Dopo Prato Piazza è la volta di buttarsi verso Carbonin (Dolomiti Superbike 2012)... di Marco Tenuti
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In effetti, è un vero miracolo che i moderni sistemi pedagogici non siano ancora giunti a soffocare la sacrosanta curiosità umana; perché essa è una piccola, delicata pianticella...che ha soprattutto bisogno di libertà; senza questa, va sicuramente verso la rovina e la più completa distruzione.
Di Marco Tenuti (del 26/01/2010 @ 15:43:20, in natura, linkato 997 volte)
La mia applicazione WeatherPro non me la dava proprio stamattina la neve in quel di Padova o forse sono stato io a dare scarsa importanza alla percentuale della probabilità di pioggia. IlMeteo.it la dava invece e puntualmente è arrivata per qualcuno...
Fatto sta che verso mezzogiorno si è messo a nevicare, non copiosamente, ma a nevicare, quindi per stasera, com'è ormai consuetudine "italiana", ci si aspetta il solito fuggifuggi dagli uffici e dai centri abitati verso le periferie in orario anticipato e quindi la paralisi è quasi garantita!
Di Marco Tenuti (del 25/01/2010 @ 09:05:56, in MTB, linkato 1513 volte)
L'appuntamento per domenica mattina, nonostante il freddo fosse gelido e la nebbia non desse tregua, era col gruppone Turnover, più numeroso del solito, visto l'invito di Robi, l'Avvocato, in quel di Castion per il consueto pandoro e panettone, com'è ormai tradizione da qualche anno.
Oggi il treno della Lessinia viaggiava regolare e veloce come poche volte. Eravamo a Torri del Benaco già alle 10.05 in anticipo sulla tabella di marcia con una media dei 35 km/h, stando alle precise informazioni dell'Orlando, e la salita verso Albisano e Bivio ha visto il
gruppo sgranarsi e ricompattarsi a Castion per pandoro, panettone, cioccolata e te caldo per tutti i presenti.
Per il sottoscritto lavoro puramente aerobico, in modo da continuare con calma la lunga preparazione della stagione 2010. Già poco dopo San Vito in Mantico, mi ritrovavo davanti al gruppone a tirare a 32-32 km/h, seguito a ruota dal Bosca, che mi invitava a procedere ad andatura regolare. Così facevamo io ed il Conte, affiancati uno all'altro, fino all'attacco al Flover.
Il gruppo rimaneva regolare ben oltre il semaforo e poi partivano i classici attacchi Turnover. Io ho lasciato fare praticamente a tutti: chiunque mi superava, mentre il Conte non se la sentiva proprio di mollare ed in maniera maestosa andava a impostare la fuga, dopo aver trenato per almeno 3-4 km.
Per lui molte altre soddisfazioni lungo la salita della Torri-Albisano, tant'è che si prendeva pure il lusso di allungare fino al bivio per San Zeno di Montagna in compagnia di Mirko Lavagnoli, anziché tagliare sotto come facevano i più, cioè arrivando a Castion via Marciaga.
Il ritorno verso casa è fatto alle solite medie supersoniche, lungo le classiche direttrici, cioè Costermano, Albarè, Affi, Sega di Cavaion, Domegliara, San Pietro in Cariano.
A Pedemonte io e il Paolo salutiamo tutti e tiriamo dritto verso Santa Maria di Negrar, visto che io devo guadagnarmi il pranzo in quel delle Chieve di Negrar, dove ho appuntamento dai nonni di Elisa per le 12.30.
Superato l'abitato di Negrar, la media era ancora dei 32 scarsi, a quel punto decidiamo che l'avvicinamento a Fiamene ce lo facciamo per la via San Ciriaco-Boschetti alla "volemose ben", col Paolo in riserva ed io pure.
Arrivato alle 12.20, appoggio la bici alla ringhiera, entro dalla porta di casa dei nonni di Elisa ed il risotto ai funghi è fumante nel piatto! Mangiato con la tuta da bici e i copriscarpe addosso: tolto solo il casco e l'antivento!
Alla fine del giro il ciclocomputer indica 104 km a quasi 28 km/h di media!
