Di Marco Tenuti (del 16/09/2009 @ 09:29:28, in cucina, linkato 1015 volte)
Dopo le immancabili puntate di "Cotto e Mangiato" da parte del Pappataso a colpi di patate e wurstel, anch'io a grande richiesta pubblico questa foto, cioè la cena di ieri sera, di sicuro grande effetto cromatico che di sapori per l'olfatto e il palato.
Sapientemente preparato dalla Cicci, trattasi di un florilegio di bresaola, rucola, grana e pomodorini dell'orto di Alcenago, il tutto condito con un leggero filo d'olio d'oliva extravergine sempre proveniente dai possedimenti alcenaghesi e uno spicchio di limone.
Un'elegante maniera gastronomica per godere di una giornata vissuta veramente, cioè 110 km pedalati ad un buon ritmo, quasi tutti in compagnia del Campione del Mondo.
Ieri durante la salita del Pigno ed il ritorno da Verona fino a Quinto le mani e le gambe fradicie, le impugnature bagnate delle leve Shimano, lo spruzzo alzato dalle ruote e la pioggerellina molto fine mi hanno fatto provare già in anticipo quella che sarà l'esperienza ciclistica dell'anno, cioè la Gran Fondo Avesani.
Di Marco Tenuti (del 18/09/2009 @ 22:20:37, in MTB, linkato 1246 volte)
Oggi non molto intensa atleticamente parlando, ma in pausa pranzo son andato a prendere Enrico da scuola facendomi la salita di Alcenago con un'ottima agilità.
Poi nel pomeriggio breve salto all'Arsenale in centro a Verona a ritirare il pacco gara e il numero della Avesani. Nel pacco ho trovato il kit Berner costituito da salviette, sgrassatore e deossidante, poi pacchetto di pasta fresca e tortellini Avesani, borracciona da 750 ml Berner, una pila di riviste e volantini di altre gare, barretta Isostad, pastinetta minuscola, bottiglietta d'acqua, mezzo chilo di riso La Pila da Isola della Scala. Poi a scelta una bottiglia di Valpolicella o Soave: io ho optato per il Valpolicella, speriamo che il Pezzo non s'offenda...
A ritirare il pettorale non c'era nessuno. Ero quasi emozionato a ritirare il mio primo pacco gara di una GF su strada.
Trovare anche il numero da attaccarsi sulla schiena con le spille da balia, per me è quasi una novità - fino ad ora solo alla Gimondi Bike nel 2007 - perché nelle gran fondo e marathon in MTB c'è solo il numero gigantesco da attaccare sulla bici in formato A6 o A5 e tantoooo fango!
Domani prevista giornata interlocutoria, che dedicherò in parte alla pulizia della bici, perché è sporchissima ancora dall'uscita di martedì col Miglio Campeon do Mundo.
Di Marco Tenuti (del 20/09/2009 @ 19:05:06, in MTB, linkato 1392 volte)
La suspence era alle stelle per questo debutto su strada, sia mio che del Compagno di Merende. Il mio trasferimento verso Verona è ad "emissioni zero", perché decido di lasciare a casa la macchina e di andare giù col compagno di squadra "Bosca" e la sua morosa Silvia, rispettivamente iscritti nel percorso lungo e corto.
L'arrivo a Verona è emozionante: tutto è pronto, Trombini di San Bortolo al loro posto, moto e vetture di servizio pronte, speaker che anticipa alcuni scoop e novità dell'edizione 2009.
Una pausa caffé col Radu e Simone Pasetto nel baretto a pochi metri dall'orologio e poi si entra in griglia, dove il Miglio è già posizionato.
Nella nostra griglia ci sono praticamente tutti: il Paolo Orlandi, il Cica, Stefano Magalini. Pare di essere ad una notturna del Pappataso Fans Club. Nei giardinetti di Piazza Bra tutti vanno a gocciolare che è un piacere.
Al via subito ci si fionda ai 50 km/h per Corso Porta Nuova. I tombini si beccano senza tanti pensieri e si comincia già a menare di brutto tra un rilancio e l'altro. A Ponte Catena un saluto ai fans, che si sbracciano, cioè l'Anonimo, il Giando e il Bene, mi pare di ricordare.
Dopo pochi chilometri siamo in SS11 in direzione Trento, nella pancia del gruppo, che non si sta neanche male a velocità tra i 35 km/h e i 45 km/h.
Il patatrac succede però ormai ai Balconi quando il Radu grida: "Me va zò la rua". Comincia il panico: che fare? Il Radu sfila subito indietro. Dietro di noi c'è la nostra ammiraglia che è velocissima a fornire una ruota di scorta, ma purtroppo per il Radu il gruppone è perso! Un gran peccato perché ci si sta da Dio dentro.
