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 Dopo Prato Piazza è la volta di buttarsi verso Carbonin (Dolomiti Superbike 2012)... di Marco Tenuti
 
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Me par che la gamba la tira ben anca de drio. Sa disito?

A. Pezzo
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Marco Tenuti (del 12/04/2011 @ 12:57:07, in MTB, linkato 1184 volte)

MARATHON DEL LAGO DI BRACCIANO: VOLANO LE ISCRIZIONI, SUPERATA QUOTA 1000

Pacco gara Marathon Lago di BraccianoA grandi passi il dinamico sodalizio della Cicli Montanini Alice Ceramica Frw in collaborazione con l’Associazione Tanto Riso Tanto Pianto, si avvicina all’appuntamento di domenica 17 aprile con l’undicesima decima edizione della Marathon del Lago di Bracciano a Trevignano Romano (Roma), competizione nella quale si vedranno i primi attacchi dei big delle ruote dentate.

Le adesioni sono giunte a quota 1000 (chiusura fino al raggiungimento della quota 1200) e i partecipanti avranno a disposizione un ricco pacco gara composto da una confezione di dolci tipici locali, una lattina di Esta Fruit, un Kinder Brioss, il libro “RomaΠù” offerto dalla Provincia di Roma, una borraccia della Ceramica Flaminia e i prodotti della Inkospor (barretta, gel e sali) main sponsor della Marathon Lazio 2011.

Questa gara, organizzata dalla Cicli Montanini Alice Ceramica Frw e Tanto Riso Tanto Pianto in collaborazione con l’Associazione Biker Bassano Romano, ha ottenuto il patrocinio del Comune di Trevignano Romano, del Parco Regionale Laghi Bracciano e Martignano, del Consorzio di Navigazione del Lago di Bracciano, della Provincia di Roma, della Regione Lazio, delle Università Agrarie di Bassano Romano e Oriolo Romano e della BCC di Formello e Trevignano Romano.

La Marathon del Lago di Bracciano è inserita all’interno dei seguenti circuiti: Inkospor Marathon Lazio, Etruria Bike Challenge e Prestigio Mtb Magazine.

CAMPIONATO ITALIANO SILENZIOSI 50 KM GRANFONDO

Nel corso della Point to Point 52 chilometri, saranno impegnati circa 50 atleti silenziosi al tricolore Granfondo che, per farsi riconoscere, indosseranno delle bretelle riflettenti. Tutti gli atleti in gara dovranno prestare la massima attenzione in fase di sorpasso, in quanto, chi indosserà questo dispositivo non sentirà arrivare chi lo precederà.

LA SISTEMAZIONE ALBERGHIERA

Per partecipare alla Marathon del Lago di Bracciano è importante prenotare subito la propria sistemazione alberghiera. La ricettività è distribuita su tutto il bacino del lago di Bracciano e dintorni (Trevignano Romano, Bracciano, Anguillara, Sutri, Bassano Romano) e quindi i primi a prenotare saranno chiaramente quelli più vicini al campo di gara. Oltre alle indicazioni fornite sulla pagina web dove dormire della Marathon, sarà possibile contattare l’agenzia ufficiale della manifestazione Fresia Viaggi srl (Tel. 06/9968224 - Fax. 06/9968406 - www.fresiaviaggi.altervista.org/)

Tutte le indicazioni sono sul sito www.ciclimontanini.it.

PER CHI ARRIVA IN CAMPER

Per i team che giungeranno in furgone o camper, sarà riservato il parcheggio all’interno del campo sportivo. Nei gazebi delle squadre è assolutamente vietato vendere, pubblicizzare o commercializzare alcun tipo di prodotto o servizio, senza richiedere l’autorizzazione.

PER CHI ARRIVA IN AUTO

L’area parcheggio per le auto si trova a circa 800 metri dal campo sportivo. Parcheggiate le auto sarà possibile raggiungere l’impianto sportivo attraverso un sentiero natura. Il parcheggio sarà vigilato dalla Protezione Civile.

VERIFICA LICENZE, OPERAZIONI PRELIMINARI, RITROVO E PARTENZA

Alle ore 7,30 presso il campo sportivo di Trevignano Romano; partenza alle 9,30; arrivo presso il campo sportivo di Trevignano Romano. È consigliato ritirare il pacco gara sabato 16 aprile dalle 15,00 alle 18,00 presso il campo sportivo. Non saranno accettate le iscrizioni la mattina della gara.

