Fino a stamattina ero indeciso se andare via con la bici da strada e il gruppo della mia squadra, i Turnover, però senza i capisquadra Remo e Simone, perché occupati in negozio a fare l'inventario, o se andare in solitario a provare la Lessinia Legend 2008.
Poi ha prevalso lo spirito solitario e di avventura ed ho optato per la Lessinia Legend. A differenza però dell'edizione 2007, che aveva come punto di partenza e arrivo la caserma di Montorio e che proponeva quasi tutte le salite, praticamente fuori da casa mia - la salita di Novaglie è a 5 km, il Piccolo Stelvio a 1 km, mentre la salita di Trezzolano sarà sì e no a 13 km - l'edizione 2008 è un po' più lontana per il sottoscritto e questo comporta di scegliere se sia preferibile andare fino alla zona industriale di Colognola ai Colli con la macchina o cuccarsi i 19 km in sella alla MTB. Per fortuna che la pigrizia se ne è rimasta a letto e verso le 8.20 salivo lo scivolo di casa in sella alla bici.
Lungo il trasferimento da Quinto, per Novaglie, Ponte Florio, Ferrazze, San Martino Buon Albergo, San Giacomo fino alla zona industriale, decido di risparmiare quanto più possibile la gamba; mi imbatto per un chilometro nella marcia podistica tra Mattarana e Ferrazze, ma per il resto è tanta brina e molta foschia. Il sole comincia ad alzarsi e sembra promettere bene per il resto della mattinata, fatto sta che verso le 9.05 arrivo davanti allo stabilimento della Vagotex, dove faccio partire il GPS.
L'uscita dalla zona industriale di Colognola è subito asfalto piatto per un qualche chilometro, propedeutico per gestire la fiumana di gente che sarà presente alla partenza - spero davvero che si parta a griglie scaglionate, altrimenti prevedo un macello simile a quello del 2007 - ma subito la salita alla chiesa di Colognola ai Colli presenta una pendenza degna di nota, tanto per rompere il fiato e far andare su il ritmo cardiaco.
Poco dopo l'abitato di Colognola vengo però tratto in inganno da un cartello della Lessinia Legend che, a mio avviso, è in contrasto con quanto indicato sulla cartina presente sul sito: prometto però che indagherò meglio su alcuni conoscitori del luogo per capire se si tratta di una simpatica burla o se hanno già variato il percorso. Questo comporta che non si passi più da Orgiano e San Vittore, ma si taglia subito per Bocca Scalucce, dove è presente subito il primo bivio tra il percorso da 40 e 60 km.
Chi sceglie per il percorso lungo ha subito uno strappetto di pochi metri che conduce in cima alla collina, ma si è già sulla dorsale che accomuna questa edizione 2008 alla Soave Bike e alla Divinus Bike. Si passa a fianco del castello d'Illasi e si continua su quella che è una vera e propria autostrada sterrata da farsi pure ad una media importante. Questa volta, rispetto a 3 mesi fa, quando l'avevo provata con le gambe molto stanche, arrivo su a capitello Sant'Anna che non mi accorgo quasi della fatica. Quasi arrivato in cima mi imbatto in un gruppo di biker veronesi e uno di loro ben presto mi si affianca e completerà tutta l'escursione assieme a me, visto che è di Grezzana.
Abbiamo qualche esitazione nel scendere verso Tregnago, ma finalmente imbocchiamo la giusta strada e la discesa è molto ripida e veloce. Un pezzo in cemento molto liscio fa schizzare rapidamente l'indicatore di velocità verso i 60 km/h. Speriamo che nessuno si ammazzi su quella parete di cemento!
Arrivati nel paese di Tregnago lo attraversiamo rapidamente e imbocchiamo presto la strada che costeggia il Progno della Val d'Illasi. Il pezzo è molto lungo, ma la leggera pendenza invita a spingere come dei forsennati e penso che i più forti biker arriveranno a velocità di crociera superiori ai 45 km/h. C'è solo un pezzettino in cui c'è un attimo da stare attenti, ma per il resto via libera!
Una volta attraversato il guado secco del Progno, si ricomincia a salire. Lungo questo tratto le pendenze non sono mai accentuate, ma si guadagna abbastanza rapidamente quota. In prossimità del tiro al piattello c'è di nuovo il probabile bivio tra il percorso da 40 e 60 km. Mi sono infatti perso il punto dove si reimmettono quelli dal percorso corto, ma penso che sia un punto di congiunzione tra i due tracciati, probabilmente perché sarà disposto il ristoro o il controllo orario.
