Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Dopo la gara di domenica che chiuderà un po' i discorsi agonistici 2012, il team Focus invita tutti gli amanti della MTB e delle notturna alla "Notturna StopDeRace", in programma per giovedì 11 ottobre.
Il ritrovo è per le 18.45 a Mezzane di Sotto e la partenza per le 19.00 e si girerà intorno alla Pizzeria La Fonte, dove alla fine tutti i ciclisti faranno capolino per un giro di dischi volanti, ah no, di pizze. Per la precisione riporto le parole del Papataso.
l tracciato si svilupperà con il primo scollinamento in ValdIllasi percorrendo la salita per San cassiano, poi pedalaremo fino a Tregnago e risaliremo alle Cave dalla "Ostica variante del Pissa", Discesa dei Cancelli ovviamente al buio, se gambe e tempo saranno dalla nostra parte ultimo velenoso strappo da poco più di un chilometro in direzione Cimitero Mezzane di Sopra e rientro alla pizzeria direzione Corte Sant'Alda.
Un paio di ore di mtb e poi il disco volante di Oreste le le sue birre.
[...il LeoLuca nella foto è solo a scopo dimostrativo, ho messo una persona grande vicino alla pizza per dare l'idea della dimensione...]
Ieri mattina ho preso come spesso faccio il free magazine Verona In Città prima di partire in direzione Padova ed ho visto subito come sorpresa l'ampio spazio dedicato alla presentazione della Mediofondo Benini di Avesa.
Solo ho dovuto far le mie per spiegare ai colleghi pendolari che non si trattava di un rally enduro o di una gara freeride o download, ma una gara di mountain bike, probabilmente a metà tra una granfondo ed una gara di cross country, conoscendo abbastanza le edizioni passate ed il team organizzatore.
Pertanto, se tutto gira per il verso giusto, domenica dovrei esserci anch'io a fare la Benini - la terza edizione by Bcicli & Bertani se non erro - anche se la correrò completamente all'oscuro, visto che non sono mai andato a provarla e pare che quest'anno sia stata stravolta ancora un po'.
vai alla locandina sul sito del Team Bcicli
La cosa che mi ha incuriosito nell'andare a vedere un po' in dettaglio il percorso e le tappe del Giro d'Italia 2013 è stata quella di aver letto in giro tra blog e siti di ciclismo che sarà incluso anche un arrivo di tappa a Punta Veleno, salita su cui i professionisti hanno pedalato proprio quest'anno in occasione di un arrivo di tappa del Giro del Trentino.
E leggendo infatti sempre in giro di Giro, si scopre che la testata giornalistica Sport Mediaset riporta proprio come 17° tappa, quella che si correrà mercoledì 22 maggio, con partenza a Caravaggio ed arrivo a Punta Veleno.
Pertanto sono andato subito a verificare sul sito ufficiale dell'organizzatore, cioè la Gazzetta dello Sport, dove invece per giovedì 23 maggio è riportata la cronoscalata individuale da Mori a Polsa, cioè una salita totalmente in salita con arrivo sul Monte Baldo, dal lato trentino, ossia salendo da Brentonico.
Tanto vale aspettare che passi tutto l'autunno e l'inverno per saperne qualcosa di più su come si delineerà il Giro 2013. L'importante è che anche quest'anno venga introdotto qualcosa di nuovo, come appunto il Monte Baldo.
clicca per andare al dettaglio della tappa sul sito della Gazzetta
Il colore scuro sulle bici da strada fa sempre molto figo. Se poi la sostanza è notevole come in questo caso - telaio Foil, gruppo Campagnolo Superrecord e coppia ruote Lightweight Standard - il risultato è eccellente.
L'avevo trovata tempo fa su un forum, probabilmente il forum di Roadbikereview.com o su Facebook.
Era un'idea di mezza estate che mi era venuta in mente giusto il giorno dopo l'Alta Valtellina, cioè dopo aver portato a termine il Prestigio MTB 2012. Mi ero detto: "Perché non provare a portare a casa The Masters of Lessinia, cioè il garone su strada tanto apprezzato e temuto dai ciclisti veronesi"?
Così è nato lo stimolo ancora più di un mese fa: fare una gara su strada, l'Avesani, dopo tante gare in mountain bike in giro per l'Italia.