 
Di Marco Tenuti (del 13/04/2011 @ 11:03:15, in MTB, linkato 844 volte)

Copio a piene mani dal blog del Papataso, al riguardo della notturna in programma questa sera, in cui saremo in tanti presenti del PFC, chi per rifinire in vista della GF Pezzo, chi per Bracciano, chi per divertirsi e basta.

Mercoledì 13 Aprile

o r e 1 9 . 0 0

RANCH ROCCE ROSSE

PONTE FLORIO

scatta la prima notturna con giro Pizza!!!

Programma:

ore 19.00: partenza uscita che verrà pedalata a ritmo adeguato al gruppo presente, per queste uscite si privilegerà l'andatura tranquilla con l'intenzione di far gruppo e far divertire tutti senza sfinire i meno allenati

ore 21.30: GIRO PIZZA presso il Ranch

SI RACCOMANDA DI DOTARSI DI FANALINO O STUMENTO ADEGUATO A FAR LUCE E A FARSI VEDERE

Presenti all'appuntamento ciclisti Turnover, Focus, Strazzer, ma non solo!

 
Di Marco Tenuti (del 13/04/2011 @ 12:18:20, in MTB, linkato 862 volte)

Che di gran fondo ce ne siano tante e di diverse, lo si sa, ma c'è sempre chi cerca di distinguersi dalla massa, anche tra le gare più belle al mondo...

Tra queste alcune che mi possono venire in mente, c'è il Salzkammergut Trophy, c'è la Black Forest, c'è l'Iron Bike, c'è l'Absa Cape Epic. Anche la Sella Ronda Hero sta cercando di farsi un po' strada tra questi eventi.

Ecco che gli organizzatori di BC Bike Race si sono impegnati per realizzare un percorso comunque per amanti del cross country e delle marathon MTB, ma tutto single track, che è pur sempre la quintessenza della mountain bike.

Questa che vi segnalo, la BC Bike Race, si trova dall'altra parte del mondo, tra il Canada e Vancouver Island, a pochi passi proprio da Vancouver, ma non Vancouver la città statinunitense, ma la Vancouver canadese, che si trova a circa 500 dalla prima!

Dove c'è single track, c'è speranza... ah altro particolare... attenzione al costo dell'iscrizione... 1899 dollari (canadesi, suppergiù equivalenti a quelli statiunitensi)!

 
Di Marco Tenuti (del 18/04/2011 @ 10:51:06, in MTB, linkato 1130 volte)

Bellissimo weekend quello trascorso con la mia famiglia! Era una cosa in programma ancora da dicembre, quando avevo messo il programma delle mie gare 2011, che includevano sostanzialmente parecchie gare del Prestigio MTB 2011 e, oltre alla trasferta di Monreale, era senza dubbio quella più carica di aspettative, visto che sarei andato con Elisa ed i miei figli.

Solo che il weekend cominciava già venerdì mattina: la cosa più bella è stata probabilmente quella di vedere il musetto di Tommaso ricostruito dalle scansione 3D dell'ecografia che Elisa ha fatto venerdì mattina ad una delle consuete visite di controllo. Vedere che assomiglia già ai suoi fratelli davvero non ha prezzo!

Dopo questa bellissima sorpresa, nel primo pomeriggio io ed Elisa abbiamo preparato armi e bagagli per la lunga trasferta romana. Col giro delle 16 andavo a prendere Alice all'asilo, Enrico a scuola e la Scaletta in Turnover, dopo che il Bosca aveva sistemato le ultime cosucce, cioè ingrassaggio pedali e riallineamento del forcellino posteriore. Tra una roba e l'altra partivamo da casa verso le 17 e ci stavamo dirigendo verso uno dei punti più nevralgici del traffico italiano, cioè la zona di Firenze.

Dopo una sosta tecnica a Roncobilaccio per far pipì e parecchio incolonnamento tra Calenzano-Sesto Fiorentino e Firenze Certosa, finalmente strada dritta fino in Lazio. Qualche piccolo svarione ormai arrivati a Corchiano e Nepi, l'era era tarda, ma arriviamo finalmente al nostro B&B, dove troviamo subito la pace dei sensi.

