Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Come potete vedere dall'immagine a fianco, oggi è cominciata finalmente l'attività motoria, parte integrante del programma di riabilitazione del Marcante. Dopo la traversata in barca, finalmente è arrivato l'ammollo in acqua tropicale, con una nuotatina e maschera da snorkeling, qualche esercizio di respirazione col respiratore della maschera. Dopo aver contemplato un po' la fauna e la flora subacquea - principalmente pesci agulha, altre varietà colorate autoctone e coralli cervello - anche il tempo di fare un paio di tuffi.
Accesi nuovamente i motori del barcone, grazie ad un tranquillo trasferimento, ci siamo mossi verso la piccola baia Jurumirim, famosa per il record realizzato da Amyr Klink, cioè la traversata dell'Oceano Atlantico nell'emisfero australe, da Città del Capo fino alle coste del Brasile.
L'esercizio è consistito nella discesa dalla scaletta ed una nuotatina di 50-60 metri per raggiungere la spiaggia dorata, con tanto di conquista della terra americana e relativo ammainabandiera da vero esploratore medioevale.
La dieta alimentare è stata molto equilibrata, grazie ad una bella "agua de coco" quasi ghiacciata, refrigerante a base di guaranà e succo di gojaba ipocalorica, ma molto "saborido".
Dopo parecchi giorni di acqua in quel di Rio di Janeiro, giovedì mattina abbiamo abbandonato la metropoli carioca in direzione Paraty. La scelta della strada non è stata delle più felici, ma ci siamo fidati ciecamente delle indicazioni di Google Maps, il quale ci ha fatto prendere l'autostrada Dutra in direzione San Paolo, anziché prendere l'autostrada litoranea che collega Rio a Angra Dos Reis.
Dopo quasi 100 km di autostrada, per uscire da Rio de Janeiro lungo l'Avenida Brasil e il toboga autostradale che porta da quota 200 metri sul livello del mare fino a quota 900, roba che salire da Stallavena a Boscochiesanuova è una passeggiatina al confronto, ci siamo ritrovati a fare un tormentone lungo 75 km da Barra Mansa fino alla BR-101, cioè la statale che porta da Angra Dos Reis fino a Santos. Una sequenza di curve a medio raggio dove ho avuto modo di mettere alla prova gli stomaci di tutto il mio equipaggio.
Poco male: siamo arrivati a Paraty e ci siamo ricongiunti coi nostri amici Nelson, Mercia ed Henrique, più che mai ospitali e accoglienti, solo che il tempo è rimasto incerto e piovigginoso per tutta la sera e la notte: la passeggiatina nel dopocena è stata caratterizzata da una pioggerellina talmente fitta, capace di entrare in qualsiasi tessuto ed indumento.
Entrare a Paraty sembra di entrare in una città d'altri tempi: le strade asfaltate sono pochissime, mentre quelle centrali della cittadina sono tutte lastricate o di pietra, che costringono una camminata a piedi o un attraversamento in macchina a qualcosa molto avventuroso, roba da sbloccare la forcella...
L'attività di monitoraggio bici è continuata per tutta la serata. Anche a Paraty imperversa una marca su tutti, cioè bici Caloi ovunque, che sembra essere il distributore e il produttore principale nello stato di Rio de Janeiro. Nel negozio principale di bici, ho addirittura ammirato una bici Caloi con carro completamente in carbonio e gruppo Deore LX, mentre la forcella era una SID Tora, cioè un nuovo record per la categoria Brasiliane.
Tutti a letto non tardissimo a condividere la notte con le zanzare del posto, non particolarmente velenose in fatto di punture ed iniezioni, ma sicuramente più che mai agguerrite nel non demordere in camera da letto. Tutta la notte l'abbiamo fatta sotto il lenzuolo con una temperatura ambientale ben oltre i 30°C.
Per fortuna che lassù il buon Dio ha chiuso il rubinetto dell'acqua e stamattina abbiamo goduto appieno del cielo nuvoloso e poco nuvoloso, concedendoci un'uscita col barcone di un paio di ore e mezza. Piccolo attraversamento della baia di fronte a Paraty e poi abbiamo fatto gettare l'ancora presso un isolotto a circa 7 km, dove abbiamo anzitutto guardato delle enormi "lagarto" appollaiate sulla roccia e poi ci siamo tuffati nell'acqua per fare un po' di snorkeling.
Pranzo eccezionale una volta tornati a casa a base di pesce, pesce cavallo lesso e pesce cavallo alla piastra, dal gusto molto saporito, il tutto preparato dalla cuoca Sida, la donna che ci ospita e ci segue in questi giorni di vacanza a Paraty.
A tutti quelli che mi chiedono del mio programma riabilitativo per la stagione 2010.
Tutto procede secondo programma a parte qualche leggero inconveniente in via di risoluzione (dovuto a sovraeccitazione dell'apparato gastroenterico)
La prima settimana è stata dedicata ad una ricostituzione del tessuto muscolare grazie ad un'assunzione di proteine anche al sangue in dosi massiccie: molto apprezzata la porzione standard di controfiletto di bovino argentino da 400 grammi a cottura media.
La seconda settimana, già iniziata da sabato sera, prevederà una stimolazione basica delle funzioni metaboliche basali grazie all'aumento della temperatura ambientale massima a quota 30ºC e all'assunzione delle seguenti sostanze:
- Guaranà dose 1 lt per die (come se fusse Cocacola dopo una notturna, praticamente adesso bevo guaranà e piscio Redbull)
- Mango e bananite in quantità
- Papaya e laranja in succo
- Caffeina pura do Minas Gerais 150 mg per die
- Turbaìna 1 lt per die (spero di mandarvi foto)
- Yogurt vaniglia 250 ml
- Fermenti lattici
- Cahipirinha dose 250 ml (come coprente)
Le gambe ancora ferme per qualche giorno ulteriore. Consentite solo passeggiate a piedi senza corsa, forse qualche passettino di samba verso mercoledì.
