Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
L'ultramaratoneta Giorgio Murari, conosciuto tra i veronesi come Musseu, sta partecipando alla Transam, che è la sorella della RAAM, Race Across AMerica.
Pare che Giorgio stia viaggiando alla grande alla sua prima, fuori continente. Il nostro ultramaratoneta sta continuando a superarsi e questa volta anche gli Stati Uniti d'America si piegheranno di fronte alla sua determinazione.
Se volete saperne di più, potete anche aiutarlo con una donazione, in modo da sostenere economicamente le sue "imprese":
Era una possibilità che avevo letto ancora in giro qua e là e qualche appassionato biker si era pure prodigato per implementarsela in casa, senza grossi risultati.
A questo giro è proprio la tedesca Schwalbe a proporla, con la versione 2015 del Nobby Nic.
Ricordatevi di trapanare insomma il vostro cerchio per ospitare la seconda valvola.
Interessante comunque il peso nella versione Evolution da 29": la pubblicità parla di 650 grammi, che sono davvero pochetti per una versione da 2,25 pollici e comunque tutti da verificare sul campo.
Vi rimando all'articolo di MTB-Mag per ulteriori dettagli.
Oggi TDS ha pubblicato tutti i tempi dei singoli della 24 Ore di Finale Ligure, tempi per i quali, almeno personalmente, c'era molta curiosità.
Guardando un po' anche le altre squadre dei Team da 8 c'è un 33'17" come giro più veloce, che è un signor tempo.
Guardando invece il fondo della classifica dei tempi dei singoli, se ne deduce che la pausa del nostro team, 3h56'14" è una delle pause più lunghe in assoluto fatte da tutti i team da 8. Solo altri 6 team hanno fatto pause più lunghe della nostra, segno che nessuna squadra si ferma a dormire ad una 24 Ore, senza nessuna polemica col mio team, sia chiaro, perché "noi siamo andati a Finale per riposare" .
00:44:57 CERPELLONI LUCA (giro di lancio)
00.38.27 FINETTO DAVIDE
00.44.02 BONTEMPO DANIELE (giro con foratura)
00.46.02 TENUTI MARCO
00.45.10 TENUTI MARCO
00.56.42 CLAPS MARIO
00.40.13 CERPELLONI LUCA
00.40.23 CERPELLONI LUCA
00.48.46 FINETTO DAVIDE (su Fat Bike)
00.40.11 FINETTO DAVIDE (con guasto)
00.51.22 BONTEMPO DANIELE (problemi con la stabilità dei fari)
00.53.37 BONTEMPO DANIELE
00.44.32 TENUTI MARCO (con visore notturno)
00.46.21 TENUTI MARCO
00.54.25 TENUTI MARCO (con riunione del team)
01.03.01 TENUTI MARCO (con ristoro completo)
03.56.14 FINETTO DAVIDE (con riposino di tre orette)
00.39.05 FINETTO DAVIDE
00.39.53 CERPELLONI LUCA
00.40.13 CERPELLONI LUCA
00.41.53 BONTEMPO DANIELE
00.41.58 BONTEMPO DANIELE
00.51.36 CLAPS MARIO
00.43.27 TENUTI MARCO
00.39.09 FINETTO DAVIDE
00.42.01 FINETTO DAVIDE
00.38.56 CERPELLONI LUCA
00.39.48 CERPELLONI LUCA
Cosa sto cercando di schivare sulla traiettoria?
Un leoro? Un cavalluccio marino? Un faretto perso nella notte?
Le foto di Sportograf sono tante, tantissime: avrò di che stancarvi nei prossimi giorni!
Riviviamo per un momento la quarantina di minuti del percorso della 24 Ore di Finale Ligure, un lungo, ma che dico, lunghissimo, flow dove il biker "allenato" raggiunge l'estasi.
Uno dei migliori percorsi mai visti in tanti anni di mountain bike.
Gli americani vanno davvero a cercarsele in giro per il mondo. E stavolta hanno trovato questo in Messico.
Ovviamente Redbull e Gopro non mancano mai.
Cominciamo un po' a studiare il dislivello della Salz, percorso A, attestato sui 211,3 km e 7049 metri di salita, abbastanza "pessimistici", cioè acquisiti probabilmente con un satellitare.
Più che andare a sentimento, qua bisogna pianificare assieme a Reinhold Messner la scalata a questa cima da settemila metri, partendo dal bagnasciuga della costa. Preparare le bombole e andare con calma.
La gara può essere suddivisa in petali, a cui corrispondono sommariamente altrettanti passaggi ai cancelli, quasi tutti nella cittadina ospitante la gara.
La prima gara consiste in una granfondo da 1350 metri da fare come riscaldamento, toh, metti che sia la Granfondo Tre Valli.
Poi si pedala ad oltranza, tipo una Lessinia Legend in versione marathon, e si porta a termine un'altimetria di poco superiore alla Dolomiti Superbike.
Dopo aver accumulato l'acido lattico di una DSB, è l'ora di un giretto a Santa Viola.
Poi in scioltezza il dislivello di una Divinus Bike e tutti in doccia, anzi no, tutti alla spina della birra, vero Paolo?