A giudicare dal tenore degli SMS del Conte, sembra che anche lui si sia divertito non poco come vagone e locomotiva dell'Eurostar
Turnover: ha trovato pane per i tuoi denti! Inutile nascondere il fatto che anch'io mi diverto una cifra quando ci vado, solo che semplicemente bisogna evitare di andarci troppo
spesso, il segreto penso stia tutto qua. La bagarre e le trenate in BDC danno quell'adrelina classica delle corse su stradae poi c'è sempre spazio per recuperare: non si tribola in assoluto come una Pissarota o una Pendola arrancando in ultima posizione o qualche altra salita sterrata fatta, no fuorisoglia, ma di più.
C'è da dire che domenica c'era il Bosca a dettare la velocità del gruppo in parecchi frangenti, altrimenti avremmo visto delle
sfuriate più violente. Il Bosca, infatti, non lo si vede molto spesso nel treno Turnover, perché la sua uscita passa da "allenante" a "distruttiva" in vista del clou della sua stagione agonistica, cioè non prima di giugno e
luglio.
Detto questo, per questa fase di stagione, trovo che staccare un biglietto
sull'Eurostar sia assolutamente positivo ed allenante, perché senza avere un allenamento eccezionale si riesce comunque a tenere la ruota e basta un po' di sforzo anaerobico per tappare qualche buco. Chiaro che la Torri-Bivio o il Pigno bisogna pedalarsela sempre con le proprie gambe, ma per fortuna c'è
sempre qualcuno che va meno di te.
Per esempio oggi credevo di rimanere al palo sulla Torri-Albisano ed invece, grazie alla Addict che pesa un paro de chili de manco rispetto alla vecchia Speedster, ed a una condizione già accettabile, mi son ritrovato a prendere ruote, che solitamente perdo.
Son dell'idea che altre 2-3 uscite con l'Eurostar da 90-110 km prima di fine
febbraio, cioè prima delle prime gare MTB della stagione 2010, siano perfette per arrivare pronti già a Guastalla...
Se c'è una cosa da fare un po' meno nel 2010 sono le troppe salite: quelle cuociono i muscoli e basta. Meglio tenerli per le gare.
Di Marco Tenuti (del 23/01/2010 @ 22:00:35, in MTB, linkato 1461 volte)
Prendo volentieri il testimone della cronaca della mattinata dal blog dell'Anonimo per continuare con quella del pomeriggio, visto che la star di giornata è più che mai l'Orlando.
Dopo aver condotto il gruppetto sulle nevi della Translessinia, si lancia in una cronodiscesa da San Giorgio fino a Romagnano in 25' e arriva alla gelateria Ciao verso le 14.20, pronto per l'appuntamento col sottoscritto.
Oggi il Paolo mi conduce su un percorso in buona parte inedito per me: penso che ora della fine ci saranno almeno 5-6 km assolutamente inesplorati dalla mia Scale.
Si comincia subito dalle scuole medie di Grezzana su uno sterratino molto pedalabile, che presenta solo un piccolo guado, più che sufficiente per sporcare subito la mia Scale, più linda che mai, dopo qualcosa come 10 giorni di stop assoluto.
Arrivati alla contrada Cavolo si raggiungono i Casotti tutti su asfalto e solo dai Casotti si comincia a fare sul serio. Dopo aver aggirato le proprietà Signorini ai Casotti, ci butta a capofitto verso Salvalaio di Alcenago, nonostante i miei timori di fango e sassi smossi. Indosso infatti l'ultima divisa ricevuta dal team, quella che Paolo chiama la "divisa del Gabibbo" e l'ultima delle mie intenzioni è di sporcarla...
Per mia fortuna l'antivento messo sopra il giubbino invernale lo protegge totalmente da qualsiasi macchia e spruzzo di fango. Così arriviamo ad Alcenago che le bici son "nefande", ma il divertimento e la guida sono stati al massimo livello.
L'attraversamento di Vigo è fatto su asfalto, ma decidiamo che è l'ora di fare sul serio col fango e ce ne andiamo a cercare un po' di quello speciale in località Saline, dove guadiamo sia acqua che ghiaccio e scavalchiamo la parte alta del vaio di Reolto e raggiungiamo così la lunghissima carrareccia delle cave di Coda di Alcenago. Era da bambino che non ci tornavo!
Breve, ma tosta strada cementata di porta in cima a Coda e poi breve trasferimento su asfalto verso il GPM di giornata, cioè prima il capitello di Fiamene e poi la sella di Fiamene stesso, dove svoltiamo a destra per attraversare la boscaglia alpina del Monte Nuvola, altro posto dove non passavo da tempi immemori e sicuramente la mia prima volta in assoluto in MTB.
