Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
In attesa che arrivino le foto dal Pappataso e dal Conte Savoia, oggi ci siamo a dir poco scatenati con la MTB sulla neve.
Le condizioni meteo erano ideali per pestare la neve in bici: la mattinata era ancora bella gelida, la neve e la paciarina di ieri e dell'altroieri si sono indurite bene nella notte, mentre poco sopra l'orizzonte un timido sole tentava di dare un po' di calore alla nostra iniziativa.
L'appuntamento per il sottoscritto è per le 8.30, che si trova col Conte in prossimità quasi a metà strada tra me e lui e così ci spostiamo rapidamente verso il Piccolo Stelvio, in modo da arrivare all'appuntamento dell 9.00 alla Rotonda di Montorio, dove si trova la "solita" compagnia.
La salita sul Piccolo Stelvio è molto agevole e non disturbata dalla neve ancora ghiacciata. Un po' più tecnica e difficile è la discesa da Pradelle verso Mizzole, dove la neve è in parecchi tratti ancora bella fresca e alta e la conduzione del mezzo a due ruote richiede un'abilità non da tutti.
Devo però dire che sia il mio Phyton anteriore che il Crossmark posteriore oggi sono compagni fedelissimi e non mi tradiscono mai, garantendomi un'eccezionale fiducia nella tenuta e un ottimo feeling nel sentire la sbandata del mezzo, fatto sta che arriviamo a Mizzole divertendoci davvero un sacco, anche se l'orologio segna già il nostro ritardo di quasi 15 minuti alla rotonda di Montorio.
Da lì in poi il percorso comune al Pezzo, Fabrizio e Diego di Bcicli, nonché il Conte e Daniele Bontempo è quello che l'atleta di Colognola vi descriverà con ben più suggestive parole sul suo blog nelle prossime ore di questo primo sabato pomeriggio del 2009.
Rapidamente: salita al castello di Montorio, Pradelle in salita, Gualiva bassa, pesa di Romagnano, salita al prato del Vento e dulcis in fundo, Vaio del Paradiso, le cui condizioni sono a dir poco eccezionali!
Oggi non ne sono usciti grandi ruzzoloni sulla neve, ma segnalo gli sfregi del Pappataso che si imbatte in uno spino indesiderato che lo attraversa completamente in volto e che quindi gli fa portare i segni della battaglia!
Anche oggi abbiamo VISSUTO VERAMENTE. La Lessinia completamente innevata già a partire delle colline poco sopra Verona e tutte le prealpi veronesi è davvero qualcosa di inimmaginabile, che ho riscoperto con piacere ancora una volta, dopo la bellissima slittata di ieri pomeriggio a Fiamene con la mia famiglia!
Tutte le foto le trovate comunque qua.
Oggi l'occasione era troppo ghiotta per rinunciarci. E' così che io e il Conte Savoia ci siamo accordati per pestare la neve tra Marzana, Sezano, Santa Maria in Stelle e Quinto!
Chi pedala sulla neve il primo dell'anno, pedala tutto l'anno!
Ne abbiamo pertanto approfittato per scattare una buona dose di fotografie, entrambi muniti di fotocamera, di cui potete vedere una prima piccola selezione nella mia gallery di Picasa. Purtroppo il Savoia è senza ADSL da quando si è trasferito nell'abitazione di Marzana, per cui dovrete aspettare qualche giorno per i suoi scatti.
Dal punto di vista tecnico abbiamo colto l'occasione per saggiare le nostre proverbiali capacità di guida e di tecnica su fondo sdrucciolevole sia in salita che in discesa.
Ammettiamo che abbiamo trovato molta più difficoltà a procedere in salita su asfalto, come ad esempio dall'abitato di Sezano in direzione Gualiva, che sullo sterrato coperto di neve.
