Di Marco Tenuti (del 02/11/2008 @ 07:41:26, in MTB, linkato 984 volte)
Ieri sera compleanno del Radu al New Bridge in quel di Vago di Lavagno: un festino molto mondano, dove il centro dell'attenzione erano il mio "compagno di merende" ed un suo amico.
Tante le coppie presenti all'evento, dov'è effettivamente il Radu farebbe la sua bella figura con una sua accompagnatrice. Amici comuni stanno lavorando per lui e "ci scusiamo per il disagio".
Tra gli invitati della serata anche gli amici ciclisti Matteo e il Pezzo, il quale in balia tra un Avanacola ed un altro, ha dimostrato ancora una volta capacità di resistenza e performance impossibili ai più.
Di Marco Tenuti (del 03/11/2008 @ 08:42:26, in MTB, linkato 922 volte)
L'offerta ciclistica di ieri era sicuramente variegata e variopinta. Si partiva dall'offerta del Pezzo e i suoi amici col giro di Bolca, passando per Monte Calvarina fino ad arrivare all'uscita classica con la mia squadra Turnover. Purtroppo ho dovuto rinunciare all'interessante giro con Andrea Pezzo e buona parte del Fans Club del Pappataso, principalmente perché l'orario di ritorno slittava abbastanza in là nella giornata.
La moglie mi aveva imposto un rientro molto anticipato, in modo da essere lavato e stirato ed essere già dalla suocera per le ore 12.00 e son stato molto bravo a non tradire le aspettative e gli accordi verbali, grazie alla velocità con cui il TAV Turnover si è mosso lungo il tragitto del percorso invernale della domenica mattina.
La sveglia di buon ora fa sì che sono già in piazza a Grezzana per le 8.25, dove tutto il GC Grezzana è pronto a partire in bici. Il presidente non nasconde le sue intenzioni ad aggregarsi al gruppo dei Turnover, atteso a minuti in direzione Verona.
E' così che il trasferimento verso il lago è fatto ad un'andatura più che mai turistica col cardio spesso sotto soglia e mai sopra soglia. Neanche la salita del Flover è motivo di bagarre e così si arriva a Lasize che non ce ne accorgiamo neanche da tanti che siamo e dalla scia che facciamo. Il gruppo non lo abbiamo mai contato, ma molto probabilmente siamo almeno una cinquantina di ciclisti.
A Bardolino però tutto il GC Grezzana devia verso il centro storico per la pausa caffé, mentre io opto per rimanere nel gruppo Turnover con la salita pronta dietro l'angolo. Affrontiamo così la salita del Pigno, dove io faccio l'andatura per circa mezzo chilometro e appena la pendenza si fa un po' più sentire i più forti "turnoveristi" scagliano l'attacco ed io, col mio ferraccio, al cospetto delle bici del gruppo, mi difendo molto bene, scollinando tra i primi dieci, con l'avvocato sicuramente più veloce di tutti.
Il rientro è fatto sempre ad andatura altalenante, con alcune sfuriate ai 50-55 km/h in gruppo e con qualche rischio di troppo in mezzo al traffico. Ancora una volta mi sento di dire che le uscite su strada in gruppi molto grandi sono abbastanza pericolose, perché l'andatura è lievemente inferiore alla velocità delle macchine e l'interpretazione delle intenzioni nostre e degli automobilisti sono sempre molto ambigue...
Fatto sta che arrivati in zona Borgo Trento ci sfilacciamo tra un semaforo e l'altro, con alcuni di noi a fare la Torricella, mentre altri fanno la galleria in direzione del bar alla Biondella. Anch'io faccio parte del gruppetto che fa la galleria, ma al baretto tiro dritto e punto in direzione Quinto ai 35 km/h con rientro a casa alle 11.22, per un totale di 90 km alla media dei 32 km/h scarsi e applauso della mia mogliettina.
L'appuntamento era quello per le 12 a casa dei suoceri, dove mi aspettavano le tagliatelle in brodo e la pearà, che era dall'inverno scorso che non la mangiavo. Anche mia madre ieri pomeriggio mi ha detto che l'aveva fatta anche lei, per cui aspettatevi sempre più spesso il mio defilarmi ai 40 km/h per raggiungere qualche pranzo con pearà, da veronese DOC quale sono.
