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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La foto arriva direttamente da KM Sport, grazie alla gentilissima Fernanda, che con la scusa di accompagnare il suo team in giro per il Nord Italia a fare gare, lei si piazza con la sua reflex digitale e immortala praticamente tutti, anche se un occhio di riguardo ce l'ha ovviamente per tutti quelli del suo team, ma anche per tutte le divise veronesi che passano in gara.
Questa volta, alla Tre Valli, è la volta buona che ci finisco dentro pure io con un gran scatto fotografico.
Grazie ancora a Fernanda e al team KM Sport!
Ecco nell'ordine il Conte Savoia, un fiacco Pappataso ed il sottoscritto, che si prendono un caffé prima del via della Tre Valli '10.
Ratificata stasera la mia iscrizione alla Gunn Rita Marathon 2010, conosciuta anche come gara del Montello, ed organizzata dai Pedali di Marca, organizzazione che sta veramente facendo passi da gigante, grazie alla gestione dell'Europeo Marathon UCI nel 2010 e addirittura della prova mondiale Marathon UCI nel 2011.
Le quattro stelline in palio per il 27 giugno sono senza dubbio molto allettanti per raccogliere il fregio del Prestigio 2010 ed è così che ho pensato di mettere in programma anche la gara del trevigiano, dopo l'esperienza del Radu nel 2008 e del Maga nel 2009. La sede della gara è a Montebelluna, posti che conosco abbastanza frequentando il mio amico rallista Giandomenico Basso ed andando di tanto in tanto a vedere il Rally della Marca Trevigiana.
C'era tempo fino al 31 marzo per iscriversi alla quota di "favore", cioè 30 Euro, mentre dal 1 aprile la quota passa a 40 Euro.
La mia intenzione è di andare e tornare in giornata da Verona. La partenza del percorso Marathon è prevista alle ore 10.00, questo vuol dire che dovrei partire da casa all'incirca alle 6 per riuscire ad essere a Montebelluna verso le 7.30-7.40, cioè con un congruo anticipo per ritirare sia il pacco gara, che vedere la partenza degli Elite, impegnati nella conquista del titolo continentale Marathon MTB. Loro si impegneranno sul percorso Extreme da quasi 120 km e 2880 metri di dislivello, mentre "noi" del Marathon triboleremo per 76 km e poco meno di 2000 metri di dislivello.
Ora c'è da sperare solo in una buona condizione atletica per fine giugno e soprattutto nelle condizioni del fondo accettabili, visto l'infame fango colloso delle colline di Montebelluna, che a detta di tutti è praticamente invincibile sia per le gambe che per le bici.
Come vedete da questa immagine, il Marcante sta cercando di spiegare a Mirko Celestino come le cose sarebbero potute andare diversamente alla 19esima edizione del Trofeo Laigueglia MTB Classic, se non si fossero presentati alcuni piccoli inconvenienti lungo le discese.
Probabilmente una delle migliori foto che ritraggono il Marcante in azione. Lo so che qualcuno dissentirà, ma a me questa foto piace un sacco: la scalinata in paese a Laigueglia, poco prima di pedalare sul lungomare.
Un po' difficile da notare sullo sfondo Tomas Zandonà in grande recupero, con cui pedalerò assieme per buona parte del secondo giro e poi mi staccherà definitivamente nel finale di gara.
Questa esperienza mi mancava ed oggi son tornato a casa da Laigueglia davvero arricchito per tante cose che riguardano la passione per la bici ed in particolar modo la MTB. Oggi c'era in programma da almeno un mese la mia partecipazione al Trofeo Laigueglia MTB Classic, in origine weekend di vacanza per tutta la famiglia, ma poi un contrattempo ha fermato Elisa e conseguentemente Enrico ed Alice. Così mi son arrangiato alla ricerca di un compagno di viaggio, che ho trovato abbastanza presto, cioè Tomas Zandonà del team Sant Luis Zen.
Anzitutto un percorso di gara non molto lungo, ma tostissimo, a parte i primi 10 km di lancio su asfalto puro a ritmo quasi da Milano-Sanremo. Un vero e proprio circuito XC sviluppato sulla collina a ridosso di Laigueglia e Andora. Qui si respira aria di ciclismo e di MTB ed è bastato vedere la quantità di gente disposta lungo la statale Aurelia nel corso di sabato per la Milano-Sanremo.
