Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Dopo anni e anni di gavetta alle notturne in mountain bike con faretti sempre più potenti, ma pur sempre in condizioni di visibilità limitata, io e l'ingegner Orlando abbiamo deciso di fare l'upgrade e di passare a qualcosa di più potente.
Trattasi dell'SSC-P7 in versione 1200 lumen e durata dichiarata di 3 ore di luce alla massima potenza.
Adesso ho appena messo in carica il pacco batterie, quindi a breve il debutto su Scalona, Scaletta o Addetta?
Non mi dispiacerebbe proprio provare in compagnia la Pissarota in notturna, magari con le ruote fini.
Come da consuetudine, giovedì sono andato a Padova e le notturne o le partecipazioni a giri serali mi sono precluse, ma riuscendo ad incastrare bene tutto, son riuscito anche stasera ad uscire in mountain bike, dopo l'uscita Stop De Race della settimana scorsa con gli amici Focus, il Papataso ed il Radu.
Stasera ho chiesto all'Orlando se era disposto ad un secondo round in MTB dopo un'uscita in primissima serata col Conte e l'Orlando non ti dice mai di no perché "ogni lasciata è persa".
L'idea originale era quella di fare la Pissarota, poi la saggezza di zio Paolo mi ha fatto desistere in favore di un'ascesa bitumata verso Lughezzano.
Da subito ci rendiamo conto che il farone è un portento: si vede come essere a bordo di uno scooter. Si pedala in scioltezza senza alcun problema di visibilità e causa qualche problema avere di tanto in tanto Paolo dietro, perché il suo faretto sparato sul mio didietro causa un cono d'ombra che può essere fastidioso in certe manovre veloci.
Saliamo così in direzione Stallavena e poi verso Lugo, dove incrociamo un sacco di rallisti convenuti per una sessione di prove libere all'altezza della Pernisa.
Si continua per Bellori e poi su a Lughezzano, dove svoltiamo a sinistra per la strada vecchia della Lughezzano-Bosco.
Arrivati all'incrocio di Calavedo, io insisto per proseguire verso Bosco e così ci ritroviamo su in piazza in tempi abbastanza rapidi, nonostante i nostri battiti cardiaci viaggino all'unisono e qualche sbuffo di troppo per la digestione lenta della cena fatta giusto poco più di un paio di ore prima.
Ormai all'altezza di Boscochiesanuova entriamo in una coltre di nebbiolina, che accentua enormemente la sensazione di freddo, tanto che il termometro montato sulla Scalona indica solo +7°C.
Il nostro abbigliamento non è propriamente invernale: indossiamo lo spolverino, scattiamo qualche foto di fronte alla Pasticceria Valbusa, tanto per ricordare questa piccola impresa di ottobre.
La discesa è una cosa che risolviamo rapidamente scendendo per via Ederle e sbucando al tornante del Filo.
Da lì in poi discesa dagli Italiani e poi nell'ordine Arzarè, Lughezzano e di nuovo Bellori.
In discesa scendiamo al buio come se fosse giorno: praticamente le stesse traiettorie! Velocità massima 60,8 km/h con le ruote grasse.
Come da tradizione arriviamo alla Carrara che ci concediamo un happy hour a base di crostata di marmellata di frutta e Mojitosoda: sono le 0.45, ma la cosa non ci disturba un granché.
Una bella seratina al fresco e la conferma che questa versione dell'SSC-P7 mantiene la carica proprio per tre ore, cioè quelle dichiarate, per cui al momento siamo soddisfattissimi dell'acquisto.
Apprendo dal sito di Malga San Giorgio che è caduta la prima spruzzata di neve di Alta Lessinia, per cui uomo avvisato, mezzo salvato.
L'equipaggiamento invernale ce lo abbiamo, le ciaspole pure, i faretti per notturne lunghe e durature pure, per cui ora non rimane che provvedere ad andare in quota quanto prima...
Se volete tentare di vedere qualcosa dalle webcam, andate qui.
clicca per andare sul sito di Malga San Giorgio
Ricordo ancora verso ottobre del lontano 2007 che era stato il Pezzo ad introdurmi a questo Marcantonio di Pieve di Colognola, che è il Radu, all'anagrafe Marco Zumerle.
All'epoca aveva appena imbastito la sua nuova MTB in carbonio, uscita direttamente dall'officina di Danilo Tagliaro, solo che la gamba e la preparazione atletica era ancora quella che era e di tanto in tanto mi riusciva pure di stargli davanti, sia nei giretti per le nostre Prealpi Lessinie che anche in gara. La cosa succedeva di tanto in tanto nel 2008, un po' meno nel 2009.