Di Marco Tenuti (del 03/11/2008 @ 09:00:59, in cultura, linkato 57174 volte)
Ieri piccola discussione in casa Giarola per decidere se la pearà DOC sia fatta col formaggio o meno. Ora non è ancora dato sapersi quale sia la ricetta autentica della pearà, anche se si possono portare varie argomentazioni.
La prima è che, essendo un piatto "povero" della tradizione veronese, cioè un piatto fatto con gli avanzi di altre pietanze, quali appunto i pezzi di pane raffermo e il midollo di ossa di bue, dovrebbe essere un piatto sostanzialmente povero e quindi non ci dovrebbe essere posto per il formaggio, visto che il formaggio è pur sempre considerato "companatico", e cioè qualcosa che dà importante apporto calorico.
Sul web, se cercate su Google "ricetta pearà", troverete parecchie ricette della tipica salsa veronese che la danno senza il formaggio grana, ma son dell'idea che parecchi dicono e scrivono che vada senza formaggio grana, semplicemente per il fatto che spesso in famiglia c'è sempre un componente o due che non ama il profumo e il sapore del formaggio, a maggior ragione se intenso come quello del grana.
La mia personale opinione è che il formaggio grana dia alla pearà un gusto sicuramente amabile, per cui cuccatevi qua la "ricetta autentica di nonna Armida":
Pearà. L’autentica ricetta della Pearà di nonna Armida Ricetta di Carlo Colla
Il bollito di manzo, di gallina, di lingua di bovino e di testina di vitello con il cotechino lessato accompagnati dalla Pearà sono gli ingredienti indispensabili per il piatto principale del pranzo della domenica nella tradizione delle famiglie veronesi.
La pearà è una leccornia nata dall’inventiva delle nostre nonne che utilizzando alimenti come il pane raffermo ed il midollo di bue, altrimenti destinati allo scarto, accompagna i bolliti esaltandone il sapore ed il gusto
Ingredienti della Pearà (per 4 persone)
Pane vecchio di grano duro: 500 g Midollo di bovino: 100 g Brodo di carne di manzo e gallina: un litro Pepe nero: due cucchiaini da caffè Parmigiano Reggiano o Grana Padano: g.100 Olio extra vergine d’oliva della Valtramigna: g. 100 Sale: q.b.
Preparazione degli ingredienti
-portare ad ebollizione il brodo; -estrarre il midollo dall’osso; -grattugiare il pane vecchio e passarlo al setaccio; -grattugiare il parmigiano.
Preparazione
Porre un tegame in terracotta (diametro 25 centimetri) su un fornello piccolo interponendo un disco rompifiamma (L’ideale sarebbe poter utilizzare la piastra in ghisa). Sciogliere il midollo con 40 grammi d’olio mescolando con una spatola di legno, far scendere a pioggia il pane grattugiato e il pepe, aggiungere il brodo bollente, mescolare fino ad ottenere una crema, portare ad ebollizione ed abbassare il fuoco al minimo.Versate a filo ed in tondo l’olio rimasto senza mescolare. Lasciare sobbollire per almeno due ore senza coperchio (sarà l’olio a fare questa funzione). A cottura ultimata aggiungere il parmigiano mescolando leggermente, regolare il sale e il pepe. La Pearà dovrà risultare una salsa ben pepata, densa ed omogenea. Mettere la terracotta in tavola su di un fornellino ad alcool in modo che la Pearà risulti bollente fino all’ultimo cucchiaio.
Assieme alla Pearà, con i bolliti, si possono servire anche:
- il cren grattugiato, macerato in aceto e condito con olio extra vergine d’oliva - la salsa verde - la mostarda vicentina
Nella tradizione non si tostava il pane, non si usava mai il burro, non si faceva il brodo con il pollo, non si mescolavano mai altre salse alla pearà.
Dal dialetto veronese: Par na bona pearà ghe vole pan vecio, la miola de bò, brodo bon e che la pipa almanco do ore.(Per una buona Pearà servono pane raffermo, midollo di bovino, ottimo brodo di carne, ed una cottura a fuoco moderato per almeno due ore.
Se volete configurare il NAT su un modem ADSL SpeedTouch Pro - si può fare anche su un SpeedTouch Basic se lo modificate opportunamente e lo fare così diventare uno SpeedTouch Pro - basta che vi colleghiate via telnet dal vostro PC in locale al modem:
telnet 10.0.0.138
(inserite l'account e la password, se l'avete impostata, ma vi invito caldamente a impostare una password sul vostro modem). Dopo il testo di benvenuto, lanciate nat.
