insomma un debutto all'altezza della situazione e il Piccolo Stelvio era davvero il battesimo di fuoco per Enrico e la sua nuova bici.
Le foto lo ritraggono sabato 8 agosto per la prima volta sulle diciannove curve a gomito sterrate appena sopra la chiesa di Santa Maria in Stelle.
Enrico, la salita se l'è fatta tutta in sella e fuori sella da Sezano fin su a Mezzomonte, in parte grazie alla prodigiosa spinta sulla schiena di papà Marco, così come il brevissimo tratto al 15% che introduce verso i tornanti della Gualiva o fa scendere verso la bianca carrareccia. A Mezzomonte la doverosa pausa per un sorso dalla borraccia, come ci si aspetta da tutti i ciclisti professionisti e non.
Da lì in poi è tutta discesa, solo che non è proprio per tutti il Piccolo Stelvio in discesa, che in alcuni punti, soprattutto quelli più in cima, che presenta piccole canalette e sassi smossi, che mettono sicuramente in difficoltà chi non ha mai affrontato uno sterrato lievemente accidentato.
Enrico, superate le prime difficoltà con titubanza e soprattutto le insopportabili raccomandazioni ed i noiosi ammonimenti di un papà troppo esigente, mano a mano che scende prende sempre più confidenza col fondo accidentato e la velocità di percorrenza comincia ad essere sostenuta. Così se ne vanno ad uno ad uno i più bei tornanti della Valpantena sterrata e la chiesa di Santa Maria in Stelle è purtroppo già lì che scorre alla nostra sinistra.
Arrivati in fondo la soddisfazione è già elevatissima: anche Enrico ha assaggiato la terra del Piccolo Stelvio, come i grandi della MTB, senza che vi dica nulla, scrivo solo Roel, il cognome lo completate voi. Foto di rito per questo caldo pomeriggio d'agosto: tutta un'altra storia rispetto ai freddi di quest'inverno.
Per oggi il programma iniziale prevedeva di attendere le ore centrali della giornata per andare a pedalare ed invece il tempo già reggeva verso le 8.00, così ho ceduto alle sirene del Conte, il quale mi invitava ad andare in MTB prima a Porta Vescovo, dove l'appuntamento era col Radu e poi a Ponte Catena, per raccogliere eventuali altri personaggi del team Focus.
E così troviamo solo il Walter, che sfoggia però una bici da corsa marchiata Focus nuova di zecca!
Così il percorso previsto non subisce particolari modificazioni, ma esclude definitivamente eventuali varianti sterrate, a causa delle ruote strette di Walter.
Facciamo così la salita della Cola, col Conte Savoia e Walter a far da battistrada, mentre io e il Radu cerchiamo di difenderci da dietro, abbastanza alti coi battiti.
Una volta scollinato alle Volpare e alle Case Vecchie, ci buttiamo a capofitto verso Grezzana, col Radu costretto a scendere lentamente per la pressione bassa del tubeless anteriore, cosa che verrà corretta con una pompatina una volta arrivati nella capitale della Valpantena.
Svolta a sinistra in direzione Busoni e Rosaro, dove attacchiamo la salita del Pilon. Qui il ritmo costante è interrotto prima dalla mia fischiatina e poi dalla telefonata dell'Anonimo, ancora alle prese coi problemi esistenziali tra tubeless e camere, tra freni V-brake e disco.
Tornati sulla provinciale in direzione Cerro Veronese, il Radu, sornione più che mai, dall'ultima posizione e con parecchi metri di ritardo sul duo Savoia-Walter parte da dietro a mo' di locomotiva e sbuffa prima a 160, poi a 170 che al cartello di Cerro Veronese abbiamo ormai tutti la padella in canna.
Scatto del Marcante che cerca di affiancare il Conte per chiedere cosa stia succedendo e con brevi cenni fa intuire che è partita la volata per la brioche. Il Conte Savoia è già ormai col 44/11 e il contachilometri passa da 35 a 43 km/h, io in scia non perdo l'attimo, mentre sul curvone del Belvedere a 100 metri dalla gelateria Primaneve la volata se la contendono Walter e il Radu, tutti allegramente fuori soglia e chi ha il cardiofrequenzimetro registra quota 180 battiti.
Doverosa pausa brioches con krapfen o cannolo al ciccolato e cappuccino di un buon 10 minuti. Si decide così di accompagnare il Radu giù per la Pissarotta, giusto per farlo andare in direzione Colognola ai Colli, così il canalone stretto lo affrontiamo a velocità belle alte, con la parte finale a velocità altissime per il Conte e il Radu, che fanno test e provano le scie in vista della Airon Bike.
Sciogliete le righe in quel di Montorio, dove ognuno va presso la propria abitazione.