Il Simone Pasetto è veramente bravo a sfilare il telefono e chiamare subito l'ammiraglia per sapere che fare. L'ordine è di rimanere nel gruppo e continuare a stare riposati. Nel frattempo il Radu va a conquistarsi il titolo di "Eroe del giorno", con un fuorisoglia per 20 km.
Di Marco Tenuti (del 20/09/2009 @ 22:15:18, in MTB, linkato 1470 volte)
...eravamo rimasti alla foratura del Radu. Io e Simone continuiamo nel gruppo dove i tira e molla continuano frequentemente, vuoi per una macchina contromano ferma a lato, ma che ingombra la sede stradale, vuoi per qualche isola spartitraffico e poco davanti a noi la caduta, con un concorrente a terra, che si tocca immediatamente il ginocchio dal dolore.
Alla salita di Sega di Cavaion le voci sono che le moto allungheranno e sarà uno sparo di trombini virtuale! La salita si fa tutta ai 30 km/h, che manco me ne accorgo di arrivare in cima. Il pensiero però è continuamente per il Radu: lo abbiamo perso, lo aspettiamo, ce la farà a rientrare?
Arrivati alla rotonda nei pressi di Gaium, un'altra strisciata di ruota posteriore per l'ennesimo spauracchio generale e intanto il Simone è sempre in stretto contatto telefonico con l'ammiraglia, la quale ci informa che il Radu sta rinvenendo ai 40 km/h.
Il ricongiungimento avviene solo a Caprino, quando in lontananza il gruppo ormai sta sfilando e il Radu ce lo ritroviamo più di là che di qua, coi battiti ben oltre 180. Non ci perdiamo d'animo: la triade è ricompattata, l'ammiraglia è pronta ai nostri comandi ed io comincio ad alimentarmi a colpi di barrette, perché la faccenda comincia a farsi seria.
La nostra ascesa verso Spiazzi è un continuo superare altri ciclisti poco più avanti di noi. Ci prendiamo perfino un paio di minuti per una sgrullatina qualche chilometro dopo Pazzon e triboliamo un pelo per superare una corriera di pellegrini in direzione Madonna della Corona: no penso che lo smog el sia molto di beneficio per arrivare su a Novezza!
Bin, bun, bam, se ne va Spiazzi e anche Ferrara di Monte Baldo: non sto a raccontarvi delle pontare che portano al Cavallo di Novezza. Mentre salivamo, avevamo già il nostro da fare a raccontarle agli "stranieri" che correvano per la prima volta la GF Avesani.
A Rifugio Novezza il Radu mi precede di una quindicina di metri, mentre Simone segue ad una cinquantina di metri, solo che c'è lì il pezzo al 19%, su cui c'è poco da scherzare. Arrivati quasi in cima al controllo del chip, io e il Radu ci ricongiungiamo e tac, come dei veri compagni di merende, ci scappa il principio di crampo!
Simone lo recuperiamo di lì a poco, si mangia una crostatina e da lì in poi comincia la discesa MotoGP! Non ghe ne par nessuno! In discesa dal Baldo fino giù ad Avio superiamo il mondo. Sul pezzo pianeggiante il Radu taglia l'aria come Cancellara e imposta l'andatura per una buona decina di chilometri. Dopo un po' di tornanti Simone si mette davanti, il Radu appena dietro ed io chiudo il trenino sempre pronti a rilanciare dopo ogni tornante e si arriva ad Avio con un bel po' di gente ai lati della strada a guardare.
Il pezzo da Avio a Peri sembra invece non finire mai: abbiamo il nostro bel da fare a controllare il crampetto, ma io con un po' di stretching riesco a scacciare il malanno, che non mi si presenterà più per i 70 chilometri che mi separano dall'arrivo. Per il Radu invece il tormento se lo porterà fino in Piazza Bra: effettivamente lo sforzo esagerato dai Balconi a Caprino comincia a farsi sentire sempre di più. L'ammiraglia Focus, guidata dal Fabio e assistente di gara il Pidu, è sempre prontissima a rifornire qualsiasi cosa: è tutto un passare di borracce, barrette, crostatine, manicotti, cocacole, spolverini, ciucciotti e ogni bene di prima necessità. Senza di loro le cose sarebbero state sicuramente più impegnative, ma grazie al loro appoggio tutto è stato molto più semplice e per questo bisogna darne atto.
Oltre alla nostra ammiraglia Focus, anche l'ammiraglia Cicli Tagliaro continua a scambiarci e a chiedere se tutto procede bene. Per loro un bel po' di lavoro a riparare e montare ruote forate, lungo il percorso.