La discesa dal Piccolo Stelvio è stata una piacevole sorpresa per l'eccezionale amalgama della neve con la terra battuta coperta dalla coltre bianca. Un po' meno piacevole è stato scoprire che qualcuno era già passato in MTB sulla neve poco prima di noi! Credevamo di essere i primi a debuttare sul Piccolo Stelvio e invece niente. Vorrà dire che ci riproveremo nel 2010...
Non spenderò molte parole per l'uscita in MTB che ho fatto ieri in compagnia del Pappataso ed il solito gruppo, visto che l'argomento è stato già ampiamente affrontato sia come cronaca che come immagini sul relativo blog, ma ieri posso davvero dire di aver concluso l'anno 2008 nel migliore dei modi, portando a spasso per l'alta Valpantena gli amici di bici con cui ho condiviso molto durante l'intera stagione.
Elencherò pertanto la sequenza di paesi e contrade che abbiamo attraversato per dovere d completezza, visto che il Pezzo ha già detto che lui ci ha rinunciato alla terza contrada nel vano tentativo di memorizzare i nomi dei vari posti...
Ecco pertanto la sequenza completa del giro, che prevedeva sostanzialmente un rapido trasferimento verso la seconda parte prevista originariamente per la Gran Fondo del Pandoro, ma tagliata per tempi stretti e successivamente il passaggio verso Ponte di Veja, ormai convenzionalmente accettato con la dicitura di "Valpantena Overland":
- partenza da Marzana
- Grezzana
- salita di Cavolo
- Case Vecchie
- Montecchio di Negrar con pezzo della Benini verso i cassonetti
- 9 tornanti di Casa Bertolini
- Dondolo
- Antolini
- Settefonghi
- Monte Comun
- Chieve
- Saline
- Vegron di Fiamene
- Fiamene
- Sengie
- cave alte di Sengie
- Salar
- Calalba
- vaio dei Saletti
- Saletti
- Giare
- ristorante di Ponte di Veja
- Ponte di Veja
- cascate di Ponte di Veja a piedi
- provinciale Bellori-Barozze
- Bellori
- Lugo
- Stallavena
- Grezzana
- Marzana
- Santa Maria in Stelle
Da lì in poi il rompete le righe coi colognolesi ancora a circa 20 km dal traguardo!
Dopo aver scambiato due parole col Diego Bertani di Bcicli, ieri all'incrocio sopra Albisano, sui sentieri della Valpantena, oggi non potevo astenermi da inserire l'ultimo tassello del puzzle 2008 e così son andato a fare il vaio di Reolto.
Mi mancava solo questa tra le ricognizioni che ho fatto ultimamente - ricordo gli articoli preliminari alla Gran Fondo del Pandoro, nonchè il passaggio a Ponte di Veja per Sengie, Salar, Calalba e Giare - e questa volta avevo il vantaggio che il dr.Pich fosse già passato a piedi, giusto la settimana scorsa, ad aprirmi la strada.
Così son salito su ad Alcenago sempre dall'impegnativa salita dei Gonzi, sbucando così rapidamente alle Fontanelle e ho cominciato a percorrere la scavezzagna alla destra del deposito della fungaia, convinto che fosse la strada giusta. Così non era, tanto avevo percorso si e no 200 metri, che son tornato sulla mia traccia.
La scavezzagna giusta è quella a sinistra del deposito e poco avanti trovo pure el Rico del Giosuè, con cui scambio due parole sul vaio di Reolto. Ricevute le giuste indicazioni, tra cui quella tenere la destra al bivio dei due sentieri, mi infilo giù lungo questa strada subito molto ripida e piena di fogliame del bosco.
Al bivio tengo intenzionalmente la sinistra, per vedere dove conduce il sentiero errato, ma non riesco ad andare molto avanti. Così decido di tornare sulla via giusta e subito mi imbatto negli alti scaloni del vaio di Reolto. Il dislivello che essi consentono di superare sarà all'incirca 30-40 metri, ma questi non c'è verso di farli in sella alla MTB e non rimane che scendere con la bici a fianco. Il corso d'acqua alla sinistra, che proviene dalla contrada di Coda, si trasforma in qualche cascatella, dove i candelotti di ghiaccio arrivano a superare i 20 cm e a me non rimane altro che ritornare in sella e cominciare a menare in direzione Stallavena. Il pezzo inferiore diventa sempre più agevole e percorribile e quasi in fondo ho anche la fortuna di imbattermi in un gregge di pecore, cosa che non pensavo assolutamente di incontrare sopra Stallavena!