La vista dell'alta Valpantena dalla costa orientale del Monte Nuvola è a dir poco esagerata: io mi fermo qualche secondo a contemplare, ma la temperatura è decisamente rigida e bisogna andare.
Una serpentina in discesa ci fa abbassare rapidamente di quota e arriviamo alle case isolate dei Fratoni, con deviazione a sinistra verso i Saletti, che ci ritroviamo praticamente sotto a Giare. Guadiamo per ben due volte il corso d'acqua e poi la lunghissima pedalata in direzione sud mi fa scorgere altri stupendi quadretti dell'Alta Valpantena. Qua comincio a pensare che bisogna battezzare al più presto la cosa con qualche altro nome suggestivo, tipo "Valpantena Overland", ma non corriamo troppo.
Estraggo il telefono e scatto una foto di pessima qualità puntandolo verso l'altro versante della vallata, dove si vede chiaramente il tornantone della provinciale che collega Lugo al Corso. Da qui la differenza di altitudine è spaventosa: saremo almeno 250 metri al di sopra dell'oggetto della foto!
Il tempo di spartire la barretta alla mela verde col Paolo e poi "avanti col pezzo"! Si ritorna in picchiata verso la cava di mio suocero, cioè cava del Boarol, dove ricordo a tutti giace la mia Graziella Carbon Grandis, e poi giù per l'ultimo pezzo forte di giornata, cioè il canyon del Boarol, appunto.
Lungo circa 40 metri, largo circa 4 metri e alto 5-6 metri, non è completamente praticabile con le nostre front, ma se avessimo una buona freeride, penso che non ci sarebbero grossissimi problemi a scenderla tutta in sella fino in fondo!
Dopo alcuni altri gradini impraticabili, arriviamo alla Chiesa di Lugo in pochi minuti e anche oggi portiamo a casa un giro eccellente, dove io ho provato un sacco di pezzi nuovi, che non avevo mai provato prima. Il buon Paolo manderà la traccia GPS quanto prima.
Il trasferimento finale da Lugo fino a Quinto prevede una brevissima sosta in Turnover per gli ultimi aggiornamenti e sera è già ormai.
Ringrazio il Paolo per l'ottima escursione: direi che adesso non mi manca più nulla delle zone alcenaghesi in MTB, ma mai dire mai!
Di Marco Tenuti (del 20/01/2010 @ 01:02:28, in MTB, linkato 3061 volte)
Il Team HTC-Columbia questa settimana è nel bel mezzo del periodo di preparazione nel sud della Spagna. Il ritiro invernale è giusto il tempo di togliersi di dosso le ragnatele, di ricevere tutto il materiale tecnico sponsorizzato e di indossare il nuovo abbigliamento. La Scott porta tre nuove bici per il team nel 2010. La prima è la Addict RC, con telaio della Addict da 790 grammi in carbonio montato col DuraAce elettronico.
Altra bici è la Addict R1, basata sullo stesso telaio, ma dotata del DuraAce 7900. Infine la Plasma 3, la bici da crono per il team, sta per essere presentata come progetto in fase di sviluppo avanzato in collaborazione del Team HTC-Columbia allo scopo di realizzare una bici da crono ancora più veloce e che sarà equipaggiata col DuraAce elettronico nel corso della stagione.
Le Addict della squadra sono realizzate con la fibra di carbonio marchio proprietario della Scott, ossia il HMX.NET, oltre ad avere un reggisella integrato. Le bici sono infine dotate di selle Fizik, pneumatici Continental, pipe e manubri PRO.
Scott Carbon Dropout System (SCDS) with replaceable aluminium derailleur hanger
integrated PressFit GXP BB-PF86 bottom bracket
Carbon Cable Stops
Carbon Front Derailleur Mount
complete SRAM RED groupset with 172,5 mm crankset arm length, 50/34 chainrings, and 11/26 cassette
Fulcrum Racing Zero clincher wheels
Selle Italia SLR Kit Carbon Flow saddle
Ritchey WCS 4-Axis wetblack stem
Ritchey WCS Logic II wetblack bar
carbon 991 bottlecage
Look Keo Titanium Pinarello Edition pedals
Polar CS200 with cadence kit computer
Final weight is 6750 grams (14.9 lbs), as stated by my bike shop, but I didn't see it with my own eyes, so I need to measure it again by myself during the next week. Weight and lightness are a real business in this world!
