Di Marco Tenuti (del 04/05/2012 @ 12:42:38, in MTB, linkato 832 volte)
Valida anche questa per il Prestigio MTB 2012 e acclamata tra tutti i forumendoli di MTB-forum come una delle gare meglio organizzate del panorama italiano, la Nove Fossi di Cingoli, organizzata dall'Avis Bike Cingoli, pare essere davvero bella anche come percorso, a giudicare dalle traiettorie pennellate da Gian Piero Ottaviani nel video qui sotto.
Di Marco Tenuti (del 04/05/2012 @ 01:44:11, in MTB, linkato 867 volte)
E' sempre un piacere vedersi nel video riassuntivo assieme ai protagonisti della Hubi Hard Marathon 2012, corsasi a Viverone martedì 1 maggio. Ed i protagonisti non erano anonimi biker, ma i soliti che si vedono in giro, cioè Medvedev, Celestino, Vastaranta e compagnia bella.
Mi potete vedere nel trenino veloce che sale ai 30 km/h su una sterrata ancora relativamente "asciutta", mentre il campione spagnolo Ivan Alvarez Gutierrez, dal 2012 in forza al Team Elettroveneta-Corratec, ci sfila come dei paracarri....
Se si impegna, lui va dritto alle Olimpiadi di Londra nella disciplina del cross country. Se io mi impegno, anche quest'anno porto a casa il Prestigio MTB.
Di Marco Tenuti (del 03/05/2012 @ 18:21:44, in MTB, linkato 754 volte)
Dopo 65 km di fango, di acqua, di pozzanghere, di pioggia e di scivolamenti nel "paltano" biellese e vercellese, quando si sente l'odore del traguardo, non senti più nulla, non senti più le gomme impastate nell'acquitrino finale, non senti più la catena, guardi solo davanti a te l'arco di arrivo e a chi c'è lì ad aspettarti...
Di Marco Tenuti (del 01/05/2012 @ 21:54:40, in MTB, linkato 1171 volte)
Eccomi puntuale con la mia cronaca della mia partecipazione alla Hubi Hard Marathon 2012, primo marathon della stagione 2012 secondo il mio calendario per conseguire anche quest'anno il Prestigio MTB 2012.
Stamattina la sveglia è alle 8.15 e fuori piove
Colazione presso il B&B a base di tè caldo e crostata alla marmellata, assieme a tutta la mia famiglia, a Franceschino e la sua morosa.
Per fortuna che alle 8.45 smette e ci prepariamo per andare in griglia. La cosa simpatica è che ci fanno partire in mezzo ad un campo impantanato per 50 metri e poi tutti su asfalto per 5 km. Malfer e l'altra speaker, quella con cui Malfer è spesso in giro, gira col tacco 12 per il campo infangato, ma ci annunciano che hanno tagliato il fango di Mangano e quasi 10 km di gara. Olè, le cose oggi potrebbero essere più facili del dovuto...
Si parte sotto un cielo plumbeo, ma pare tenere e quindi 3, 2, 1 via. Io parto dalla griglia d'onore e dopo 3 km sono ancora in culo agli Elite, dopo aver allungato ai 45 km/h per stare alla loro ruota. Peccato che le moto testa della gara si tirino via all'attacco della prima salita al 10%, così Celestino, Vastaranta & C. se ne vanno all'arrivo senza salutare.
Io mi avvantaggio su Franceschino per essere partito nella griglia prima della sua, così salgo un pelo più piano e vengo ripreso all'entrata del paese di Roppolo, dove c'è la mia famiglia a salutarmi. Approfitto per liberarmi dei gambalotti negli incitamenti di Enrico, Alice, Elisa (e Tommaso).
Dopo 3-4 km Franceschino non è più con me. Dopo un altro chilometro mi rendo conto che non sta più rivenendo e da allora vado col mio ritmo ganassa, sempre a limitatore e qualche volta un pelo oltre. Apprendo solo a fine gara che el "slongaion da Mizzago", come lo ha ribattezzato un nostro compagno di squadra, ha deciso di ritirarsi, perché non riusciva a stare in sella causa testicolo nerissimo per la botta presa venerdì o sabato, quando ha avuto il problema coi vecchi/nuovi pedali.
