Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Le indiscrezioni sull'iPhone di prossima generazione si consolidano sempre più nei prossimi giorni ed ormai non c'è più alcun dubbio, tra scoop, rumour, anteprime, mockup e case spediti dall'estremo oriente allo scopo di preparare custodie ed altri accessori.
Stanno per arrivare entro fine settembre, ma in tanti sembrano individuare nell'11/12 settembre la finestra giusta per la presentazione, due iPhone, anziché uno, come è sempre stato dal 2007.
Il top di gamma, che va a sostituire l'attuale iPhone 5, sarà il 5S, che lo aggiorna in un po' tutte le sue caratteristiche principali, cioè processore un po' più potente (A7), fotocamera leggermente migliorata, batteria leggermente più capiente, ma anche un nuovo sensore biometrico integrato dentro il tasto Home.
A questo compare per la prima volta un altro iPhone, destinato a strizzare l'occhio ad una categoria più ampia di consenso, ossia l'iPhone 5C, che avrà un look un po' meno stylish, ma un po' più smart o cool, volendo abbondare dello slang anglosassone. Per questo dispositivo, che sarà collocato in una fascia di prezzo leggermente più accessibile, Apple non ha previsto l'uso di materiali pregiati, ma ricorrerà al policarbonato tanto caro a tanti altri smartphone, come il Galaxy e tanti altri.
Vi lascio pertanto all'infinita serie di articoli che sono già apparsi sulle principali testate informatiche, che io seguo più o meno quotidianamente online:
Stasera, preso dall'entusiasmo delle medaglie ai mondiali MTB dei giovani italiani in Sudafrica e di vedere Alice buttarsi ormai a capofitto giù dallo scivolo con la sua biciclettina con ruote da 14 pollici, ho ben pensato che forse sarebbe il caso di fare un po' di manutenzione anche ai mezzi "minori" della famiglia, cioè a tutta quella selva di biciclette, che sono usate dai bambini e che sembra che non facciano chilometri, invece, a forza di giri avanti ed indietro per il garage, fanno più strada di quello che si possa pensare.
Alice, con un freno praticamente fuori uso, a forza di scendere dalla rampa di casa, mi ha chiesto una lieve messa a punto, così ho ricalibrato il suo impianto frenante accorciando decisamente la corsa e riposizionando le leve con un setup decisamente più racing del precedente.
Poi è stata la volta di controllare un po' la Atala che viene usata spesso come mezzo di scampagnate domenicali e per giretti in centro a Grezzana ad espletare commesse.
Per la Atala ho riservato il classico trattamento di pulizia e lubrificazione a tutto il reparto di trasmissione, cioè lavaggio e pulizia di guarnitura, corone, catena, deragliatori e pacco pignoni. Anche per lei una lieve registrazione dei freni V-brake, in modo da garantire un giusto inchiodo nelle situazioni di emergenza.
Adesso non rimane che macinare altri 1.000 chilometri prima del prossimo tagliando al mezzo azzurro di casa Marcante.
Esperimento culinario in casa Marcante, come se non se ne facessero abbastanza. In realtà trattasi di vero e proprio esperimento culinario, perché non è Elisa a spignattare, ma in via eccezionale il Marcante che si cimenta in un qualcosa di inedito per la nostra famiglia.
Si, una pastasciutta, una bistecca, un piatto di tortellini, una pizza o una torta salata son più o meno capaci tutti di farla, ma ogni tanto bisogna provare ad uscire dai soli schemi e cercare di estendere le proprie abilità.
Visto che è stagione e che l'orto di casa mia pullula di pomodori e melanzane, perché non preparare qualcosa di stagione?
