Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Ringrazio lo zio Paolo per avermi mandato il video, che pubblico volentieri.
Mi pare sia il concorrente col pettorale 501, che dovrebbe corrispondere nientepopòdimeno che al Dimi, Dimitri Modesti, uno dei più "capaci" in Verona e provincia...
A giudicare dalle foto apparse stasera nel profilo di Lessinia Legend Xcs Enduro: nuova sfida a tappe dal 13 al 15 settembre 2013 su Facebook, tutti i preparativi stanno volgendo al termine in quel di Velo Veronese. Domani è il grande giorno.
La macchina organizzativa, composta da un discreto numero di volontari, che cercano di condurre per la giusta strada la mountain bike veronese, si sta prodigando perché tutto funzioni al meglio anche in questa 17° edizione. Nonostante sia saltata la gara a tappe, cosa che a me dispiace moltissimo, domani si correrà la Lessinia Legend Classic, in uno dei suoi percorsi meglio tracciati in tanti anni di questa manifestazione. L'edizione 2013 prevede il bellissimo petalo che parte da Velo Veronese ed arriva in cima al Monte Tomba, arricchita dall'incursione nel Vaio dei Folignani: oserei dire che è praticamente perfetta, ma lo sapremo solo domani, quando la pedaleremo.
Nonostante i continui richiami a collaborare, la Lessinia Legend viene continuamente ed ingiustamente presa di mira, così come anche l'operato dei suoi caparbi uomini di queste ultime edizioni, che invece hanno fatto di tutto e fanno tutto il possibile per preservare questo patrimonio sportivo, che è, appunto, il marchio Lessinia Legend, con la sua aquila che vorrebbe continuare a volare nei cieli delle Alpi veronesi.
Per quel che mi riguarda, nonostante qualche riserva su alcune scelte dell'edizione 2013, l'onestà di riconoscere il fatto che "loro ci hanno comunque provato e con grande coraggio". Sono capaci tutti di scrivere dietro una tastiera, di blaterale in sella alla bici, invece di mettersi in discussione, prendere la moto o la macchina e andare a pulire il bosco, a mettere giù fettucce, a tirare transenne, ad effettuare la comunicazione ai media e tutto quello che ci va dietro.
Perciò, ancora una volta, il mio plauso a tutti coloro che credono nel progetto, in primis a Simone Scandola, che si è messo davanti al carro di questa Lessinia Legend e che ancora non si capacita perché non ci sia un riscontro nelle fila dei tanti, tantissimi biker veneti e non. Qualche amico mi ha ripreso bonariamente per questa mia azione di lecchinaggio a favore della gara, ma forse non si è reso conto abbastanza che il rischio è comunque molto grosso, cioè quello di perdere la gara offroad di Verona, quella con la G maiuscola. Non dimenticatevi questo: a Verona c'è la Avesani su strada e la Legend nell'offroad. Tutto il resto viene dopo, a mio modesto parere.
Io ci voglio credere anche quest'anno correndola - di più non riesco a fare - col mio entusiasmo e la mia passione per la mountain bike, senza pensare se arriverò 59°, 140° o 333°. Penserò a "divertirmi" col numero attaccato davanti, come sempre. Spero anch'io domani, di volare con l'aquila, come ho già fatto da quando ho cominciato nel 2007 a correre in mountain bike, cioè proprio con la Lessinia Legend.
In attesa delle piste macchinabili, cioè dove relegare tutte le automobili nella stessa misura in cui sono relegate le biciclette nelle piste ciclabili, quando va bene, ci sarebbe intanto un'idea molto semplice da mettere in pratica subito: quando scendete dalla macchina dal lato sinistro, aprire la portiera con la mano destra. Se scendete a destra, apritela con la mano sinistra.
Questo vi farà ruotare il tronco del corpo verso la parte esterna della macchina e vi metterà nelle condizioni di poter guardare se sopraggiunge qualche velocipede o qualche altro mezzo da dietro.
Scongiurerete così un impatto molto drammatico per l'eventuale ciclista o gli potreste evitare uno scatto repentino verso il centro della strada allo scopo di evitare l'impatto con la vostra portiera. Solo che il suo spostamento improvviso verso il centro della strada comporta per lui l'ulteriore rischio di essere travolto da un veicolo più grande e più veloce proveniente da dietro.