La salita della Peri-Fosse è per il Radu l'inizio del suo calvario. Il tempo di 41' diventa subito un miraggio, perché il suo cuoricino non vuol più saperne di battere oltre 150-155 e quindi io e Simone, gregari di giornata, tiriamo i remi in barca e attacchiamo la salita con un ritmo leggermente superiore al suo. Per me la salita è fatta quasi tutta col 39/25, qualche pezzo col 39/23 e il pezzo duro lo affronto col dovuto rispetto col 39/27, ma i crampi non riaffiorano e la spinta è sempre bella vigorosa.
Al cartello di legno appena dopo il pezzo duro affondo un po' nei pedali per andare a strappare un tempo decoroso sulla cronoscalata e allo scollinamento di Fosse un sorriso esagerato di Elisa ed Alice mi premia della fatica dell'allungo! Mi fermo immediatamente al ristoro, dove mi scolo subito 3 bicchieri di te e una crostatina, in attesa di Simone e del Radu.
Il gruppo è nuovamente ricompattato e adesso il Radu controlla la "gara" chiedendo opportune variazioni di ritmo e cerchiamo di organizzare le nostre forze anche sfruttando quelle dei tanti atleti che vanno più o meno come noi.
Se ne va così l'abitato dei Ronconi, poi Selvavecchia e ad Erbezzo fine delle fatiche di giornata. La discesa la facciamo bella allegra con Simone che allunga molto bene grazie anche alla sua Cosmic Carbon sul posteriore, mentre io viaggio sempre bello pimpante senza problemi di sorta. Poco sopra l'abitato del Corso prendo io il comando del gruppetto e faccio io le traiettorie fino ai Bellori mostrando a tutti la mia carta d'identità e ripetendo spesso il mio titolo di Brigante de Senago.
Il trenino segue in scia e spero da subito in una collaborazione, ma dai Bellori fino a Grezzana, su quindici siamo solo in tre, io, Simone ed uno del team Berner con una Trek 2009 da paura, così ci scazziamo e l'andatura cala drasticamente. Per fortuna salta fuori un amico di qualcuno che ci scorta all'Esselunga di via Fincato, senza che vi dica come...
A Porta Vescovo nessuno ha voglia di scappare via all'attacco delle Torricelle: tutti sono stufi morti e qualcuno che potrebbe anche andar via, pensa piuttosto a portare in fondo il compagno moribondo, che invece alla vanagloria. Per un attimo un flash quando ci supera una moto, pardon, uno del percorso lungo che veniva su come una moto, ma lo spauracchio non crea scompiglio nel nostro gruppetto di quindici perché tutti gridano: "E' uno del lungo!"
In cima alle Torricelle comincia un po' di bagarre, ma niente di che. Ormai al Ponte della Vittoria si fa vedere anche il Radu quasi davanti al gruppo e mi viene da subito in mente ecco Boasson Hagen che tira la volata a Cavendish (che sarea mi solo per la marca della bici stessa).
Nessuna reazione del gruppo: ai 200 metri butto giù un paio di denti e vado a conquistarmi il premio di "Ganassa di giornata" aggiudicandomi la volata dei poveri, con Mister Trek Berner che mi grida dietro per la vigliaccata!
A fine gara quattro ciaccole col Magalini, il Bosca (arrivato quinto assoluto sul lungo), e giunge pure l'SMS del Miglio (terzo assoluto sul medio).
Delusione al pastaparty, perché i tortellini Avesani sono finiti e ci son solo maccheroncini all'uovo: questa volta avì fatto voialtri organizzatori la figura del tortelin!
In generale posso dire che la mia prima esperienza di una gran fondo su strada è senza dubbio positiva: tutta un'altra cosa rispetto alla gare in MTB, dove a mio avviso si è a tutta dall'inizio alla fine. Qui su strada le fasi interlocutorie a volte sono interminabili e il giochetto del cambiarsi per tirare non è il massimo della vita. Per fortuna che c'è di tanto in tanto la discesa stile MotoGP a ravvivare l'effetto adrenalina, ma a forca sbloccata con la Scale è tutta un'altra cosa!
La prestazione dovrebbe vedere il sottoscritto 82esimo assoluto, Simone 84esimo, mentre il Radu 86esimo, col beneficio del dubbio. Il tempo totale dovrebbe essere sulle 5 ore e 49 primi, con la consapevolezza che una buona decina di minuti l'abbiamo lasciata sul campo per l'inconveniente occorso molto presto alla mattina, ma tant'è! Le gare sono fatte anche così: da come si erano messe le previsioni meteo durante la settimana, ringraziamo lassù per la splendida giornata che abbiamo trovato per il nostro debutto stradistico.
Adesso il dubbio è se chiudere l'anno con la GF Avesani o se presentarsi alla GF Benini ad Avesa. Mal che va, c'è sempre la GF del Pandoro al 20 dicembre!
Adesso passo e chiudo, perché il cardio dice 4998 kcal, 160 km pedalati, quindi potete concludere che son cotto come un'aoletta del basso lago.
