Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Vi siete mai chiesti qual'è l'accelerazione che subisce la lattuga quando gira nella centrifuga? Deve essere una bella accelerazione per fare in modo che le gocce di acqua si stacchino e si spalmino sulle pareti interne della camera della centrifuga.
Oggi, mentre scolavo un po' di fogliette per il pranzetto della mia famigliuola, mi ha preso questo dubbio amletico da ingegnere. Solo agli ingegneri questi dubbi possono venire. A tutti gli altri no.
E quando uno pensa ad un'accelerazione, il pensiero va dritto all'accelerazione di gravità terrestre, cioè 9,81 m/s2 e agli effetti che essa produce sul nostro corpo. Se fossi rinchiuso dentro una centrifuga del genere, riuscirei a resistere o il sangue mi schizzerebbe fuori dalle orbite?
Il conto è presto fatto. Basta misurare il diametro del cestello interno della centrifuga, stabilire una velocità di rotazione della vostra manina ed il fattore moltiplicatore della centrifuga.
Ecco pertanto i dati:
- velocità rotazionale: 3 giri/s, cioè w=18,85 rad/s
- diametro interno del cestello, 23 cm, cioè 11,5 cm di raggio
- rapporto moltiplicatore: 4,5
Considerata la situazione di velocità costante ed il fatto che le tenere foglioline di insalata arrivano a schiacciarsi bene sulla parete interna del cestello, possiamo approssimativamente dire che il raggio dell'orbita rotazionale sia sostanzialmente quello, millimetro più, millimetro meno.
A questo punto chiamiamo in causa la banale formuletta dell'accelerazione centripeta:
|a| = (k*w)^2 * r = (4,5 * 18,85)^2 * 0,115 = 827,41 m/s2
cioè 84,38 g, ben 84 volte l'accelerazione di gravità! Povera insalatina!
Pertanto ne concludo che dentro il cestello è morte certa! Certo è che se noi fossimo richiusi in una centrifuga che gira a 3 giri al secondo - senza considerare la moltiplica dell'ingranaggio sotto la manopola - e tale centrifuga fosse sufficientemente grande da contenerci, cioè diciamo 2 metri di raggio, allora arriveremo a qualcosa come 710 m/s2, cioè ben 72 volte l'accelerazione di gravità, cioè svenimento garantito e morte certa, scegliete voi se per lo schiacciamento di qualche organo o l'esplosione di qualche vaso sanguigno!
Dopo questa bella pippa ingegneristica, posso andarmene a letto felice e contento!
Possiedo un Polar CS400 da ormai quattro anni. Devo dire che, come ciclocomputer e per i soldi a cui l'ho comprato, ne fa di robe, senza per questo arrivare ad essere un "Garmin", inteso nel senso di un dispositivo in grado di tracciare una traccia GPS, da studiarsi o analizzarsi quando si torna a casa.
Il Polar CS400 acquisisce tutti i dati che è in grado di acquisire un Garmin, tranne le coordinate cartografiche (latitudine e longitudine), cioè non avete la localizzazione spaziale, ma avete solo l'altimetria, che è solo un pelo più precisa, in quanto campionata attraverso un sensore barometrico e non attraverso il posizionamento satellitare, quindi avete un possibile errore iniziale dovuto ad un'altimetria falsata ad inizio giro - cosa che potete sempre correggere a posteriori una volta che travasate le curve nel software su Windows.
Qualcuno potrebbe obiettare che aggiungendo qualche decina di Euro si può arrivare ad un GPS completo e che parecchi dispositivi GPS hanno una velocità di trasferimento dati di gran lunga superiore, cioè la connessione tramite USB, anziché la lentissima connessione attraverso la porta ad infrarossi, che ha i suoi bei problemi a funzionare con Windows 7 e Windows 8 (non funziona proprio con quest'ultimo).
Un punto però a favore del CS400 è la durabilità della pila: con una pila CR2032 potete superare abbondantemente 10.000 chilometri, dimenticandovi così l'assillo di metterlo in carica a fine di ogni giro.
Un aspetto interessante della cipolletta Polar è che esso campiona una buona mole di dati, solo chesi fa fatica a visualizzarli tutti nelle sei schermate su cui ciclare durante la vostra pedalata o il vostro allineamento, cliccando più volte il tasto in basso a destra. Un'informazione che non è visualizzata quando lo scartate dalla confezione è la temperatura istantanea, nonostante esso la memorizzi per ognuno dei marker che decidete di fissare.