I invite everybody to do an look-and-feel comparison between my Addict and the works Scott Addict R2 2010, which doesn't come equipped with an integrated seatpost, as you can see at this page, inside the Scott website.
forcellini integrati in carbonio SCDS con flangiatura in alluminio per il deragliatore
movimento integrato PressFit GXP BB-PF86
fermacavi integrati in carbonio
supporto deragliatore anteriore in carbonio
gruppo completo SRAM RED con guarnitura da 172,5 mm, corone 50/34 e cassetta 11/26
Fulcrum Racing Zero per copertoncino
Selle Italia SLR Kit Carbon Flow
pipa Ritchey WCS 4-Axis colore wetblack
curva Ritchey WCS Logic II colore wetblack
portaborraccia in carbonio 991
pedali Look Keo Titanium edizione Pinarello
ciclocomputer Polar CS200 con contapedalate
Il peso finale è di 6750 grammi, stando alla misurazione del negozio, solo che non l'ho visto coi miei occhi, cosa che mi riservo di fare nei prossimi giorni.
Vi invito pure a fare un confronto estetico con la Scott Addict R2 2010, disponibile anche come bici completa, però non dotata di reggisella integrato, andando a questo indirizzo, all'interno del sito della Scott.
Di Marco Tenuti (del 18/01/2010 @ 22:04:04, in MTB, linkato 1016 volte)
Passato quasi in sordina come evento, quantomeno sul mio blog, l'arrivo della Addict '10 ha caratterizzato gli ultimi giorni del sottoscritto. Questo weekend è stato una quattro giorni tutta all'insegna della strada, già a cominciare da venerdì nel primo pomeriggio, quando son andato a farla vedere al compagno di merende, il quale mi ha riservato la consueta accoglienza coi fiocchi, cioè caffé e biscotti.
Sabato mattina ero impossibilitato causa attività boscaiola, ma nel pomeriggio l'uscita era assicurata con l'Orlando, con un vai e vieni da Quinto fino alla Costadoro di Bardolino.
Domenica mattina infine il debutto in società, con la classica uscita col team Turnover, cioè un vai e vegni sempre da Grezzana fino a Bardolino, con le salite del Flover e del Pigno, come leit-motiv della giornata.
Oggi pomeriggio invece una sgranchita di gambe sempre fino alla Pieve di Colognola ai Colli e consueto caffé con biscotto al cioccolato. Un totale di 243 km che ha consentito di apprezzare solo parzialmente la novità rappresentata dalla mia nuova bici da strada.
Anzitutto l'impressione di rigidità è assoluta, dopo che avevo avuto modo di provare nei primi giorni di ottobre la Pinarello Dogma montata col cambio elettronico DuraAce Di2. La Addict 2010 si conferma solida e compatta tanto quanto la bici col telaio asimmetrico di casa Pinarello. Non ho ancora avvertito i fastidii avvertiti da qualcuno al riguardo della Addict, cioè del fatto che un telaio così estremo e troppo racing sia tanto rigido da stancare dopo ore che si è in sella.
Altra novità per il sottoscritto, non lo sarà affatto per tantissimi di voi che passate a leggere in questo blog, è il fatto che non ci siano più fili davanti a pipa e curva: il Shimano 105 di cui era equipaggiata la mia precedente Scott Speedster invece li aveva e il colpo d'occhio è sicuramente migliore.
Altro cambiamento è la larghezza del manubrio: il precedente Ritchey Comp era 44 cm (esterno-esterno), mentre quello nuovo è un Ritchey WCS da 42 cm. In teoria un manubrio leggermente più stretto dovrebbe innescare una maggiore nervosità della bici, ma non l'ho affatto avvertita. A dire il vero anche la Dogma che avevo provato aveva il manubrio da 42 cm e devo dire che se ne avvantaggia alla grande la posizione in bici, grazie alle braccia più compatte, il corpo un pelo più raccolto e meno esposto all'aria in velocità.
Per quelle poche salitelle che ho affrontato, i 1630 grammi in meno si sentono tutti, anche all'atto del rilancio, ma non vorrei soffermarmi su questo particolare, visto che sono ancora decisamente sovrappeso, rispetto al peso forma. Inutile, quindi, fare qualsiasi considerazione di questo tipo. La faremo più avanti nella stagione, appena si comincerà a fare sul serio su qualche salita degna di tale nome.
