Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il buon Orlando non smentisce la sua devozione per il territorio e il merito dell'appellativo attribuito da ormai qualche anno, cioè "Paolo Gipiesse", prendendosi la briga per tutti e soddisfare anche la sua curiosità nell'andare a vedere che ne sarà della seconda parte del percorso Marathon della Lessinia Legend 2010.
Il primo dubbio rappresentato dall'attraversamento del Vaio dell'Anguilla, da Boscochiesanuova ad Erbezzo, non è risolto nella giornata di sabato, in compagnia di Franceschino, il Signore delle Antenne e del Conte Savoia, quando la scelta di camminare il sentiero E5 si rivela ardua e inidonea in sella alla bici. E' così per la seconda parte del pomeriggio viene utilizzata dal Paolo per provare il varco leggermente più a sud rispetto alla risalita sull'E5.
Se non fosse che arriva anche il comunicato n.17 degli organizzatori della Lessinia Legend, con la sfida nella sfida, cioè la "restituzione dell'iscrizione" a chi riesce a fare in sella i 300 metri di questo tratto impossibile, cioè poco prima del Manar di Erbezzo, con tanto di incaricato appostato a controllare e a prendere il pettorale di chi ce la farà.
Non solo: Paolo porta a compimento la quadratura del cerchio, riuscendo in qualche modo a passare da Erbezzo a Ceredo e poi da Ceredo fino al Vaio della Marciora, prendendo così la via che porterà a Crestena e in direzione Ponte di Veja. A questo punto la Lessinia Legend 2010 la conosciamo metro per metro ed pronta per essere servita a tavola!
Non mi rimane che ringraziare Paolo e lasciarvi alle sue mappe e alle sue puntuali osservazioni.
Il Miglio, dopo alcuni weekend passati dentro la "gabbia" dell'ufficio, mette assieme un po' di giorni di ferie e va ad allenarsi con gli uomini Lampre, che non sono in corsa al Giro d'Italia.
Al tuo ritorno ti vogliamo vincente!
Me lo hanno chiesto sul forum di MTB-Forum, e così lo metto anche qui sul mio blog. Sono infatti in tanti i concorrenti che provengono da fuori Verona, per la 14esima edizione della Lessinia Legend.
Il casello dell'autostrada dove uscire è VERONA EST, sulla A4. Una volta usciti dall'autostrada, rimanete sulla Tangenziale Est ed abbandonatela all'uscita di Montorio, che non è l'uscita di via Mattarana, ma quella dopo. Probabilmente il navigatore vi farà uscire all'uscita precedente, per raggiungere Montorio.
Sotto trovate la mia cartina. La freccia rossa è la direzione di provenienza della corsa dal centro di Verona. Parcheggiate pure la macchina nel punto B, che è in prossimità della rotonda di Montorio o, se preferite, lasciate la macchina dentro il paese. La gara si sposta verso il punto C, dove comincia la prima salita, cioè la Montorio/Olivé verso Pian di Castagné.
L'idea di non pedalare nel corso di sabato, ma di darci dentro
stamattina è stata una buona idea.
L'appuntamento è col Papataso Fans Club e buona parte del team Focus
Italia alla rotonda di Montorio per le 8.15, cioè assolutamente in
anticipo rispetto al solito, ma tanto meglio visto il ricco programma.
Dopo il rapido trasferimento da casa del Conte Savoia verso Montorio,
col Conte che sfoggia una gamba da paura, mettendosi a menare subito
il 44/11 sulla sua Verdona da 29", mentre io dietro in scia col 44/14
con ruote da 26", ai 42 km/h, un bel modo per arrivare caldi
all'appuntamento!
Tre, due, uno via! Già da Olivé verso il Pian di Castagné la truppa
parte a tutta e rimango subito impressionato dal ritmo: se si parte a
ritmo XC, hanno davvero in mente di arrivare sul Tomba? Non mi perdo
d'animo e rimango nelle retrovie col Magalini, il Cica e Luciano
Recchia. Per fortuna che a Caiò gli animi si placano ed io stesso
comincio ad ingranare decentemente solo all'altezza di San Rocco di
Piegara. Da lì in poi l'arrivo alla Bettola di Velo propone una serie
di passaggi molto suggestivi, ma anche impegnativi in taluni casi.
Nonostante le piogge dei giorni scorsi il fango non è mai troppo e
nonostante qualche problema di aderenza, la trasmissione non si sporca
di fango.
Qualche foratura di troppo rallenta un po' la corsa del gruppo, ma
consente ai più di stare compatti. Alla Bettola il Papataso alza le
mani e decide di mettere fine alla sua sofferenza: davvero un
momentaccio per Andrea, nonostante una bici nuova a casa tutta da
scoprire e da affinare!