Eccomi pertanto a proporvi quello che io ritengo il giusto setup, leggermente diverso rispetto alle impostazioni predefinite, utile a tutti i ciclisti quando vanno in bici, sia su strada che in mountain bike:
- pagina 1: frequenza cardiaca istantanea, distanza percorsa, velocità istantanea
- pagina 2: calorie già bruciate, temperatura istantanea, altitudine istantanea
- pagina 3: frequenza cardiaca media, velocità media, tempo trascorso della frazione
- pagina 4: ora, dislivello accumulato, distanza totale (già ripetuto)
- pagina 5: grafico della frequenza cardiaca, grafico dell'altitudine, tempo totale dell'esercizio
- pagina 6: non modificabile
Ho sostanzialmente sacrificato parecchie informazioni, di importanza secondaria, a mio avviso:
- la pendenza istantanea (in gradi e percentuale), troppo imprecisa
- l'economia ciclistica (una cosa che desta molta curiosità le prime volte, cioè le kcal consumate per chilometro)
- la velocità massima (la potete consultare comunque a fine giro o durante una pausa)
Insomma ci sono molte più informazioni visualizzabili di quelle che in realtà si possono visualizzare e le combinazioni e le posizioni dove visualizzarle sono pure abbastanza limitate.
Non avevo mai visto come funziona l'applicazione di un texture su manufatti e pezzi di plastica e vetroresina.
Ho appena ricevuto un messaggio e-mail, di cui qui sotto potete vedere un'anteprima:
Il link contenuto nel messaggio rimanda a questo URL:
http://www.appelonline.org/id.Apple.it/it/id.Apple.it/iTunesConnect
Cosa non mi torna di questo messaggio:
- contiene un link verso un dominio che non è, a mio avviso, autentico, cioè www.appelonline.org; badate bene che APPEL e non APPLE...
- La quantità di parametri e percorso relativo del link è un po' strano, ma non sindachiamo su come Apple organizzerebbe le sue HTTP GET
- contiene un errore di italiano, cioè nescessario, cosa che Apple probabilmente non fa mai
- contiene un'indicazione errata, cioè dice che il questionario lo trovate in allegato, ma in realtà c'è solo un link verso una risorsa esterna
- vi è una sorta di minaccia, cioè se non compilate il questionario, non ci garantiranno più la sicurezza del nostro account
- quando andate al link, la prima cosa che vi viene chiesta è la login/password del vostro Apple ID: ma non era un questionario?
- per garantire la sicurezza del nostro Apple ID c'è vuole allora un questionario anonimo o bisogna telefonare alla NSA?
A questo punto si impone un'interrogazione WHOIS per vedere chi è che ha registrato questo dominio appelonline.org e scoprite che c'è un certo Hamid, altro che Steve Jobs o uno dei suoi parenti o affiliati:
Domain ID:D170127411-LROR
Domain Name:APPELONLINE.ORG
Created On:08-Nov-2013 03:22:19 UTC
Expiration Date:08-Nov-2014 03:22:19 UTC
Sponsoring Registrar:Nominalia Internet S.L. (R89-LROR)
Status:TRANSFER PROHIBITED
Registrant ID:a5e621d3471c
Registrant Name:Hamid Fredi
Registrant Organization:Hamid Fredi
Registrant Street1:via carlo 78
Registrant Street2:
Registrant Street3:
Registrant City:sesto san giovanni
Registrant State/Province:mi
Registrant Postal Code:20123
Registrant Country:IT
Registrant Phone:+39.3467333879
Registrant Phone Ext.:
Registrant FAX:
Registrant FAX Ext.:
Registrant Email:milanoestrade15@libero.it
Admin ID:a5db2338b221
Admin Name:Fredi Hamid
Admin Organization:Hamid Fredi
Admin Street1:via carlo 78
Admin Street2:
Admin Street3:
Admin City:sesto san giovanni
Admin State/Province:mi
Admin Postal Code:20123
Admin Country:IT
Admin Phone:+39.3467333879
Admin Phone Ext.:
Admin FAX:
Admin FAX Ext.:
Admin Email:milanoestrade15@libero.it
Tech ID:NIC_PIR_TECH
Tech Name:Technical Department
Tech Organization:Nominalia Internet, S.L
Tech Street1:Josep Pla 2, Torres Diagonal Litoral, Edificio B3, planta 3-D
Tech Street2:
Tech Street3:
Tech City:Barcelona
Tech State/Province:Barcelona
Tech Postal Code:08019
Tech Country:ES
Tech Phone:+34.935074360
Tech Phone Ext.:
Tech FAX:+34.933102360
Tech FAX Ext.:
Tech Email:tecnico@nominalia.com
Name Server:DNS1.NOMINALIA.COM
Name Server:DNS2.NOMINALIA.COM
DNSSEC:Unsigned
La cosa peggiore è nessuno dei motori di ricerca e di verifica di link individua il caso di malware/phishing/scam!!!