Bene: presto fatto e servito. Melanzane alla parmigiana. Andiamo pertanto con gli ingredienti per farne una bella vaschetta per 8 persone:
- 1500 g di melanzane
- 100 g di sale grosso
- 100 ml di olio d'oliva extravergine
- 500 ml di olio di semi di girasole per la frittura
- 2 spicchi d'aglio
- 1 cipolla
- 1750 g di passata di pomodoro
- 250 g di formaggio caciocavallo o provolone
- 50 g di Grana Padano o Parmigiano Reggiano grattuggiato
- qualche foglia di basilico
Andiamo con la preparazione:
La prima fase consiste nel tagliare tutte le melanzane a strati alti un centimetro abbondante. Disponete le melanzane in una ciotola e per ogni strato cospargete un po' di sale grosso. Lasciate riposare per almeno un'ora ed in questa fase le melanzane, grazie all'azione del sale, rilasceranno un po' di liquido che andrà rimosso, compreso il caratteristico amarognolo di questa verdura. Non lasciate troppo le melanzane a riposare oltre un'ora, altrimenti assorbiranno troppo sale. Dopo questa fase lavatele bene dal sale e asciugatele.
La seconda fase, che potete intraprendere durante il riposo delle melanzane col sale, consiste nel preparare il sugo. Versate in un tegame un po' dell'olio d'oliva e soffiggete gli spicchi d'aglio e la cipolla, dopo averli tritati finemente. Aggiungete sale fino quanto basta. Dopo qualche minuto aggiungete tutta la passata di pomodoro e lasciate a bollire molto lentamente per una buona mezz'ora, cioè fino a quando il sugo avrà assunto una consistenza un po' meno acquosa. Allo spegnimento della fiamma aggiungete le foglie di basilico strappate a mano.
La terza fase consiste nel friggere le melanzane a fette. Scaldato l'olio di semi, friggete tutte le melanzane ben asciutte ed assicuratevi di asciugarle bene aiutandovi con della carta assorbente. Entrambe le superfici di ogni fetta di melanzana deve indorarsi, ma non troppo: la cottura delle melanzana verrà comunque completata nell'ultima fase.
La quarta fase è quella di preparazione della casseruola per la cottura. Cospargete il fondo con la parte rimanente di olio d'oliva, tanto da avere il fondo oleato. Aggiungete subito un po' di pomodoro. Poi andate col primo strato di melanzane fritte e colorate con un pelo di sugo di pomodoro. Andate con un'ombra di formaggio grattuggiato. Poi strato di fettine di formaggio a fette. Poi un po' di pomodoro. Così avete completato il pacchetto.
Ripetete con un altro pacchetto di melanzane e formaggio e sempre sugo di pomodoro a riempire i buchi. Se ne avete avanzate tante di melanzane e formaggio, andate pure col terzo pacchetto e coprite bene di pomodoro l'ultimo strato superiore. Cospargete ovunque col formaggio grattuggiato ovunque.
Siete pronti per andare in forno. Mettete in forno per 40' a 200°C. Controllate bene durante la cottura in forno che il pomodoro finale si brucicchi quel tanto che basta, come vi aspettereste da una lasagna bolognese. Tirate fuori ed impiattate.
Cliccate qui per andare alla ricetta sul sito di Giallo Zafferano.
Con la testa tutta orientata all'iscrizione alla Lessinia Legend XCS era il momento di fare qualcosa per la forma fisica, un po' carente sia sotto il profilo della resistenza che della potenza, in primis per lo stress psicofisico accumulato in queste settimane per gli affari di famiglia, ma anche per il peso non proprio forma di questi periodi.
Pertanto mercoledì 21 agosto è stata la volta di una pedalata in compagnia con Anonimo Turnover, dopo esserci rincorsi via SMS più e più volte. L'appuntamento in località Bernardi in alta Valdillasi è avvenuto grazie alla sua discesa da Campofontana, mentre io mi sono avvicinato dall'alto della Lessinia, cioè sorbendomi l'ascesa da Grezzana a Boscochiesanuova e poi passando in rassegna i paesi di Valdiporro, San Francesco, Camposilvano e Velo Veronese, senza dimenticare di scattare qualche foto.
Dopo essere sceso da Velo Veronese fin quasi a Giazza, si sale con Anonimo in direzione Velo e svoltando a destra per le rampe dell'Azzarino, che consentono di sbucare praticamente dietro il Monte Purga, cioè negli ultimi chilometri finali della Lessinia Legend degli ultimi anni.