Ricordate insomma di scendere utilizzando la mano destra per aprire la portiera sinistra, una norma molto semplice, che però può salvare la vita a qualche ciclista.
Nel frattempo vi rimando all'articolo di Bici & Co. e gustatevi anche la foto qui sotto, dove in paese con una urbanizzazione molto meno storicizzata della nostra consente anche lo spazio a corsie specifiche per le portiere o anche la "pista macchinabile" nell'articolo "Il sogno delle città senz'auto" su Muovosviluppo.
Con l'avvento degli impianti frenanti idraulici sulle bici top di gamma da strada, il primo colpo d'occhio è quello di avere di fronte una mountain bike, vuoi anche per l'adozione delle ruote ad alto profilo.
Per il 2014 la Specialized propone appunto questa versione della S-Works, cioè gruppo SRAM RED completo con freni a disco.
Se volete leggervi la recensione completa di Road Bike Review, vi rimando al loro articolo in lingua inglese.
Finalmente una giornata dedicata a provare tutta la Lessinia Legend Classic edizione 2013. I buoni propositi, miei e dello zio Paolo, anche questa volta non sono stati traditi: quando si va a provare una gara, si fa il possibile per andarci in bici, senza scomodare la macchina, fermo restando tutti gli altri vincoli, cioè lavoro, famiglia, soldi, carburante... insomma un'uscita a KM ZERO.
Così abbiamo programmato una partenza da Grezzana di buon mattino, cioè alle 7.30 e dopo aver verificato che Franceschino non ce l'ha fatta a venire con noi - complice il turno notturno di lavoro da cui era appena smontato - abbiamo scelto la via più breve e meno impegnativa per arrivare in quota.
Alle 8.53 (in privato posso dirvi anche i secondi) siamo in piazza a Boscochiesanuova, con un tempo di ascesa ben oltre il tempo realizzato qualche giorno fa in bici da strada, ma con un unico obiettivo, cioè quello di riuscire a condurre tutto il giro senza schiattare.
La pausa presso la pasticceria Valbusa è obbligatoria: cappuccino e veneziana alla marmellata, perché il dislivello di giornata è davvero tanto. Dopo un quarto d'ora si riparte in direzione San Giorgio, perché la prossima deadline è alle 9.30 a Grietz, dove ci ricongiungiamo col Formentino.
E' qui che ci infiliamo dentro il percorso della Lessinia Legend 2013: si sale subito verso Malga Dossetti e poi veloci verso il bellissimo tratto inedito di Malga Vigna fino giù alla base della salita del Baito dei Pastori. Qui la Legend diventa Lessinia pura, perché dopo una salita davvero tosta, ci butta giù a capofitto nei Vaio dei Folignani per poi risalire su in quota verso Bocca di Selva. E' qui che la Lessinia Legend di quest'anno richiederà grandi doti di scalatore da mountain bike.
Da Bocca di Selva in poi sapete già tutto: ascesa ai 1766 metri del Monte Tomba e poi il classico giro della Pozza Morta fino giù a San Giorgio, dove c'è modo di riprendere fiato e godere anche il panorama tra una traiettoria e l'altra.
Non sto qui a raccontarvi di tutta questa parte: solo un attimo di panico, quando Paolo, poco dopo il Parparo Vecchio, sfiora un sasso in traiettoria sul cemento, il sasso rotola un po' e mi costringe ad allargare lievemente la traiettoria per schivarlo, col risultato che becco in pieno una boassa fresca, che mi porterò fino all'arrivo...
"Molto piacevole" l'ascesa sul versante occidentale del Monte Purga, roba che più di qualcuno condirà con smadonnamenti e litanie varie, ma io direi che può starci benissimo dopo la perdita di quota dal Passo Malera in poi. Tutte le gare più o meno toste riservano qualche sorpresa in prossimità dell'arrivo, Legend compresa. Simone Scandola, coordinatore del comitato organizzatore, mi conferma però che qualcosa verrà fatto per smussare un po' la scalinata finale poco sopra il cimitero di Velo: effettivamente io, Michele e Paolo siamo scesi a piedi da quei gradini.
