Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Questo giro è tutto da ripensare meglio, in modo da evitare possibilmente il pezzo trafficato che da Parona conduce fino a Negrar. Una volta arrivati a Negrar, il proseguimento è abbastanza sostenibile, a parte qualche camion che sale da Negrar verso Mazzano, Fane o Fiamene. Mi riservo la possibilità di modificarlo leggermente in modo da salire da Boschetti.
Giro 2: Casa-Arbizzano-Negrar-Costeggiola-Mazzano-Fane-Fiamene-Coda-Casa (39,9 km, circa 1h45')
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Notate come in tutti i miei giri si cerchi sempre di previlegiare il passaggio da Coda o Chiesa di Alcenago. Sarà di nuovo il mio domicilio - si torna cioè alle origini - per cui devo pensare che questi giri siano comunque utili anche una volta che mi sarò trasferito.
Giro 3: Casa-Borgo Trento-San Pietro Incariano-Mazzurega-Breonio-Fosse-Sant'Anna d'Alfaedo-Fiamene-Coda-Casa (67,7 km, circa 2h40')
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Fino a stamattina ero indeciso se andare via con la bici da strada e il gruppo della mia squadra, i Turnover, però senza i capisquadra Remo e Simone, perché occupati in negozio a fare l'inventario, o se andare in solitario a provare la Lessinia Legend 2008.
Poi ha prevalso lo spirito solitario e di avventura ed ho optato per la Lessinia Legend. A differenza però dell'edizione 2007, che aveva come punto di partenza e arrivo la caserma di Montorio e che proponeva quasi tutte le salite, praticamente fuori da casa mia - la salita di Novaglie è a 5 km, il Piccolo Stelvio a 1 km, mentre la salita di Trezzolano sarà sì e no a 13 km - l'edizione 2008 è un po' più lontana per il sottoscritto e questo comporta di scegliere se sia preferibile andare fino alla zona industriale di Colognola ai Colli con la macchina o cuccarsi i 19 km in sella alla MTB. Per fortuna che la pigrizia se ne è rimasta a letto e verso le 8.20 salivo lo scivolo di casa in sella alla bici.
Lungo il trasferimento da Quinto, per Novaglie, Ponte Florio, Ferrazze, San Martino Buon Albergo, San Giacomo fino alla zona industriale, decido di risparmiare quanto più possibile la gamba; mi imbatto per un chilometro nella marcia podistica tra Mattarana e Ferrazze, ma per il resto è tanta brina e molta foschia. Il sole comincia ad alzarsi e sembra promettere bene per il resto della mattinata, fatto sta che verso le 9.05 arrivo davanti allo stabilimento della Vagotex, dove faccio partire il GPS.
L'uscita dalla zona industriale di Colognola è subito asfalto piatto per un qualche chilometro, propedeutico per gestire la fiumana di gente che sarà presente alla partenza - spero davvero che si parta a griglie scaglionate, altrimenti prevedo un macello simile a quello del 2007 - ma subito la salita alla chiesa di Colognola ai Colli presenta una pendenza degna di nota, tanto per rompere il fiato e far andare su il ritmo cardiaco.
Poco dopo l'abitato di Colognola vengo però tratto in inganno da un cartello della Lessinia Legend che, a mio avviso, è in contrasto con quanto indicato sulla cartina presente sul sito: prometto però che indagherò meglio su alcuni conoscitori del luogo per capire se si tratta di una simpatica burla o se hanno già variato il percorso. Questo comporta che non si passi più da Orgiano e San Vittore, ma si taglia subito per Bocca Scalucce, dove è presente subito il primo bivio tra il percorso da 40 e 60 km.
Chi sceglie per il percorso lungo ha subito uno strappetto di pochi metri che conduce in cima alla collina, ma si è già sulla dorsale che accomuna questa edizione 2008 alla Soave Bike e alla Divinus Bike. Si passa a fianco del castello d'Illasi e si continua su quella che è una vera e propria autostrada sterrata da farsi pure ad una media importante. Questa volta, rispetto a 3 mesi fa, quando l'avevo provata con le gambe molto stanche, arrivo su a capitello Sant'Anna che non mi accorgo quasi della fatica. Quasi arrivato in cima mi imbatto in un gruppo di biker veronesi e uno di loro ben presto mi si affianca e completerà tutta l'escursione assieme a me, visto che è di Grezzana.
