Disponibili a casa Marcante, ma possiamo anche consegnarle nei dintorni di Verona e provincia mettendoci d'accordo, le migliori ciliegie della provincia: i duroni, conosciute anche come more!
Coltivate in collina ad un'altitudine di 370 metri, le ciliegie del Marcante sono generalmente pronte a metà giugno e la quasi totalità è della specialità "duroni", cioè una consistenza croccante e dal gusto estremamente dolce e poco acquoso rispetto ad altre qualità di ciliegie.
In più il raccolto dellla stagione 2012 ha una qualità più elevata della media e dimensioni del frutto significative rispetto al solito.
Disponibili anche piccoli quantitativi di altre specialità di ciliegie, ossia "morbiane", "guardiane", "ferrovia" e "dalla punta".
Per piccoli quantitativi 2,50 Euro al chilo, per grossi quantitativi 2,20 Euro al chilo. Non esitate a contattarmi ai miei soliti recapiti o al telefono fisso (045-551149).
Checché se ne dica, ho l'impressione che i servizi postali e i servizi di spedizione delle principali aziende private - DHL, UPS, TNT, Fedex, Bartolini, Executive - siano sempre più veloci.
Negli ultimi giorni ho ordinato del materiale da un grosso negozio online, il quale mi aveva promesso il recapito della merce in 3-5 giorni lavorativi ed invece è arrivata in meno di 48 ore dal mio ordine!
Analogamente una spedizione con posta prioritaria dalla Germania è arrivata anch'essa in pochissimi giorni.
Grazie ai sistemi integrati sempre più efficienti, ha sempre più senso procedere autonomamente a comprare merce e beni dalla rete, anziché rivolgersi ai soliti canali di distribuzione, se non si ha bisogno di particolari prestazioni o servizi per il cliente finale.
Sorprendente che anche Poste Italiane siano coinvolte in questo miglioramento dell'efficienza dei propri servizi di consegna.
Aspetto a questo punto una secca smentita, che mi faccia tornare coi piedi per terra...
Nel corso delle ultime settimane Vodafone ha deciso di spegnere il servizio del Vodafone Widget in favore dell'applicazione My190, che sostituisce il primo, estendendone anche le funzionalità.
Peccato che l'applicazione, nonostante abbia già subito da parte del team di sviluppo qualche aggiornameto, rimane tuttora ancora di qualità mediocre, in primis per la velocità di esecuzione delle operazioni, che soprattutto sull'affidabilità della connessione al server.
Sono molto frequenti sia i timeout che la mancanza del servizio.
In teoria lo strumento dovrebbe consentire l'invio giornaliero di 10 SMS ad altri numeri Vodafone, che, aggiunti ai 10 SMS inviabili dall'area riservata Vodafone attraverso il servizio SMSviaWeb, portano a 20 SMS il numero totale di messaggini che si possono inviare senza spendere soldi.
A casa mia la lavastoviglie è arrivata da poco, solo ad ottobre scorso. Nell'economia generale della gestione domestica è indubbio che questa novità sia un grosso passo in avanti, in primo luogo per il tempo risparmiato a favore di altre faccende domestiche, in secondo luogo per una questione prettamente estetica - si toglie alla vista il classico casino di stoviglie sporche nel secchiaio - ma si introducono senza dubbio nuovi costi nel bilancio familiare. Vediamoli:
costo dell'acqua, che sarebbe negativo tenendo conto che qualsiasi lavaggio a mano è considerato più dispendioso di quello di una moderna lavastoviglie
costo per l'energia elettrica, che andrebbe controbilanciato dal risparmio sul gas consumato per scaldare l'acqua calda (per completezza sarebbero da tenere in considerazione anche alcune lavastoviglie che danno la possibilità di pescare direttamente l'acqua calda)
costo per il detersivo specifico per lavastoviglie inclusivo di brillantante (contro il detersivo per il lavaggio a mano)
costo per i sali minerali appositi, da ricaricare con una certa periodicità
costo per il trattamento di "lavaggio" della lavastoviglie con periodicità mensile
costo di ammortamento dell'elettrodomestico
eventuali costi per riparazioni
Stando all'articolo che ho trovato sul sito di Kitchens, il consumo medio di una lavastoviglie moderna è di 15 litri e circa 1 kWh, il chè significa che in termini economici un giro di lavastoglie è di circa 13 centesimi per il detersivo, considerata l'equivalenza tra una pastiglia e la dose liquida da 20 millilitri/grammi.
Su questo, in cui ci si attiene a livelli più alti, cioè tra 1,4 e 1,8 kWh sempre per il ciclo lungo di una lavastoviglie moderna.