La Avesani non è certo una novità sia per me, ma anche per tanti miei lettori ed amici. L'avevo già corsa ancora nel 2009 in compagnia del Radu e del Pasetto in versione verde, cioè quella da 150 chilometri ed era stata già una bella esperienza in gruppo.
Solo che l'Avesani non è "quella", nè tantomeno il percorso giallo con la sola salita della Peri-Fosse. La vera Avesani, a mio modo di vedere, è quella che comprende tutto l'arco montano della provincia di Verona, dal Monte Baldo fino a San Giorgio, è quella rossa, quella da 180 chilometri. E mi ritornano ancora in mente le gesta del Papataso nel 2008, quando la portò a casa e noi, io, il Radu ed il Giando, eravamo là a tifare e a sostenerlo.
Così l'iscrizione 2012 è scattata col sovrapprezzo dell'ultim'ora, ma praticamente certi delle condizioni meteo favorevoli, cioè giusto venerdì, due giorni prima della gara, perché si sa che storicamente l'Avesani è spesso flagellata dal brutto tempo ed andare sul Baldo con la neve non lo auguro a nessuno, nè tantomeno a me stesso.
Poi succede che al via siamo schierati sul percorso rosso (180 km) in ben cinque atleti con la divisa del QUINDICESIMO Turnover ed uno solo se ne va al bivio di Zuane, com'è logico che sia, mentre in quattro rimaniamo compatti ben oltre Ferrara di Monte Baldo.
Il primo a "saltare" è Mauro Roncari che paga un po' dazio per un ritmo leggermente alto per il suo modesto allenamento nell'ultimo mese, così decide di salire col suo proprio passo e sapremo di lui solo dopo l'arrivo.
Da Novezza in poi siamo in tre a darci man forte, cioè oltre allo scrivente, un sorprendente Alessandro Lenti - che sulla carta davamo decisamente più "lento" - ed un intrepido Franceschino Signorini, più che mai insano a buttarsi a capofitto in un'impresa del genere, dopo quasi un mese senza "guardare" la bici da strada. Ah, tutto questo sotto l'ala protettrice del nostro sherpa della Lessinia, al secolo Paolo Orlandi, che non si tira indietro di un metro quando c'è da pedalare in compagnia, magari mettendosi al servizio ed a fianco di chi ha un pettorale sulla schiena ed un numero sul manubrio, neanche fosse una motostaffetta.
Così tra una ciacola e l'altra ci ritroviamo in cima al GPM del Monte Baldo senza accorgercene e dopo il rilevamento cronometrico, si fa il pieno al ristoro in quota, pronti per tuffarsi nell'Adige dopo Pra' Alpesina.
Paolo si mette davanti a fare traiettorie, dietro lo seguiamo per quanto possibile, solo che sul più bello, Alessandro fora. Ci fermiamo, chiediamo allo sfortunato il da farsi e la risposta è dimessa: "E' meglio che voi andiate". Presto detto e giù di nuovo a pennellare traiettorie fino giù ad Avio, sperando che non vengano su macchine...
In fondo alla lunghissima discesa da bravo "capitano" di sventura riprendo il comando delle operazioni: metto davanti l'Orlando e dietro ci accodiamo io e Franceschino, oltre a qualche altro ciucciaruote, compreso il drago americano Clifford Clermont in sella ad una Trek 29er, il tempo di alimentarsi un po', poi chiamo una dignitosa velocità di crociera e prenoto la prossima fermata a Brentino Belluno, giusto sotto la Peri-Fosse.
Qui il Franceschino mi scatta come un felino al tappeto di Peri, mentre io piglio una crostatina al ristoro e regolo un ritmo congruo per scalare l'integerrima salita in un 48' netti. Solo che Franceschino entra in crisi mistica già prima del primo tornante ed a poco serve lo sprono del fratello e della morosa. Quando poi rientra con grandissima sorpresa anche Alessandro, Franceschino accusa ancora più la debacle e da lì in poi per lui è notte fonda.
Lungo la salita succede un po' di tutto: chiacchere del più e del meno col Pasetto, col Flavio Brunelli, l'Orlando che continua a fare spola tra me ed Alessandro e nelle retrovie Franceschino, il superamento la moto del brother Signorini e la Federica, la sverniciata del Radu che si presenta al quarto tornante come un missile sparato per salire in 35' e poi una tirata di remi in barca in prossimità del 10° tornante, chiudendo in un poco onorevole 52'50", nonostante le buone intenzioni iniziali, naufragate per la necessità di passare al piano "Save the Guy".