Abbiamo qualche esitazione nel scendere verso Tregnago, ma finalmente imbocchiamo la giusta strada e la discesa è molto ripida e veloce. Un pezzo in cemento molto liscio fa schizzare rapidamente l'indicatore di velocità verso i 60 km/h. Speriamo che nessuno si ammazzi su quella parete di cemento!
Arrivati nel paese di Tregnago lo attraversiamo rapidamente e imbocchiamo presto la strada che costeggia il Progno della Val d'Illasi. Il pezzo è molto lungo, ma la leggera pendenza invita a spingere come dei forsennati e penso che i più forti biker arriveranno a velocità di crociera superiori ai 45 km/h. C'è solo un pezzettino in cui c'è un attimo da stare attenti, ma per il resto via libera!
Una volta attraversato il guado secco del Progno, si ricomincia a salire. Lungo questo tratto le pendenze non sono mai accentuate, ma si guadagna abbastanza rapidamente quota. In prossimità del tiro al piattello c'è di nuovo il probabile bivio tra il percorso da 40 e 60 km. Mi sono infatti perso il punto dove si reimmettono quelli dal percorso corto, ma penso che sia un punto di congiunzione tra i due tracciati, probabilmente perché sarà disposto il ristoro o il controllo orario.
L'entrata in Pineta attraverso il primo cancello porta a scendere molto velocemente, ma il terreno sotto bosco nasconde sicuramente qualche insidia, dovuto alla quantità di foglie ancora presente che cela sassi più o meno appuntiti. Infatti sono proprio io vittima di un'importante foratura: il mio tubeless superleggero cede di schianto a causa di un taglio molto lungo, da cui fuoriesce rapidamente una quantità considerevole di lattice, senza possibilità di autoripararsi. Questa volta sono però ben equipaggiato e, dopo aver rimosso la valvola del tubeless, installo senza pensarci due volte la camera d'aria, con cui arriverò a casa, senza ulteriori preoccupazioni.
La discesa se ne va rapidamente e ci ritroviamo ben presto sulla strada provinciale che collega Mezzane di sotto a Mezzane di sopra. Il mio compagno di avventura accenna a proseguire sulla provinciale verso Mezzane, ma io gli faccio notare che la gamba è ancora buona per salire alla Croce Nera sotto Castagnè. Non ci pensiamo molto: imbocchiamo subito il tratto asfaltato e poi giriamo subito verso il Molinetto. I rapidi tornanti in successione ce li lasciamo subito dietro e al rampone al 30% riesco a salire senza accusare il minimo problema, nonostante i chilometri nelle gambe siano già più di 60. Anche il pezzettino d'asfalto che conduce alla Croce viene rapidamente mangiato dal mio collega e ci involiamo subito in direzione della Tenuta, dove poco dopo abbandoneremo il percorso della Legend 2008, per preferire un ritorno un po' più corto verso casa.
Arriviamo in fondo al splendido toboga sopra località Casale di Sopra; attraversiamo Marcellise e, dandoci il cambio puntiamo a San Martino sempre ad un andatura tra i 36 e i 43 km/h. Vi risparmio il rientro a casa verso a Quinto, che viene raggiunto dopo altri 14 chilometri, passando per gli abitati di Ferrazze, Ponte Florio, Vendri e Santa Maria in Stelle.