La gara è bella: non ci sono praticamente mai rampe impossibili. Dopo circa 15 km dalla partenza si entra in un single track INFINITO da sbogolo in salita. Anche la lunga discesa che faremo al ritorno sarà spesso un single track spettacolare. Niente da dire: il percorso è molto bello. Asfalto praticamente non ce n'è, a parte il lancio iniziale. Peccato che il percorso sia stato flagellato dall'acqua caduta nelle ultime 48 ore. Fango ovunque, tanto fango, pozzanghere grandissime, roba da tirare fuori i braccioli e nuotare. Per fortuna che non è il fango da Divinus, per cui siamo abbastanza irriconoscibili, ma i deragliatori non si impastano mai.
Cosa molto simpatica, al km 35, un addetto dell'organizzazione è pronto con canna dell'acqua a lavare il tutto e bomboletta dell'olio. La Scalona in 10 secondi torna come nuova (per 100 metri). Infatti si entra subito in un acquitrino fangoso, dove mancano solo le rane e le anguille.
Tutto fila liscio fino al km 45, quando si mette a piovere, prima leggermente e poi copiosamente. Poi su un single track infinito pieno di gibbosità, mi si inchioda il deragliatore anteriore su un cambio veloce dalla padella alla piccola. Non faccio su la catena attorno al telaio, però se ne vanno almeno 5 minuti per tentare di sbrogliare la situazione, quando una bella pacca risolutiva sul deraglio sblocca tutto e si riparte a tutta.
Mi avranno superato una decina di concorrenti in quella sosta, ma almeno 3-4 li riprendo quasi subito. Da lì in poi si arriva all'arrivo sperando di non avere altri problemi. Gli occhiali sono praticamente inutili, sporchi all'inverosimile. Ad un certo punto si attraversa finalmente l'abitato di Roppolo, segno che da lì all'arrivo mancano solo 4 km e 100 metri di dislivello in discesa. Faccio tutti quei chilometri da solo.
All'arrivo c'è Franceschino già lavato e stirato, che mi scatta alcune foto in cui sono in uno stato indecente per il fango. Le vedrete a breve. Tutte le classifiche le trovate qui: per me
89° assoluto e 16° di M2 su 285 arrivati sul Marathon, ma a giudicare dai pettorali dovevamo essere almeno in 4-500 sul percorso lungo della gara. Arrivo a meno di un'ora dal vincitore, Botero Salazar, a seguire nella classifica generale 2° Braidot, 3° Vastaranta, 4° Schweiggl, 5° Medvedev.
Il mio ciclocomputer dice 65,8 km totali, non 62 km come preventivato, ma "solo" 1145 metri di dislivello. Effettivamente tutte le gibbosità degli innumerevoli single track non sono scartate, ma ghe n'era da imbriagarse, fidatevi.
Posso ritenermi soddisfatto della prestazione in condizioni critiche. Anche la Scalona ha fatto la brava, a parte quell'ennesimo inchiodo del deraglio, fatto in un momento in cui cominciavo ad essere bello cotto. Ah pastiglie dei freni praticamente finite... dopo faccio un ordine sulla baia di pastiglie nuove Magura.
Con queste quattro stelle pesanti, passo a 9 stelle PRESTIGE 2012, avanti tutta.
Di Marco Tenuti (del 27/04/2012 @ 10:51:50, in MTB, linkato 998 volte)
Pubblico volentieri questa bella notizia, visto che il presidente UDACE Barberis ha pochissima voglia di "far bene" per la sua federazione ed i suoi tesserati...
GLI UDACE AL VIA SENZA ALCUN COSTO AGGIUNTIVO A DIVINUS E LEGEND
E' stato stretto un accordo che permetterà di far partire senza problemi ne costi aggiuntivi i tesserati UDACE/ACSI nella griglia di loro pertinenza.