Da lì in poi il ritorno verso casa è su asfalto, ma volendo, ci sarebbe giusto la Lugo-Praole, poco avanti in Valpantena.
Alla prossima puntata di Valpantena Overland!
Nonostante il mio sondaggio su Facebook, dove chiedevo qualche suggerimento per oggi, cioè se uscire in BDC o in MTB, a cui rispondono sistematicamente solo gli amici in MTB, ho deciso che la MTB andasse lasciata stare, visto che l'ho pulita come poche volte e così ho deciso di affrontare il freddo invernale in BDC andando via col gruppo.
Da Grezzana pochi irreducibili Turnover scendevano la Valpantena e così mi sono accodato ai soliti. Abbiamo rispettato il più classico dei giri sul lago, solo che arrivati in prossimità della Diga del Ceo, eravamo già stati assorbiti nel più grande dei gruppi di questo autunno-inverno 2008 e cioè un gruppone di circa una cinquantina di atleti di svariate squadre, dove le divise più presenti erano senza dubbio Traguardo Volante, Evolution Team e ovviamente qualche Turnover.
Così arrivati ormai a Bussolengo, lo start per la salita del Flover vedeva i più forti, come al solito, superare ovunque e piazzarsi davanti al gruppo ai 30 km/h, col sottoscritto davanti anche lui per un paio di chilometri scarsi a tirare il gruppo.
Arrivati a Lazise, poi rapido trasferimento verso Bardolino, dove il marasma era totale, con tanti a mettere la freccia a destra in direzione "Pigno", mentre il Lavagnoli davanti al gruppo a suggerire di proseguire dritto in direzione Garda. Andavamo così ad assorbire un altro gruppo non ben identificato con tanto di ammiraglia al seguito, per la probabile Valentina Scandolara.
Quando si tira dritto a Bardolino, va da sè che ci scappa un Torri-Albisano, col solito dubbio di salita alla prima rotonda o al ben più alto incrocio. Sulla salita mi difendo abbastanza bene, ma da quando ho adottato le tabelle di allenamento di Lance Armstrong - chi me lo fa fare di salire con rapportoni da paura, che dopo mi fanno solo male le ginocchia? - decido di salire col 39-25 a circa 85-90 pedalate al minuto, per la gioia delle mie gambe ed un po' meno per il mio cuoricino. Prevedo comunque entro breve di recuperarmi un pacco pignoni più consono per questi tipi di cose, cioè passerò ad un 12-27, molto utile in tantissime situazioni.
Arrivato in cima ho perso praticamente di vista il Remo Bertani, che era più che altro preoccupato di ricongiungersi al più presto con gli altri Turnover, mentre io ero molto occupato a non farmela addosso, dopo "averla portata" su da Lazise fin sopra ad Albisano.
Il rientro avviene pertanto con l'Evolution Team al gran completo, solo che al semaforo di Albarè quasi tutti passano col rosso, tranne io e il Conte Savoia, così perdiamo anche questo treno. Da lì in poi io e il Savoia ci alterneremo verso la via di casa, superando in rassegna Affi, Cavaion, Pastrengo, Bussolengo e l'abitato del Ceo. Lascio il Savoia a Porta Palio e così mi faccio pure anch'io un giretto in centro storico con Corso Porta Palio, via Roma, via Pallone e Stradone San Fermo, mostrando così la mia bella gamba!
Per la cronaca, 107 km molto allenanti, però nonostante i doppi copriscarpe sui piedi, ho rimediato due "suole" ghiacciate! Potete dirmi tutto quello che volete, ma per i piedi non c'è materiale o tecnologia che tenga. E' proprio un problema di scarsa circolazione e se gira poco sangue, i piedi si freddano!