Provate personalmente voi su:
Mi sa che questi siti di sicurezza fanno acqua da tutte le parti...
Ha detto che va a prenderlo da Amazon. Non c'è altro da aggiungere.
Mi sono imbattuto in questo articolo in Tom's Hardware italiano.
L'articolo riprende la vicenda di un giovane navigatore non propriamente esperto di shopping online, secondo l'articolo originale del Nottingham Post.
Quello che mi ha fatto un po' saltare in piedi non è la vicenda capitata a questo sprovveduto giovantto, ma i commenti letti sul forum dove sembra che siano in tanti, anzi in troppi ad applaudire ai truffatori, invece di tutelare un po' di più l'incauto acquirente. Vi invito pertanto a leggervi qualche commento, compreso il mio che riporto integralmente qui sotto.
Mi rammarica che buona parte dei commenti a questo articolo applaudano all'eroe dell'asta e deridano la vittima, non solo per l'episodio in sè o per il fatto che la Xbox la poteva trovare a meno, ma anche per la questione dei 19 anni e del figlio di 4 e di tutto quello che volete voi. Ho però anche apprezzato che qualcuno si sia giustamente distinto dalla massa, gridando alla truffa.
Mi pare abbastanza evidente che se la notizia è vera, il "papà diciannovenne" non è molto scaltro e non ha seguito affatto l'approccio di chi si ritiene poco avvezzo all'uso di internet e di tutto quello che c'è su. Chiunque non sa muoversi in questo mare magnum, dovrebbe semplicemente muoversi con la massima diffidenza e chiedere sempre consiglio a chi ne sa di più ed è esperto o, nel dubbio, fuggire da queste cose.
Rimane il fatto che, a mio modo di vedere, questo episodio si configura a tutti gli effetti come una truffa, senza sè e senza ma. Non potete dire che c'era scritto che era una foto e non era la Xbox vera e propria. Si, c'era anche scritto che era una foto, ma non era ribadito e rimarcato che l'oggetto dell'asta era proprio una foto e non la console. Pensate per un attimo alle aste in cui si vende il "metodo per aggiudicarsi a pochi Euro una Xbox o un iPhone". In quelle aste i furbastri sottolineano non poco che si sta partecipando ad un'asta per aggiudicarsi il metodo e non all'oggetto del "desiderio", cosa alquanto opinabile e che io non autorizzerei affatto da parte di Ebay.
Tornando all'asta della foto, ma vale la stessa cosa per l'aste del metodo, mi pare ovvio che essa è messa a punto apposta per trarre in inganno qualcuno - e puntualmente succede che qualcuno di casca - ma è una truffa vera e propria. Non possiamo giustificare la legittimità dell'operato del truffatore ed addirittura applaudirlo. Questo vorrebbe dire che avvalliamo la riprovevole condotta di queste persone, semplicemente perché se ne approfittano dei pivelli e gli ignoranti. Ma che mondo è questo?
Dobbiamo combatterle queste cose, segnalandole a più non posso, perché un domani potrebbe capitare a chiunque di noi, che ci riteniamo più bravi e più esperti, di cadere in un qualche tranello più insidioso.
Se Internet ed il mondo funziona "relativamente" bene, è solo perché la quasi totalità delle persone sono persone di buon senso e di buona volontà, che lavorano incessantemente per fare in modo che tutti abbiano il rispetto e la dignità in quanto esseri umani. Vivere in una giungla dove va avanti il più bello ed il più forte non è certo un modo per vivere in armonia, ma solo sopravvivenza.