Poi è successo che il nostro Marco ha iniziato un processo di crescita prestazionale, che al momento non ha ancora visto una fine o un arresto, perché ogni anno che passa lo vediamo sempre più avanti nelle graduatorie delle gare a cui partecipa.
Si può dire che da quando è arrivata la bici da strada - con cui macina molti più chilometri - che da quando ha cambiato team, passando da Cicli Tagliaro al Team Strazzer, e soprattutto da quando è stato preso in carico dal suo mentore e dirimpettaio, il Robi Zimelli, è stato tutto un continuo miglioramento, sia nella performance assoluta che nelle capacità di endurance, come si può vedere dalle gare a cui ha preso parte nel 2012, piazzandosi tra i primi cento proprio alla Sella Ronda Hero.
Si potrebbe insomma dire che Marco ha raggiunto la sua maturità atletica, ma come se non bastasse proprio oggi, 30 ottobre 2012, arriva l'upgrade che tutti desiderano: le sue gambe diventano finalmente GRANDI!
Temo che nel 2013 ci sarà qualcun altro, ancora più avanti nelle classifiche 2011 e 2012, che dovrà guardarsi dal Marcantonio della Pieve!
Unica cosa che mi consola è che ogni tanto mi capita ancora di pedalargli al suo fianco e, se non è giornata (per lui), ho modo di constatare che anche lui tribula, eccome se tribula, soprattutto in salita! Insomma è ancora uno dei noi, non è un marziano!
Auguri insomma al Radu per i suoi 36 anni e alle sue gambe, che ne fanno 18, e che ora possono andare liberamente e responsabilmente!
Trovato nella gallery di the.mtb.biker: alla Transgermany ci si ferma al passaggio a livello!
Oggi nel pomeriggio la temperatura non era molto elevata - i siti di meteo davano all'incirca 15°C alle ore 13 - ma un bel soletto alto in cielo invocava a gran voce un giretto in bici da strada, anche se gli sterrati dovrebbero aver già drenato a sufficienza per poter accogliere le ruote grasse. Scelto l'abbigliamento "mezza stagione" mi son detto "Qua bisogna approfittarne" e così ho lasciato perdere i soliti giri del menga praticamente pianeggianti tra Grezzana, Novaglie, Montorio e San Martino Buon Albergo in favore di qualche salitella non troppo dura da scalare, ma senza arrivare fino a Bosco Chiesanuova.
Così già a Poiano entro dentro in paese e mi faccio senza troppa ansia la prima scalata per la Castellana e poi svolta a destra in direzione Piper.
Il mio motorino gira sempre benino sconfinando un paio di volte di poco oltre la soglia di 170 bpm. Si torna giù in Valdonega con le mani basse, per cercare di prendere un po' meno aria e poi si gira a destra verso Avesa.
Faccio tutta la salita a frequenza praticamente costante al medioalto e sempre con l'ultimo rapporto disponibile, ossia il 34/26 superando un paio di ciclisti e ad un certo punto noto delle scritte di colore azzurro a distanza più o meno fissa.
Vedo il "-8 lup", dopo un chilometro è la volta del "-7 lup" ed arrivato al successivo, il "-6 lup" decido di scattare una foto. La logica farebbe pensare che sia opera della Lupatotina. Verificherò personalmente se loro hanno qualche indicazione più precisa al riguardo.
Dopo le ormai smarrite scritte "Top" sulla Pissarota, è la volta della salita della Cola. Quello che non mi torna è dove sia l'arrivo di questa sorta di cronoscalata, perché ad un certo punto non scorgo più la continuazione e quasi in cima io giro a sinistra verso l'abitato di Montecchio di Negrar, col dubbio che le scritte continuino verso Casotti e Case Vecchie.
La mia passeggiata prosegue pertanto verso Dondolo, Antolini e Settefonghi, perché ho ancora un po' di tempo libero per permettermi di aggirare completamente Monte Comun via Colombare, Chieve e Saline. Concludo così la scalata a Fiamene e mi prendo un po' di freddo scendendo all'ombra verso Coda e Vigo.
Porto così a casa 44 km e ben 935 metri di dislivello, cosa che non avrei mai detto, però l'altimetria del passaggio a Colombare e Saline aggiunge all'incirca 130 metri di dislivello totali al Biday solitario di mercoledì 7 novembre.