A Velo Veronese scatta la pausa brioches: non esito a condurre il
Conte alla Pasticceria in direzione San Francesco e poco dopo si
accodano tutti gli altri non sfegatati. Cappuccino e fettona di
strudel per me e il Walter, mentre per il Conte brioche alla crema.
La ripartenza verso Monte Purga è fatta ad un ritmo bello alto,
complice la presenza dei Maddiline del Cerro ed io la soffro non poco,
ma una deviazione verso contrada Al Pezzo ci fa perdere quota e anche
sbagliare strada. E' però un lungo cementone con pendenza tra il 15% e
il 30% a farci imprecare un po' tutti. Si fa fatica a salire ed è
obbligatorio il 22/32. Questo pezzo segherà le gambe a tanti, visto
che siamo si e no ad un terzo di gara...
Da lì in poi si comincia a gustare la vera Lessinia, con le mulattiere
delimitate dalle lastre verticali ed i pezzi su prati al limite
dell'equilibrio, dove non c'è tanto da scherzare...
Si guadagna però il Parparo Vecchio dove si mette finalmente la
padella per un buon chilometro continuando a guadagnare qualche metro.
Qui in tanti decidono di prendere la via di casa, mentre solo in tre
rimaniamo convinti verso il Tomba. La fortuna di incrociare il team
Tagliaro col capitano Radu, il Ridolfi, il Simone Pasetto ed il Bene
di ritorno da un megagiro in BDC, cioè una parte della Cunego.
Io, l'Anonimo e Benito caliamo l'asso e l'orologio non è tiranno.
L'ascesa al Malera è interrotta da una deviazione verso sinistra che
ci fa stare poco sopra la provinciale che collega il Parparo a San
Giorgio, solo che anche qui siamo ad un certo punto un po' carenti di
frecce ed arriviamo a San Giorgio, saltando Passo Malera, dove invece
un altro bel cementone al 20% ci ricorda di non esagerare. San Giorgio
lo saltiamo a pié pari ed io e l'Anonimo saliamo in cattedra,
intervallandoci un paio di volte con una bella mulinata che tira il
collo al Benito, il quale manifesta di essere ormai alla frutta.
Ciononostante lui tiene la ruota ed il tetto della Lessinia è sempre
più vicino: la conquista della punta a 1766 metri la si fa su un bel
pratone erboso al 25%, dove c'è da sputare sangue.
Per fortuna che il rifugio è aperto e scatta il panino con speck per
l'Anonimo, mentre per me e Benito panino con salame e formaggio e
cocacola a tutti!
L'animo è sereno, la soddisfazione è tanta e la fatica è già alle
spalle. Una ricarica delle batterie è giusto quello che ci vuole e non
esitiamo a mandare SMS e foto a tutti ancora prima di arrivare. In
cima la temperatura non è delle più gradevoli ed il vento spira
almeno ai 40 km/h, ma la freccia Lessinia Legend indica di scendere e
questa volta la seguiamo con piacere. Da Passo Branchetto fino a
Quinto, vento a favore, posizione aerodinamica e velocità di crociera
stabilmente sopra i 45 km/h, con punte di 68 km/h sui lunghi
rettilinei a Maregge, Tracchi, Boscochiesanuova e sul Briago.
Io e l'Anonimo continuiamo a fare i Ganassa, mentre Benito di conserva
fa scorrere le sue ruotone con piacere.
A Orè di Stallavena, ci fermiamo qualche minuto per toglierci gli spolverini,
ci supera Giorgio Garofoli che lo andiamo prontamente a riprendere in
centro a Grezzana.
Che dire del Marathon della Lessinia Legend prima parte: percorso ed
ambiente molto suggestivo e tipico della Lessinia, bello, bello,
bello. Ci sono però delle "iniezioni" gratuite di passaggi da cross
country che non ci aspetteremmo di trovare su un percorso marathon, ma
il Poltronieri non è nuovo a queste cose. Speriamo che venga a più
miti consigli dal Vaio dell'Anguilla in poi, con la pubblicazione del
percorso definitivo, perché così com'è, non ci siamo proprio stando
alle opinioni di chi ha "provato a provarlo".
Infine quattro parole sulla mia condizione fisica e psicologica: direi
che ci siamo su tutta la linea. Alle gambe non devo chiedere troppo:
loro sembrano rispondere bene una volta che son belle calde, quindi bisogna
tenerle alimentate ed abbeverate e non vanno mai sovraccaricate con
rapporti troppo duri. La determinazione non si mette in discussione. Bisogna solo usare
la testa al 100% e la Lessinia Legend da 124 km dovrebbe essere alla
mia portata. Yes we can.