Era da un bel po' che non andavo a Madonna della Corona, per cui ieri, giornata di primo maggio, ho cercato di unire l'utile al dilettevole, senza star qua a distinguere cos'è utile e cos'è dilettevole. Quando si vuol andare in bici il più possibile e c'è da conciliare le esigenze di famiglie, bisogna pensarle tutte quante e devo dire che quello che ne è venuto fuori ieri è davvero ammirevole, sia per lo spirito che per il fisico.
Una grossa mano nella realizzazione di questa giornata me l'ha data lo zio Paolo, che non si tira mai indietro quando c'è da prodigarsi in simili maratonine: ieri siamo andati in bici a Madonna della Corona assieme alla Comunità del Seminario Vescovile di Verona, come hanno fatto anche tanti altri gruppi parrocchiali della provincia veronese, come la nostra parrocchia di Grezzana, ma anche le parrocchie di Alcenago e Stallavena.
La partenza da Grezzana è prevista per le ore 6.00 da Grezzana, ma quella effettiva è alle 6.10, perché il sonno è sempre molto forte. Io e Paolo siamo partiti da Grezzana con le nostre mountain bike configurate in versione "all tarmac" con destinazione anzitutto Seminario Minore di San Massimo. Facciamo rotolare velocemente le nostre ruotone nel centro cittadino passando per via XX Settembre, Stradone Maffei, via Roma, San Zeno, Corso Milano e via San Marco, tanto alle 6.30 del mattino in giro non c'è un cane e, senza alcune ansia o fuori soglia, arriviamo in via Bacilieri con una media dei 28,4 km/h.
Fuori dal Seminario la comitiva dei ciclisti, tutti gli adolescenti che frequentano il liceo classico Giberti ad esclusione di mio figlio Enrico, unico delle medie ad imbattersi in questa piccola grande impresa, sono pronti a partire: stavano aspettando proprio noi.
Tutti contenti ci muoviamo dalla campagna tra San Massimo e Lugagnano di Sona verso la pista ciclabile dalle parti del Chievo: il programma prevede di pedalarla tutta fino alla fine, compresa l'ascesa che porta a Rivoli Veronese. Gli adolescenti sono molto entusiasti, nonostante l'ora mattutina, e subito ci scappano un paio di svarioni - cercando di attraversare un incrocio stradale regolato dal semaforo - e un incontro ravvicinato del quarto tipo in ciclabile, ma evidentemente qualcuno molto vicino a Dio, se non direttamente qualche santo deve aver sistemato tutto con uno schiocco di dita. Succedono anche degli imprevisti minimi, cioè qualche catena che va giù, qualche cambio che fa le bizze, ma niente di che. Una sola foratura, ma per un papà stradista, per cui molto avvezzo con le camere d'aria.
Io e Paolo siamo perfettamente coscienti che andare al Santuario della Madonna della Corona non è affar semplice per gli adolescenti e soprattutto per Enrico, che ha undici anni e mezzo, visto che i chilometri sono 42 ed il dislivello è 850 metri buoni, ma noi siamo forti di un bel po' di Granfondo Avesani in versione rossa e verde, per cui proseguiamo diritti con le nostre convinzioni, cioè spingere su chi non ce la fa, il tutto, ovviamente, in preparazione alla Salz A-strecken.
Il gruppo comunque arriva a Platano, ai piedi della salita per Spiazzi, senza grossi patemi, supportati a partire dal bivio delle Zuanne dal pulmino del Seminario guidato da Davide. Ci chiedono se è tutto a posto vedendoci in fondo al gruppo con Enrico e noi siamo più che mai sereni, forti che la Madonna della Corona commuterà il segno della forza gravitazionale.
A Platano i ragazzotti non ci pensano due volte a tracannare l'improbabile liquido azzurro del Powerade, mentre noi ripieghiamo sul croissaint confezionato "imbugante" coadiuvato da qualche bicchiere di tè. La pausa è di buoni venti minuti, ma il nostro pensiero va invece ai pellegrini che sono partiti dal Seminario ancora a mezzanotte e che si sono fatti sostanzialmente una maratona a piedi per arrivare al santuario: la Madonna aiuti loro adesso nel momento del bisogno. Noi sapremo cavarcela per raggiungere Spiazzi.
Si riparte così dal piazzale della frazione di Platano, col grosso del gruppo che decide di salire per la strada principale, oggi trafficatissima per via del pellegrinaggio nel primo giorno del mese mariano, mentre in pochissimi, tra i quali anche noi, decidiamo di salire per l'impegnativa salita del Porcino.
L'asfalto è quello che è, ma noi tre, Paolo, Enrico ed io, abbiamo le ruote grasse, le pendenze sono proibitive, ma di rapporti ne abbiamo quasi da vendere, per cui non c'è che da tenere sott'occhio l'altimetro e vedere che minuto dopo minuto continuiamo a guadagnare metri di dislivello.
In lontananza riusciamo anche a scorgere dall'altra parte della valle gli adolescenti salire con le loro ventisei pollici e intuiamo che la maggioranza avanza più o meno col nostro stesso passo, per cui questa cosa conforta più che mai Enrico.