Di Marco Tenuti (del 21/09/2009 @ 13:18:18, in MTB, linkato 1403 volte)
Su segnalazione del blog del Pezzo, pubblico anch'io video fatto dall'Enrico Tiso sul ponte del Saval, al passaggio del plotone del percorso medio della GF Avesani 2009, cioè il verde.
Di Marco Tenuti (del 21/09/2009 @ 14:14:13, in MTB, linkato 1100 volte)
Arrivano frammentarie, ma soprattutto tendenziose le speculazioni del Conte Savoia che mettono in discussione la mia presenza all'Avesani, lungo il percorso medio.
Questa la prova documentale n.1 da mettere agli atti.
Di Marco Tenuti (del 24/09/2009 @ 08:24:16, in MTB, linkato 1195 volte)
Tutti ormai lo sapete quello che mi è capitato lunedì verso sera all'incrocio principale di Marzana. Ho battezzato per la prima volta la mia BDC in un incidente stradale dalla dinamica assolutamente da manuale del ciclista, cioè la ruota sopra il cofano, il parabrezza di un'autovettura, con caduta dall'altra parte!
Il tutto si svolge in un brevissimo lasso di tempo e quello che ricordo è di aver visto per qualche frazione di secondo il cielo leggermente ingombrato dalla mia Scott, che mi seguiva in quest'abile manovra. A botta calda son rimasto fermo qualche secondo, poi mi son pure alzato, ma era forse meglio se rimanevo fermo sull'asfalto della strada.
Complimenti al guidatore che sembra proprio non mi abbia visto - chissà a cosa stava pensando o di cosa stava parlando col suo amico di osteria - se ne è accorto quando solo ha sentito l'impatto ed il relativo tonfo sulla carrozzeria della sua macchina!
Tralasciando tutti gli aspetti dell'incidente per i quali ci sta pensando l'autorità pubblica, rappresentata dai vigili urbani per il soccorso ed i rilevamenti del caso, per me si tratta di una bella saccagnata o mancia, come dir si voglia!
Ho pacche ovunque, insomma una collezione assortita di echimosi, abrasioni e ferite superficiali, che mi costringono a stare decisamente fermo. Per non parlare dello stinco sinistro, entrambe le ginocchia, il bacino, la spalla sinistra ed un po' tutta la schiena che si è srotolata sulla station wagon...
Speriamo che 'ste pacche se ne vadano, ma la vedo dura, visto che la colonna vertebrale, le costole e lo sterno emanano strani doloretti da ovunque e qualsiasi ora.
Passando dalla bici, tutto è storto o danneggiato: ruote storte, sella lacerata, serie sterzo andata, manubrio e leve freni andate, forcella e telaio probabilmente crepati anche loro.
Non solo: occhiali belli martoriati, telefono saccagnato, scarpe graffiate, così come anche i colori sociali della divisa Turnover. Il casco LAS anche lui da buttare, dopo aver svolto il suo egregio lavoro.
Oggi manderò la mia bici al negozio di Cicli Rodella per vedere cosa si può fare e per fare la lista dei danni, per vedere se si può salvare ancora qualcosa magari da passare sulla bici nuova, che la settimana scorsa avevo già ordinato da loro! Che fosse un segno del destino e di tempi ormai maturi per la Scott ex-Bazzo?
In ogni caso ringrazio Gesù e la Madonna per la protezione elargita dall'alto: devo proprio dire che, tutto sommato, mi è andata molto bene. Ancora una volta assolutamente determinante è stato il fatto di indossare il casco: quello ha attutito parte della botta e mi ha salvato da un trauma cranico ben più grave. Devo insomma fare i conti col colpo di frusta dovuto allo srotolamento e alla successiva caduta a terra, ma ringrazio ancora una volta Dio e tutti i Santi per la protezione offerta.
Di Marco Tenuti (del 26/09/2009 @ 17:35:36, in MTB, linkato 1399 volte)
Purtroppo un'incidente ad inizio gara per Enrico ha segnato la sua prestazione: viene clamorosamente tirato giù dopo soli 2 metri dalla partenza, da una bambina poco avvezza alle partenze in massa.
Notare il volo pindarico di chiara Scuola Marcante: si vede proprio che il padre fa lezione...
L'importante è come sempre non essersi fatti niente ed essersi divertiti. Per Enrico tutta la gara in rimonta a recuperare posizioni su posizioni!
Guardate che numeri si possono fare con la nuova versione di Picasa, la 3.5. Oltre alle solite funzioni di gestione e catalogazione di foto, gli sviluppatori di Google hanno introdotto il riconoscimento facciale e il tagging automatico: sostanzialmente da una galleria di foto ed un minimo di istruzione, l'applicazione "capisce" chi sono le persone che ci sono sulle foto a partire da un numero minimo di foto!
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