Il nostro giro fa tappa a Velo Veronese che sono ormai le 12.30 ed il ristoro lo facciamo alla Panetteria Ermelina, dove scoliamo una bottiglia da litro e mezzo di Cocacola, ma per Paolo anche un pan focaccia e una birretta dello zio Moretti, tanto per non dimenticarsi che gusto ha.
Bene, si torna in sella e nonostante l'atteggiamento un po' pessimista di Paolo sulla tenuta del trio, si torna sulla traccia della gara e si affrontano i primi chilometri di gara su asfalto, cioè da Velo a Camposilvano fino al bivio a sinistra per i Gaspari.
Qui, ormai stanchi, si procede con un ritmo congruo alle ore già pedalate in bici - solo Paolo dimostra di avercene parecchio nelle gambe andando a riprendere "Icio" Birtele 200 metri davanti a noi e che avevamo già incontrato qualche ora prima - ma non demordiamo e si riscende nel Vaio di Squaranto pronti per risalire l'ostica Val Marisa, dove le nostre stanche 29 pollici slittano un po', invece la capretta di Formentino pensa che sia solo la rivincita delle 26 pollici e non la sua stazza più o meno da peso mosca. Vorrei vederlo Michelino salire con la sua ventisei pollici ed uno zaino di 15 chili a spalle...
Dopo questo ennesimo picco in salita la Valmarisa ce la lasciamo alle spalle che è già ora della contrada di Maregge e poi Grietz, dove lasciamo il Miche e ce ne torniamo in Bassa Valpantena, senza aver dimenticato una capatina sulla PS2 dell'Enduro che si correrà domenica 15 settembre.
Che dire: l'inserzione di quest'anno della gara fa del percorso Classic qualcosa di decisamente più selvaggio ed impegnativo, ma riesce così ad accontentare anche tutti coloro che quest'anno si sentono privati di un percorso Marathon. Triboleranno, insomma, quelli un po' meno allenati. Se l'anno scorso si poteva portare a termine il Classic della Lessinia Legend in un tempo di poco superiore alle due ore - a parte i fenomeni di categorie professionistiche o equivalenti - quest'anno ricordatevi di attaccarci una buona mezz'ora al tempo dello scorso anno.
Quanto all'ambientazione ed al paesaggio, nulla da eccepire: la Lessinia Legend Classic 2013 è uno dei percorsi più completi e variegati che si possano trovare nell'intero arco alpino ed il massimo che un biker veronese possa desiderare dalle proprie montagne. L'unica cosa che rende un po' difficoltosa la ricognizione è che sono parecchi gli scavalcamenti di cancelli, reticolati e separazioni tra i vari pascoli - più o meno la stessa cosa se andate a provare al di là del confine col Trentino la Lessinia Bike - per cui qualche escursionista potrebbe preferire la classica ascesa dai Folignani alla Translessinia, ma se volete scoprire qualche scorcio poco conosciuto della Lessinia, appuntatevi il percorso del Classic 2013.
Per concludere la cronaca, io e Paolo terminiamo la megaricognizione con 98 km pedalati e almeno 2750 metri di dislivello... può andare come preparazione alla gara!
Un collage delle mie precedenti partecipazioni alla Lessinia Legend, la gara a cui non ho mai saltato un colpo, da quando prendo parte alle gare dal 2007.
Solo nel 2009 ho dovuto rinunciare al via per un acciacco muscolare, anche se avevo il mio bel numero da Black Eagle, pronto ad accettare moralmente la sfida del percorso più lungo, come sempre.
Foto scattata domenica scorsa proprio davanti a Cima Trappola e a San Giorgio, più o meno all'altezza della Malga omonima.
Qui tra una decina di giorni si dovrà solo mollare la bici in discesa, su uno dei pezzi più scorrevoli della Lessinia Legend 2013, formato Classic.
Certo è che per arrivarci qualche asperità bisogna metterla in conto, come l'ascesa al Baito dei Pastori ed il picco del Monte Tomba, GPM di giornata a quota 1766 metri sul livello del mare.
Ma dal Monte Tomba in poi c'è solo da mollare e far girare la gamba ed un bel doppio asterisco, cioè ascesa al Passo Malera e la scalata finale del Monte Purga. L'anno scorso avevo recuperato parecchie posizioni lasciando scorrere la Scalona, senza problemi sulla lunga carrareccia che collega la Pozza Morta fino a San Giorgio e poi giù fino al Parparo Vecchio.