Anche il Natale 2008 è andato assieme ai parenti e familiari più stretti. La famiglia "allargata" a nonni, bisnonni e zii, si è molto concentrata sugli aspetti culinari e gastronomici.
Grazie alla presenza contemporanea del suocero Danilo e di suo suocero Giuseppe, proveniente da Chieve di Negrar, ho appurato i nomi degli isolati che ho attraversato in MTB nella giornata di lunedì.
Sembrerebbe essere che queste contradine - o forse sarebbe meglio chiamarle abitazioni o zone campestri - si chiamano Salar, Calalba e Fratoni. Sono zone di stampo tipicamente lessino, dove le due uniche attività sono il pascolo di bovini e il taglio dei boschi per legna da costruzione o da ardere. Queste indicazioni non compaiono - a quanto pare - su nessuna indicazione cartografica di una certa rilevanza, come Google Earth e Google Maps, ma non ci sono nemmeno sulle cartine militari in scala 1:20.000.
Oggi son stato precettato come i piloti Alitalia. Elisa deve preparare per la stanza per il megapranzo di domani su a Coda che terremo dai suoceri, per raggiunti limiti di spazio del nostro appartamentino, e quindi sono a casa coi bimbi a fare il bravo paparino, com'è giusto che sia.
Il Pezzo voleva che lo conducessi sul percorso del Valpantena Overland, ma con questa nebbia non è che ce ne abbia molta voglia, anche se sono praticamente certo che la nebbia c'è solo qui in bassa Padania. Adesso indago...
[...]
Come potete vedere nella foto qui a destra, ghe un nebbione da paura, scattata qualche minuto fa dalla finestra del bagno, per cui stamattina la colazione prevede Nebbia spalmata sul pane, sperando che il pane sia dolce come il pandoro, assieme ad Enrico ed in attesa che Alice si svegli. A proposito: domani Alice compie un anno, quindi Tanti Auguri anche ad Alice!
Per tutta la giornata sono a disposizione della mia clientela, nel caso ci fossero necessità sopravvenute della vigilia di Natale.
Non escludo comunque che riesca a salire in bici nel primo pomeriggio... appena Elisa avrà completato i preparativi.
Su Picasa potete trovare la mia gallery di foto scattate oggi in prossimità del ponte di Veja. Non sono un granché, vuoi per la fotocamera integrata del telefono, vuoi per le condizioni di scarsa luminosità. Meglio andarci di persona a vedere quei posti!
Passaggio a ponte di Veja
Purtroppo non ho fatti altri scatti durante il tragitto di avvicinamento verso il ponte di Veja, ma sono sicuramente di interesse architettonico e ambientale l'intera frazione di Giare, nonchè la pineta della contrada antecedente. Di indubbito interesse paesaggistico anche le viste verso la bassa Valpantena e verso la dorsale di Erbezzo e il resto della Lessinia.
La prossima volta cercherò di portarmi appresso la reflex digitale, perché è un peccato non immortalare tutti questi posti coi colori tipici dell'autunno.
Dopo la positiva esperienza della Gran Fondo del Pandoro tenutasi sabato scorso, oggi mi sono sentito in dovere con me stesso di aprire una nuova via che portasse fino a Ponte di Veja e così ho scoperto tutto un pezzo inedito e sterrato che conduce dalla contrada Sengie di Alcenago fino a Giare di Sant'Anna d'Alfaedo. Proporrò questo giro prossimamente assieme al gruppo del Pappataso.
Passiamo subito alla cronaca di giornata, che mi ha visto prendere in mano la MTB ancora sporca dal giro di sabato. Il trasferimento da Quinto di Valpantena fino ad Alcenago alto è avvenuto su asfalto, onde evitare di perdere tempo ed energie su ulteriori sterrati. Una volta arrivato a Crusi, sono salito dalla via più rapida e cioè dalla strada per la Chiesa di Alcenago e dalla piazza su per la salita dei Gonzi, che non è lunghissima, ma ti proietta da quota 405 metri di altitudine a circa 480 in un men che non si dica.