In attesa di commenti a caldo del Conte Savoia e dell'Orlando, pongo già la vostra attenzione sulla salita che porta dal Vaio dell'Anguilla verso Erbezzo, arrivandoci da contrada Rucchio.
Si guadagnano ben 250 metri di dislivello, spingendo la bici a piedi, roba da duri e puri...
Pubblico volentieri la foto che mi vede in azione al Durello '10, scattata da un nuovo studio fotografico sportivo, Seiafuoco.it. La foto è senza dubbio sconcertante, per la quantità di fango già addosso, quando ero a 2/3 di gara. Visto che il fango trovato in gara non me lo sono certo dimenticato, il pensiero va a domenica prossima, alla Divinus Bike, che mi vedrà pedalare alla caccia di altre due stelline del Prestigio 2010.
Clicca qui per andare al sito di Seiafuoco.it.
Cari amici, alla fine il buon Luca Poltronieri, patron della Lessinia Legend, ce l'ha messo dentro! E' il canyon del Boarol! E' un canale che si percorre in discesa e che conduce dalle cave sotto la contrada Sengie verso l'abitato di Lugo di Grezzana. C'è solo però per chi fa il percorso corto, quello da circa 58 km e 1350 metri di dislivello in salita.
Un canyon naturale profondo 4-5 metri, lungo almeno 30 metri e largo in alcuni punti 3 metri... scenderete a piedi, a meno che vogliate fare i funamboli...
Ringrazio l'Orlando per la foto molto suggestiva, che non è di impatto quanto il canyon visto dal vivo!
E' comparso da un giorno o due il percorso corto definitivo della Lessinia Legend 2010, dopo che sempre più biker lo hanno chiesto ardentemente agli organizzatori.
E' sostanzialmente un percorso che si snoda, sulla dorsale delle Torricelle, spingendosi in Alta Valpantena, completamente sulle tracce sterrate e asfaltate che mi sono più care, cioè che comprendono le Torricelle, i Gaspari, i Casotti, il Dondolo, la discesa verso Salvalaio, buona parte di Alcenago compreso il sentiero E5 sopra Vigo, la discesa del Boarol alle Sengie, l'ascesa a Ponte di Veja dal Vaio della Marciora e poi di nuovo a Verona, via asfalto, dopo aver passato gli abitati di Giare, Crosa di Schioppo, Chieve e Colombare di Villa.
Effettivamente di sterrati nella zona non recintati da proprietà private non ce ne sono moltissimi a disposizione. Agli organizzatori la scelta è stata abbastanza imposta dalla necessità di smaltire i parecchi concorrenti, che saranno però molto diluiti nella giornata di mercoledì 2 giugno.
L'asfalto sarà ahimé tantino per i palati più esigenti, ma ricordo a tutti che il Marathon - dall'alto dei suoi 124 km, i 3320 metri di dislivello e la cima Coppi a 1760 sul Monte Tomba - ha in abbondanza di tutto: asfalto, sterrato, salite, discese, muri, dislivello, vai, scollinamenti, mangiaebevi, passaggi a piedi, di tutto e di più!
Lo potete trovare qui.
clicca l'immagine per scaricare la traccia GPX
Stanno comparendo qua e là per la Lessinia le frecce dei percorsi della Lessinia Legend, in programma per mercoledì 2 giugno.
Questa foto l'ho scattata in cima alla salita di Pian di Castagné, dove si arriverà da una salita molto ripida, ma che, spero, non scoraggerà i più che hanno finora scelto il Marathon.
Ricordo a tutti che son previsti due percorsi e che il Marathon è davvero tosto, anzi, tostissimo...
clicca la foto per andare al sito della Lessinia Legend
Dell'uscita di sabato mattina si è già detto tutto quello che si doveva dire sia sul blog del Papataso, che su quello dell'Anonimo, ma per il sottoscritto è stata sicuramente una bella uscita, che mi ha visto ritoccare sensibilmente il mio record personale sulla Peri-Fosse.
Il record precedente era fermo a 43'19". Con la gran botta di sabato, se ne sono andati più di due minuti. Il nuovo record rispetto ai riferimenti della Avesani è di 41'12", mentre dall'incrocio della statale fino all'intersezione a Fosse è di 41'30".
Devo dire che è stato di stimolo assoluto avere dei riferimenti su cui tenere il passo, oltre che delle esche come il Conte Savoia, l'Orlando e Alberto, ma la Peri-Fosse non si inventa e non si sfruttano scie. La Peri-Fosse uno se la pedala col cuore e con le proprie gambe!
Vale più che mai il detto che dico da anni a questa parte: "Un chilo de manco, un minuto dei manco". Eh, si, perché se ne sono andati quasi due chili col passaggio dalla Speedster alla Addict!
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