Il gruppo completo dello SRAM RED è molto buono. Ero rimasto positivamente sorpreso da un DuraAce 7800 provato tre mesi fa su una Mr.Gud, per la scorrevolezza dei fili e la precisione della cambiata. Il mio Red l'ho trovato un pelo più duro nell'attuazione e non altrettanto preciso, ma devo assolutamente farci la mano, visto che la leva è unica ed il comando è pure unico. Sicuramente un riallineamento dopo i primi 1000 km di pedalate ci vuole sicuramente.
La nuova sella scelta per la Addict, una Selle Italia SLR Kit Carbon Flow, è una bomba, meglio anche della SLR base che ho sulla Scale. Devo ancora provarla su un'uscita di oltre 4 ore per dare compiutamente un giudizio, ma fino ad ora perfetta.
Infine la questione estetica, che forse è quella quasi più importante, quando si sceglie una bici top di gamma. La mia Addict R2 2010 si distacca dai classici colori Scott, cioè giallo e nero, ma accentua parecchio la tendenza al rosso di sempre più marchi. Così come l'ho configurata e realizzata è sublime a mio avviso. Cattiva e racing a più non posso. Buona anche l'impressione estetica del fuori sella nonostante si tratti di un telaio S, cioè da 53 cm: grazie al mio cavallo "alto", la bici sembra abbastanza slanciata e gradevole alla vista e quindi il reggisella integrato fa la sua porca figura.
Più di qualche amico invoca già le ruote ad alto profilo, ma inviterei tutti a moderarsi, che c'è tempo per tutto...
Di Marco Tenuti (del 18/01/2010 @ 11:22:41, in MTB, linkato 1171 volte)
Ampio spazio su L'Arena di oggi, quotidiano per antonomasia di Verona e provincia, lunedì 18 gennaio. Nelle pagine sportive, l'articolo è dedicato alla nostra punta di diamante, Simone Boscaini, a cui quest'anno si aggiunge anche Federico Birtele, ma la foto ritrae una parte del team, scattata in occasione dell'ultima uscita sociale del 18 ottobre.
Di Marco Tenuti (del 17/01/2010 @ 17:25:49, in MTB, linkato 1352 volte)
Visto che la chiedete a gran voce, ecco la radiocronaca del giro dei Turnover...
Anzitutto devo dire che stamane sono comunque riuscito a vedere quasi tutto il PFC, nonostante gli obiettivi
diversi di giornata.
La partenza del trenino Turnover avviene in mia assenza, ma io mi allineo all'altezza di Cuzzano, dove comincia il
mio lungo saluto a tutti i presenti, visto il mio "ritorno" alla strada, dopo 4 mesi di assenza. Eh si, perché dopo
la Gran Fondo Avesani non ero più salito sulla bici da strada, a parte il test della Pinarello Dogma e l'uscita del
giro sociale Turnover al 18 ottobre.
Effettivamente i 1500 e più km menati in sella alla MTB anche su asfalto, son tutta un'altra cosa: i Racing Ralph
li potete anche gonfiare a 3 atm, ma son sempre duri da far rotolare rispetto alla bici da strada. Se poi
aggiungete anche il fatto che il ritorno su strada si scrive Scott Addict, allora a maggior ragione...
Beh, la discesa da Marzana fino a Porta Vescovo è tutto un chiaccherio con lo stato maggiore del GC Grezzana,
infilato dentro il treno della Valpantena. Saluto prima il Gianca Bombieri, poi il Chepe ed il Tela, sempre delle
buone ruote veloci. Poi è la volta dei primi Turnover, perché non si può certo nascondere la novità, ormai messa
sulla piazza. La mia bici, rossonera, ricorda molto qualcuna delle bici vendute in negozio, l'equipaggiamento è di
prim'ordine e quindi la curiosità e l'interesse per un prodotto 2010 di una squadra Pro Tour è comunque elevato.
All'altezza di Bicicli si saluta Diego GPS, che ha abbandonato ormai il cascopandoro, e, arrivati a Ponte Catena, qualche secondo di sosta, giusto il tempo di salutare il Pappataso, in libera uscita a bordo della sua Rigidona, e poi via
di nuovo lungo Lungadige Attiraglio. L'Anonimo Turnover è da subito prevenuto e, onde evitare di perdere il treno,
parte subito con la testa e lo raggiungo solo dopo un buon chilometro. E' dunque il momento di salutare i vari
Vesentini, il Mirko Lavagnoli, il Remo Bertani. Alla diga alzo la mano per salutare il Conte, che è ben appostato
con la sua Verdona.