Mi è capitato nei giorni scorsi di imbattermi almeno un paio di volte nella segreteria telefonica dei numeri Vodafone di un paio di miei parenti. Sicuro del fatto che questi miei parenti - precisamente un mio zio e il mio suocero - non sono molto interessati ad avere abilitati questi servizi per i loro numeri di telefono, appena li ho incontrati, mi sono esibito di disabilitare loro tali mirabili prestazioni, prestazioni che anch'io ho disabilitate.
Sostanzialmente la Vodafone, quando vende una nuova SIM, attiva in automatico tali opzioni, che si traducono in tanti bei soldini per loro e vi spiego subito il perché.
Queste opzioni sono il fatto che parte in automatico la segreteria quando non siete raggiungibili, quando siete impegnati in un'altra telefonata, quando non rispondete entro 30 secondi.
Quando parte la segreteria, vanno giù pertanto soldi sia a chi chiama, perché deve lasciarvi un messaggio in segreteria o prova ad abortire subito la "benevola" intenzione di Vodafone a farvelo fare. Vanno giù soldi anche alla persona chiamata, nel momento in cui volesse ascoltare il messaggio depositato in segreteria.
Quindi ho fatto una semplice ricerchina su Google e mi sono imbattuto quasi subito in questo molto utile articolo sul blog di Alessio di Catania, che mi sono permesso di copiare e incollare parzialmente sul mio blog, perché l'importante servizio che fa alla comunità su Internet.
Informandomi sul sito della Vodafone scopro che per l'ascolto dei messaggio in segreteria si paga la seguente tariffa: 15 centesimi alla risposta più 15 centesimi per ogni minuto, un vero affare per loro!
Per evitare di dover gettare tempo e denaro inutilmente proprio come è accaduto a me qualche giorno fa, è possibile disattivarla, farlo è semplicissimo.
Quando non potete o volete rispondere per togliere la segreteria bisogna digitare ##61# e premere il pulsante per inoltrare una chiamata. Per riattivarla invece, digitate **61*+39Pref20Num#
Dove naturalmente Pref va sostituito con il prefisso (349 e simili...) e Num con il numero che segue il prefisso.
Se il telefono è spento o non raggiungibile i comandi per la segreteria sono i seguenti:
Di Marco Tenuti (del 10/11/2008 @ 09:47:03, in MTB, linkato 2487 volte)
Ieri il mio "compagno di merende" Radu è andato all'EICMA di Milano, cioé al Salone del Ciclo e del Motociclo. Oltre essere stato esposto alle emanazioni elettromagnetiche e ormonali di vario tipo - leggi "aver visto una quantità di gnagna da capogiro scavallare e accavallare qualsiasi cosa abbia una sella" - è riuscito a mettere le mani su un opuscolo della Lessinia Legend 2009, che conferma lo scoop che avevo già rivelato ormai più di due mesi fa.
Sembrano confermate le voci di quattro livelli di Lessinia Legend per difficoltà crescente. Io ovviamente mi dichiaro già da subito una Black Eagle e son qua che fremo per andare a provare il percorso più lungo.
Inutile dire che noi, popolo della MTB agonistica, siamo in trepida attesa di conoscere le quattro varianti del percorso per andare a provarli al più presto, anche se ormai, grazie al maestro Pezzo, la conoscenza che ho del territorio veronese e in particolar modo di quasi tutta la Lessinia, mi consente di dire che scoprirò un interessante mix di salite e discese a cui sono già avvezzo.
Di Marco Tenuti (del 13/11/2008 @ 10:08:10, in MTB, linkato 1183 volte)
Ieri è bastato pronunciare in un paio di occasioni la parola "biday", che Giove Pluvio sembrava incazzarsi sempre più al sentire questa parola di dubbia origine anglosassone. Va da sè che l'ormai "tradizionale" appuntamento del mercoledì - appuntamento perché vuoi in compagnia o vuoi in solitario, cerco sempre di sgnaccarci almeno una cinquantina di chilometri - è stato un forte desiderio inesaudito per tutta la giornata di ieri, finché si sono abbassate le tenebre, ma anche reiterato e insoddisfatto fino a notte fonda, con la debole speranza di girarla in "notturna" sul circuito Sezano-Novaglie. Mentre le ore di lavoro si protraevano oltre la mezzanotte, ammetto di aver sbirciato un paio di volte verso le pozzanghere attorno casa, ma alla fine ho rinunciato definitivamente all'idea insana.