Pubblico volentieri il comunicato stampa di MTB Events su come sarà la Lessinia Legend 2013, non più una gara standard con due percorsi, ossia com'era fino all'edizione 2012, ma un'edizione completamente nuova a tappe!
Nasce la prima gara a tappe interamente collocata in terra veronese: la Lessinia Legend Xcs Enduro dal 13 al 15 settembre. Tre tappe per un totale di quasi 200 chilometri e 6.000 metri di dislivello. Rinomate le location: dalla stupenda Verona all'incontaminata Lessinia. Sarà comunque possibile partecipare anche alla "classica granfondo" Lessinia Legend del sabato.
Tre giorni pensati solo ed esclusivamente per pedalare in sella alla mountainbike: chi non ha mai desiderato di mettere alla prova la propria resistenza fisica nonché abilità nel gestire una prestazione sportiva per più giorni di seguito? Cui vanno di pari passo emozione e soddisfazione di trascorrere tre giornate unicamente all’insegna delle ruote grasse: pedalare di giorno e “gambe alte†alla sera. Ecco che nasce la prima gara a tappe in mountainbike del territorio veronese: la Lessinia Legend XCS Enduro, che andrà ad occupare l’intero fine settimana compreso tra venerdì 13 e domenica 15 settembre 2013.
Lessinia Legend XCS Enduro: il nome non è una novità, anzi. È chiarissimo il riferimento alla leggendaria Lessinia Legend, giunta alla sua diciassettesima edizione. Che quest’anno ha trovato la sua naturale collocazione nel comune di Velo Veronese (VR) in alta Lessinia, accogliendo sul traguardo - dopo 90 chilometri e 3200 metri di dislivello - il mattatore colombiano Leonardo Paez. Dal prossimo 2013 la Lessinia Legend “trasloca†in termini di periodo (da fine maggio al week end dal 13 al 15 settembre) e si modifica nella tipologia: allo stoico percorso marathon si sostituisce una suddivisione di chilometraggio su più giornate. Tre giorni per un totale di quasi 200 chilometri. Tre giorni per portare a termine rigorosamente in sella poco meno di 6000 metri di dislivello. “Volare più in alto dell’aquila†rimane l’imperativo o motto che i partecipanti sentiranno ripetere e ripeteranno a sé stessi. Così come a confermare l’alto livello qualitativo, logistico ed organizzativo associato alla Lessinia Legend XCS Enduro vi è il nome del comitato organizzatore, lo stesso della Lessinia Legend: ad “orchestrare†i tre giorni di pura mountain bike saranno gli uomini della Lessinia Sport Eventi Asd, alcuni dei cui membri curano con attenta supervisione la gestione della Granfondo Tre Valli di Tregnago (VR).
Entriamo, quindi, nel vivo di quella che sarà la gara a tappe. La location prestigiosa da cui – venerdì 13 settembre 2013 - prenderà avvio la prima tappa sarà indiscutibilmente Verona, la città degli innamorati nonché titolata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Settanta chilometri da pedalare per intero, entro cui si collocheranno due “prove speciali†cronometrate, per poi tagliare il traguardo posto a Velo Veronese (VR). Seconda giornata, e seconda tappa: torna il percorso Classic della Lessinia Legend, parzialmente modificato (50 chilometri totali), cui sarà possibile partecipare pur non iscrivendosi all’intera gara a tappe bensì alla singola giornata (sabato 14 settembre 2013) dedicata al territorio della Lessinia. Partenza ed arrivo, quindi, a Velo Veronese. Per poi ripartire verso Verona domenica mattina 15 settembre 2013 per la terza e conclusiva tappa, il cui chilometraggio e modalità di svolgimento saranno del tutto simili a quanto riportato per la prima tappa, pur seguendo un diverso percorso di rientro.
Preoccupati per il trasferimento bagagli? Il comitato organizzatore Lessinia Sport Eventi Asd provvederà al cambio di location da Verona a Velo Veronese e viceversa.
Sta diventando ormai appuntamento fisso quello del giovedì sera, il giro in mountain bike. In realtà è spesso un giro che si potrebbe fare benissimo anche con la bici da strada, perché scegliamo volutamente di non fare molto sterrato, ma è sostanzialmente una condizione imprescindibile in situazioni di scarsa luminosità. Diversamente tutta la nostra zona collinare e prealpina è ricca di asfalti un po' trasandati e così le nostre mountain bike gonfiate dure ed i nostri assetti abbastanza rigidi ci concedono dei momenti di assoluto divertimento soprattutto in discesa.