La salita del Ceo e il passaggio a San Vito è fatto ad una buona velocità, ma nella pancia del gruppo la sensazione
è molto gradevole e non si fa proprio fatica a starci dentro. Sarà che si respira un clima da gran fondo su strada,
ma la strada scorre che è un piacere, mentre sono spesso i senatori del gruppo, tra l'altro nemmeno divise Turnover, il Lucio e l'Avvocato a tirare il treno.
Quando i motori sono ormai caldi, giunge il momento topico di giornata, ossia il temutissimo Flover. Il Paolo GPS toglie subito la padella e mette il 34 ed io lo seguo subito, cercando di tenere il motore bello su di giri. Davanti a fare l'andatura c'è anche il Diego Anselmi e si sale "tranquillamente" ai 27 km/h, solo che si attende da un momento all'altro il coup de teatre. E' il Remo Rossi lo sborone di giornata: l'accelerazione è notevole e la bagarre è garantita. Tutto il gruppone si allunga abbastanza e l'intera corsia di marcia della sede stradale è occupata
interamente dal treno Turnover.
Il mio cuoricino, nonostante non sia affatto allenato ancora a carichi di lavoro particolari, risponde molto bene,
salendo di frequenza alla grande e vedo il mio nuovo record di sempre, ossia 187 bpm. Il Flover non si smentisce
mai: è davvero un banco di prova perfetto per provare lo sforzo anaerobico.
In cima al Flover non si aspetta nessuno in pieno stile Turnover e all'incrocio di Pastrengo la velocità è già di
45 km/h, che giunge il momento di mettere il 50/11 e di buttarsi a capofitto giù verso Lazise con punta massima a
62 km/h ben oltre le 110 pedalate al minuto.
Anche il pezzo da Lazise a Bardolino è fatto a velocità astronomica e anche il Mirko Lavagnoli lo vedo per la prima
volta col fiatone, cosa che mi sorprende non poco. Freccia a destra per la salita del Pigno e quasi tutto il gruppo
gira, mentre qualcuno tira dritto verso la Torri-Bivio.
Qui il Paolo Orlandi e l'Anonimo spariscono subito, mentre io mi faccio una bella chiaccherata col Marco Scala,
equipaggiato per l'occasione con Carrera Phibra e Lightweight da paura. In cima al Pigno solito riallineamento del
gruppo e noi del distaccamento PFC Turnover, cioè io, l'Orlando e l'Anonimo, decidiamo di abbandonare il nostro team e la relativa tirata a morte verso Verona e giriamo verso Affi e Cavaion per rigorosa pausa caffé.
Ci prendiamo un buon quarto d'ora per cappuccino o caffé e dolcetto scherzetto ovviamente offerto dalla ditta Marcante Addict. Vedrò di fare altrettanto in un'altra occasione per tutto il PFC, magari quando arriverà il telaio "sostitutivo" della bici da strada del Pezzo, in arrivo nelle prossime settimane, sperando che non impieghi tutto il tempo che ho atteso io per le calotte della Addict.
Il ritorno è fatto ad andatura assolutamente cicloturistica, come Dio comanda. La media coi Turnover era di circa 31-32 km/h, Pigno compreso, mentre il resto lo facciamo ai 27-28 km/h, con varie stradine inedite grazie al Paolo GPS e la ciclabile lungo il canale che ci riporta a Bussolengo. Gli argomenti di conversazione si spostano dall'agonismo puro alla gnocca e l'indice di gradimento sale subito alle stelle...
Le ultime scorribande ci vedono tornare a Verona ed attraversare Borgo Venezia e San Michele Extra fino all'isolato dove abita l'Anonimo, ma la compagnia ristretta decide di scortare il Marcante fino a San Martino Buon Albergo, e ringrazio per il favore. Io devo arrivare a Caldiero, giusto in tempo per mettermi ai fornelli ed impiattare pizzoccheri anche oggi per tutto il parentado.
In conclusione, ottimo giro in compagnia del mio team, secondo i classici schemi e ritmi Turnover - in tutta onestà non ho nemmeno tribolato un granché, ci son state uscite coi Turnover dove ho tribolato molto di più - una buona sgambettata con la Addict, che è davvero un aereo ed un passo in avanti rispetto alla Speedster. Il ritorno in piacevole compagnia ancora meglio. La bici da strada, vissuta in questo modo, non è proprio malvagia... Domenica prossima pandoro e cioccolata calda a Castion, il tutto offerto, dopo una Torri-Bivio dove proverò la "legeresse" della Addict?
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