La giornata di sabato è tutta dedicata alla gita a Roma. Dopo la colazione in piazza a Trevignano Romano presso il Bar Pasticceria Ermete, dove ci siamo concessi tutti un bel cappuccino con brioche al cioccolato o crema, ci dirigiamo in macchina fino a Cesano di Roma, dove prendiamo la ferrovia regionale FR3 con cui in poco tempo arriviamo alla stazione di Roma San Pietro. L'idea di non andare a complicarci la vita tentando di andare il più possibile vicino al cuore di Roma è stata assolutamente vincente. Il costo del biglietto sulla FR3 è di un Euro a persona per corsa, per cui, a fronte di una spesa totale di 6 Euro, ci ritroviamo in centro a Roma senza l'assillo, di dover parcheggiare e di pagare chissà quanto per starci alcune ore.

Dopo quattro passi dalla stazione omonima della Basilica di San Pietro, siamo presto nella maestosa Piazza San Pietro, con grande stupore per Enrico, alla sua prima volta a Roma. La piazza è già allestita per la domenica delle Palme, mentre Viale della Conciliazione è già ingombrato dalle statue della Via Crucis.

Col passeggino ci spostiamo sempre con una certa calma verso Castel Sant'Angelo, dopo aver attraversato un paio di volte il Tevere, poi è la volta del Palazzo di Giustizia, poi ci dirigiamo verso Piazza Navona, poi è la volta della Fontana di Trevi. Dopo una pausa ristoratrice a base di maccheroni alla carbonara, gnocchetti al ragù e lasagna al forno, in un posto "da turisti stranieri" e poco da "buongustai italiani", si va a Piazza di Spagna con la bellissima scalinata di Trinità dei Monti.

Elisa comincia ad essere stanchina col suo pancione, così non ci perdiamo d'animo e dalla scalinata floreale di Trinità dei Monti, passando per via dei Condotti, puntiamo diritti verso la zona dei Fori Romani, passando però prima sia da Montecitorio dove vediamo le sedi delle principali istituzionali italiane. Nella zona della politica lo spiegamento di forze dell'Ordine è sempre nutrito. L'ennesima manifestazione di protesta è in corso e questa è la volta dello slogan "Parlamento Pulito".

Dopo aver nuovamente fotografato l'Altare della Patria, ci avviciniamo verso la chiesa di Santa Maria Antiqua, dove arriviamo a toccare quasi con mano l'Arco di Settimio Severo. Presso i Fori Romani vediamo tutta la zona delle rovine dei Fori e poi un giro al Colosseo con tutte le foto di rito. Fino ad ora i centurioni romani erano una cosa dei libri, invece stavolta sia Enrico che Alice hanno intuito un po' la romanità in Roma, tanto che Alice ha detto quando ha visto il primo ancora al Pantheon: "Ci sono quelli di Carnevale"!

Con la Linea B salutiamo il centro storico di Roma e passiamo a Roma Ostiense, dove la FR3 ci riporterà a Cesano, dove abbiamo parcheggiato al mattino. Il trasferimento da Cesano fino a Settevene lo facciamo sulla veloce Via Cassia e le dolci colline del Lago di Bracciano ci anticipano il tepore di un bel bagno caldo.

Arrivati a Trevignano Romano la cortese Federica, proprietaria del B&B, ci prenota un tavolo presso la pizzeria ristorante Charleston, sulla via centrale del paese e così la serata se ne va con un'ottima pizza di fronte al camino dello stesso Marcello, dopo aver assaggiato una bella serie di irrinunciabili bruschette.

Si va a letto esausti della lunga visita di Roma, le gambe sono stanche, ma le aspettative di questa prima parte del weekend sono state tutte raggiunte. Ora è giunto il momento di coricarsi perché l'indomani è caratterizzato da un'altra marathon, la Marathon Lago di Bracciano, dove non ci sarà tanto da spingere il passeggino, ma il rapportone nella polvere.