Il menù di giornata è stato riccamente condito di una variante proposta dal sottoscritto, che è consistita nel saltare l'ascesa diretta da Camposilvano al Parparo, ma deviando a sinistra e salendo dalle rampette dei Gaspari e proseguendo in direzione San Giorgio e Passo Branchetto, dove ho ancora un buon giro di gamba.
Si scende così a Boscochiesanuova per una cochetta e saluto qui Michelino e la sua superleggera, portando a casa 92 chilometri e circa 2300 metri di dislivello.
Nel pomeriggio partono però accordi col Compagno di Merende per il giorno a venire, cioè qualcosa senza dubbio più impegnativo, sia come tempo che come chilometri.
La proposta del Radu è quella di scalare tutte le cime più alte della Lessinia Centrale, ma proprio tutte. L'appuntamento è dei più mattinieri, cioè ore 7.30 a Porta Vescovo, dove ci salutiamo ed infiliamo la strada per la statale in direzione Trento.
Nonostante qualche folata di troppo e qualche autoarticolato di troppo fino a Domegliara e Rivoli, da lì in poi è un alternarsi fino ai piedi della Peri-Fosse.
Io pongo come condizione la scalata della famosa salita veronese il tempo di 50', mentre il Radu si allarga a 55'; fatto sta che la scaliamo in 47'19", senza particolari ansie e patemi, tanto all'Ombra delle Fosse ci aspetta una cochetta in due, perché la salita non finisce qui.
Infiliamo così per la nostra prima volta la scalata al Col di Pealda Bassa - per i più diciamo che saliamo il Corno - e poi giù a capofitto a Sega di Ala, dove l'unico ricordo di giornata è un capitombolo del sottoscritto.
Cado sostanzialmente da fermo, senza riuscire a sganciare il piede dallo sgancio sinistro, complice un risucchio maldestro di catena. Il risultato è che cado rovinosamente a terra, procurandomi una bella abrasione al gomito sinistro ed una bella pacca al fianco sinistro, tanto che a distanza di 10 giorni, ancora ne porto i postumi.
Rinfrescatici alla fontanella di Sega di Ala, si torna in territorio veronese su a Passo Fittanze, dove è la volta di un'altra cochetta ed un panino in due, visto che uno a testa è forse un po' troppo per la panza che mi ritrovo.
Si continua così per il Bivio del Pidocchio e giù in fretta ad Erbezzo, perché di strada da fare ce n'è ancora. Dopo i dossetti della contrada Masselli, Aglio e la Croce, nemmeno il tempo di scendere in centro a Boscochiesanuova, che si gira a sinistra in direzione Tracchi.
Su questo pezzo il Radu vorrebbe dettare un ritmo decisamente più importante di quello che impongo io, cioè 40 minuti per arrivare al Passo del Branchetto, ma quando nelle gambe hai già circa 4000 metri di dislivello tra le salite giornaliere e quelle del giorno prima con Anonimo, non c'è molto da fare.
Il Radu si posiziona là davanti, dandomi sempre qualche chance di recupero ed io dietro a inseguire, come l'asino con la carota. Bene, ai Tracchi pure una bella foto mi immortala sul moribondo, ma non proprio cadaverico, però si chiude l'ascesa in 36', il che vuol dire che proprio strasso non sono ancora.
Si scatta una nuova foto sul Passo e poi giù veloci a San Giorgio, le gobbe del Parparo e Camposilvano poi giù a Velo Veronese, dove ci aspetta per la grigliata la famiglia Zumerle al completo, con bisteccona al sangue e contorni vari, che le forze riappaiono tutte in un colpo.
Questo ristoro di un'ora abbondante vede i nostri serbatoi tornare sul MAX, solo che ci aspetta solo la discesa in Valdillasi, passando prima per la Bettola di Velo e poi scendendo da Centro fin giù a Tregnago.
Per completare l'opera dello scavalcamento di tutte le cime asfaltate della Lessinia, si potrebbe aver preso in considerazione anche l'ascesa a Campofontana, ma la mia famiglia aspetta coi piedi nell'acqua a Villabella e direi che anche per oggi può bastare, 146 chilometri.
