Era da un bel po' che non andavo a Madonna della Corona, per cui ieri, giornata di primo maggio, ho cercato di unire l'utile al dilettevole, senza star qua a distinguere cos'è utile e cos'è dilettevole. Quando si vuol andare in bici il più possibile e c'è da conciliare le esigenze di famiglie, bisogna pensarle tutte quante e devo dire che quello che ne è venuto fuori ieri è davvero ammirevole, sia per lo spirito che per il fisico.
Una grossa mano nella realizzazione di questa giornata me l'ha data lo zio Paolo, che non si tira mai indietro quando c'è da prodigarsi in simili maratonine: ieri siamo andati in bici a Madonna della Corona assieme alla Comunità del Seminario Vescovile di Verona, come hanno fatto anche tanti altri gruppi parrocchiali della provincia veronese, come la nostra parrocchia di Grezzana, ma anche le parrocchie di Alcenago e Stallavena.
La partenza da Grezzana è prevista per le ore 6.00 da Grezzana, ma quella effettiva è alle 6.10, perché il sonno è sempre molto forte. Io e Paolo siamo partiti da Grezzana con le nostre mountain bike configurate in versione "all tarmac" con destinazione anzitutto Seminario Minore di San Massimo. Facciamo rotolare velocemente le nostre ruotone nel centro cittadino passando per via XX Settembre, Stradone Maffei, via Roma, San Zeno, Corso Milano e via San Marco, tanto alle 6.30 del mattino in giro non c'è un cane e, senza alcune ansia o fuori soglia, arriviamo in via Bacilieri con una media dei 28,4 km/h.
Fuori dal Seminario la comitiva dei ciclisti, tutti gli adolescenti che frequentano il liceo classico Giberti ad esclusione di mio figlio Enrico, unico delle medie ad imbattersi in questa piccola grande impresa, sono pronti a partire: stavano aspettando proprio noi.
Tutti contenti ci muoviamo dalla campagna tra San Massimo e Lugagnano di Sona verso la pista ciclabile dalle parti del Chievo: il programma prevede di pedalarla tutta fino alla fine, compresa l'ascesa che porta a Rivoli Veronese. Gli adolescenti sono molto entusiasti, nonostante l'ora mattutina, e subito ci scappano un paio di svarioni - cercando di attraversare un incrocio stradale regolato dal semaforo - e un incontro ravvicinato del quarto tipo in ciclabile, ma evidentemente qualcuno molto vicino a Dio, se non direttamente qualche santo deve aver sistemato tutto con uno schiocco di dita. Succedono anche degli imprevisti minimi, cioè qualche catena che va giù, qualche cambio che fa le bizze, ma niente di che. Una sola foratura, ma per un papà stradista, per cui molto avvezzo con le camere d'aria.
Io e Paolo siamo perfettamente coscienti che andare al Santuario della Madonna della Corona non è affar semplice per gli adolescenti e soprattutto per Enrico, che ha undici anni e mezzo, visto che i chilometri sono 42 ed il dislivello è 850 metri buoni, ma noi siamo forti di un bel po' di Granfondo Avesani in versione rossa e verde, per cui proseguiamo diritti con le nostre convinzioni, cioè spingere su chi non ce la fa, il tutto, ovviamente, in preparazione alla Salz A-strecken.
Il gruppo comunque arriva a Platano, ai piedi della salita per Spiazzi, senza grossi patemi, supportati a partire dal bivio delle Zuanne dal pulmino del Seminario guidato da Davide. Ci chiedono se è tutto a posto vedendoci in fondo al gruppo con Enrico e noi siamo più che mai sereni, forti che la Madonna della Corona commuterà il segno della forza gravitazionale.
A Platano i ragazzotti non ci pensano due volte a tracannare l'improbabile liquido azzurro del Powerade, mentre noi ripieghiamo sul croissaint confezionato "imbugante" coadiuvato da qualche bicchiere di tè. La pausa è di buoni venti minuti, ma il nostro pensiero va invece ai pellegrini che sono partiti dal Seminario ancora a mezzanotte e che si sono fatti sostanzialmente una maratona a piedi per arrivare al santuario: la Madonna aiuti loro adesso nel momento del bisogno. Noi sapremo cavarcela per raggiungere Spiazzi.