Affrontare sentieri nei boschi o single track impegnativi con presenza di rocce sotto un manto di foglie è una cosa che richiede un'ottima visibilità, pertanto nella notte è preferibile qualcosa di più easy e cioè asfalti non trafficati da macchine e qualche sterrato leggero che non guasta mai.
Ieri sera eravamo noi "ingenieri" - Marcante e l'Orlando - e per la seconda volta consecutiva il Rancan. Tutti equipaggiati di 29 pollici, la novità della serata è rappresentata dallo zio Paolo, che si presenta con una delle demo bike disponibili in questi giorni in Turnover, ossia uno dei fulmini a ciel sereno del panorama dell'offroad, ossia la Pinarello Dogma XC. Ricevuta di corsa alla chiusura del negozio, Paolo l'avrà in comodato per tutte le notturne che vorrà nel corso della settimana, per cui aspettatevi di incrociarla spesso nella settimana in corso...
Per Paolo la bici non è propriamente tarata giusta - la taglia L sarebbe probabilmente meglio per la sua gamba lunga, invece della taglia M configurata per il Bosca - ma alzando più o meno il reggisella si riesce a pedalare con qualsiasi cosa.
Il test della serata parte subito col Paolo che si mette davanti a tirare come un forsennato controvento, mentre a ruota facciamo fatica sia io che Stefano, tanto che sembriamo i compagni di fuga di Fabien Cancellara alla famosa Roubaix del 2010... La temperatura alla partenza è di 5°C, ma l'aria spira gelida e ci aspettiamo presto la brina ai lati della strada.
A Bellori Stefano chiede uno stop tecnico per sistemare un problemino, così io e Paolo approfittiamo per scambiarci i mezzi e così anch'io pedalo per quasi un paio di chilometri sulla Dogma XC, anche se praticamente in punta di piedi e punta di sella...
L'ascesa è scandita da un ritmo abbastanza allegro, col battito di Paolo tra 140 e 150 bpm, il mio tra 155 e 165, mentre Stefano gira alto stabile tra 170 e 180, alla faccia dell'età che porta. E' tutta una ciacola nella notte, col Stefano che la fa da padrone sulle sue avventure ciclistiche di tanti anni fa, quando era a spartirsi le volate con i big provinciali dell'epoca.
A Valbusa timeout di meno di cinque minuti per scattare una foto nella notte e testare le capacità fotografiche del mio nuovo gadget tecnologico. Via di nuovo verso il centro di Bosco Chiesanuova dove arriviamo a mezzanotte in punto, come Cenerentola, solo che la temperatura è di 0°C ed è il caso che noi ci catapultiamo dentro l'unico baretto aperto per concederci una pausa con un caffettino e prendere parte alla movida della capitale lessina.
Paolo insiste per farsi una foto davanti alla Pasticceria Valbusa, solo che non la dise gnente senza una brioche o una buona pastina, per cui rilancio la posta e lo invito ad andare una sera in quota, confidando sul fatto che la nostra pasticceria preferita sia aperta, magari al venerdì o al sabato.
La vestizione è standard per la discesa: dopo essere saliti col completo invernale standard, tutti indossiamo il giubbetto antivento che è un toccasana per evitare che si infili qualsiasi bava di aria, tanto che dopo le prime menate in direzione Casa Gesù di Nazareth sono sufficienti per tornare in temperatura e scendere per gli sterrati che portando a contrada Girlanda.
Tutta la discesa fino a Stallavena è un continuo menare folle del Paolo in prima posizione, intento a sfruttare per quanto possibile le doti telaistiche del Dogma XC su asfalto, solo che io comincio ad accusare la stanchezza e mi ritrovo praticamente ubriaco sugli ultimi tornanti che dividono Bellori da Lughezzano.
Anche per questo giovedì il giro si è rivelato adeguato per la nostra buona preparazione fondistica e assolutamente opportuno per gli impegni familiari e lavorativi, tanto che uscire alle 22.30 rappresenta sempre più che mai una scelta di buon gusto, perché concilia le esigenze di tutti e perché si riesce a godere di due, se non ormai tre ore di bicicletta in spensieratezza, visto che non c'è una macchina che salga nella nostra direzione o che ce la ritroviamo in senso opposto.
Invito pertanto chiunque a riconsiderare l'idea che uscire di notte in bici sia una pazzia: partendo dal presupposto che tutti hanno i propri impegni e la propria programmazione, preferisco di gran lunga rischiare il freddo della notte in Lessinia, che i rulli o la spining bike di una palestra.
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