La terapia autorizza al momento l'ascolto di radiocronache di partite della Copa Libertadores ovviamente in 'portoghese brasileiro' come stimolazione mentale di secondo livello.
Son proprio contento di questo programma. Soddisfatti o rimborsati.
Oggi il programma della prima giornata in Rio de Janeiro è stato rocambolesco, perché abbiamo saputo solo alle 8.25 della mattina che sarebbero venuti a prenderci alle 8.55 per il City Tour: pertanto colazione e toeletta di tutta fretta e poi sul pullman, quali unici rappresentanti del Made in Italy nel mondo.
Piacevolissima sorpresa quando scopriamo che la guida è un omosessuale molto fluminense e tifoso de futbol, che di secondo lavoro non può che fare la drag queen e ballare la samba al carnevale più pazzo del mondo.
Tutto l'autobus parla o capisce il portunol - mix di portoghese e spagnolo - così Serginho parla l'inglese apposta per noi italiani, cioé per me e per Elisa; capiamo praticamente tutto tra un po' di portugues e un po' di ingles.
Purtroppo è il meteo a mettersi contro perché la prima escursione della giornata prevede la salita su Pão de Açùcar, da cui la vista su Rio è spettacolare, ma richiede cielo sufficientemente limpido, cosa che invece non è proprio, visto che continua a piovere più o meno forte.
Riusciamo però a salire, fare foto, vedere souvrenir, fare perfino un filmatino con la videocamera: Enrico ed Alice sono in qualche modo protetti dall'acqua dai rispettivi spolverini, mentre io prendo di gusto la pioggia tropicale, che è la stessa cosa che farsi una doccia calda.
A seguire la Catedrão e la spiaggia di I-pa-ne-ma - è lo scandire delle parole di Serginho Bissinho - mentre il top lo abbiamo da lui quando facciamo visita al templum templorum del futebol, cioé il Maracanà e il Maracanainho, rispettivamente uno degli stadi più grandi del mondo e la sua versione per partite in pantofole. Sergio si lascia andare a qualche coretto pro Flamengo, ma viene il momento di passare in altri quartieri come Botafogo e Urra, oltre il mitico Sambodromo, dove non passano le Formula Uno, ma è tutto vuoto in attesa del Carnevale.
Decidiamo verso le 13 di prolungare il city tour, così andiamo a pranzo in churrascaria! Tutto prelibato: peccato che mi salti un pezzo di dente proprio sul più bello, cioé mentre sto masticando un pezzo di picanha!
Nel pomeriggio ci spariamo il giro su Trem de Corcovado: indimenticabile, nonostante la pioggia e l'aria a oltre 700 metri sopra Rio. A presto con foto e ulteriore commento!
Oggi la famiglia Marcante-Bioti ha affrontato la grande città di Buenos Aires nel più classico dei modi turistici, cioè col city tour organizzato dall'agenzia.
Dopo una lauta colazione all'Hotel Colon, dove staremo fino a sabato, siamo saliti sulla corriera verso le 9. Il tour prevedeva di puntare subito verso la Plaza de Mayo, teatro delle principali manifestazioni politiche e sociali di Buenos Aires e dell'intero Sudamerica ed abbiamo visto la Catedral Metropolitana, Casa Rosada e la Plaza stessa.
Poi giro sportivo al quartiere de La Boca, dove il fanatismo calcistico supera ogni livello possibile in tutto il pianeta, con decine e decine di negozietti con qualsiasi gadget del Boca.
Giretto poi al quartiere degli artisti, Caminito, dove siamo letteralmente assaliti da proposte commerciali, enogastronomiche, artistiche e folcloristiche, alla faccia del "No solicitation, obligation".
Il giro cittadino prosegue verso la zona del porto vecchio, Porto Madero, Porto Nuevo, poi passiamo nei quartieri Recoleta, Palermo, Belgrano e via dicendo...
Davvero una città enorme, altro che le nostre città italiane. Buenos Aires, coi suoi 13 milioni di abitanti - considerando l'intero anello di città minori, di fatto conglomerante nella Grande Ciudad de Buenos Aires!
Qualche nota storica sull'origine del nome della città può esservi utile: la città fu fondata per la prima volta dallo spagnolo Pedro de Mendoza il 2 febbraio del 1536 col nome di Ciudad del EspÃritu Santo y Puerto Santa MarÃa del Buen Ayre. La seconda e definitiva fondazione fu nel 1580 col nome di Ciudad de la SantÃsima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires: la città fu battezzata con questo nome in onore del santuario di Nostra Signora di Bonaria di Cagliari in Sardegna. Occupava un'area di 2,3 km² ed ospitava 63 abitanti.
Nel 1611 fu inaugurato il primo ospedale.
Pubblico qualche foto online e poi ci aggiorniamo a domani. Stasera ci aspetta il Tango Show, senza vedere il quale ci hanno detto che non si può dire di aver visitato "Buone Arie".
Le ultime 48 ore per noi, famiglia Marcante "allargata", sono state un po' impegnative dal punto di vista delle ore dormite, ma tutto sommato non abbiamo faticato molto per passare, da una lounge all'altra, dal sedile di un aereo ad un check-in: sicuramente la cosa più di impatto è quella di essere stati catapultati in mezzo all'estate.
Per fortuna che a San Paolo e a Jundiaì non abbiamo trovato il classico clima tropicale sudamericano di fine primavera, cioè una temperatura non altissima ed un'umidità relativa esagerata. Abbiamo così goduto appieno l'incontro coi nostri amici brasiliani Giarola.
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