Al ristoro di Fosse la Federica annuncia che Franceschino è indietro si e no di 2-3 minuti, per cui non ci rimane che ricaricare le borracce, andare di croissant e crostatine, rimettere lo smanicato, pronti a trainare il nostro giovine intrepido verso Passo Provalo ed il resto della Lessinia.
Niente da fare, Franceschino non arriva più: prendiamo una decisione in cinque e, sconfortati, pugnaliamo "a distanza" Franceschino, come si fa con un cavallo zoppo stramazzato a terra. Io ed Alessandro molliamo i freni e ci pieghiamo bassi quanto più possibile, convinti che si può arrivare in cima a Ronconi e Passo Provalo sfruttando la velocità accumulata alle Barozze.
Da Passo Provalo in poi cominciamo a menare come fabbri, più che mai convinti che le parole del Bosca siano oro colato - "L'Avesani rossa comincia solo alle Fosse" - e ci mettiamo a recuperare tutte quelle posizioni perse nella nostra lunga sosta al ristoro all'Ombra delle Fosse. La salita verso Erbezzo è praticamente spianata: io ed Alessandro treniamo e ci scambiamo a ritmi più o meno regolari, mentre chi è superato non rinviene alla nostra ruota.
E' la volta di scendere nel Vaio dei Folignani e poi su di nuovo verso le Scandole. Sul più bello che le gambe ci ricordano di non fare troppo i ganassa per le posizioni già recuperate, eccoti un'altra spiacevole sorpresa: Alessandro fora l'anteriore, dopo aver forato la posteriore nella discesa di due ore prima. Non rimane che fermarsi e riparare e tutto il nostro buon lavoro di risalire una buona decina di posizioni se ne va a quel paese in un attimo.
Dopo qualche attimo di titubanza sul gonfiaggio e sulla pressione insufficiente, riprendiamo la nostra corsa verso Boscochiesanuova e subito svolta in direzione Maregge e Passo Branchetto. Qui ho un personale momento di scoramento, così invito Lenti a fermarsi, così ne approfitto per far una pissada e un bel ciucciotto Kyboom al gusto miele, una delle ultime cartucce che tenevo in tasca per le battute finali.
Solo che da lontano sentiamo un pazzo sbraitare ad alta voce: è Franceschino resuscitato il terzo giorno dai morti. Torna in gara con una determinazione talmente forte che a momenti non riusciamo a crederci, tanto che ci pentiamo subito delle pugnalate infertegli ancora a Fosse e, dopo la concitazione iniziale, decidiamo che da lì in poi non rimane altro che conquistare Verona compatti e serrati. I ristori di Grietz e Passo Branchetto sono pertanto una manna dal cielo per riempire nuovamente i nostri serbatoi e riprendiamo il nostro avvicinamento a Verona apprezzando sempre più i cartelli del chilometraggio via via decrescente.
Dopo aver sofferto qualcosina sulle ultime pendenze verso quota 1600 metri, sono sempre io a mettermi davanti e comincio a pennellare il pennellabile da San Giorgio al Parparo, da Velo Veronese a Roverè Veronese. Poi invito i miei soci a tornare a far girare le gambe per la temutissima "inciodada de gambe" dal Ponte della Pissarota fin su a Cerro Veronese. Niente di tutto questo per fortuna, si prende al volo un bicchiere di sali a Cerro e anche una bananetta dovrebbe essere sufficiente fino all'arrivo.
A partire da Cerro Veronese, già da più di un paio di ore orfano dello sherpa Orlando, che roteava nei gorghi del dio Bacco e le gozzoviglie della Lara in quel di Crosa di Schioppo, insisto nel riprendere il comando delle operazioni e a fare velocità su tutti i possibili rettifili e pianori fino a Verona - cercando di contenere il tempo finale per quanto possibile - col buon Alessandro che contribuiva spesso e volentieri alla causa, sempre più stimolato dai cartelli con scritto "20", "10", "5", mentre al seguito un provato Franceschino già gongolava alla sola idea di raccontare l'impresa a chi non avrebbe scommesso un centesimo su di sè.