Già mercoledì mattina sognavo ad occhi aperti le nebbie e l'umidità sopra la Valdadige ormai giunto al nono tornante della Peri-Fosse assieme al Giando. Già me lo sentivo dire: "Elo adesso che comincia el toco più duro?" Ed io: "Dai che se la portemo fora anche oggi, su all'Ombra se bevemo la ciocolata calda!".
Continuo a ripromettermi di non cadere alla tentazione di comprare i rulli - farei molto meglio a prendere la tessera della piscina di mia moglie e andarmi a fare quattro vasche - ma si sa che al cuor non si comanda e si sa anche che non si sperpera un capitale per i rulli - in tutta onestà questa argomentazione la si dichiara ad amici e parenti ogni volta che si compra qualcosa - ma passiamoci sopra.
Mi ritorna in mente la contentezza del defunto signor Bertoldi di Stallavena che era più che mai contento quando pioveva o temporaleggiava, "parché dopo vien fora el sol", pensando alle faccende agresti di dissodamento della terra e del taglio del fieno. Sarà: dopo la pioggia, dovrebbe arrivare un tiepido sole. Le ruote della bici alzeranno un po' d'acqua, ma un po' di calore proveniente dal cielo penserà a scaldare le ossa.
Il pensiero è andato di tanto in tanto al prossimo finesettimana, per il quale le previsioni meteo sono favorevoli. Nemmeno questo che è arrivata puntuale la telefonata dei miei che mi chiedono se posso aiutarli a raccogliere le olive su ad Alcenago. All'invito non posso dire di no, ci mancherebbe altro! Dopo aver fatto saltare almeno un altro paio di appuntamenti di lavoro per sabato mattina, perché c'è in programma di andare con la bici, che non si venga a sapere che sono andato in bici e non sono andato ad aiutare i miei per la raccolta delle olive! Non me la perdonerebbero fino alla prossima pearà di Natale!
Vabbè, la gamba starà ferma anche sabato, si riposerà come mai è riuscita a fare in tutti questi mesi, anche se non ne sente assolutamente il bisogno di riposo. Tutti gli amici ciclisti e non continuano a ripetersi e a ripetermi che nella stagione autunnale bisogna riposarsi sia mentalmente che fisicamente, ma la verità è che non possono per un motivo o per l'altro e appena hanno l'occasione saltano di nuovo in sella, nonostante spassionati e smisurati consigli dispensati a chiunque, dettati esclusivamente dall'invidia nei confronti di chi è più fortunato di loro.
Uscirò domenica coi miei compagni di squadra Turnover. Amen. Deo Pluvio, però chiudi il rubinetto!
Di Marco Tenuti (del 20/11/2008 @ 01:15:19, in MTB, linkato 1293 volte)
Oggi, si dica quel che si vuole, la giornata del B-day è cominciata coi migliori auspici ed è stata splendida dal punto di vista del cielo. Tutte le aspettative della vigilia sono state ampiamente soddisfatte e possiamo andare fieri di aver VISSUTO VERAMENTE anche questo mercoledì.
Prima di arrivare in zona Borgo Trento, ho perfino il piacere di agganciare a Poiano nientepopo' di meno che il Max Maga, in gran rispolvero in sella alla sua MTB in direzione casa, dopo un'uscitona di più di due ore.
L'appuntamento che avevamo concordato io e il Giando era a Ponte Catena per le ore 14. Il punto ritrovo è stato insomma il medesimo dove si vede spesso il manipolo dei ciclisti Evolution. All'appuntamento il Giando è già pronto sull'attenti, pronto a calarsi in questa avventura, in cui l'ho coinvolto ancora mercoledì scorso, quando invece il meteo stava imperversando su tutta l'Italia senza lasciare tregua. L'andatura è da subito molto turistica, vuoi perché ci va di fare una bella chiaccherata, vuoi perchè il venticello spira spesso al contrario e ci impedisce di fare media da cronoman.
Il Giando ben presto confessa di non aver carburato molto a pranzo - solo una brioche a quanto pare - e di tanto in tanto stenta lungo il tragitto giornaliero, ma il tutto è secondario per come la giornata si sta mettendo.