 
Di Marco Tenuti (del 18/04/2011 @ 14:29:18, in MTB, linkato 1179 volte)

E' domenica mattina. La sveglia suona alle 7.20 e di lì a due ore, c'è da entrare in griglia per l'undicesima edizione della Marathon del Lago di Bracciano. E' già da qualche giorno che sto affrontando questa gara con un approccio molto equilibrato. In tanti commenti ed opinioni ho intuito una gara scorrevole e veloce, dove però gli scenari sono incantevoli e dove c'è comunque da divertirsi. L'unica cosa da gestire è, come sempre, il gas, visto che si tratta pur sempre di una gara Marathon, cioè che per definizione dell'UCI, supera i 60 km. In più aggiungiamoci il fatto che il dislivello dichiarato è di 2000 metri, quindi proprio una passeggiata non è.

Dopo la consueta preparazione mattutina, decido per la tenuta completamente estiva e di indossare sopra la maglia mezza stagione. La bici è praticamente pronta, così come l'ho ritirata venerdì pomeriggio in negozio Turnover, dopo l'ultima ingrassata del Bosca. Devo solo applicare il chip SDAM sullo sgancio rapido anteriore e mettere il numero. Per questa gara avrò il 900, tondo tondo, più o meno il numero assegnato anche agli altri Prestigiosi 2010, che hanno deciso di affrontare la marathon in terra sabazia.

Salutata la signora Federica del B&B, mi avvio con la mia Scaletta sul lungolago, presso la pasticceria Ermete, per fare colazione. Il meteo è pungente, non tanto per la temperatura relativamente bassa, ma per il vento che è abbastanza fastidioso. La colazione è comunque un bel cornetto alla marmellata di mirtilli ed un cappuccino. Fuori dalla pasticceria si ritrovano le forze dell'Ordine, il personale della Croce Verde, oltre alla Protezione Civile: anche loro si stanno preparando per dare supporto a questa gara.

Mi avvio pertanto lungo la salita asfaltata che conduce ai campi sportivi, collocati presso località Possesso, cioè a circa 100 metri di altitudine rispetto la cittadina di Trevignano Romano ed il lago di Bracciano. Fino ad ora non ho incontrato ciclisti, ma solo autoveicoli con MTB a bordo o sul tetto. Comunque la mia paura di aver sbagliato posto e giorno, viene presto smentita, quando sono ormai arrivato nella zona della partenza. Le macchine parcheggiate sono sempre più e mi dirigo verso il tam tam della gara. Mi guardo un po' attorno alla ricerca di qualche faccia conosciuta, ma niente. Alché mi avvio su per la salita sterrata iniziale, ma subito mi dicono che non si tratta della salita iniziale, ma della discesa finale che conduce sul rettilineo finale di gara.

Finalmente comincio ad incontrare facce conosciute, come i cugini trevigiani di Presa XXII e gli Sbubbikers di Rimini e dintorni. La fase di riscaldamento si trasforma immediatamente e si può ritornare in zona partenza, pronti per collocarsi in griglia. Solo che le griglie hanno le loro tabelle degli intervalli numerici, ma non ci sono fettucce a delimitarle. A mezz'ora dalla partenza regna il caos più totale, ma vengo presto rincuorato sul fatto, che conta molto poco un posizionamento, visto il giro d'onore su asfalto di quasi 7 km e che ci condurrà di nuovo giù in paese. La gara vera comincerà solo dopo, una volta lasciato l'abitato di Trevignano.

Dopo l'introduzione dello speaker, finalmente ci si avvia in discesa, coi soliti scalmanati a seminare il panico, nel tentativo di sopravanzare posizioni su posizioni, in questa fase interlocutoria della gara. Succede anche che alcuni si incastrano e volano a terra. Io me ne sto tranquillissimo e nella discesa chiacchero con tutti quelli che conosco, il Busni, il Teora, la Silvia degli Strasagome. Ormai arrivati in paese aguzzo la vista, sperando di vedere Elisa, Enrico ed Alice, perché voglio liberarmi della maglia mezza stagione. Purtroppo per me, non li vedo e dovrò tenermi questo tiepido capo d'abbigliamento fino a fine gara.