In questa letturaVivi Con Stile di Lega Ambiente stringe la forbice tra 1,4 kWh e 1,6 kWh.
Consideriamo pertanto i soli costi di esercizio ed escludiamo l'ammortamento e la manutenzione:
risorsa
quantità
importo
acqua
15 litri
-
detersivo
20 grammi
0,13 cent
corrente elettrica
1,5 kWh
0,30 cent
trattamento lavaggio
Â
0,10 cent
totale
Â
0,53 cent
Se cercate un calcolatore di costo dell'energia elettrica, vi rimando a questo calcolatore, che ho trovato sul sito Quale Tariffa. Io ho presupposto che un kilowattora si attesti sui 0,20 cent, ma ultimamente anche questo prezzo sta schizzando verso l'alto.
Per tagliare la testa al toro sono incappato sull'articolo "definitivo", cioè quello che prende in considerazione l'intenzione della lobby dei produttori di elettrodomestici e le loro argomentazioni contro le questioni utilitaristiche ed ambientali. Ora l'articolo non pretende di essere effettivamente la fonte della verità al riguardo, ma per certi versi tutta una serie di parametri, come la vita media di una lavastoviglie, il costo dell'energia elettrica e la quantità di detersivo usata ogni volta che si carica la lavastoviglie, sono tutti verificabili e calcolabili autonomamente da parte di noi consumatori.
Vi rimando pertanto alla lettura che ho trovato sul sito Vivi Con Stile di Lega Ambiente: trovate degli ottimi suggerimenti per ridurre ulteriormente il consumo in termini energetici della lavastoviglie andando a questo articolo.
Apprendo dal portale TM News, agenzia giornalistica multicanale.
Anche l'ANSA riprende con notizie più o meno delle stesso tenore.
Sul versante del rifornimento di gas, il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha detto che la situazione è critica ma ben monitorata. Per l'Italia, secondo l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, la situazione della fornitura del gas sarà tranquilla fino a mercoledì. Ma da giovedì, a causa del picco eccezionale dei consumi per il freddo e del taglio di Gazprom, potrebbero arrivare infatti le prime interruzioni nelle forniture a partire dai cosiddetti clienti interrompibili, aziende o uffici i cui proprietari accettano stop temporanei in cambio di alleggerimenti della bolletta.
Praticamente ci sta scritto che, se continua così, da mercoledì e giovedì potrebbero cominciare a tagliare il gas ad alcune utenze.
Oggi mi chiama la suocera infastidita non poco da continue chiamate al telefono fisso provenienti dal numero 02-367005. Appena si alza la cornetta, non si sente nulla e dopo qualche secondo la conversazione viene interrotta.
La cosa si ripete da qualche giorno con 3-4-5 telefonate al giorno dal mattino fino alle 9 di sera. La prima cosa che viene da pensare è che si tratti di uno scherzo "telefonico", o peggio ancora della classica telefonata di ladri che ci stanno spiando, per capire se siamo a casa o meno.
Non contenti, abbiamo provato a chiamare questo numero ed ovviamente nessuno risponde.
E' chiaro che un numero col prefisso 02, cioè zona di Milano, ed un numero così corto per Milano, 367005, contro le otto cifre di un numero di Milano, fa pensare che si tratti di un servizio automatico, di qualche marketing telefonico o customer care.
Cercando sulla rete tale numero si viene a sapere che si tratta di "importunatori" che chiamano per conto di Sky, i quali devono esibire le loro proposte commerciali "non sollecitate". Pare insomma che si tratti di un centralino elettronico "impazzito", il qualche fa partire automaticamente le chiamate ad una serie di numeri di clienti o di potenziali clienti allo scopo di proporre loro qualche offerta commerciale, solo che nel momento in cui il centralino elettronico trova il numero del destinatario libero, non aggancia immediatamente un operatore per esporre l'offerta in questione.
Per fare una buona cosa, bisognerebbe iscriversi al Registro delle Opposizioni e magari anche togliersi dalla rubrica, ma vediamo quanto andrà avanti ancora questa storia. Certo che da Sky, operatore più o meno unico del settore televisivo satellitare, meriterebbe una bella strigliata dal garante delle comunicazioni e della privacy.
Io sono sempre stato cliente Vodafone dal lontano 1998, cioè dall'inizio con la telefonia mobile, non ho mai cambiato una volta, nè il numero, nè l'operatore, nè mi sono dato troppo da fare per cambiare continuamente piano telefonico. Penso di avere cambiato piano un paio di volte in tredici anni e l'ultima volta penso di averlo fatto nel 2002.