Una sola sosta per lui lungo l'intera salita: davvero notevole per un ragazzino di poco più di undici anni: il senso di fiducia che gli diamo noi ed il suo coraggio e la sua determinazione fanno sì che la rampa più dura sia superata quasi senza l'ausilio della nostra spinta. Davvero i miei complimenti ad Enrico! In pochissimi sarebbero riusciti a fare altrettanto!
"Mi fanno male le gambe" è la sua affermazione a metà salita, a cui segue immediatamente la nostra battuta: "E tu non stare ad ascoltarle! Prega la Madonna e che ti faccia salire su al Santuario!". Non fanno a tempo a passare cinque minuti che le richieste sono esaudite ed Enrico esclama: "Non sento più le gambe!". E noi più o meno col sorriso in faccia: "La Madonna ti assiste e ti protegge: ti ha fatto sparire subito il dolore, sei fortunato: a noi spesso prima ci fa provare una lunga ed intensa esperienza dei crampi"!
Così sbuchiamo di nuovo sul stradone principale e ci manca solo un lunghissimo rettilineo per arrivare a Spiazzi, dove arriviamo praticamente coi primi del gruppo, saliti invece dall'altra parte!
Dopo un breve ristoro a base di panino col prosciutto parcheggiamo le bici, ci cambiamo un po' ed attendiamo il congiungimento del resto della nostra comitiva, giunta chi a piedi da Brentino Belluno, chi in corriera direttamente a Spiazzi, chi in macchina, come la nostra famiglia.
Peccato che poi la giornata, dal punto di vista meteorologico, volga al peggio, con una pioggerellina che diventa quasi battente nel primo pomeriggio, ma tutte le altre attività in programma si svolgono regolarmente.
La santa messa nel santuario diocesano è celebrato dal nostro vescovo Giuseppe Zenti, assistito da tutti i sacerdoti del Seminario: davvero una bella cerimonia, soprattutto nell'omelia col rinnovo di un auspicio a favore della bellissima esperienza di fede che è, appunto, il Seminario minore di Verona. Devo dire che abbiamo davvero un bravo vescovo, molto capace di trovare le parole giuste nei momenti giusti.
Successivamente ci trasferiamo all'ottagono del Gresner, sopra Ferrara di Monte Baldo, dove facciamo un insolito pic-nic dentro le mura, quasi al freddo, ma in un immaginario cerchio costituito da tutte le famiglie convenute in questa giornata, compresi anche i nonni materni di Enrico.
Peccato che il ritorno in bici ci sia negato, perché a Spiazzi continua a piovere e la temperatura non è di quelle più favorevoli: 7 gradi centigradi, così a nostro malincuore, carichiamo le nostre tre mountain bike in macchina, mentre gli adolescenti le caricano nella stiva delle corriere.
Tornando giù in pianura scopriamo praticamente subito che non ha piovuto in basso. Così io e Paolo, arrivati a San Massimo, tiriamo giù le bici e completiamo l'opera pedalando gli ultimi 25 chilometri di nuovo verso Grezzana e dando un'ulteriore pacca al tickerkm.
Davvero una bella giornata per lo spirito, per il fisico e per il cuore! Un grazie alla Madonna della Corona!
Stasera si decidono le sorti della mia stagione agonistica o meglio, si decide l'ennesima potenza della mia ganassitudine.
La data da segnarsi è il 12 luglio 2014. Lascio spazio alla locandina e per i dettagli state collegati, che arriverà qualche aggiornamento sul mio blog...
clicca la locandina per andare al sito del Salzkammergut Trophy
Dopo quattro anni consecutivi di partecipazione alla Granfondo Tre Valli, organizzata ottimamente dal Bibike Team, quest'anno non prenderò parte alla competizione, ma non per questo dimentico questa bella gara: spero anzi di essere presente sabato pomeriggio per vedere gli Elite del cross country in azione.
Questa gara presenta da sempre un percorso molto piacevole e dotato di una giusta dose di pezzi scorrevoli e discese divertenti, senza diventare mai proibitiva per la stragrande maggioranza dei biker che corrono anche saltuariamente.
Anche le condizioni del meteo, quand'anche siano difficili e drammatiche, com'è successo nell'edizione 2013 - edizione in cui mi sono divertito come un bambino, avete presente Peppa Pig? - non mettono mai KO la tenuta del fondo, a differenza del fondo valle delle vicine Valtramigna e Valdalpone, dove invece il fango la fa da padrone, mettendo in crisi tante coperture e tutte le trasmissioni meccaniche.
Dal punto di vista aerobico si può dividere la gara in cinque parti ben distinte, che non sono altro che le salite da scalare: le pendenze non sono mai impossibili, ma al contrario su alcune si può davvero fare velocità. Chi ha gas, potrà scatenarsi e scaricarlo tutto a terra sin dalla prima salita, che porta alla Croce del Vento, ma soprattutto sulla lunga salita dei Cancelli, l'ultima prima di fiondarsi all'arrivo a Tregnago.
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