Comincia la salita: non mi rimane che aprire il mezza stagione a mo' di superman e comincio a salire chiaccherando un po' con tutti. I primi 3 km di asfalto c'è da sbattersi per superare gente, ma la cosa non mi preoccupa minimamente: la gara è lunga, anzi è una marathon. Succede però che dopo 10 km, il gruppo è già bello sgranato ed il cardio comincia a segnare frequenze cardiache a livello di soglia, cioè 175 bpm, quindi si può dire di essere non ancora a tutta, ma in gara si!

Si comincia a menare su larghissime carrarecce polverose e da bravo ciucciaruote, cerco di stare in scia, ove possibile e continuo a sopravanzare posizioni. La cosa sorprendente è che dal 15esimo chilometro fino all'arrivo continuerò a superare gente e non subirò praticamente alcun sorpasso, se non su una discesa, dove un abile discesista ha modo di avantaggiarsi temporaneamente del "sopramanico".

Single track nell'erba, mulattiere nel bosco, single track nei boschetti, guadi con pochissima acqua, qualche passaggio di qualche metro nel fango, polvere ovunque, folate di aria che ti invitano a stare il più coperto possibile, dietro questa o quella ruota. Poi arriva un toboga di almeno 4-5 km, dove mi esalto come poche volte e continuo ad andare a prendere concorrenti su concorrenti, quasi l'avessi già fatto altre decine di volte. Alché mi ritrovo al primo tappeto di controllo elettronico, che si trova già a metà gara e penso subito già che due stelline sono messe in saccoccia.

Chiaccherando con alcuni laziali ed umbri che conoscono bene o male il percorso, vengo introdotto al ristoro di metà gara, dove mi fermo per riempire completamente la borraccia e mi pappo due tranci di crostata, visto che siamo solo a metà e la brioche di tre ore fa è già un lontano ricordo. L'effetto delle crostate è consistente e così comincio a fare il mio ritmo e a menare, dove possibile, delle belle velocità di crociera. Di tanto in tanto arrivano anche un paio di muretti al 20%, ma sono formalità che si sbrigano standosene seduti in sella col 27/32 in canna ed arrivati in cima alla sommità si dà una sgrattata al comando rotante e si torna di padella.

Le temperature cominciano ad alzarsi ed il mezza stagione comincia davvero a dare fastidio: sto pensando di lasciarlo a qualcuno dell'organizzazione, ma chi lo rivedrà più? Non mi rimane che continuare a succhiare dalla borraccia e a macinare. Ad un certo punto siamo ormai al chilometro 49 del Marathon e vedo il cartello del rientro sul percorso principale. Da qui in poi si torna sui passi del percorso "Gran Fondo" da 50 km e da qui fino all'arrivo sarà tutto un superare gli ultimi del percorso medio. La cosa causa di tanto in tanto qualche problema di sorpasso in discesa, ma questi amatori decisamente lenti sanno delle loro limitate possibilità e lasciano volentieri sempre il passo a chi è più veloce e si porta comunque nelle gambe l'acido lattico accumulato sui 60 km del Marathon.

Un flash incredibile mi prende al sessantesimo chilometro: rientro su uno spilungone magrissimo, che ha lo stesso fisico di Alberati, ha la stessa divisa A&G di Alberati, ha una 29 pollici come Alberati e monta una forcella rigida Niner. Penso tra me: "E' lui, ha avuto qualche problema ed adesso ha deciso di arrivare semplicemente in fondo". Gli chiedo una volta: "Paolo, che è successo?" Non risponde. Chiedo alla seconda: "Tutto bene, Paolo?". Nessuna risposta: non era lui, ma me ne accorgo solo quando lo sorpasso con una sverniciata ai 40 km/h. A fine gara mi dirà di essere un suo compagno di squadra, che però va alla metà.

Da qui alla fine un altro paio di salite segagambe,un paio di bei rischi in discesa, ma la porto fuori anche stavolta. Solo un blocco di catena nell'ultima rampetta finale, mi costringe a scendere per sistemare i deragliatori, ma posso risalire in sella col 27/32 e menare per gli ultimi cento metri di salita al 20%, mentre a lato gli esausti del percorso corto salgono spigendo a piedi la bici, in preda ai crampi. I miei invece sono ancora belli lontani: quando vedo l'apice della salitella, rimetto in canna il 42/11 e comincio a ripetere tra me: "Quattro stelle, si, Marcante"!