Arrivato in località Coda, ho acceso il tracking GPS con l'iPhone per la gioia di chi volesse ripetere in solitario questo giro. Da Coda si arriva abbastanza rapidamente a Sengie alzandoci di pochi metri, sempre su asfalto.
Al lavatoio di Sengie si scende quasi in picchiata su una carrareccia sterrata e cementata, che presenta come sella inferiore la cava di granulati della SELC, dove ha lavorato fino a poco fa mio suocero. Da qui in poi si comincia a menare con la padella media, se non subito con la piccola per un buon paio di chilometri, ma il fondo non è affatto sconnesso e la pendenza non è proibitiva. Inoltra il bosco circostante presenta in questa stagione invernale ancora dei bei colori e si vede chiaramente che è stato oggetto di un buon lavoro da boscaioli. La pace e la tranquillità sono totali e si arriva abbastanza presto alla pineta, dove mi sono imbattuto prima in una mandria di vacche, che mi hanno attraversato la traiettoria e poi in una carrareccia decisamente fangosa, più che altro per le acque cadute durante la settimana scorsa. Dirvi i nomi della contradina dove sono arrivato faccio davvero fatica, perché su Google Earth e su Google Maps non c'è indicato praticamente niente. Mi riservo di guardare nelle prossime ore la cartografia militare.
Proseguendo in questa direzione si ricomincia a scendere nel vaio che separa il monte che sovrasta Corrubio da Giare e dove si percorre via Saletti, una sterrata completamente nel bosco, molto viscida e attraversata da alcuni ruscelli a dir poco suggestivi. L'aderenza dei pneumatici non è massima, ma la velocità di percorrenza è volutamente bassa, onde evitare di imbrattare di fango la tuta Turnover 2008/2009.
Appena guadato il vaietto si presenta subito la possibilità di raggiungere il Mulino di Giare o di risalire verso l'abitato ed opto per questa seconda ipotesi. La risalita verso l'abitato di Giare è decisamente ostico, ma la salita prima sterrata, poi cementata e successivamente asfaltato presenta pendenze tra il 10 e il 18%, ma la mia gamba è quelle delle migliori e mi fermo quasi arrivato in centro a chiedere ad un signore se esiste la possibilità di stare sempre bassi ed evitare così di arrivare fino a Giare. La risposta è negativa o meglio: esisterebbe la possibilità di percorrere una sterrata molto lunga, ma questa conduce sempre su a Giare, evitando solo un po' di pendenze ripide. Sarà motivo di una futura ricognizione...
Da Giare fino al ristorante Ponte di Veja si torna a menare su asfalto e si scende abbastanza rapidamente di quota, con la possibilità di ammirare l'altro versante dell'alta Valpantena con l'abitato del Corso e le frazioni più basse di Erbezzo, come Cappella Fasani.
Al Ponte di Veja, si arriva in un attimo: il tempo di fare qualche foto e dopo subito qualche dubbio su come fare a scendere. Riesco a fare la prima scalinata senza scendere dalla Scale, ma poi i denti cominciano ad essere proibitivi e penso tra me che la Scale è ottima per salire le scale, ma non altrettanto per scendere. La vista del ponte naturale con la maggiore luce d'Europa è dir poco suggestiva. Scendo abbastanza presto ai piedi della cascata d'acqua e mi tolgo i copriscarpe, onde evitare di rovinarli troppo.
Dal pianoro del Ponte fino giù al vaio ci saranno all'incirca 7-800 metri da percorrere, di cui metà a piedi, ma ne vale assolutamente la pena per lo scenario. Arrivati quasi in fondo il corso d'acqua è tutta una sequenza di salti e scrosci che l'acqua compie. Peccato non avere con me la reflex digitale: la prossima volta vedrò di venire con lo zainetto.