Se vi capita di ricevere un link per consultare un documento che si trova su Google Drive, vi è probabilmente impossibile esportare tale documento verso il vostro computer locale, quando invece c'è modo di esportare in DOC, DOCX, ODT, PDF, XLS o XLSX i documenti dal vostro Google Drive, cioè i documenti che voi stessi avete creato e modificato.
La soluzione è questa, quantomeno per i file Excel, cioè i fogli elettronici (spreadsheet):
-
https://docs.google.com/feeds/download/spreadsheets/Export?key=FILE_KEY&exportFormat=xls&format=xls
Potete insomma agire coi parameti exportformat e format.
Ultimamente ho adeguato il codice di Google Maps per la API v2.0, dopo aver ricevuto ripetute e-mail da parte di Google, in cui sostengono che avrebbero staccato la spina ancora a maggio 2013, scadenza slittata ora a fine novembre.
Mi sono imbattuto nel porting da v2.0 a v3.0, cioè una cosa facile facile, dove l'API è anche più semplice e più snella.
L'unica cosa in cui ho trovato un po' di difficoltà è stata quella di trovare un code snippet per offrire ancora il servizio di ricerca, cioè una ricerca basato su testo in grado di individuare uno o più punti sulla mappa.
Dopo non poche ricerche sono arrivato finalmente ad un codice di esempio, proprio sul sito Google, che spiega come fare col controllo apposito SearchBox:
google.maps.places.SearchBox
Ecco qua il codice Javascript e HTML:
<!DOCTYPE html>
<html>
<head>
<meta name="viewport" content="initial-scale=1.0, user-scalable=no">
<meta charset="utf-8">
<style>
html, body, #map-canvas {
height: 100%;
margin: 0px;
padding: 0px
}
.controls {
margin-top: 16px;
border: 1px solid transparent;
border-radius: 2px 0 0 2px;
box-sizing: border-box;
-moz-box-sizing: border-box;
height: 32px;
outline: none;
box-shadow: 0 2px 6px rgba(0, 0, 0, 0.3);
}
#pac-input {
background-color: #fff;
padding: 0 11px 0 13px;
width: 400px;
font-family: Roboto;
font-size: 15px;
font-weight: 300;
text-overflow: ellipsis;
}
#pac-input:focus {
border-color: #4d90fe;
margin-left: -1px;
padding-left: 14px; /* Regular padding-left + 1. */
width: 401px;
}
.pac-container {
font-family: Roboto;
}
#type-selector {
color: #fff;
background-color: #4d90fe;
padding: 5px 11px 0px 11px;
}
#type-selector label {
font-family: Roboto;
font-size: 13px;
font-weight: 300;
}
}
</style>
<title>Places search box</title>
<script src="https://maps.googleapis.com
/maps/api/js?v=3.exp&sensor=false&libraries=places"></script>
<script>
// This example adds a search box to a map, using the Google Place Autocomplete
// feature. People can enter geographical searches. The search box will return a
// pick list containing a mix of places and predicted search terms.
function initialize() {
var markers = [];
var map = new google.maps.Map(document.getElementById('map-canvas'), {
mapTypeId: google.maps.MapTypeId.ROADMAP
});
var defaultBounds = new google.maps.LatLngBounds(
new google.maps.LatLng(-33.8902, 151.1759),
new google.maps.LatLng(-33.8474, 151.2631));
map.fitBounds(defaultBounds);
// Create the search box and link it to the UI element.
var input = /** @type {HTMLInputElement} */(
document.getElementById('pac-input'));
map.controls[google.maps.ControlPosition.TOP_LEFT].push(input);
var searchBox = new google.maps.places.SearchBox(
/** @type {HTMLInputElement} */(input));
// [START region_getplaces]
// Listen for the event fired when the user selects an item from the
// pick list. Retrieve the matching places for that item.
google.maps.event.addListener(searchBox, 'places_changed', function() {
var places = searchBox.getPlaces();
for (var i = 0, marker; marker = markers[i]; i++) {
marker.setMap(null);
}
// For each place, get the icon, place name, and location.
markers = [];
var bounds = new google.maps.LatLngBounds();
for (var i = 0, place; place = places[i]; i++) {
var image = {
url: place.icon,
size: new google.maps.Size(71, 71),
origin: new google.maps.Point(0, 0),
anchor: new google.maps.Point(17, 34),
scaledSize: new google.maps.Size(25, 25)
};
// Create a marker for each place.