Gli ultimi sobbalzi introducono al rettilineo finale, con ben tre fotografi ad immortalarmi e anche Alice, Elisa ed Enrico a salutarmi ed a tifare a cento metri dall'arrivo. Dò una menata ai 40 km/h e, superati i tappeti elettronici, faccio un triplo pendolo col Racing Ralph posteriore! E' andata. Queste son quattro stelle di quelle raccolte a piene mani. La vecchia Scaletta ha onorato egregiamente una delle sue ultime gare. Sa che deve tenere duro fino all'arrivo della Scalona da 29", ma non perde un colpo. Il Bosca l'ha sempre regolata egregiamente ed in queste prime gare del 2011 non ha mai dato problemi particolari.

Finalmente posso togliermi il mezza stagione che mi son tenuto addosso per quattro ore. Arrivano i bimbi, chiamo al telefono il Conte che mi aveva incitato con alcuni squilli ai meno 10 dall'arrivo! Seguono le solite formalità, carico bici, bella doccia rinfrescante, lunghissima coda al pasta party, ma un bel po' caldo sole seduti per terra. Ci aspettano 500 km verso casa e chissà quale ingorgo a Firenze, ma questa gita sul Lago di Bracciano è stata proprio bella ed appagante.

Ah, le classifiche mi vedono 142° assoluto dei 350 che si sono classificati nel percorso Marathon, 25° di categoria M2, chiudendo in 4h05'39", anche se non c'era classifica Realtime, ad +1h01'48" da Mirco Balducci, vincitore assoluto. Il grosso dei concorrenti, 553 concorrenti all'arrivo, si è però riversato nel meno impegnativo percorso medio, di circa 50 km, mentre 46 sono i cicloturisti che hanno portato a termine il percorso escursionistico.

 
Di Marco Tenuti (del 19/04/2011 @ 15:30:58, in MTB, linkato 889 volte)

Prestazione di spessore quella del Radu alla GF Pezzo 2011. Per lui la 234° piazza assoluta, con uno stuolo di Elite/Open nelle prime due pagine delle classifiche. Anche questa volta mette dietro il rivale in casa, il Papataso, e, a giudicare dalla foto, pare che il ragazzotto della Pieve si stia lievemente montando la testa. A questo punto non rimane altro che metterlo KO tecnico e di allontanarlo dai campi di gara prima che sia troppo tardi, trovandogli una morosa.

Radu alla Pezzo

foto tratta dall'archivio fotografico dell'Anonimo Turnover su Picasa

 
Di Marco Tenuti (del 20/04/2011 @ 12:38:32, in MTB, linkato 1644 volte)

Belle immagini e bella musica per il video dell'edizione 2010 del "Carpegna Mi Basta", la prossima gara MTB che mi aspetta nel mio programma Prestigio 2011.

 
Di Marco Tenuti (del 24/04/2011 @ 11:27:48, in MTB, linkato 2427 volte)

PiattaL'appuntamento della veglia pasquale per i belgi del GC Grezzana è il solito, ore 8.00 di fronte al Ciao e nel piazza della P2. Solo una defezione eccellente, quella del Presidente, che si è messo a disposizione della sua famiglia per alcune domestiche. Due presenze di spessore però, quella degli amanti dei marathon, ossia il Marcante e l'Orlando direttamente dal team di via Carrara. Al via da Grezzana anche mister Zanetti.

Strada facendo, alla iena di Alcenago, il Personal ed Alba, si aggiungono il Pollinari, nonché il Grego. L'obiettivo di giornata è però molto ambizioso: arrivare a La Piatta, località dove si trova il Rifubio Bepi Bertagnoli in alta Val di Chiampo. Solo che per arrivarci si sceglie anzitutto un trasferimento relativamente veloce, cioè dopo esser passati per Ponte Florio, San Martino Buon Albergo, le Quattro Strade, il Donzellino e Tregnago, si arriva a Badia Calavena, dove si comincia con l'antipasto del succulento menu, ossia la Badia-La Collina. Lungo questo lungo tragitto, l'onore anche di tirare su uno dei nostri sponsor, ossia il Mario del Ciao, che affronta con noi la prima asperità.