Considerata anche un'escursione con la famiglia mercoledì sera, la due giorni di montagne veronesi si conclude pertanto con 246 chilometri fatti e 4800 metri di dislivello, un buon livello, anzi penso di non averne mai accumulati così tanti in due giorni.
Anche i tre passaggi della Lessinia sono un bell'impegno, cioè due volte al mercoledì ed uno più impegnativo al giovedì, cioè col Corno, il Pidocchio e Branchetto. Insomma ditemelo: "Te si sta brao, te si sta brao, però va in mo.."!
Si sa però che le imprese ed i record sono fatti per essere ripetuti e superati, per cui chi vivrà, vedrà.
Ringrazio comunque i due compagni di pedalata dei due giorni, che mi sono sempre rimasti al fianco, prima uno e dopo l'altro in una ciacola infinita durata per ben due giorni!
Sabato scorso è avvenuto nell'ambito della Sagra della Madonna della Cintura il debutto in gara per Alice.
Dopo aver abbandonato le rotelline giusto qualche mese fa, adesso è arrivato il momento di provare questa nuova esperienza, cioè di pedalare fianco a fianco con altri concorrenti più o meno agguerriti.
C'è da dire che la manifestazione organizzata da un gruppo di genitori nell'ambito della sagra del paese è stata gestita in modo molto casereccio e molto poco formale, ma i bambini non stanno molto a guardare la questione agonistica.
L'impressione che ho avuto io è che la gara di biciclette fosse solo qualcosa a contorno della gara dei motorini "anni '80", vero perno di queste ore di divertimento paesano per tutti i genitori presenti.
Dopo aver condotto Alice per un giro di prova su questo tracciato ricoperto di tanta polvere e paglia, non senza qualche difficoltà alla prima curva dove la tenuta del fondo era molto approssimativa, la mia bimba, dopo una caduta nel fango, si è fatta coraggio ed ha portato a termine tutto il giro di ricognizione sfiorando spesso il fuori soglia, tipico delle gare nella polenta, cioè nelle Mantuen Bike, a cui ho preso parte più volte anni fa.
A qualche minuto dal giro ricognitivo, subito la partenza alla "Volemose ben", cioè in griglia di tutto un po': tutti insieme dai 4 anni fino ai 13, caschi omologati e non, bici molto ammortizzate, poco ammortizzate, per niente ammortizzate. Si poteva anche prendere parte senza bici, tanto che un bimbo se l'è fatta tutta di corsa nel marasma delle bici.
Alice, piano piano, è riuscita ad evitare l'incidente alla prima curva, che ha visto coinvolto anche il nostro amichetto e vicino di casa Enrico, e menando il suo unico rapportino SINGLESPEED, ha concluso il suo primo e unico giro dei 300 metri del tracciato, contentissima di questa esperienza.
Diverso è stato invece l'approccio del prof Enrico Tenuti, che, non senza qualche riserva, decideva di correre con la 20 pollici, anziché con la 26, principalmente a causa della notevole tortuosità del tracciato e la scarsa aderenza del fondo nelle curve.
La gara, che si teneva su due giri, ha visto Enrico francobollarsi dietro alla testa della gara, un ragazzo di un paio di anni più anziano di lui a bordo di un trespolo rigido e con casco integrale da moto. Enrico, sempre in odore di sorpasso, ha sbagliato qualcosa dal punto di vista tattico, non portando a termine lo scavalcamento prima dell'ultimo rettilineo, dove comunque ha tentato la volata, ostacolato non poco dalla stretta traiettoria del biker in prima posizione.
Seconda posizione finale per Enrico, ma a breve il video online!
Infine un giretto "finto-agonistico" anche per i grandi, dove l'Orlando vuol fare lo sborone e debutta con la Scalina da 20 pollici di Enrico, tribolando non poco con la catena ed il deragliatore. L'Orlando chiude DOPPIATO ad un giro, ma viene tributato con una bella birra fresca, unico suo obiettivo di giornata...