Trovo perfino il tempo di mettere le ruote nell'acqua e fare l'ultimo scatto. Riesco a guadare il corso d'acqua in un punto in cui è secco e da lì fino alla provinciale delle Barozze una staccionata molto sicura mi accompagna alzandosi lievemente verso il livello stradale.
Il ritorno a casa sarà da lì in poi tutto in asfalto ad una buona andatura, nonostante la pressione del tubeless posteriore l'abbia abbassata di molto prima di intraprendere gli ostacoli del Ponte di Veja.
Ora si tratta solo di mettere in calendario una data... sono proprio contento di avere raggiunto ancora la settimana scorsa il mio obiettivo annuale di 10.000 km percorsi in bici. Questa settimana natalizia, ma anche la successiva penso che la dedicherò come oggi a percorrere solo tracce divertenti, lasciando perdere sia frequenze cardiovascolari che velocità medie di percorrenza. Penserò solo a raggiungere i miei posti natii dove il contatto con la natura e l'avventura possa essere più che mai autentico e appagante.
Solo che il giorno di Santo Stefano lo danno già molto freddo, per cui temo che le rocce viscide e umide del Vaio della Marciora diventeranno ancora più impenetrabili e pericolose, quando tutto probabilmente diverrà gelato e la natura non potrà che avere ragione sui miei desideri.
Nei prossimi giorni state comunque sintonizzati perché non è finita. Siamo solo alla prima puntata di Valpantena Overland!
Si è tenuta oggi la prima Gran Fondo del Pandoro organizzata dal sottoscritto. L'evento era principalmente rivolto agli iscritti del Pappataso Fans Club, ma si sono aggiunti anche i migliori atleti del Team Sculazzo, a cui abbiamo proteso volentieri le braccia.
In attesa di ricevere le opinioni e i commenti sulle principali testate giornalistiche, in primis il blog del Pezzo, ma anche quello del Fabione non posso assolutamente scordare di ringraziare pubblicamente la mia dolce metà Elisa, per gli amici più intimi la Cicci, che si è prodigata per preparare un lauto banchetto, cioé il ristoro di "fine gara" che hanno apprezzato in molti.
Senza di lei, insomma, tutto questo non sarebbe potuto accadere, perché io ho pensato solo a pedalare e a preparare l'evento con un po' di fantasia - manco fossi l'organizzatore della Lessinia Legend - mentre i panini, gli affettati, il té e il vin brulé li ha preparati e messi su lei, supportata anche da mia madre.
E se ieri sono riuscito a superare la fatidica soglia dei DIECIMILA chilometri percorsi da inizio anno, é sicuramente merito anche suo, che ha sacrificato il suo tempo a favore della famiglia, per consentirmi di percorrere tutti i chilometri che sono riuscito a fare in questo 2008.
Un pensiero anche al "compagno di merende", Radu, al secolo il figlio di Aldo, che non si è potuto presentare all'evento a causa di uno stiramento muscolare che si porta dietro da ormai troppo tempo e che richiede un po' di stop. Speriamo che questo riposo gli consenta di rimettersi in sesto al più presto, in modo da andare a scoprire altre vie sterrate per l'alta Valpantena e la Lessinia, ma anche in vista degli impegni agonistici 2009. Proprio lui un paio di settimane fa era venuto a provare qualcuno dei pezzi inediti che abbiamo fatto oggi.
E un ringraziamento va ovviamente a tutti i partecipanti, al loro entusiasmo, alla loro passione e calore, con cui mi hanno fatto sentire davvero fiero di aver organizzato questa uscita. Mi dispiace solo che il tempo sia volato così rapidamente, perché c'erano tanti bei pezzi ancora da percorrere, ma ci sarà tempo più avanti di provare molti altri pezzi inediti ai più.
Con l'auspicio che nel 2009 si possa già organizzare la seconda edizione della Gran Fondo del Pandoro, non mi rimane che augurarvi un BUON NATALE!
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