Questo antipastino conduce però alla tortuosa discesa che porta poco sopra l'abitato di San Giovanni Ilarione, solo che troviamo solo meno di un minuto per inglutire una barretta, salutiamo Mario che volge verso casa e per noi si sale verso Castello e Nanon in direzione Chiampo. In paese una splendida vigilessa ferma pure la colonna di macchine, per far passare il manipolo di ciclisti.

Solo che Chiampo è solo un intermezzo che dura qualche minuto: si sale di nuovo sulla costa orientale della Val del Chiampo, verso Nogarole Vicentino, dove un lunghissimo mangiaebevi ci fa attraversare piccole contrade e le frazioni di Mastrotti e Campanella. All'attacco di questa salita è il Zanetti a sferrare la zampata. Il resto del gruppo lascia fare, tanto la salita è lunga e ce n'è da menare prima di arrivare al paese di Altissimo. Arrivati ormai ad Altissimo, che lasciamo alla nostra sinistra, sono Zanetti, il Pollinari e Grego ad alzare bandiera bianca: ritornare a Verona non è comunque affar semplice nemmeno per loro.

Panetto al salame per l'OrlandoCinque sono gli irriducibili che proseguono verso Castelvecchio e Marana, dove scatta la pausa brioches: in realtà trattasi di una baguette con salame casalino, che il duo Turnover addenta quasi con cattiveria. I fratelli Grobberio ed il Personal optano per i panettini nelle scarsele, ma sulla lattina di Cocacola non c'è dubbio: tutti all'unisono.

L'orologio è tiranno e Rifugio Bertagnoli è ancora lontano: in più arrivare a contrada Lovezzi vuol dire tutto un suo e giù con rampe dal 15%. Tutti i nostri uomini arrancano con gli ultimi rapporti a disposizione, ma non demordono. Ormai a Campodalbero la scalata del Marcante viene interrotta da una telefonata, ma gli uomini al comando procedono al passo della Elena e quindi il rientro è facilitato dopo un centinaio di metri di dislivello.

Si supera quota 900, poi 1000, poi perfino la neve a mo' di noce di cocco e qualche foto di rito: Rifugio Bertagnoli è sempre più vicino, dall'alto della sua quota a 1240 metri. Peccato che il Garmin dell'Orlando abbia ceduto di schianto ancora parecchi chilometri fa. L'uomo GPS non è più in grado di snocciolare numeri e pendenze, ma cerca di arrabattarsi col ciclocomputer della pesca, di cui è comunque equipaggiata la sua superleggera Wilier. Ancora una volta i sistemi ridondanti funzionano e servono a qualcosa.

La pendenza per arrivare a La Piatta non supera mai l'8%, per cui gli uomini fanno un ritmo consono per tutti, mentre la Iena non vuole interferenze e chiaccheratori e si concentra sul suo passo dietro a pochi metri. Al rifugio il tempo di una foto, ci si veste per benino ed i manicotti dell'Alba diventano del Marcante, uscito praticamente da casa in bermuda e canottierina senza maniche.

PiattaLa discesa verso Crespadoro è lunghissima. Il Personal incappa subito in una foratura alla zona "noce di cocco". Il suo Vittoria Roubaix presenta una bella falla causa "maroccolo morenico". A valle proseguono speditamente l'Orlando e la Elena, col Marcante che rientra su di loro ed avvisa della foratura nelle retrovie.

Il ricongiungimento avviene ormai a Ferrazza, contrada poco sopra Crespadoro. Qui parte il cronometro dell'ultima asperità di giornata, nientepopò di meno che la salita del Durlo, alla prima assoluta per il Marcante. In realtà non si passa dalla frazione Durlo, ma si decide di svoltare a sinistra al ponticciolo. Quelli informati parlano di 600 metri di dislivello, in realtà sono quasi 800 ed il piccolo serbatoio dell'ingegnere si svuota a due terzi della salita. Il Personal non si spiega dell'ammutinamento del compagno di avventura, ma quando la spia della riserva si accende, bisogna passare in modalità economy, quindi anche la lingua è meglio che se ne stia ferma.

Dalle retrovie il turbodiesel common rail della Elena avanza imperterrito e non accenna al minimo cedimento. Per tutti l'obiettivo è il negozietto ai Tebaldi, descritto dall'Orlando come il Bengodi della Parco Forestale di Giazza a quasi 60 chilometri dalla città scaligera. Arrivare a questo negozietto è un gesto eroico ed il miraggio si trasforma al più presto in realtà. Al Marcante si illuminano gli occhi alla vista del banco salumi e la colomba Bauli da 1 kg.