Si riparte così dal piazzale della frazione di Platano, col grosso del gruppo che decide di salire per la strada principale, oggi trafficatissima per via del pellegrinaggio nel primo giorno del mese mariano, mentre in pochissimi, tra i quali anche noi, decidiamo di salire per l'impegnativa salita del Porcino.
L'asfalto è quello che è, ma noi tre, Paolo, Enrico ed io, abbiamo le ruote grasse, le pendenze sono proibitive, ma di rapporti ne abbiamo quasi da vendere, per cui non c'è che da tenere sott'occhio l'altimetro e vedere che minuto dopo minuto continuiamo a guadagnare metri di dislivello.
In lontananza riusciamo anche a scorgere dall'altra parte della valle gli adolescenti salire con le loro ventisei pollici e intuiamo che la maggioranza avanza più o meno col nostro stesso passo, per cui questa cosa conforta più che mai Enrico.
Una sola sosta per lui lungo l'intera salita: davvero notevole per un ragazzino di poco più di undici anni: il senso di fiducia che gli diamo noi ed il suo coraggio e la sua determinazione fanno sì che la rampa più dura sia superata quasi senza l'ausilio della nostra spinta. Davvero i miei complimenti ad Enrico! In pochissimi sarebbero riusciti a fare altrettanto!
"Mi fanno male le gambe" è la sua affermazione a metà salita, a cui segue immediatamente la nostra battuta: "E tu non stare ad ascoltarle! Prega la Madonna e che ti faccia salire su al Santuario!". Non fanno a tempo a passare cinque minuti che le richieste sono esaudite ed Enrico esclama: "Non sento più le gambe!". E noi più o meno col sorriso in faccia: "La Madonna ti assiste e ti protegge: ti ha fatto sparire subito il dolore, sei fortunato: a noi spesso prima ci fa provare una lunga ed intensa esperienza dei crampi"!
Così sbuchiamo di nuovo sul stradone principale e ci manca solo un lunghissimo rettilineo per arrivare a Spiazzi, dove arriviamo praticamente coi primi del gruppo, saliti invece dall'altra parte!
Dopo un breve ristoro a base di panino col prosciutto parcheggiamo le bici, ci cambiamo un po' ed attendiamo il congiungimento del resto della nostra comitiva, giunta chi a piedi da Brentino Belluno, chi in corriera direttamente a Spiazzi, chi in macchina, come la nostra famiglia.
Peccato che poi la giornata, dal punto di vista meteorologico, volga al peggio, con una pioggerellina che diventa quasi battente nel primo pomeriggio, ma tutte le altre attività in programma si svolgono regolarmente.
La santa messa nel santuario diocesano è celebrato dal nostro vescovo Giuseppe Zenti, assistito da tutti i sacerdoti del Seminario: davvero una bella cerimonia, soprattutto nell'omelia col rinnovo di un auspicio a favore della bellissima esperienza di fede che è, appunto, il Seminario minore di Verona. Devo dire che abbiamo davvero un bravo vescovo, molto capace di trovare le parole giuste nei momenti giusti.
Successivamente ci trasferiamo all'ottagono del Gresner, sopra Ferrara di Monte Baldo, dove facciamo un insolito pic-nic dentro le mura, quasi al freddo, ma in un immaginario cerchio costituito da tutte le famiglie convenute in questa giornata, compresi anche i nonni materni di Enrico.
Peccato che il ritorno in bici ci sia negato, perché a Spiazzi continua a piovere e la temperatura non è di quelle più favorevoli: 7 gradi centigradi, così a nostro malincuore, carichiamo le nostre tre mountain bike in macchina, mentre gli adolescenti le caricano nella stiva delle corriere.
Tornando giù in pianura scopriamo praticamente subito che non ha piovuto in basso. Così io e Paolo, arrivati a San Massimo, tiriamo giù le bici e completiamo l'opera pedalando gli ultimi 25 chilometri di nuovo verso Grezzana e dando un'ulteriore pacca al tickerkm.
Davvero una bella giornata per lo spirito, per il fisico e per il cuore! Un grazie alla Madonna della Corona!
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