Nessun problema per i tesserati UDACE/ACSI alla Divinus Bike Clivus e Lessinia Legend in programma rispettivamente il 20 e il 27 maggio prossimi. Grazie all'accordo raggiunto con i vertici di un Ente di Promozione Sportiva riconosciuta dal CONI, i tesserati UDACE/ACSI potranno partire senza problemi nella propria griglia di spettanza. Da segnalare che il costo dell'assicurazione sarà totalmente a carico delle organizzazioni. Un importante segnale questo, che rafforza la professionalità di due comitati organizzatori da sempre attenti alla soddisfazione e sicurezza dei partecipanti.
Di Marco Tenuti (del 27/04/2012 @ 09:36:44, in web, linkato 1456 volte)
Da quando mi sono trasferito da Quinto di Valpantena a Grezzana, c'è una cosa che non è più funzionata correttamente del mio punto di accesso Wifi, che possiedo ormai da anni. Ogni volta che chiedo a qualche dispositivo collegato alla mia rete wireless, esso viene erroneamente localizzato all'indirizzo dove abitavo prima e non al nuovo indirizzo.
Evidentemente tale informazione è memorizzata nei database centralizzati dei servizi di localizzazione, i quali sono dotati di un enorme mappatura tra le coordinate geografiche e i relativi hotspot Wifi, solo che che per un qualsiasi motivo un hotspot non rimane fermo in un punto, ma viene traslocato o esso stesso è in continuo movimento - è il caso per esempio degli ultimi hotspot Wifi di cui sono dotate alcune macchine di alta gamma o che accessorio davvero "avanti" anche delle vetture di medio allestimento - non c'è verso che il vostro dispositivo azzecchi correttamente la localizzazione GPS.
In realtà un dispositivo, come un moderno tablet o un telefono touch degli ultimi anni è in grado di stabilire la propria locazione in tre maniere:
utilizzo dell'A-GPS, cioè si basa sulla localizzazione delle celle delle rete cellulare che lo circondano (localizzazione immediata, scarsa precisione, impossibilità di localizzare in caso di mancata copertura GSM, GPRS, UMTS)
utilizzo degli hotspot Wifi, cioè si basa sulla localizzazione degli hotspot circostanti (ottima qualità, buona velocità, scarsa reperibilità, necessità di accesso alla rete per risolvere la mappatura)
utilizzo del GPS, il più classico dei sistemi di localizzazione (lentezza intrinseca, buona qualità, mancato funzionamento in ambienti chiusi o impervi, nessuna dipendenza dalla rete cellulare o Internet)
Il mio caso è il secondo, ossia quando i miei dispositivi provano ad "indovinare" la localizzazione, vedono che sono in prossimità del mio hotspot casalingo, solo che la mappatura tra l'hotspot e le coordinate geografiche rimandano ancora a Quinto.
Poco male: sono riuscito a trovare sul web un link verso il sito di Skyhook, che dovrebbe proprio fare al caso mio, cioè comunicare la nuova localizzazione dell'hotspot Wifi, in modo tale che la mappatura di Skyhook venga propagata a livello planetario verso tutti gli altri provider di tale servizio. Sul sito di Skyhook si parla della necessità che trascorrano 7 giorni, perché l'update abbia luogo.
L'update consiste nella comunicazione esatta della nuova coordinata geografica, il più precisa possibile, il MAC address dell'hotspot ed un vostro indirizzo e-mail per comunicarvi l'esito dell'operazione di aggiornamento, che mi è arrivata nel giro di qualche minuto:
Your AP has been added to the system and should be immediately available to most devices, however there may be up to a week delay on some devices.
Stiamo a vedere quanto ci metterà il mio iPhone a dirmi che sono a casa mia!
Di Marco Tenuti (del 26/04/2012 @ 16:39:28, in MTB, linkato 914 volte)
In questo bel videoclip potete trovare le sequenze e le immagini più curiose dell'edizione 2012 della Granfondo Tre Valli, organizzata dal Team Bi@bike.
Ovviamente la strada per la perfezione è ancora molto lunga, ma senza dubbio gli uomini del team di Tregnago stanno lavorando molto bene e continueranno sicuramente nella direzione già intrapresa.