PiattaFettone da 160 grammi di pan casalingo con l'uvetta per quasi tutti, fiumi di cocacola. La Iena di Alcenago opta per il panozzo al salame. Per l'Orlando addirittura un tortino al limone della pasticceria Valdiporro da 400 grammi tutto per lui e snack finale, il Duplo, offerto dal Personal, un tocco di prelibatezza per tutti quanti!

Ricaricate le pile, la discesa verso la Val d'Illasi è una soddisfazione più unica che rara. A Sant'Andrea, l'Orlando arriva primo e fiuta la direzione del vento, perfettamente allineato verso nord. Il Paolo insiste per scalare verso la Bettola di Velo, ma il Marcante non ne vuole sapere. Fino a quel punto il dislivello accumulato è ben oltre i 3000 metri ed il resto del gruppo conferma l'orientamento dell'ingegner Marcante. Solo la gran gamba dell'Alba se la sentirebbe di scalare anche Santissima Trinità, ma l'ora è tarda e la Valpantena è ancora a 40 km.

Pertanto dopo un paio di cambi del Marcante e l'Alba, l'Orlando prende il comando delle operazioni e, forte dei 1400 kcal del tortino al limone, si mette a menare a velocità di crociera tra i 45 e i 50 km/h, mentre le carrozze al seguito godono appieno della corsa gratuita. E' solo il semaforo di Illasi e fermare la corsa in direzione scaligera.

Dalle Quattro Strade in poi, la velocità cala un po', mentre il ritorno è esattamente quello fatto all'andata, con l'unica variazione in zona Novaglie, dove si opta per il rientro da via Segorte, invece che risalire verso il vallonato che conduce a Sezano.

Che dire: c'è gente che è abituata a menare per duecento chilometri ed oltre, ci sono ciclisti abituati a parlare tanto e muovere solo la bocca, c'è gente che dopo i primi ennemila metri di dislivello comincia un po' a sentire la stanchezza sulle gambe, ma su una cosa tutti i nostri uomini sono stati completamente d'accordo: la determinazione. Sia i reduci del Fiandre che della Marathon di Bracciano portano a casa un'uscita a dir poco allenante sulla resistenza e la tenuta sulla distanza.

Buona Pasqua a tutti!

 
Di Marco Tenuti (del 24/04/2011 @ 12:12:16, in MTB, linkato 1326 volte)

L'Orlando, nonostante la defaillance del suo Garmin, che chiama un sostituito al più presto per via della batteria esausta e non più in grado di reggere la carica, ricostruisce la traccia di ieri, visto che era tutto un bici da strada e quindi su asfalto.

Per scaricare la traccia in formato KML, trovate qui la traccia completa.

Dettaglio del giro a La Piatta

 
Di Marco Tenuti (del 24/04/2011 @ 22:34:37, in MTB, linkato 1040 volte)

Domani il popolo della MTB agonistica di Verona e dintorni va sulle Torricelle per la seconda prova dell'XC Verona 2011, cioè il Trofeo Paluani Cup - XC Città di Verona, denominato anche nell'ambiente "Re Teodorico". L'appuntamento del lunedì di Pasquetta è ormai appuntamento fisso, non solo per i veronesi più forti, ma anche per un sacco di Elite/Open delle regioni vicine.

Io l'ho provato venerdì pomeriggio facendo un paio di giri, il primo con calma, il secondo con un po' più di verve agonistica e devo dire che è un percorso cross country puro; non ha niente da spartire con un fondo da gran fondo MTB.

Tortuosissimo, tecnico quel tanto che basta, insidioso in alcuni tratti per via del fondo molto sabbioso e secco, in qualche punto anche nervosetto, ma mai impossibile. C'è quasi da prendersi giù le note e richiede di provarlo almeno 3-4 volte per impararlo a memoria decentemente, altrimenti si rischia di perdere il colpo di pedale giusto e di saltare una porta come in un slalom speciale. Insomma una cosa impegnativa, ma assolutamente divertente e stimolante!

XC Re Teodorico 2011

 


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