Dicevo che mi mancava un percorso MTB tutto saliscendi, con dossi, dossetti, pietre, salti, canalette. Mi mancava la vista mozzafiato dall'alto sul Mar Ligure con la città di Laigueglia in basso. Finire la gara pedalando sul bagnasciuga del mare, infine, non ha prezzo. Solo quello vale l'intera iscrizione alla gara!
Per il resto il percorso era nervosetto e decisamente tortuoso. La bici ideale era senza dubbio una 26": troppo stretto per una 29", anche a detta di chi l'ha usata, come Scubafox, con cui abbiamo condiviso il pasta party.
Le discese erano tecniche e un po' impegnative, soprattutto quando affrontate al secondo giro, quando la lucidità se ne era ormai andata. Infatti c'è scappata una mezza cappola in cui non mi son fatto nulla, ma che la dice tutta sullo stato di "spremitura del limone" che avevo raggiunto nel finale di gara.
Pietraie per qualche chilometro con decine e decine di ciclisti a lato del single track, fermi a trafficare con i loro pneumatici a causa di più forature.
Una gara che merita di essere fatta una volta nella vita, senza dubbio, ovviamente però in ottica di un qualche circuito come il Prestigio, in cui mi sono imbattuto io per il 2010.
A dirla tutta, anch'io ho forato, ma il lattice verde ha fatto un lavoro sublime e ho
continuato a menare! Non ho perso un secondo. Quando ho sentito lo sfiato d'aria improvviso subito mi ha preso uno scoramento, ma quando ho sentito l'aria smettere di uscire dopo 2-3 giri di ruota, subito mi son rinfrancato. Solo che dopo un chilometro devo aver forato di nuovo o forsa la tappatura del buco precedente non era sufficientemente sigillata ed è saltata, ma son bastati altri 3-4 giri di ruota e magicamente tutto è tornato definitivamente a posto, riuscendo così a portare a termine la gara, col Racing Ralph posteriore che aveva ancora le sue 2,5 atm finali. Viva i tubeless!
Il piacere inoltre di condividere due giorni col mio compagno di merende "temporaneo", al secolo Tomas Zandonà, compaesano del Miglioranzi a San Giorgio in Salici. Da sabato mattina abbiamo ciacolato, pedalato, mangiato, dormito all'unisono. E niente più, sennò cominciate subito a pensar male, voi che leggete. Per Tomas, a differenza del sottoscritto, un finale di gara in crescendo, che gli vale la 180° posizione assoluta, mentre per me si parla della 200° posizione.
Per la cronaca la vittoria dice che il cronometro veda un ex-aequo tra i ciclisti del team Semprelux Axevo, cioè Lazzaroni e Celestino, ma la vittoria va a quest'ultimo, in virtù di una lieve irregolarità commessa da Lazzaroni nel finale di gara. Io e Tomas abbiamo il piacere anche di scambiare qualche parola assieme al vincitore, una foto di rito e forse l'ingaggio per la Tre Valli domenica prossima.
Il piacere anche di aver salutato i simpatici ragassi del G.C.Fausto Coppi di Cesenatico, cioè Teora ed Achille, Cristiano Sartori del team Focus, la Silvia Rossi passata ai Strasagome e anche lei in corsa per il Prestigio 2010.
Per le classifiche complete vi rimando al sito di SDAM. Nei prossimi giorni arriveranno comunque tante foto e retroscena del mio weekend ligure!
Certo che mi dispiace non poco lasciare a casa la mia famiglia, dopo che avevo organizzato tutto per benino. Se può consolarmi, c'è solo l'incertezza del meteo che probabilmente riserverà delle sorprese non proprio gradite.
Ho comunque trovato un nuovo compagno di viaggio e di avventura che risponde al nome di Tomas Zandonà, un biker della Sant Luis Zen Age, con cui condiverò il weekend.
Nel frattempo l'organizzatore ha già stilato un elenco iscritto molto ricco e questi sono i principali protagonisti:
- 1. Mirko Celestino
- 11. Oscar Lazzaroni
- 12. Massimiliano Milan
- 14. Johann Pallhuber
- 17. Johannes Schweiggl
- 39. Sandra Klomp
- 41. Silvia Rossi
- 61. Ramon Bianchi
- ...
- 468. Marco Tenuti
- 518. Tomas Zandonà
...tanto per ricordarne alcuni trovati nel sito SDAM.
Dopo una notte convulsa e una ridda di informazioni su un clamoroso caso di doping/concussione che sta sconquassando il compassato ambiente della FCI, un’indiscrezione sta trapelando negli ambienti giornalistici della Padania.