Finiamo così la nostra esperienza della Gran Fondo Avesani 2012, percorso rosso, col tempo di 7h24'52", nonostante le disavventure occorse dalle 8 del mattino. Un giro del genere ti ubriaca di gioia e di adrenalina che avremmo potuto stare in sella ancora un altro paio di ore, ma quando guardo alle nostre montagne scalate e spianate, posso e possiamo, anzi dobbiamo ritenerci più che mai appagati e sazi.
Riprendo volentieri il post di Anonimo Turnover che decide con una sola fava di cogliere almeno quattro piccioni, ossia andare e tornare dal lavoro in bici.
Per carità: non è che il Michele Pezzo sia l'unico a cimentarsi in questa pratica salutistica e rispettosa dell'ambiente - potrei cominciare a stilare una classifica più o meno lunga di amici e colleghi che vanno sistematicamente o saltuariamente al lavoro usando la bicicletta - però non è da tutti affrontare la quindicina di chilometri che separano Madonna di Campagna dalla zona industriale di Soave.
Sono chilometri decisamente trafficati nelle ore di punta, quando il popolo dei lavoratori si muove lungo la direttrice casa-posto di lavoro e scegliere una strada tranquilla per la bici da quelle parti non è affar semplice.
Michele non si perde però d'animo e, indossata la divisa di Finisher del Lessinia Tour 2012, parte alle 6.55 del mattina arrivando senza ansie particolari già alle 7.25, con una buona mezz'ora di anticipo rispetto ai frenetici ritmi tenuti mentre sgarella con in camion in Porcilana.
Ricordate pertanto se anche voi decidete di lasciare ferma la macchina e di andare a piedi o in bici, come per esempio per accompagnare o andare a prendere i figli a scuola:
- risparmiate qualche soldino di carburante (nel caso di Michele all'incirca 3,50 Euro)
- non emettete una buona quantità di anidride carbonica nell'atmosfera bruciando idrocarburi ed emettono qualche altro residuo della combustione non proprio sano
- vi tenete in forma e bruciate qualche grasso di troppo
- lanciate un forte messaggio educativo ai vostri figli ed alla società
- se praticate ciclismo a livello agonistico o amatoriale, vi allenate pure
Ancora una volta usate la bici il più possibile e fate pressione su chiunque perché le strade siano usate dagli autoveicoli, mentre per i ciclisti e per la gente ci siano vere ciclabili sicure e ben mantenute.
Dopo tre anni di lavori forzati, sotto il sole, sulla neve, nel ghiaccio e sotto le raffiche impetuose di vento, anche per l'Addetta è giunto il momento di conoscere i campi di gara!
Ed il debutto sarà coi fiocchi, cioè il percorso rosso della granfondo Luca Avesani! Domani pertanto cercherò di sfruttare in gara le potenzialità del mezzo, cioè la sua leggerezza - siamo 6,86 kg - e la rigidità dell'intero complesso, ruote e telaio.
Ad onor del vero, negli annali del ciclismo, l'Addetta pare che abbia già corso in gara, ma lasciamo questi dettagli agli addetti ai lavori e a chi è dietro le quinte.
I moduli sono compilati ed i soldi da versare pure: domenica si fa l'Avesani ROSSA, o la va o la spacca! Oggi pomeriggio perfezionerò le iscrizioni andando direttamente di persona all'Arsenale, dove porterò via anche il pacco gara ed il pettorale pronto per essere attaccato sulla bici.
Saremo io e Franceschino ad affrontare questa sfida in compagnia, seguendo quanto più possibile le indicazioni che arrivano da più parti.
A dire il vero una vaga idea di come sia la gara già ce l'ho avendo già fatto il percorso MEDIO (il verde) già nel 2009 in compagnia del Radu e di Simone Pasetto.
Ma il percorso lungo è un'altra storia. Riporto le parole del Bosca di mercoledì sera: "Quando pensi di avere finito a Fosse, in realtà la gara comincia proprio lì. Fare i pezzi pianeggianti ai 40-45 km/h anzichè ai 30 km/h vuol dire recuperare posizioni in classifica o non perderne".
Per arrivare a San Giorgio ci sono ancora ben 11 chilometri di salita e almeno 750 metri di dislivello tra salire a Passo Provalo, poi Erbezzo, i tre dossi che portano a Boscochiesanuova e la lunga ascesa verso Passo Branchetto.