Sto notando che nelle ultime settimane Vodafone sta arretrando parecchio con le proprie offerte commerciali e promozioni e per cui sto seriamente pensando di salutarli e provare l'ebbrezza di qualcos'altro (Tre).
Ecco alcune valide ragioni per cui sto pensando di cambiare, cioè alcuni servizi e promozioni che sono stati riprofilati verso il basso:
Opzione Mobile Internet una volta consentiva di scaricare fino a 500 MB alla settimana per le ricaricabili, adesso siamo arretrati a 250 MB
Una volta c'era Christmas Card gratis se facevi una ricarica cospicua su una SIM ricaricabile: quest'anno basta, bisogna pagare. E già da qualche anno la Christmas Card è un pacchetto decisamente limitato di messaggi, non 100 o 500 SMS gratuiti al giorno, cioè una quantità virtualmente illimitata.
Si sono mangiati i punti Vodafone One, senza convertirli in automatico Vodafone You, atto che mi pareva quantomeno dovuto: tra l'altro non riesco nemmeno più a riattivare Vodafone You dal sito internet
Dopo tre anni abbondanti di iPhone, Vodafone è ancora l'unico operatore che fa pagare separatamente il traffico tethering, anziché accorparlo al traffico internet del telefono
Una volta si potevano mandare anche gli MMS gratis dal sito 190.it, nell'ultimo mese sparito anche questo servizio gratuito, anzi vi è ancora traccia sul sito, ma conduce ad errori del sito stesso
Insomma la fedeltà al marchio ancora una volta è stata tradita - della serie se sei un nuovo cliente, ti stendiamo il tappeto, se sei un vecchio cliente, ce ne siamo dimenticati, anzi ti usiamo per le statistiche - tagliando addirittura i servizi a cui siamo sempre abituati. L'impressione è che vogliano commutare definitivamente i servizi per le ricaricabili in favore dei piani di abbonamento più o meno cospicui per traffico e servizi vari. Bella invenzione in un momento di crisi...
A parte le questioni di natura ambientale, che sono assolutamente di primaria importanza rispetto a tutto il resto, io ho sempre personalmente osteggiato l'uso dell'acqua imbottigliata, perché è semplicemente antieconomico per le mie tasche e per le tasche di tutti noi consumatori.
Infatti non ho mai consumato in maniera sistematica l'acqua in bottiglia, ma quasi sempre quella del rubinetto. Il problema è che l'acqua che esce dal rubinetto, almeno qui a Grezzana, ci dicono essere non inquinata e di essere costantemente analizzata e controllata, però rimane il fatto che è piena di calcare, sabbia e terra e l'azienda municipalizzata fa poco o nulla per ridurre questo aspetto, che andrebbe invece considerato, tanto quanto quello della composizione chimica. E pensare che una volta a Grezzana e frazioni si pompava dentro l'acquedotto comunale acqua proveniente da sorgive locali, invece da più di un decennio ci fanno bere l'acqua della pianura, pompandola su da Verona. Davvero una cosa che ha alcun senso logico.
Tornando però all'aspetto puramente consumistico, ci hanno sostanzialmente inculcato attraverso le più rodate strategie del marketing che l'acqua in bottiglia è meglio di quella del rubinetto, spaventandoci, seducendoci e inducendoci a pensare sbagliato.
Siccome ogni anno si sente la stessa tiritera al riguardo del Canone RAI, ho fatto la cosa che riesce semplice a tanti, cioè cercare in rete su cosa succede negli altri stati europei.
Tante lamentele nascono dal fatto che tantissima gente lo ritiene una tassa illegittima, vuoi perché è collegata direttamente alla proprietà di un televisore - trattasi pertanto di una tassa patrimoniale a tutti gli effetti - vuoi perché le reti televisive RAI non sono regolarmente emesse sull'intero territorio nazionale - infatti da quando si è passati al digitale terrestre (DVB-T) in tante regioni, tanti utenti sono stati costretti a passare alle piattaforme satellitari Sky o a Tivusat per continuare a vedere la tivù, a causa di un segnale digitale troppo debole per garantire una qualità minima - vuoi anche perché tantissima gente è assolutamente insoddisfatta del servizio pubblico politicizzato, che tra l'altro è pure finanziato in maniera importante dalla pubblicità.
Non è comunque mia intenzione dirimere la faccenda, ossia se sia giusto o meno pagare il canone TV. Ho già espresso la mia idea sulle tasse in più occasioni con amici, parenti e colleghi di lavoro: ogni tassa patrimoniale, a mio modo di vedere, è ingiusta, così come lo è anche il canone RAI in quanto "tassa di proprietà".