Traduco volentieri questo articolo in inglese, riportato da Bike Rumor. Ne parla anche Eliflap, sul suo blog, mettendo più di qualche foto.
Il carbonio al momento sembra essere davvero il materiale alla ribalta, quando si parla di cerchi e ruote. È estremamente leggero, può essere assemblato in maniera incredibilmente duratura, ma è al tempo stesso mai facile da lavorare, come è invece per un cerchio in alluminio. Fondata nel 2012, la NOX Composites è relativamente nuova sulla scena del carbonio, ma quest'azienda mette sul tavolo della novità la loro esperienza ingegneristica, grazie a due ingegneri che si divertono pure a gareggiare. Credendo fermamente nel design del cerchio e offrendo una performance per ruote in carbonio ad un prezzo un po' più abbordabile, NOX si fa vedere per reinventare ancora una volta la ruota (in carbonio).
Si, in realtà la ruota non l'hanno reinventata, ma hanno messo parecchio del loro nel realizzare una ruota che loro considerano superiore. Il cerchio parte da un loro design proprietario e da un processo ed un assemblaggio costruttivo controllato. Costruito principalmente con fibra di carbonio Toray unidirezionale, il cerchio è addizionato con un intreccio a 3K nei punti di elevato stress, attorno ai fori per i nippli in modo da rinforzare il labbro del cerchio e proteggerlo dagli impatti a scalino che si possono incontrare lungo il percorso.
Allo stato attuale NOX offre la coppia di ruote XCR-29 e conta di avere presto a disposizione un'ulteriore coppia AM-275. Con uno spessore esterno di 30 mm ed una larghezza interna di 23 mm il cerchio XCR-29 pesa 385 grammi (tolleranza +/- 10 grammi) ed il set completo pesa 1449 grammi con mozzi American Classic o 1594 grammi con mozzi Chris King, entrambi montati con raggi Sapim CX-Ray e nippli DT Swiss Prolock.
Il cerchio AM-275 è più largo, con 33 mm esterni e 27 mm interni ed un po' più pesante con 410 grammi a cerchio. I pesi della coppia sono pertanto 1475 grammi con i mozzi American Classic e 1599 grammi coi Chris King. Le ruote XCR-29 sono offerte in due opzioni, cioè con 28 o 32 raggi, mentre le all mountain AM-275 solo a 32 raggi. Entrambi i modelli vengono eventualmente offerti sia solo coi cerchi o come ruote complete; nel caso dei mozzi Kings si può scegliere perfino il colore.
Larga parte del progetto NOX si basa sul principio del canale del cerchio asimmetrico con un offset di 2,4 mm. Lo stesso cerchio è usato per la ruota davanti e per quella dietro, semplicemente girando le due facce laterali e questo design si traduce in un aumento di circa il 15% della tensione dei raggi, cioè in un assemblaggio della ruote per una migliore durabilità, rigidezza e prestazione generale. Quando usato con mozzi come i AC 225, NOX è in grado di ottenere una tensione dei raggi praticamente uguale sia dalla parte della trasmissione che dall'altra.
Tutti i cerchi NOX sono progettati per essere utilizzati anche in versione tubeless con un nastro rinforzato di polipropilene per copertoni standard o tubeless ready. I cerchi usano un diametro con profilo relativamente stretto in modo da assicurare una solida adesione del pneumatico, ridurre il rischio di stallonatura ed eliminare la necessità di un nastro spesso o nastri di gomma.
Il prezzo per il solo cerchio è di 449 US$ per l'XCR-29 e il AM-275, mentre la coppia di ruote XCR-29 è di 1438 US$ con i mozzi American Classic E 1598 US$ coi King. I cerchi all mountain AM-275 saranno disponibili in autunno solo su prenotazione e saranno proposti a listino con un prezzo di 1398 US$ con gli American Classic e 1598 nella versione King.
Abbiamo rimediato (ndt, Zach Overholt, l'autore dell'articolo su Bike Rumor) una coppia di XCR-29, per cui controllate tra un po' per un test completo!
|