L'autentica ricetta della pearà
Ieri piccola discussione in casa Giarola per decidere se la pearà DOC sia fatta col formaggio o meno. Ora non è ancora dato sapersi quale sia la ricetta autentica della pearà, anche se si possono portare varie argomentazioni.
La prima è che, essendo un piatto "povero" della tradizione veronese, cioè un piatto fatto con gli avanzi di altre pietanze, quali appunto i pezzi di pane raffermo e il midollo di ossa di bue, dovrebbe essere un piatto sostanzialmente povero e quindi non ci dovrebbe essere posto per il formaggio, visto che il formaggio è pur sempre considerato "companatico", e cioè qualcosa che dà importante apporto calorico.
Sul web, se cercate su Google "ricetta pearà", troverete parecchie ricette della tipica salsa veronese che la danno senza il formaggio grana, ma son dell'idea che parecchi dicono e scrivono che vada senza formaggio grana, semplicemente per il fatto che spesso in famiglia c'è sempre un componente o due che non ama il profumo e il sapore del formaggio, a maggior ragione se intenso come quello del grana.
La mia personale opinione è che il formaggio grana dia alla pearà un gusto sicuramente amabile, per cui cuccatevi qua la "ricetta autentica di nonna Armida":
Pearà. L’autentica ricetta della Pearà di nonna Armida Ricetta di Carlo Colla
Il bollito di manzo, di gallina, di lingua di bovino e di testina di vitello con il cotechino lessato accompagnati dalla Pearà sono gli ingredienti indispensabili per il piatto principale del pranzo della domenica nella tradizione delle famiglie veronesi.
La pearà è una leccornia nata dall’inventiva delle nostre nonne che utilizzando alimenti come il pane raffermo ed il midollo di bue, altrimenti destinati allo scarto, accompagna i bolliti esaltandone il sapore ed il gusto
Ingredienti della Pearà (per 4 persone)
Pane vecchio di grano duro: 500 g Midollo di bovino: 100 g Brodo di carne di manzo e gallina: un litro Pepe nero: due cucchiaini da caffè Parmigiano Reggiano o Grana Padano: g.100 Olio extra vergine d’oliva della Valtramigna: g. 100 Sale: q.b.
Preparazione degli ingredienti
-portare ad ebollizione il brodo; -estrarre il midollo dall’osso; -grattugiare il pane vecchio e passarlo al setaccio; -grattugiare il parmigiano.
Preparazione
Porre un tegame in terracotta (diametro 25 centimetri) su un fornello piccolo interponendo un disco rompifiamma (L’ideale sarebbe poter utilizzare la piastra in ghisa). Sciogliere il midollo con 40 grammi d’olio mescolando con una spatola di legno, far scendere a pioggia il pane grattugiato e il pepe, aggiungere il brodo bollente, mescolare fino ad ottenere una crema, portare ad ebollizione ed abbassare il fuoco al minimo.Versate a filo ed in tondo l’olio rimasto senza mescolare. Lasciare sobbollire per almeno due ore senza coperchio (sarà l’olio a fare questa funzione). A cottura ultimata aggiungere il parmigiano mescolando leggermente, regolare il sale e il pepe. La Pearà dovrà risultare una salsa ben pepata, densa ed omogenea. Mettere la terracotta in tavola su di un fornellino ad alcool in modo che la Pearà risulti bollente fino all’ultimo cucchiaio.
Assieme alla Pearà, con i bolliti, si possono servire anche:
- il cren grattugiato, macerato in aceto e condito con olio extra vergine d’oliva - la salsa verde - la mostarda vicentina
Nella tradizione non si tostava il pane, non si usava mai il burro, non si faceva il brodo con il pollo, non si mescolavano mai altre salse alla pearà.
Dal dialetto veronese: Par na bona pearà ghe vole pan vecio, la miola de bò, brodo bon e che la pipa almanco do ore.(Per una buona Pearà servono pane raffermo, midollo di bovino, ottimo brodo di carne, ed una cottura a fuoco moderato per almeno due ore.
Ecco amore ho trovato la ricetta
Di
nicola
(inviato il 12/12/2010 @ 22:20:10)
buon ap
Di
sabri
(inviato il 18/12/2010 @ 12:28:14)
Non ci va il parmigiano assolutamente.
Di
Flavio
(inviato il 08/01/2012 @ 12:50:09)
E tu Flavio che formaggio metteresti dovendo mettercelo?
Di
MT
(inviato il 09/01/2012 @ 10:25:59)
mia nonna la fasea senza il formaio una bontà della bassa veneta
Di
valerio
(inviato il 20/02/2012 @ 21:01:10)
buon giorno volevo ricordare che la peara e una salsa dei poveri per mangiare, i poveri non potevano permetersi di avere il grana ok la peara si fa con panne vecchio prodo peppe o po di burro o un filo di olio di oliva
Caro Simone, mi pare che fosse abbastanza chiaro dall'articolo che il grana non ci va, ma ormai lo mette sempre più gente. Per tutto il resto controlla se ti funziona bene la tastiera...
Di
MT
(inviato il 13/08/2012 @ 12:28:06)
a simone casarotti: burro??? assolutamente no!!!
Di
greta
(inviato il 28/11/2012 @ 10:09:22)
Mio padre, cl.1904, di antica famiglia nobile del basso veronese, distingueva tra la péarà dei poveri, senza grana, e quella dei ricchi con tanta grana fatta in casa ovviamente. Stessa quantité di pane che di grana.
Di
Meti
(inviato il 15/12/2012 @ 21:59:35)
il grana nel veronese si usa, ma anche no. Non è comunque eresia aggiungerlo, anzi, visto che il gusto ci guadagna! Il burro può essere usato al posto del midollo se questo manca. Dalle mie parti almeno (Val Mezzane) il pane grattugiato NON si tosta e gli ingredienti vengono mescolati, al contrario di quanto qua riportato, poi il tutto si lascia sobbollire aggiungendo brodo se serve, per due/tre ore nel coccio. E' pronta quando tutto il grasso è salito in superficie. Pepeare a morte e gnam!
Di
Andrea
(inviato il 16/12/2012 @ 14:23:31)
guai a voi se mettete il grana nella pearà. Balsfemi culinari. Con 300 g di pane almeno 3 litri di brodo. Il pane non va messo a pioggia ma assieme al midollo sciolto va rosolato fino a sentire un leggerissimo profumo di tostatura poi il brodo poi deve essere nera di pepe
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