Volendo ricapitolare rapidamente per punti le mie impressioni generali sulla Lessinia Legend 2008, mi sento di allinearmi in parte coi giudizi già letti sul forum di MTB-Forum, così come sul blog del Pezzo, però entrando un pelo nel dettaglio e dividendo in tronconi la gara:
- partenza-Capitello Sant'Anna: media elevatissima, ci vogliono delle supergambe e tecnica zero
- Capitello Sant'Anna-Mezzomonte: media ancora più elevata, anche qui ci vuole gran gamba e tecnica zero
- Mezzomonte-Tomelon: grandi gambe e molto fiato, tecnica zero
- Tomelon-Pineta-capitello per Castagnè: passaggi un po' suggestivi, occhio alle pizzicature nel sottobosco
- capitello per Castagné-Tenuta Sant'Antonio: ancora grandi gambe, buona resistenza e elevato diverimento
- Tenuta Sant'Antonio-arrivo: n.p. (lo recensirò in una prossima mia ricognizione, ma niente di particolare)
Ora alcune indicazioni per caratteristiche:
- segnaletica: in alcuni punti buona, in altri lascia a desiderare
- tratto iniziale: obbligatorio in asfalto per evidenti motivi (io toglierei l'adesione della Legend a qualche circuito)
- tecnica: totalmente insufficiente, non c'è un single track che sia uno o qualcosa che richieda un po' di maestria tipica per chi va in MTB
- velocità e scorrevolezza: quasi tutto il percorso lungo può essere affrontato a medie elevatissime
- difficoltà: non ce ne sono, se non il fatto che la distanza e l'altimetria si fa sentire ormai arrivati al Borgo di Marcellise
Per i miei gusti mi sentirei di dare un 7 generale, semplicemente perché io preferisco gare non troppo impegnative dal punto di vista tecnico, ma un po' più massacranti dal punto di vista velocistico e fisico. Suggerirei anch'io ai signori che organizzano questa edizione della Legend, queste cose:
- eliminare l'adesione della gara a troppi circuiti: questo li costringe a scegliere obbligatoriamente pezzi di asfalto e strade sterrate larghe e non impegnative
- allungare un po' il chilometraggio della lunga, perché qualcosa che si definisce "Legend" dovrebbe essere più leggendario e meno business
- portare la gara un po' più in su come altimetria, anche se il 30 marzo è un po' prestino per andare in alto, ma se deve essere Legend, tanto vale che lo sia fino in fondo
- far partire le migliaia di partecipanti a griglie scaglionate: bastano anche griglie di 300-500 atleti ogni 5-10 minuti
Per finire, vi metto la traccia che ho registrato io, dalla partenza in zona industriale fino a casa mia.
Nella ricognizione della Legend fatta ieri, sono emerse alcune differenze tra il percorso indicato dai cartelli e quanto indicato sulla cartina presente sul sito e sulle brossure già da tempo. Ve le illustro qui sotto. La prima è sicuramente quella più significativa, visto che accorcia sia il percorso corto che il lungo di un bel po' di chilometri e toglie anche del dislivello.
Noterete in svariati colori le due tracce che si desumono dalle cartine e dal loro sito, mentre la traccia in azzurro è quella acquisita ieri col mio GPS durante la ricognizione.
Aspetto pertanto l'intervento del Pezzo, che saprà sicuramente il fatto suo, visto che il bivio è praticamente a casa sua. A meno che non sia stato proprio lui a girare la freccia...
Minime differenze ci sono su alle cave e al Tomelon:
Per concludere, una volta arrivati alla Croce Nera, la discesa verso la val di Mezzane presenta solo un piccolo dubbio:
E' probabilmente la mia voglia di andare sempre via con pressioni troppo elevate, ma ieri sono incappato in una foratura da record, per la mia breve esperienza di mountain biker! Il pneumatico incriminato è il Michelin Comp S Light tubeless e il taglio è da record, più di un centimetro!
Sono riuscito a tornare a casa grazie alla provvidenziale camera d'aria che avevo al seguito. Si può notare che anche questa volta lo slime verde non ha potuto molto, se non facilitare la realizzazione della foto! Oggi vado a Turnover e cambio pneumatico, una volta per tutte e dico basta ai Comp S Light.
Posso così ricapitolare la situazione "tubeless" da quando li uso:
- Geax Mezcal UST (1 foratura con pneumatico verso la sua fine)
- Michelin Comp S Light UST (4 forature, 2 in gare, 2 in escursioni)
- Maxxis Ignitor UST (0 forature, una bolla dopo migliaia di km)
Sarà un caso o cos'altro, ma è la terza volta che foro in cima alla valle di Mezzane! Non è che per caso il posto porta un po' di sfiga?
Non posso nascondere che ho sempre tribolato non poco per far comparire il favicon nei vari browser, per i vari siti che ho in gestione.