La Procura di Torino sta indagando sulla prestazione alla “Fos Bike 2010” di un noto atleta di fama internazionale: il Pappataso di Colognola ai Colli.
Il Procuratore Guariniello, infatti, sta seguendo le seguenti vie:
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la serata precedente la competizione, grazie all’ausilio di cimici installate in un rinomato ristorante/pizzeria del Veronese, sembrerebbe che ci sia stato una riunione di “famiglia”, durante la quale il diretto interessato avrebbe minacciato l’Anonimo Turnover di pesanti ritorsioni su beni di sua proprietà se non avesse corso con tono dimesso la gara, lasciando campo libero alla sua rivincita nei confronti dello stesso. Sembrerebbe che avrebbe fatto sciogliere il Chesinone nell’acido.
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Dopo l’onta subita alla gara d’esordio stagionale, l’Airon Bike 2010, si è rivolto ad un fantomatico personaggio che gravita intorno al mondo ciclistico professionista e non, grazie ai suggerimenti di Vanna Marchi ed il Mago do Nascimento, e non ha badato a spese per ottenere strumenti che gli avrebbero consentito una pronta rivincita soprattutto nei confronti dell’Anonimo Turnover. L’utilizzo di mezzi illeciti potrebbe giustificare la performance straordinaria e sospetta nella gara di ieri. L’atleta aveva lo stesso sguardo di Schillaci ai mondiali Italia’90!!!
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Non solo l’Anonimo è stato oggetto delle “attenzioni” del Pappataso, ma anche il forte atleta Valpantenese, il Conte di Sezano, sta valutando di farsi tutelare da un emerito principe del Foro, il Dottor Alimenti, in quanto ritiene di essere stato avvelenato. Il tutto è partito dalla cena che il Conte ha offerto alla sua Consorte nella serata di sabato 6 marzo presso un rinomatissimo ristorante della Provincia Veronese – stranamente lo stesso dove il Pappataso ha celebrato il suo matrimonio ed è “busta e boton” con il gestore,… - e, stranamente, dal giorno dopo ha lamentato fortissimi dolori addominali che gli hanno impedito una corretta preparazione alla gara e addirittura ha dovuto sottoporsi ad una lavanda gastrica venerdì scorso. Infatti, il Conte era così debilitato che è andato in crisi di fame, mentre era nettamente davanti all’atleta colognolese.
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infine, c’è anche il sospetto che lo stesso atleta abbia fatto uso di droghe leggere. Infatti lui continua ad insistere, anzi lo ha anche scritto sul suo blog (n.b.: pagina opportunamente salvata in .pdf per evitare modifiche da parte del moderatore), che il mezzo utilizzato per la trasferta era un Doblò, ma sia i suoi compagni di viaggio negano quest’affermazione e confermano che si trattava di un Kangoo. Tale circostanza è confermata dai componenti del Team Strazzer e del Team Sculazzo. Si sta cercando di capire se tale visione sia dovuta all’assidua frequentazione della Nazionale Giamaicana di hockey sul ghiaccio.
Il nostro Premier ha già dato il suo pieno sostegno al Pappataso in quanto ritiene che, come al solito, si tratta di un’azione malata delle solite Toghe rosse.
Si attende la conferenza stampa indettata dai legali del Papataso.
Era anche ora che cominciassi a pedalare qualcosa di più duro, dopo tantissimi piattoni, vallonati e falsi piani da solo che in compagnia.
Il weekend ciclistico del Marcante, l'unico del mese di marzo senza gare, è cominciato con la salita di venerdì pomeriggio da Mezzane di Sotto fino a San Vincenzo, fatto con una VAM di 1060 m/h, tanto per non esagerare da subito.
L'impressione è che la Addict faciliti enormemente l'effetto ascensore, ma devo dire che lo stato di forma continua a migliorare ogni settimana che passa e questo è di buon auspicio per i prossimi appuntamenti.
Sabato mattina, visti gli impegni pomeridiani con la GF dell'Ikea, ha previsto per il sottoscritto l'uscita col GC Grezzana. Il Freccia Blu grezzanese parte lievemente in ritardo da Grezzana rispetto alla tabella di marcia, solo che questo ritardo consente al Paolo Orlandi di salire al volo e di marciare comodamente in uno dei vagoni posteriori fino a Parona.