var marker = new google.maps.Marker({
map: map,
icon: image,
title: place.name,
position: place.geometry.location
});
markers.push(marker);
bounds.extend(place.geometry.location);
}
map.fitBounds(bounds);
});
// [END region_getplaces]
// Bias the SearchBox results towards places that are within the bounds of the
// current map's viewport.
google.maps.event.addListener(map, 'bounds_changed', function() {
var bounds = map.getBounds();
searchBox.setBounds(bounds);
});
}
google.maps.event.addDomListener(window, 'load', initialize);
</script>
<style>
#target {
width: 345px;
}
</style>
</head>
<body>
<input id="pac-input" class="controls" type="text" placeholder="Search Box">
<div id="map-canvas"></div>
</body>
</html>
Solitamente quando un ciclista incallito, come mi reputavo io fino a poco tempo fa, stabilisce, suo malgrado, un record di astinenza dai pedali, è solo per uno dei seguenti motivi, cioè o si è rotto una clavicola o si è fatto tanto male in un qualche altro volo con la bici. O è andato in viaggio di nozze.
Altre possibilità non ce ne sono.
Succede però che io sono arrivato a 19 giorni. Sembrava che ce la facessi a prendere parte al Memorial Luca Avesani edizione 2013 e poi non se ne è fatto nulla per colpa del Signor Ikea.
Poi è arrivata l'influenza intestinale, che mi ha debilitato per una buona settimana, costringendomi a letto per almeno 4 giorni consecutivi.
Poi ci si è messo anche il meteo a tenermi un po' lontano dalle bici, anche se si sa, che novembre ed i mesi invernali non ispirano molto a salire in canna.
Ieri sera, quando era ormai ora per questo grande evento, poco prima di prepararmi per uscire, mi sono ritrovato di fronte alla necessità di portare a compimento un'altra attività routinaria, cioè quella del cambio di stagione che ogni ciclista fa un paio di volte all'anno. Si, perché il ciclista possiede più completi ed accessori per andare in bici che tutto il resto del proprio guardaroba.
L'ultima volta che ero andato era ancora "bene o male" estate, mentre le temperature di questi giorni invitano a mettersi la divisa sostanzialmente invernale. Fino a 7-8° gradi si può resistere con gambalotti, mezza stagione ed eventuale spolverino addizionale, mentre se si va sotto io propendo per l'abbigliamento pesante.
Pertanto, dopo aver tirato fuori uno dei completi del Gabibbo Turnover, ho preparato la mountain col faretto, ho rigonfiato le gomme ed indossato copriscarpe pesanti, perché i piedi io ce li ho sempre freddi.
Quando sono salito in sella, la primissima sensazione è stata alquanto strana: le natiche a momenti hanno provato qualcosa di "diverso", dopo non essere state appoggiate su una sella per così lungo tempo. Un giro di pedali sulla ventinove nel cortile seminterrato non ha fatto altro che confermare queste "nuove sensazioni", qualcosa che quasi non mi appartiene più, cioè pedalare in bici, ma la ragione ha prevalso ancora una volta, "pedalo ergo sum".
Così mi sono avviato in direzione sud sulla ciclabile della Valpantena all'appuntamento col Conte. La prima volta, dopo così tanto tempo, bisogna pedalare in compagnia, bisogna ciacolare, poco importa se si faranno pochi o tanti chilometri, anche se saranno pochi per evidenti ragioni.
Seguono pertanto due ore a raccontare, almeno per quel che mi riguarda "piccole cose", cioè robette di famiglia, tram tram della settimana passata, dei piccoli o grandi problemucci dei figli, del lavoro, ma anche Nonno Fabio ne aveva da raccontarmene, visto il nuovo titolo, "Nonno" appunto, che si aggiunge a quello di Conte, Gran Farabutt, Commendator e via dicendo
Il giro, affrontato sulle nostre ventinove in versione scorrevole, molto scorrevole, ci ha visto evitare qualsiasi cosa che si presentasse bagnata o umidiccia, cioè quasi esclusivamente asfalto, pertanto il giro ha presentato anzitutto un largo avvicinamento verso Verona centro.
Discesa da Sezano, Santa Maria in Stelle, Vendri, Nesente, salitella di Novaglie, tanto per sentire come sto a peso, giù alle Campagnole e Ponte Florio, dove incontriamo il conterraneo Fix J, di ritorno dal suo mordi e fuggi in solitario.