Oggi le mie sensazioni sulla salita iniziale non sono state affatto buone, ma siamo ancora un po' lontani dal top della forma, che ci si aspetta non prima di fine di marzo.
Solo dopo un'ora e mezza il motore cominciava ad essere caldo e le sensazioni buone non si sono fatte attendere oltre.
Il Conte Savoia è invece sempre su un altro pianeta: sembra non fare proprio fatica sulla Verdona, ma se gli dai la Cayo bianca, non cambia praticamente nulla.
Anche per il 2010 siamo alle solite: i "vecchietti" son sempre più incazzati e cattivi che mai e noi "ciovani" arranchiamo, tenendo si e no la ruota...
Eccomi qui a raccontare l'uscita stradale di questa mattina con obliterazione di un biglietto di solo andata sull'Eurostar delle Lessinia. E' doveroso premettere che avevo dichiarato nei giorni scorsi che avrei acceso la bagarre in almeno 3 tratti in salite nell'avvicinamento ai miei possedimenti lacustri e, da buon nobile, non potevo venir meno alla parola data.
Alle 8,30 sono andato incontro all'Eurostar e praticamente sono salito alla Stazione Centrale Turnover.
Man mano che scorrevano i km. salivano altri ciclisti fintantoché dopo la Diga si contavano già oltre 60 vagoncini scalpitanti. Folta rappresentanza del Focus Team e del PFC, praticamente quasi al completo. Del PFC si è potuto notare la presenza imgombrante del Miglio, poi capirete il perchè, e di uno stranamente svuotato Papataso (ipotesi che aleggiano nei corridoi dei palazzi che contano narrano che questo calo sia dovuto al centinaio di km. percorsi insieme all'Anonimo Zurlì nel pomeriggio di ieri oppure ad una disquisizione con Edo sulla bontà dei Pampers o sull'unica nota stonata della rientrata Focus Cayo del garagetto di Via Pontesello: un'inguardabile guarnitura Durace grigio topo che spicca come un fulmine a ciel sereno sulla restante componenistica nera/bianca/rossa).
Dopo la Diga praticamente non ho potuto fare a meno di lasciare solo soletto il Miglio e quindi mi sono affiancato a lui...errore fatale. Il ritmo si è alzato sensibilmente e la prima vittima è stato il mio cardio che si è azzerato e si è rifiutato di rilevare la mia frequenza cardiaca.
Dopo l'attraversamento di Bussolengo, il Miglio mi ha rammentato la mia promessa e io l'ho tranquilizzato iniziando una progressione proprio all'altezza del Flover che ci ha portato allo scollinamento ad un ritmo veramente alto. Ma, non contento di quello che avevo già fatto, sempre con la complicità del Miglio, ho mantenuto il ritmo elevato sino a Lazise ove abbiamo rifiatato un attimino prima di sparare un'altra cartuccia sulla salita prima di Cisano. Alle 9,46 eravamo già a Garda riuscendo comunque anche a salutare Davide e Fabio dello Sculazzo Team. All'inizio del mangia/bevi tra Garda e San Viglio, ho sfruttato la scia dell'inossidabile Avvocato e sono partito per tener fede alla promessa fatta aumentando ulteriormente il ritmo fino a San Vigilio ove ho visto un 43 km/h sul mio Polar.
Soddisfatto di quanto fatto fino a quel momento, mi sono fatto la Torri/2° bivio ad un ritmo medio/alto, mentre vedevo davanti a me un imperioso Miglio che andava su ad un ritmo impressionante insieme ad altri due personaggi. Sinceramente sero già pago delle tirate di prima e le gambe non volevano spingere oltre... molto più sagge del mio cervello... prima di entrare ad Albisano ho potuto vedere un ottimo rientro di Walter al suo secondo giorno su una BDC ed anche quello del Radu, con cui ho concluso quasi appaiato l'arrivo al secondo bivio. Ricompattamento del PFC e, dopo essere scesi dall'Eurostar, ci siamo avviati allegramente verso la meritata e obbligata pausa brioche ad Albarè.
Poi abbiamo ripreso la strada di casa con il solito giro di avvicinamento via Valpolicella con divagazione finale, insieme al Marcante, a Montorio nella speranza di vedere la sua famiglia in maschera e l'Anonimo Zurlì. Giro chiuso con 118 km/h tosti ma gratificanti. Dalla settimana prossima in programma uscite più tranquille per preservare una buona gamba "che tira dal de drio" per il debutto all'Airon Bike. Un saluto a tutti i compagni del PFC e in particolar modo al Maga, al Damiano, al Fabio Veronese e Roby Riolfi che era da molto tempo che non ci si vedeva sulle strade.
Hola a todos!!!
(ringraziamo il Papataso per le foto di oggi)
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