Il trasferimento in Valdadige avviene di buona lena con una velocità media dei 34 km/h. Evitiamo appositamente di attraversare i paesi di Volargne e Dolcé, ma preferiamo l'alternativa di Zuane, Belluno e Rivalta. Il soletto alto nel cielo fa ben sperare per la risalita verso Fosse e il pensiero cade spesso agli amici meno fortunati rimasti alle scrivanie per tutto il pomeriggio e così non lesiniamo a mandare i nostri contributi fotografici, sia dalla partenza, che poco prima di Affi e ovviamente all'attacco della salitona, dove manifestiamo tutta la nostra disapprovazione per l'iniziativa unilaterale intrapresa dall'Assessore, cioè il tentativo di accordo con la Provincia Autonoma di Trento, nel tentativo di arginare sempre più il dilagante fenomeno del B-day.
Da bravi comunisti io e il Giando ci dividiamo l'unico alimento in nostro possesso, una brioscetta martoriata nella mia tasca da più di un'ora, con la speranza che essa ci possa aiutare un po' a risalire la china. Neanche questo basta che il Giando dice per la terza volta che oggi non riesce a capacitarsi del perché della sua frequenza cardiaca così alta e subito un gallo cantò.
Io gli dico: "Caro Giando, te devi carburar co 'na bela pastasutta prima de inviarte su par la Peri-Fosse!" Non che io abbia esagerato a pranzo, con un bel minestrone di verdure e un toco de formaio, comunque el Giando, arrivato al settimo tornante el me rivela di aver visto San Pietro con le ciave. "Caro Giando, guarda che el deve ancora arrivar el nono tornante! Non l'è che te te confuso tra el settimo e il nono?"
E' evidente che gli ultimi raggi di sole che gli penetrano negli occhi e la brina ai lati della strada a partire dal nono tornante, fanno sì che lo scenario sia a dir poco allucinante. El termometro segna temperature ormai degne dei poli, ma non demordiamo e proseguiamo verso la meta. Tra l'altro in diretta live On The Blog il Pezzo sta seguendo esattamente la nostra posizione GPS, come possiamo intuire dal suo incitamento arrivato via SMS.
Lungo la parete poco dopo il nono tornante per me perfino l'ebbrezza di sentire la ruota posteriore slittare come una MotoGP: il Giando mi conforta dicendomi che no iè mia le ultime forze che me rimaste, ma una placca di ghiaccio su cui ho messo le ruote! Fatto sta che ormai intravediamo il tabellone in legno di Sant'Anna d'Alfaedo e anca stavolta la Peri-Fosse l'avemo portà fora.
Purtroppo arrivati in piazza a Fosse il nostro desiderio di entrare all'Ombra e farci una cioccolata calda è tradito dalle luci spente e la porta chiusa del bar ristorante. La temperatura è sempre più fredda: +3.1°C segna la stazione meteo a bordo della Focus del Giando e ogni minuto di sosta si rivela determinante per le condizioni dei nostri esili corpicini.
Non ci rimane altro che fare le ultime foto di rito, infilare l'antivento e buttarci giù in picchiata per il Vaio della Marciora dalla contrada Barozze fin giù a Bellori. Il Giando è uscito con un paio di guantini mezza stagione pret-a-porter 2008-2009, che si rivelano assolutamente inefficaci per riuscire a staccare in sicurezza, ma anche i miei piedi non scherzano affatto. Comunque non ci badiamo molto e resistiamo, anche se il nostro ritorno in Valpantena non è dei più calorosi con circa 4°C a Lugo e 6°C scarsi nella città di Grezzana.
Procedendo sempre a velocità di crociera dei 45 km/h arriviamo in quel di Marzana dove io e il Giando ci congediamo con queste parole papali papali: "Dopo aver vissuto intensamente e veramente per 3 ore, adesso è ora di far sponsar la bici e di vivere con le nostre famiglie".
No ve digo cosa è successo ai miei piedi, appena arrivato a casa, dico solo DIAOLETTI. Ma ho vissuto veramente anche oggi.
PICCOLO POSTSCRIPTUM: Ma il Maga che fine ha fatto nel pomeriggio? L'ho superato in bici alla rotonda dell'Esselunga di Borgo Venezia alle 13.50 e te lo ritrovo ancora lì alle 19 con tanto di lucette notturne? Maga!?! Vogliamo spiegazioni della tua nuova tabella di allenamenti!
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