L'entrata in Pineta attraverso il primo cancello porta a scendere molto velocemente, ma il terreno sotto bosco nasconde sicuramente qualche insidia, dovuto alla quantità di foglie ancora presente che cela sassi più o meno appuntiti. Infatti sono proprio io vittima di un'importante foratura: il mio tubeless superleggero cede di schianto a causa di un taglio molto lungo, da cui fuoriesce rapidamente una quantità considerevole di lattice, senza possibilità di autoripararsi. Questa volta sono però ben equipaggiato e, dopo aver rimosso la valvola del tubeless, installo senza pensarci due volte la camera d'aria, con cui arriverò a casa, senza ulteriori preoccupazioni.
La discesa se ne va rapidamente e ci ritroviamo ben presto sulla strada provinciale che collega Mezzane di sotto a Mezzane di sopra. Il mio compagno di avventura accenna a proseguire sulla provinciale verso Mezzane, ma io gli faccio notare che la gamba è ancora buona per salire alla Croce Nera sotto Castagnè. Non ci pensiamo molto: imbocchiamo subito il tratto asfaltato e poi giriamo subito verso il Molinetto. I rapidi tornanti in successione ce li lasciamo subito dietro e al rampone al 30% riesco a salire senza accusare il minimo problema, nonostante i chilometri nelle gambe siano già più di 60. Anche il pezzettino d'asfalto che conduce alla Croce viene rapidamente mangiato dal mio collega e ci involiamo subito in direzione della Tenuta, dove poco dopo abbandoneremo il percorso della Legend 2008, per preferire un ritorno un po' più corto verso casa.
Arriviamo in fondo al splendido toboga sopra località Casale di Sopra; attraversiamo Marcellise e, dandoci il cambio puntiamo a San Martino sempre ad un andatura tra i 36 e i 43 km/h. Vi risparmio il rientro a casa verso a Quinto, che viene raggiunto dopo altri 14 chilometri, passando per gli abitati di Ferrazze, Ponte Florio, Vendri e Santa Maria in Stelle.
Volendo ricapitolare rapidamente per punti le mie impressioni generali sulla Lessinia Legend 2008, mi sento di allinearmi in parte coi giudizi già letti sul forum di MTB-Forum, così come sul blog del Pezzo, però entrando un pelo nel dettaglio e dividendo in tronconi la gara:
- partenza-Capitello Sant'Anna: media elevatissima, ci vogliono delle supergambe e tecnica zero
- Capitello Sant'Anna-Mezzomonte: media ancora più elevata, anche qui ci vuole gran gamba e tecnica zero
- Mezzomonte-Tomelon: grandi gambe e molto fiato, tecnica zero
- Tomelon-Pineta-capitello per Castagnè: passaggi un po' suggestivi, occhio alle pizzicature nel sottobosco
- capitello per Castagné-Tenuta Sant'Antonio: ancora grandi gambe, buona resistenza e elevato diverimento
- Tenuta Sant'Antonio-arrivo: n.p. (lo recensirò in una prossima mia ricognizione, ma niente di particolare)
Ora alcune indicazioni per caratteristiche:
- segnaletica: in alcuni punti buona, in altri lascia a desiderare
- tratto iniziale: obbligatorio in asfalto per evidenti motivi (io toglierei l'adesione della Legend a qualche circuito)
- tecnica: totalmente insufficiente, non c'è un single track che sia uno o qualcosa che richieda un po' di maestria tipica per chi va in MTB
- velocità e scorrevolezza: quasi tutto il percorso lungo può essere affrontato a medie elevatissime
- difficoltà: non ce ne sono, se non il fatto che la distanza e l'altimetria si fa sentire ormai arrivati al Borgo di Marcellise
Per i miei gusti mi sentirei di dare un 7 generale, semplicemente perché io preferisco gare non troppo impegnative dal punto di vista tecnico, ma un po' più massacranti dal punto di vista velocistico e fisico. Suggerirei anch'io ai signori che organizzano questa edizione della Legend, queste cose:
- eliminare l'adesione della gara a troppi circuiti: questo li costringe a scegliere obbligatoriamente pezzi di asfalto e strade sterrate larghe e non impegnative
- allungare un po' il chilometraggio della lunga, perché qualcosa che si definisce "Legend" dovrebbe essere più leggendario e meno business
- portare la gara un po' più in su come altimetria, anche se il 30 marzo è un po' prestino per andare in alto, ma se deve essere Legend, tanto vale che lo sia fino in fondo
- far partire le migliaia di partecipanti a griglie scaglionate: bastano anche griglie di 300-500 atleti ogni 5-10 minuti
Per finire, vi metto la traccia che ho registrato io, dalla partenza in zona industriale fino a casa mia.