A Parona, purtroppo, c'è un problema ad un vagone e costringe allo stop l'intero convoglio, con incazzature varie che fanno accumulare un buon quarto d'ora di ritardo sulla maggioranza del gruppo, che punta a fare il giro della Valle inverso, cioè Valdadige in direzione nord e ritorno lungo la costa benacense.
La temperatura di sabato mattina non è delle più miti, ma arriviamo in quel di Rivalta di Brentino Belluno, dopo esserci regolarmente cambiati in testa al gruppo, che le strade si separano, tra il grosso del gruppo e quello degli scalatori di cui vengo a far parte.
Ci concediamo però un bel cappuccino e brioche proprio a Rivalta, cioè dall'altra parte dell'Adige, giusto quello che ci vuole per poter scalare la Peri-Fosse senza patemi alimentari.
Fatte le foto di rito al cartello che introduce alla salita, in compagnia dei Paoli rimasti, cioè Paolo Birtele e Paolo Orlandi, discutiamo un attimo sulla velocità media da tenere lungo la salita e alla mia domanda "Oggi saliamo in 35, 40 o 45 minuti?" mi viene risposto un pacifico 55'. Si parte tutti felici e contenti delle nostre guarniture Compact e dell'ultimo pignone sempre molto generoso.
Lungo la salita il battito oscilla per il sottoscritto tra 160 e 170 bpm, mentre il Paolo Orlandi viaggia costantemente a 15 bpm sotto il mio valore, della serie "quando lui vuole aprire il gas, può sempre farlo", ma non è nelle sue intenzioni fare il Ganassa e preferisce stare, come sempre, in compagnia a ciacolare.
La proiezione del tempo finale della salita viene via via ritoccato, vuoi per l'impresione altimetrica, vuoi per un ritmo leggermente superiore nella seconda parte: prima 60', poi 48'. Fatto sta che siamo arrivati all'Ombra delle Fosse in 47' e rotti. Anche la temperatura esterna è decisamente rigida: si passa dai +12°C di Peri ai +4°C di Fosse.
Il ritorno verso casa è fatto per la via più breve, cioè dalle Barozze direttamente giù a Bellori, con una "strinada" da paura, che ci costringe a ripiegare in Turnover una volta arrivati a Grezzana.
Oggi, invece, giornata dedicata alle faccende domestiche e familiari, che mi vedono occupato a far ripetute nella tromba delle scale, vuoi col letto di Enrico, poi con le immondizie, poi con gli scatoloni. Nel pomeriggio un breve scratch con la Scale, che sfoggiava una catena XTR nuova di trinca, tutta però da rodare sul pacco pignoni in possesso. A parte qualche scricchiolio dovuto alla catena nuova, nessun salto di pignone, per cui direi che la bici è già pronta e deliberata per Laigueglia.
La pedalata in puro stile XC è stata di poco più di un'ora, con la salita da Sezano a Mezzomonte, discesa sul Piccolo Stelvio e immediatamente salita dello stesso Piccolo Stelvio.
La gente a piedi lungo i 19 tornati è tantissima, ma tutti fanno il tifo ed io salgo come una moto, tanto è vero che c'ho pure una motocross che ci mette 4-5 tornanti a superarmi e poi mi fa strada per almeno altri 2-3 tornante, visto che c'è da dribblare parecchia gente a piedi. Tempo finale 8'39", che è il mio nuovo record personale.
La discesa avviene in direzione Grezzana, dove mi sparo anche la pendenza al 14% verso Cavolo: la catena regge bene l'impatto, così ne approfitto per fermarmi a casa del Righe per un breve ristoro idrico.
Questo weekend se n'è andato senza gare, ma il ritmo gara nelle gambe e nella testa c'è tutto, quindi si va a Laigueglia con la giusta mentalità! Ora non rimane che andare a divertirsi mercoledì sera sul Gabbio assieme agli altri amici del Pappataso Fans Club!