E non finisce lì: c'è ancora la salita verso Cerro e le Torricelle finali! Mai sottovalutare i 183,5 chilometri dell'Avesani ed i suoi 3600 metri di dislivello...
Già in edicola da quasi un paio di settimane, il numero di settembre '12 di MTB Magazine presenta un aggiornamento dei biker prestigiosi 2012: tra questi ci sono anch'io!
Si allunga parecchio la lista dal numero precedente, quando erano solo 16 i biker che avevano già conseguito il Prestigio MTB 2012 fino alla Dolomiti Superbike.
Con la tornata di agosto, che tiene conto delle stelle conseguite alla Lessinia Bike e alla Granfondo Alta Valtellina, si passa a 53 brevettati, tra i quali alcuni procedono a spron battuto verso il conseguimento del Superprestigio, cioè quello di cercare di prendere parte a tutte le gare, escluse, ovviamente, le concomitanze.
Anch'io insomma nul numero di settembre, che in copertina, mostra orgogliosamente il "bronzeo" Marco Aurelio Fontana.
clicca per andare al sommario di MTB Magazine 09/2012
Sabato mattina, dopo aver più o meno appurato di non avere compagni di viaggio, mi sono avviato per le otto in punto in direzione Grezzana, con l'idea di beccare e di pedalare fianco a fianco dei granfondisti del GC Grezzana.
Quando arrivo però in Piazza Carlo Ederle, trovo solo il gruppo del RAAB in partenza verso sud. Così sto con loro fino a Marzana e poi svolto a sinistra in direzione Sezano per scendere la Valpantena "tirando" verso est e magari sperando di imbattermi in qualche prova speciale del Rally del Veneto dalle parti di Roverè e di Velo Veronese. L'idea che avevo in mente era quella di percorrere più o meno al contrario parte della GF Luca Avesani ed infatti così è stato dal ponte della Pissarota fino alle Barozze, cioè 48 chilometri del percorso rosso, quello da 183 chilometri.
Oggi ho pedalato in totale libertà, con la scelta del percorso in base a quello che mi veniva di fare, mano a mano che procedevo... appena sopra Roveré Veronese, trovo pure l'ordinanza di strada chiusa dalle 9.30 alle 11.45 e dico tra me: "Molto bene, finisco direttamente in prova e mi vedo un po' di passaggi"!
Peccato che l'ordinanza fosse valida per domenica 9 settembre e non per sabato...
Al Parparo, sul tratto più duro che lo precede, mentre stavo chiaccherando con un certo Stefano del team Bibike - lui in MTB - mi ha sfilato uno stradista con una bici Basso e mi è andato via di un 200 metri, solo che per rientrare su di lui, ho completato l'azione al Passo Branchetto, grazie al pezzo pianeggiante poco dopo San Giorgio.
Comunque il giro completo è stato: Grezzana-Montorio-Pissarota-Campari-Roverè-Velo Veronese-Camposilvano-San Giorgio-Boscochiesanuova (cappuccino + brioche integrale 2,30 Euro e rabbocco borraccia)-Erbezzo-Ronconi-Sant'Anna d'Alfaedo (rabbocco borraccia)-Crosa di Schioppo-Giare (a salutare Enrico in ritiro col team)-Crosa di Schioppo-Fiamene-Alcenago-casa.
Solo a Stallavena, incrociando la "iena" Elena Grobberio, con divisa "Traguardo Volante Verona-Passo Resia", che risaliva in direzione Vigo di Alcenago, ho realizzato che il gruppo dei granfondisti si era probabilmente dato appuntamento da qualche parte. E vabbè, pazienza, un'occasione sprecata.
Alla fine ne è uscito un totale di 102,7 km in 4h14' alla media dei 24,2 km/h e 1935 metri di dislivello.
Se il meteo è bello, penso che proverò anch'io a portare a casa l'Avesani Rossa, magari confidando sul mio fido gregario, l'Orlando, che potrebbe venire a trainarmi da Avio fino a Fosse, ma conoscendolo si butterà dentro nel mucchio già in Piazza Bra...
Pare che si aggiungerà a questa mia iniziativa anche il Franceschino, per cui domenica ci aiuteremo l'un l'altro, sempreché lo spilungone di Mizzago non decida di sparire alla vista sulle rampe di Ferrara di Monte Baldo e di Novezza.
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