Per noi si continua per Montorio e poi tutta la sterrata della Strada dei Fossi, unico pezzo "non bitumato" di giornata, dove nella notte incontriamo tanti anatroccoli, l'airone involarci sopra di noi e anche una bella pantegana in un "Incontro ravvicinato del secondo tipo".
Viriamo poco fuori dall'abitato di San Martino Buon Albergo, passiamo dietro l'Aia e poi giù a sinistra per la Mattaranetta e Borgo Frugose. Da lì in poi puntiamo dritto a Porta Vescovo, poi via XX Settembre e Piazza Bra, dove immortaliamo le nostre brutte muse con la Stella di Lonardi sullo sfondo in fase di installazione dentro l'Arena.
Si riparte in direzione via Oberdan, solo dopo aver ammirato almeno un paio di tacchi 12 e poi altro scorcio di Verona by Night su Ponte Pietra, davvero molto bello.
Da qui in poi comincia a venire un po' corto il fiato per il sottoscritto perché saliamo da via Marsala in direzione Valdonega e poi svolta a sinistra per la lunga ascesa dei Mondiali, passando per San Mattia e scollinando sopra le Torricelle. Il Goretex invernale comincia ad "imbombegarsi", ma il Conte è tanto umano da non farmi nemmeno tribolare e di questo non posso che essergliene grato.
Il programma di rientro in Valpantena prevede per me e per il Conte di proseguire sulla dorsale verso il Porcellino e poi giù dai Cavalli.
Terminiamo così 2 ore in bici spensierate ed io porto a casa 41 chilometri in circa due ore, davvero un grosso colpo, considerato il periodaccio, che mi ha tenuto lontano per una scusa e l'altra.
Ora vediamo di fare in modo che la prossima volta non sia di nuovo tra altri venti giorni, altrimenti si va direttamente alla Gran Fondo del Pandoro!
Capita ogni tanto indifferentemente su Windows XP, Vista, ma anche recentemente su Windows 7, che un utente fa per loggarsi sul suo computer e non si ritrova più nulla: sfondo dello schermo predefinito, icone predefinite, documenti e musica predefiniti, cioè cartelle vuote.
Ad uno non può che prendergli il panico e si chiede subito dove sono finiti tutti i suoi file.
In realtà l'impressione è quella non solo di aver perso i propri file, ma anche tutte le configurazioni di programmi come il client di posta elettronica (e tutta la posta elettronica!) ed i preferiti del proprio browser (per chi non usa un account sul cloud, come succede con chi ha un account Google o un account iCloud).
Poi uno si raccapezza un attimo e scopre che in realtà i file ci sono più o meno tutti nel posto dove sono sempre stati e cioè in:
C:\Users\MioNome\
mentre il nuovo desktop, i nuovi documenti, le nuove immagini, i nuovi video ed i nuovi file musicali si trovano probabilmente in un altro posto e cioè:
C:\Users\TEMP\
È sostanzialmente un problema che si può sistemare andando su registro.
D'ORA IN POI LE ISTRUZIONI SUGGERITE POTREBBERO PORTARE AL BLOCCO COMPLETO DEL VOSTRO SISTEMA OPERATIVO WINDOWS. PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE PRIMA DI PROCEDERE E, NEL DUBBIO, EFFETTUARE UN BACKUP COMPLETO DEL REGISTRO DEL VOSTRO SISTEMA.
Ora che vi si sono drizzati i capelli, andiamo avanti. Ecco in brevi passi cosa c'è da fare:
- lanciare regedit
- andare alla posizione HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\ProfileList
- ci saranno probabilmente due profili del tipo S-1-5-21-XXXXXXXXXXXXX, uno con parte finale .bak e l'altro senza
- col giochino delle tre carte bisogna sostanzialmente scambiarli
- aggiungere .ba al profilo senza
- togliere .bak a quello che ha .bak finale
- modificare quello con .ba temporaneo e farlo diventare .bak
- ora entrate dentro in quello che ora è senza .bak e modificare il valore RefCount portandolo a 0
- sempre dentro lo stesso profilo portare il valore State e portatelo a 0
- chiudete regedit
- non fate nient'altro e riavviate il computer
Al successivo riavvio dovrebbe essere tornato tutto a posto.
Meglio comunque che andiate a vedermi questa guida completa in lingua inglese su Seven Forums, dove sono trattati molti più casi che possono succedere quando si incasinano i profili account di Windows.
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