Il favicon sarebbe quell'iconcina che compare in tutti i browser alla sinistra dell'indirizzo che state visitando. Tale iconcina ha per certi versi un'importanza commerciale a dir poco strategica e non sto qui a illustrarvi tutto, ma si dà il caso che non compare solo a fianco dell'URL, ma anche nella pagina dei bookmark, se memorizzate quell'indirizzo tra i vostri preferiti. In più alcuni browser mostrano tale icona anche nell'eventuale pagina nella loro gestione a pagine.
Ricapitolo pertanto molto brevemente quali sono le cose da sapere per garantire il funzionamento in tutti i browser o quasi, visto che si usa come riferimento Internet Explorer, Mozilla Firefox, Opera e Safari:
Come vedete, il grosso dei problemi li dà Internet Explorer. Tutti gli altri browser sono molto più tolleranti e compatibili.
Ieri mi sono fatto un giretto fuori casa con la BDC. Me ne sono andato fino a Montorio e quando sono arrivato lì, mi sono deciso e mi sono avviato su per il Pian di Castagnè. Andare in BDC è tutta un'altra cosa in velocità, rispetto alla MTB sull'asfalto. Mi ritrovo in cima al Pian abbastanza rapidamente, ma quello che è notevole e che sono andato su tranquillamente e la media rimane alta. Se fino a qualche settimana ero impressionato positivamente dal fatto che sto continuando a migliorare dal punto di vista della performance, da un po' di tempo realizzo che la bici da strada aiuta aumenta ancora di più la prestazione rispetto alle ruote grasse della MTB. Voi direte: hai scoperto l'acqua calda! E vi rispondo che è vero, ma prima o poi questa lieta scoperta bisogna pur farla sulla propria pelle, no?
Tornando al giretto, una volta arrivato a Castagnè, mi sono buttato giù verso Mezzane di Sotto e giù per la vallata di Mezzane fino all'incrocio delle quattro strade. Poi ho imboccato il leggero falsopiano di San Giacomo, poi il piacere di vedermi il segnalatore di velocità all'entrata dell'abitato di San Martino B.A. segnalarmi 37 km/h e lampeggiare "Rallenta!" e poi veloci verso casa passando per Ponte Florio.
Dopo 1h39'29" ho percorso 47,3 km alla media dei 28,5 km/h. Impressionante, visto che non ho sfruttato per un metro la scia di qualcun altro. Non vedo l'ora insomma di uscire in compagnia e vedere cosa si riesce a fare in gruppo, quando la scia, anche se alternata, può aumentare la velocità di crociera di almeno 3-4 km/h. Dopo tutte queste considerazioni, sto realizzando che in meno di 2 ore - e magari estendendo a 3 ore - si riesce a fare un giro dal chilometraggio considerevole e a fare un bell'allenamento di fondo. Effettivamente la BDC aiuta non poco ad allungare leggermente il chilometraggio!
Oggi per il sottoscritto è arrivato il debutto agonistico della stagione 2008 alla nona edizione della Airon Bike, gran fondo ben organizzata dal Team Sculazzo di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia. Tanto per farla breve, mi sono piazzato 100° assoluto, su 502 partenti e 353 giunti al traguardo. In categoria Senior sono arrivato 32° su 83 arrivati, mentre il tempo del vincitore è stato di 1h33'33" e sono arrivato a 21'18" dal primo.
La gara è anzitutto caratterizzata da condizioni meteo alquanto eccezionali per essere la prima domenica di marzo. Lungo il tragitto da Verona verso Guastalla, il termometro della macchina passa ben presto da 8°C a 17°C e impone la scelta di partire vestiti con l'abbigliamento estivo. Arriva insomma l'occasione di sfoggiare da subito il completo estivo del decennale Turnover.
Il percorso della gara, caratterizzata da due giri del circuito, a dispetto della location in prossimità del fiume Po' è a dir poco suggestiva e singolare, per alternare piattoni di sterrati e di argini a toboghe entusiasmanti dentro canali e dune scavate nelle sabbie del Po', tanto che gli organizzatori ci hanno pure ricavato una prova speciale cronometrata, denominata "la Gara nella Gara".