Il 90% delle famiglie italiane lo paga, un buon 10% no, ma questo è un'altra storia. Io ho cercato in rete cosa succede nel resto dell'Europa.
Certo è che la natura del titolo che ho dato a questo articolo è chiaramente provocatoria. Potremmo girare la frittata, ponendo piuttosto la questione non del fatto che il canone TV sia giusto o meno pagarlo, ma "è giusto pagare più di 100 Euro per il servizio della tv pubblica italiana, vista la spartizione politica"?
Sulla rete ho trovato questo articolo di Boris Bivona, che trovate integralmente a questo URL sul sito Fisco Oggi.
Il pagamento di una tassa per la detenzione di apparati atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive, indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, è statuito dall'articolo 1 del regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938 e confermato da alcune sentenze della Corte costituzionale. La ragione per cui l'Italia, al pari di molti altri paesi europei, ha adottato il sistema dell'esperienza televisiva intesa come servizio pubblico culturale e pedagogico, quindi soggetto a tassazione, deve rinvenirsi nel momento storico postbellico in cui la tivù di stato diventa il simbolo della rinascita e dell'unificazione sociale.
Il ministero dell'Economia e delle Finanze, per il tramite del dipartimento del Tesoro, partecipa per la quota del 99,56 per cento sulla RAI Radio Televisione Italiana Spa, mentre il restante 0,44 per cento è di proprietà della Siae (dati relativi al 2008-2009).
I giudici di legittimità, con riferimento alla natura giuridica del "balzello" televisivo, hanno avuto modo di fornire chiarimenti al riguardo in diverse occasioni. La sua istituzione deve rinvenirsi non tanto nell'esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che lega il contribuente, da un lato, e l'Ente Rai, che gestisce il servizio pubblico, dall'altro, ma nel fatto che si tratta di una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio. La sua riscossione è affidata allo Sportello abbonamenti TV, gestito in concessione dalla RAI per conto del ministero dell'Economia e Finanze.
Sorprendentemente, la tassa pagata in Italia risulta essere, in confronto tra i Paesi dell'Europa occidentale, la più bassa. Secondo i dati forniti (nel 2006) dall'Osservatorio europeo dell'audiovisivo, l'importo medio a livello comunitario proveniente dal canone televisivo dovrebbe attestarsi a 118 euro per famiglia nel 2009. Al riguardo, occorre, tuttavia, osservare la differente partecipazione al finanziamento della tv pubblica degli altri Paesi europei distinguendo la parte fiscale (il canone) e quella commerciale (pubblicità).
In Gran Bretagna, la BBC, che propone 8 canali tv interattivi, 10 network radiofonici, più di 50 emittenti TV e radio locali, viene finanziata ogni anno esclusivamente attraverso il canone pari a 176 euro. Particolarmente severe risultano, poi, le sanzioni per chi viene scoperto moroso o evasore della tassa sulla Beeb (come viene soprannominata dai Britannici la BBC) che arrivano anche alla custodia cautelare.
In Germania, i tedeschi sborsano ogni anno una tassa, pari a 206,36 euro per due canali pubblici (ARD e ZDF) che possono, tuttavia, trasmettere anche spot pubblicitari ma soltanto in una specifica fascia oraria dei giorni lavorativi, e cioè tra le ore 17 e le 20.
In Francia la tassa ammonta a 116 euro, ma la riforma del sistema radiotelevisivo prevede dal 2009 lo stop agli spot - ammessi solo durante gli intervalli naturali dei programmi - e la tassazione dei guadagni pubblicitari delle emittenti private e delle entrate degli operatori di telecomunicazione.
Islanda (RUV), Svizzera (SSR SRG), Austria (ORF), Norvegia (NRK) e Danimarca (DR e TV2) si contendono la leadership dei Paesi europei in cui il canone tocca le quote più elevate, superando i 250 euro annui.
In Islanda il canone ammonta a 346,59 euro e la tv viene finanziata pure dalla pubblicità; in Svizzera 292 euro con spot; in Austria tra i 223,32 e 284,52 euro, oltre alla pubblicità che varia a seconda della regione, in Norvegia 270 euro senza spot; in Danimarca, infine, costa 215,40 senza spot. Sono, altresì, senza spot le tv di Stato della Svezia (SVT) e della Finlandia (YLE) la cui tassa è rispettivamente pari a 210 euro e 208,15 euro l'anno.