Dopo aver letto il post, giustamente, euforico del Papataso - ancora complimenti per l'ottima performance odierna... Magia dell'Alfiero -, racconto anche la mi esperienza. Partiamo subito con il doveroso ringraziamento a Giorgio per averci concesso in comodato d'uso il Kangoo del nostro Team, grazie Giorgio!!! Dopo aver caricato i due Pezzo Brothers al casello di VR Est, di cui godevo già del loro agonismo fraterno nel puro spirito decubertiano...credeghe, eheheheh!!!, siamo entrati in autostrada con un temperatura decente per essere le 7 del mattino e soprattutto senza NEVE!!! l'euforia, almeno da parte mia, è andata via vi scemando, vuoi per i banchi di nebbia nel mantovano e soprattutto per il notare nei campi che scorrevano a fianco a noi le prime chiazze di neve. La temperatura si attestava su un buon -1°, buono perché speravamo che questo significasse terreno ghiacciato... pia illusione. Arriviamo a San Marino di Carpi e l'impatto con il freddo è stato come un pugno nello stomaco, vabbè, ormai eravamo lì e quindi, dopo esserci preparati, siamo partiti per un giro di riscaldamento/ricognizione lungo i primi km. del percorso. L'asfalto e poi lo sterrato molto largo con solo qualche pozzanghera, ci hanno creati l'ultima illusione di una gara veloce e magari con poco fango. L'illusione è durata pochi minuti, sia per la partenza sita in un prato paludoso e sia dai commenti di alcuni atleti locali: fango, fango, fango!!! Noi tre siamo partiti come al solito in seconda griglia e davanti a noi vedevamo i 400 iscritti al River Marathon, quindi sarebbe stata un'altra gara d'inseguimento. Partenza: io sono molto lesto e comincio superare gli altri concorrenti. Anche Andrea è partito molto bene e per un pò mi è stato davanti... per un pò, perché l'ho superato ancora nel tratto buono del percorso. Dopo un pò che è iniziato il primo argine innevato ed infangato, mentre stavo proseguento i miei sorpassi, ad un certo punto, nonostante io avvertissi dove stavo per passare, un altro biker è sbandato proprio mentre lo stavo superando sulla destra. Siamo entrambi caduti, solo che io sono proprio finito in un fosso e mi sono bagnato praticamente tutto. Ho ripreso la verdona, senza neanche guardare se aveva avuto qualche problema e insultando l'altro ed imprecando mi sono lanciato in un furioso recupero. Ho risuperato il Papataso e ho continuato la mia azione in mezzo al fango e che fango. Verso la fine del primo giro ho raggiunto 3 bikers che poi si sono messi a collaborare abbastanza ed infatti, nel tratto asfalto/sterrato abbiamo raggiunto un trenino che viaggiava di conserva. Non paghi, abbiamo spinto ulteriormente in quanto abbiamo visto che quasi tutto il trenino pedalava ad un buon ritmo, ma leggermente inferiore al nostro. Siamo entrati negli argini melmosi e la situazione "fango" era assai peggiorata, praticamente c'è stato un gran lavoro di addominali per cercare di rimanere in equilibrio. Al giro di boa, per tornare verso il paese, ho cominciato a sentire le prime avvisaglie di una crisi di fame... probabilmente avevo speso troppo nel mio forsennato recupero e, sinceramente, speravo che i tratti fangosi fossero meno e più gestibili. Secondo il conteggio che stavano facendo un paio della Protezione Civile, mi trovavo intorno alla settantantesima posizione assoluta e allora ho cercato di gestire al meglio la crisi. Purtroppo così non è stato, man mano che passavano i metri non riuscivo più a spingere ed il fango non voleva lasciarci. A circa 5 Km. dall'arrivo, Andrea mi ha raggiunto e superato ed a una sua domanda su cosa mi era successo, ho solo detto che ero stanco di fango...ma non era così. Gli ultimi km. sono stati un'agonia e parecchi mi hanno superato, nonostante cercassi in tutti i modi di resistere, ma come fai a resistere se il tuo corpo non collabora? Dopo aver finalmente tagliato il traguardo, ho cercato disperatamente il ristoro e mi ci sono letteralmente fiondato: 3 panini con la salsiccia, 3/4 pezzi di focaccia, un decina di fette di ananas, 4 fette di torte. Dopo la doccia, ovviamente a temperatura ambiente, ho spazzolato anche 2 piatti di pasta. Questo solo per far capire come ero messo fisicamente. Devo fare i complimenti agli organizzatori per il ristoro e pasta party, dove uno poteva mangiare fino a scoppiare... proprio come alla GF Paola Pezzo . Nonostante tutto quello che mi è capitato e della settimana trascorsa con forti dolori addominali, mi posso ritenere soddisfatto ugualmente...l'unico rammarico non è per me ma per l'Anonimo che oggi avrebbe potuto arrivarmi davanti se fosse stato un pò più convinto...non so se gli concederò un'altra chance Concludo dicendo che, comunque, è stata ugualmente una bella giornata anche quella vissuta oggi insieme a due amici e a tutti gli altri con cui ho avuto modo di parlare e di salutare. Alla prossima.
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