Il mio primo giro è costituito da una partenza in sordina, ma dopo si e no un chilometro capisco che è il momento di non stare tanto a guardare e di cominciare a spingere subito come un forsennato, se non voglio perdere il treno dei più veloci. E così riesco a svincolarmi da subito di un bel po' di concorrenti e riesco a piazzarmi in una posizione di rincalzo, che mi consente continuamente di recuperare posizioni su posizioni, grazie ad un buon compromesso da chilometri a tirare da solo e qualche mezzo chilometro alla ruota di questo o quell'avversario.
Il primo giro infatti se ne va molto rapidamente e probabilmente con una media molto elevata. Speriamo che Team Sculazzo ci metta a disposizione anche le classifiche parziali dopo il primo giro, perché sono curioso di sapere quanti minuti ho lasciato al secondo giro, quando sono più o meno scoppiato, come tanti altri concorrenti.
Il secondo giro è invece una vera e propria tribolazione, perché mi si accoda un concorrente del team locale, Ceglia - ho perfino imparato il suo nome a sentire i vari commissari, amici e parenti lungo il percorso che lo incitavano, mentre mi ciucciava la ruota - che non vuol saperne di collaborare e mi costringe a tirare da solo per quasi 10 km, senza mai darmi il cambio. Lui mi invita pure ad andare regolare per non farlo morire ed io non ho altra scelta che continuare sul mio passo.
Ad un certo punto, prima di entrare, nel toboga del secondo tratto cronometrato, Ceglia si stacca definitivamente e di tanto in tanto sono superato da qualche concorrente molto veloce partito in seconda griglia, alla cui ruota non provo neanche a stare.
L'ultimo chilometro arriva con un po' di consolazione, perché le gambe cominciano a tirare un po' troppo per i miei gusti - complice l'azzardata scelta di partire con solo mezza borraccia di integratore per 46 km di gara e nessun ciucciotto di zucchero da dare quel giusto sprint per alcuni tratti. Arrivo però al traguardo senza patemi e senza dovermi lanciare in volata con altri, con tanto di foto di rito scattata dal moroso di mia sorella. Mi appoggio alla transenna e il crampo è prossimo a comparire, ma per fortuna sgancio i pedali e recupero forze immediatamente.
Poi una doccia calda e senza coda, così come un piattone di cappelletti al burro, un numero incalcolabile di brioche integrali, senza crema, con marmellata di mirtillo, con marmellata di albicocche. Sento comunque che il piazzamento tra i premi nella mia categoria è nelle mie capacità, visto che oggi più di qualcuno alla mia portata ha messo in saccoccia il premio del piazzamento.
L'esperienza è stata totalmente positiva, vuoi perché è la conferma del mio stato di forma in continuo crescendo dall'anno scorso, vuoi perché la giornata è stata eccezionale, con una temperatura a dir poco mite, a parte le folate di vento che soffiavano da nordovest e che alzavano una quantità di sabbia dall'arenile del Po' non indifferente.
Ringrazio con l'occasione mia sorella Martina, il moroso Francesco e mio figlio Enrico, per avermi accompagnato e avermi dato man forte nel debutto 2008.
Oggi è stata giornata di scarico, o meglio, doveva essere giornata di scarico dopo il piattone della Airon Bike a Guastalla, visto che ieri sono arrivato vicino ai primi morsi che preavvisano l'arrivo dei crampi.
Inveceil chilometraggio e la media sono state le solite abbastanza elevate, segno che la gamba non era poi così affaticata. Ho fatto il giro n.4 dei miei giri pianificati, cioè quello fino a Castagnè ai 27,8 km/h. Abbigliamento estivo e configurazione da professionista: tutto il mese di marzo sarà dedicato alla preparazione della Lessinia Legend lunga!
Negli ultimi giorni sto insistendo col giro denominato n.4, perché presenta una quantità di dislivello interessante, senza farmi salite in montagna e patire temperature eccessivamente rigide, e come tempi è comparabile con altri giri che devo ancora pianificare, ma che percorro molto spesso.
Giro 4: casa-Montorio-Pian di Castagnè-Castagnè-Mezzane di Sotto-San Pietro di Lavagno-San Martino B.A.-casa (47,3 km, circa 1h45')
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