Vi lascio al video di Luca Carton, montato sapientemente ed arricchito con effetti filmografici assolutamente professionali.
Di Marco Tenuti (del 25/04/2012 @ 16:34:08, in MTB, linkato 1003 volte)
Tengo a precisare che la traccia in questione non è stata editata, ma è esattamente il giro che l'Orlando ha compiuto da Grezzana a Grezzana, cioè 112 km per un dislivello di circa 2720 metri.
La traccia in colore giallo è il giro effettuato oggi, mentre quella di colore bordeaux è quella scaricabile dal sito ufficiale della Lessinia Legend.
Di Marco Tenuti (del 25/04/2012 @ 14:34:16, in MTB, linkato 3165 volte)
Stamattina sveglia alle 6.20 per riuscire a combinare capra e cavoli, cioè cercare di andare a provare quanto più possibile del percorso della Lessinia Legend, versione Extreme 2012.
L'appuntamento al Ciao per le ore 7.00 - si, diconsi ore SETTE - è disatteso dall'Orlando e mi tocca andare a rimorchiarlo a casa sua. Appena entrato nel suo cortile scorgo la Maria de Notte pronta per partire, mentre Paolo sta ancora girando in mutande in giro per lo scantinato.
Finalmente alle 7.15 si parte e si fa un trasferimento veloce verso Montorio, passando per la Contea di Sezano, per vedere se il Conte era pronto a partire per Pozzomoretto, ma non lo abbiamo visto: forse stava ancora completando gli ultimi minuti dei canonici venticinque.
Da Montorio si sale a Pian di Castagnè praticamente in soupless, cioè con un tempo stimato in 22' compresa la contemplazione degli aculei di un'Istrice probabilmente travolta da un'automobile, mentre il nostro cammino verso San Rocco di Piegara procede sempre tra una ciacola e l'altra. Dopo aver avvisato tramite SMS il Papataso, che non ci saremmo fatti trovare alle Quattro Strade per le 8.30 entriamo sul percorso della Legend Extreme poco dopo San Rocco di Piegara e con leggero disappunto notiamo che la carrareccia è parecchio infangata, "no buono" per il resto della nostra ricognizione, ma dopo aver superato l'empasse iniziale riusciamo a pedalare speditamente in direzione San Mauro di Saline.
La scalata alla Chiesa di San Moro se ne va in scioltezza grazie alla leggerezza della Scalona e alla gamba molto fresca: solo che al bivio con la strada asfaltata, quando dovrebbe cominciare la discesa notiamo che non ci sono cartelli ad indicare il percorso. Sostanzialmente siamo ad un mese dalla gara e non ci sono ancora indicazioni del percorso.
Solo che lo zio Paolo, conosciuto anche come Paolo GPS, non si è preparato adeguatamente, non ha studiato per filo e per segno il percorso, i bivi, i single track e pertanto andiamo a sentimento, solo che dobbiamo aver sbagliato da subito la discesa verso Badia Calavena e siamo costretti a scendere più o meno per la strada asfaltata, dopo aver però pedalato una carrareccia piena di tornanti che documenteremo presto con la ricca traccia GPS.
Da Badia Calavena a Sant'Andrea non ci sono molti dubbi sul percorso: rimaniamo sulla costa occidentale della vallata e bypassiamo l'ascesa sterrata iniziale che dovrebbe portare alla strada che conduce a Campofontana. Superata di poco quota mille metri di altitudine scegliamo di scendere lungo un sentiero segnato, ma in realtà è una sterrata appena risistemata e molto ampia, che è senza dubbio il percorso di gara. Anche al bivio più avanti, scegliamo la rompifuoco verso monte, impastiamo con un po' di fango le ruote delle nostre bike, solo che ci inventiamo la discesa verso Giazza, imbucandoci in un sentiero dove la bici la si guida per niente e la si porta molto. Per fortuna che si sbuca all'attacco della Val Fraselle tra uno scalino ed un altro, dopo aver portato la bici a spalle per almeno 3-400 metri. Evidentemente la discesa da prendere era un po' prima, probabilmente in corrispondenza dell'indicazione "Passeggiate di Giazza".