Ecco il video integrale della seconda gara, corsasi sabato 31 agosto 2013, in occasione della Sagra della Madonna della Cintura. Da quello che ho capito di gare se ne sono tenute due e questo video è relativo alla gara tenutasi dopo le 16.30.
Ecco la ciliegina sulla torta, l'attacco al Monte Purga, cioè l'ultimo chilometro di gara della Lessinia Legend '13.
Effettivamente mi sono sempre chiesto se ci fosse un accesso alla cima o se fosse possibile scalarlo in mountain bike ed eccomi accontentato. Sarà l'epilogo di un percorso più che mai suggestivo, uno dei miei preferiti...
Forse sabato o domenica lo provo.
Dopo le ultime due "comparse" ad inizio estate, cioè nientepopòdimeno che la Black Forest in Germania in compagnia dei "ragazzi" del Team Syntec e la Dolomiti Superbike in Alta Val Pusteria col Trio Piocio ed annessi, è ora di tornare a correre in provincia di Verona.
Dire "provincia di Verona" è quantomeno riduttivo. Sarebbe il caso di dire che si torna a pedalare a casa, in Lessinia! Si, perché quest'anno, dopo aver gettato la spugna sul Prestigio 2013, ma soprattutto a causa del grosso impegno familiare che mi vede avvinghiato con tutte le forze per un bel po' di tempo, ho davvero corso "poco", anche se il pensiero alle gare è sempre fisso.
Non c'è storia: quando si sta lontani dai campi di gara e si vede o si legge di altri impegnati a correre in mountain bike, lo stimolo non è così forte; ma quando si mette il pettorale sulla bici, è tutta un'altra cosa, anche se magari le prestazioni sono quelle che sono.
Dopo aver corso nella Prealpi Veronesi la Granfondo Tre Valli a fine marzo sotto il nubifragio, ho così perfezionato stasera la mia iscrizione alla Lessinia Legend 2013 con l'invio del fax e della distinta del bonifico bancario: prenderò il via nella gara Classic, dopo essermi arrovellato non poco sulla mia partecipazione alla gara a tappe, denominata Lessinia Legend XCS Enduro.
Purtroppo la gara a tappe è "saltata" a causa di un numero di iscritti davvero esiguo, cosa che ha lasciato delusi tutti e più che mai gli organizzatori che ci hanno creduto molto fino a qualche giorno fa in questa idea.
In realtà la gara a tappe è ancora valida: passa da tre a due tappe, solo che la gara Enduro diventa logicamente un po' più preponderante rispetto a prima, non essendoci più la tappa iniziale del venerdì, basata essenzialmente sulle cronoscalate di Olivè, Cancelli e le Gosse.
In più si aggiunge la difficoltà tecnica di dotarsi di equipaggiamento obbligatorio alla partecipazione alla gara Enduro, cosa che mi ha fatto un po' desistere. Ad onor del vero, causa scarsa disponibilità di tempo, non sono nemmeno andato a provare e vedere come sono queste discese del percorso Enduro, per cui vale la pena non rischiare ed accontentarsi della gara Classic, che rimane, senza dubbio, il clou della manifestazione.
Fasi concitate dell'inizio gara della prova unica del Campionato del Mondo Cross Country Elite MTB 2013 a Pietermaritzburg, in Sudafrica.
Marco Aurelio è secondo alla ruota di Nino Schurter, ma quasi alla fine del Rock Garden gli parte la ruota posteriore, cadendo a terra non troppo rovinosamente.
L'anno scorso le difficoltà della Legend Marathon 2012 le avevo affrontate con la Scalona in versione rigida, davvero un gran mezzo quando si tratta di salire e, tutto sommato, non così male neanche in discesa, grazie ad un ottimo comportamento del carro posteriore.
Ho beneficiato alla grande della leggerezza del mezzo per tutta la prima parte di gara, che non presentava sostanzialmente alcuna complicazione rilevante anche per chi ha scelto una 29 pollici con forcella rigidia.
Certo è che scendere dal Monte Moro fino a Badia Calavena è stato affar serio con la forcella rigida, ma una volta stretti i denti fino al fondo valle, poi c'era solo da menare in salita fino oltre le Gosse.
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