In Belgio il canone ammonta a 149,67 euro dove è permessa la pubblicità (la Tv federalista fiamminga, RTBF, VRT e BRF, preleva l'importo direttamente dalla dichiarazione dei redditi). In Irlanda alla pubblicità si affianca il canone di 160 euro.
In Romania (TVR) esiste una tassa sulla radiotelevisione da 12 euro a 150 euro, che varia in base al reddito, alla quale si aggiunge il finanziamento pubblicitario. A 132 euro sta pure la tv di Stato della Slovacchia che si finanzia anche con gli spot commerciali.
Ora ricordiamo anche che ci sono alcuni stati in cui la tivù pubblica non è così esosa ed il cui canone è inferiore ai 100 Euro, vuoi perché il reddito procapite medio è decisamente più basso, ma anche perché la produzione della tv di stato non è così ricca e variegata, come negli stati più grandi. Il 58% delle entrate della Tv pubblica Rtsh dell'Albania viene ricavato dalle tasse, il rimanente 42 per cento da pubblicità e abbonamento pari a 6,30 euro. In Bosnia il canone è pari a 36 euro (al quale si aggiunge la pubblicità). In Croazia la tassa (mediamente 100 euro) equivale all'1.5 % della retribuzione annuale, ma è prevista pure la pubblicità. A Cipro il canone si riscuote con la bolletta elettrica (in più c'è la pubblicità). Nella Repubblica Ceca alla pubblicità si aggiunge il canone di 56,90 euro.
La tv pubblica della Grecia (EPT) si finanzia, invece, attraverso la bolletta elettrica (il canone è pari a 51,60 euro ed è permessa la pubblicità). In Macedonia la tassa ammonta a 57 euro e si paga con la bolletta della luce (la tv trasmette anche la pubblicità). A Malta circa il 66 per cento dei ricavi proviene dal canone (pari a 34,40 euro), il 33% dalla pubblicità.
In Montenegro ogni mese il canone costa 3,5 euro, ma la tv si finanzia anche con la pubblicità così come in Polonia dove il canone costa 53 euro.
Infine le "isole felici": In Europa ci sono i paradisi fiscali televisivi. Alcune nazioni, infatti, non prevedono o hanno totalmente abolito la tassazione sulle tv. Ad esempio nei Paesi Bassi (Netherland 1, 2, 3), Portogallo, Ungheria e Spagna (dove, con alcuni tetti, è consentita la pubblicità). In quest'ultima nazione, a ben vedere, vige un sistema "misto" di finanziamento per la tv pubblica (TVE). Il 50 per cento poggia su sovvenzioni statali, il 40 per cento sugli introiti pubblicitari e il 10 per cento dalla vendita dei programmi tv. La pubblicità diminuirà entro il 2010 per passare a 9 minuti all'ora. Ciò che rende il panorama spagnolo molto differente rispetto agli altri Paesi Ue è la notevole libertà concessa alle comunità autonome (come quella della Catalogna e della Navarra) nel settore dell'audiovisivo: insomma un federalismo fiscale televisivo.
Poco più di tre anni fa mi ero registrato al servizio youandagip.it con login e password, servizio che era direttamente collegato alla tessera di fidelizzazione che si può utilizzare presso le stazioni di servizio del grande gruppo petrolifero italiano. All'epoca la login consisteva nell'e-mail utilizzato per la registrazione.
Ho ricevuto ieri l'invito ad aggiornare i miei dati sul sito youandeni.com, che presuppongo sia la continuazione logica del 'vecchio' youandagip.it, visto che il gruppo è passato da Agip ad Eni.
Anzitutto c'è da dire che youandeni.com non è così scontato che sia la naturale continuazione di youandagip.it.
Poi se si entra nel sito youandagip.it, c'è un avviso di sospensione temporanea del servizio per aggiornamento dati. Solo che tale sospensione temporanea è ferma da almeno 4 mesi, se non di più, visto che si parla di un generico 19 marzo e 23 marzo, ma non si sa di quale anno, visto che io non ho seguito in prima persona le vicende delle transizione.
Infine se utilizzo le mie credenziali inserite all'epoca (login basata su e-mail e password) nel nuovo sito di youandeni.com, non c'è verso di collegarsi, così come non funziona nemmeno l'invio automatico di una nuova password all'indirizzo di posta elettronica esistente nei loro archivi.
Però youandeni.com possiede regolarmente il mio indirizzo e-mail e continua ad inviarmi comunicazioni di aggiornamento dati, a mo' di spam.
Mi pare insomma che ci sia un po' di confusione...
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