A Giazza c'è solo il tempo per il refueling di acqua alla fontana del Pfaffen Marcante e poi dai 750 metri di quota attacchiamo il sentiero europeo E5 senza tanti se e senza tanti ma e tra una difficoltà e l'altra arriviamo su a quota 1200 metri, senza particolari patemi. L'Orlando se ne va su col suo passo, mentre il mio passo è tutta un'altra cosa rispetto al suo, insomma arranco, per non dire che "panteso". La Scalona con le ruasse Geax Aka gonfiati belli duri rimbalza sui maroccoli più grossi, ma non è che cambia molto se avessi avuto le altre ruote. Quando non c'è fiato, non c'è fiato e lo spunto per saltare gli ostacoli più impegnativi. Non rimane altro che mettere il piede a terra, tentare di ripartire o scendere dalla sella e spingere la bici.
Peccato che anche qui il team Bi@bike deve ancora passare per sistemare il percorso, ma il lavoro da fare è tanto e lungo. In più le precipitazioni degli ultimi giorni hanno complicato parecchio le cose smuovendo un sacco di materiale e fogliame, tale da rendere impraticabili circa 2-300 metri del sentiero. In cima però ci aspetta uno scenario incantevole caratterizzato da una sottile coltre nevosa caduta da poco, ma l'orologio è tiranno e non ci fermiamo a scattare foto.
In quota sopra al Parparo il cielo non è dei migliori e l'aria non è delle più tiepide, così Paolo mi fa dono di alcuni fogli di giornale per proteggermi l'addome e poi si decide di rientrare verso casa lungo la via più breve, cioè la Valle delle Sfingi, San Francesco, Valdiporro e Boscochiesanuova.
A Bosco Paolo mi saluta ed il rientro a Grezzana lo faccio in solitario, lanciandomi in picchiata lungo lo stradone che da Cerro Veronese passa per Rosaro e arriva direttamente a Stallavena, arrivando ai 75 km/h nei rettilinei più lunghi!
Che dire: il percorso della Lessinia Legend Extreme non c'è modo di provarlo tutto quanto in un solo colpo, come non era stato possibile provare l'Extreme dell'edizione 2010, ma ho tanto l'impressione che questo, nonostante i chilometri ridotti, sarà sicuramente più duro, ma non per questo meno suggestivo. Speriamo solo che gli organizzatori riescano quantomeno a mettere quante più indicazioni possibili del tracciato, soprattutto dell'inedito Extreme, mentre per i lavori di pulizia del Sentiero delle Gosse possono arrivare anche a qualche giorno prima, se il meteo insisterà per rovinarlo.
Il mio stato di forma non è ai livelli massimi, ma posso considerarmi contento di aver portato a casa una "barca di chilometri" (102,2 km) e un dislivello consistente (2220 metri), senza avere avuto particolari crisi sul finale, se non la stanchezza che cominciava a farsi sentire in cima al Parparo. Posso considerarlo un ottimo allenamento per i tre marathon che mi aspettano nel mese di maggio, cioè la Hubi Hard Marathon a Viverone, la Divinus Bike a Monteforte d'Alpone e la Lessinia Legend, se scioglierò a breve la mia riserva inviando l'iscrizione alla gara.
Ringrazio pubblicamente Paolo per aver scelto di accompagnarmi per l'intera giornata, nonostante la levataccia, lo ringrazio un po' meno per non aver assolto pienamente al suo ruolo istituzionale di condottiero, vista l'esperienza e la conoscenza di ogni traccia possibile ed immaginabile in Lessinia.
Di Marco Tenuti (del 25/04/2012 @ 00:27:08, in MTB, linkato 1224 volte)
Vi lascio ai commenti più che entusiastici ed ovviamente un po' di parte dell'edizione 2012 della Hubi Hard Marathon, visto che manca meno di una settimana all'appuntamento per me e per Franceschino.
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