Premetto subito che non è uno scontro tra titani o l'ennesima diatriba su quale sia il migliore tra i due, perché un'analisi imparziale o meglio un'analisi super partes è quasi impossibile da trovare.
Meglio allora fare quello che ha fatto l'americano MacWorld, rivista statiunitense per eccellenza per il Mac, ovviamente trattasi di rivista chiaramente schierata, ma che ha cercato di mettere a confronto alcune delle novità introdotte negli ultimi aggiornamenti dei due rivali storici dei sistemi operativi, ossia Snow Leopard (10.6) e Windows 7.
Che il Mac sia sempre stato quello a dare il "la" da sopra, è risaputo da tutti, ma tante cose su cui Windows ha cercato di differenziarsi ed autodeterminarsi, spesso sono diventate uno standard de facto, che in qualche modo è stato travasato anche dentro il Mac.
Vi lascio pertanto alla recensione in inglese fatta da MacWorld, Snow Leopard versus Windows 7, firmata da Nick Mediati di PC World.
Qualche problema del modulo di iscrizione non mi vedeva assegnato ad alcuna provincia o regione, mentre dopo la mia segnalazione, sono stato associato correttamente nella provincia di residenza.
Questa la lista dei veronesi ad un mese di apertura delle iscrizioni:
Incredibile il numero di partecipanti già iscritti alla DSB del team Hellas Monteforte, cioè il team organizzatore della Divinus Bike. Allo stato attuale:
Hellas Monteforte: 15
MTB Villafranca: 6
Thunder Bike: 5
Team Strazzer: 5
Cicli Tagliaro: 3
MTB Golosine: 3
Tenax: 2
Ciclo Club San Bonifacio: 2
Bussola: 2
Ancora fermi al palo tutti gli altri team con un'iscrizione singola, cioè Turnover, Focus Italia, Bussola, Paola Pezzo e altri ancora.
Impressionante infine il numero totale di partecipanti già iscritti che sfiora le 1500 unità dopo il solo mese di dicembre.
Di Marco Tenuti (del 05/01/2010 @ 17:39:08, in MTB, linkato 1022 volte)
L'Anonimo Turnover, al secolo il mio coetaneo Michele Pezzo, registra pure un video dell'uscita di oggi. Peccato che sia di bassa qualità, comunque a vedere queste immagini tutti sembrano girare molto agili, insomma dei veri prof ad inizio della stagione...
Di Marco Tenuti (del 05/01/2010 @ 14:20:34, in MTB, linkato 940 volte)
Sarà che l'ago della bilancia un paio di giorni fa mi ha tirato un brutto scherzo o sarà che dopo una settimana abbondante di uscite relativamente corte come chilometraggio non mi ha proprio rimesso in carreggiata, ma oggi ho deciso che era il primo giorno in cui cominciare a fare sul serio con la bici.
Pertanto ho deciso di aggregarmi al gruppo di giornata - i Pezzo Brothers e l'Orlandi - con appuntamento ore 9.30 alle Casette di Marcellise per un'uscita del tipo "Sporchemose manco che se pol".
Mio obiettivo di giornata era quello di mulinare il più possibile, cercando però di non spingere mai duro e devo dire che in questo ci sono assolutamente riuscito. Su alcune salite son rimasto spesso da solo, su altre invece era l'Orlando a scortarmi fino alla cima, ma più che i chili di troppo quel che stenta ad arrivare è la voglia di far fatica e di soffrire, ma son sicuro che presto arriverà anche questo.
Sicuramente la cosa che ho penato più di tutte è stato il freddo, non il freddo in generale, ma il freddo ai piedi. I pedali della MTB non aiutano certo la circolazione sanguigna per uno come il sottoscritto che soffre praticamente sempre il freddo ai piedi da settembre ad aprile.
Già lungo la salita dei cancelli, verso Maternigo, i miei piedi erano congelati e non c'era verso di muovere le dita. La successiva discesa per la via Cara non migliorava affatto la temperatura periferica.
Come se non bastasse già ormai alle 4 Strade mi compariva il fantasma della Fame, cioè quella bellissima sensazione di quando le energie nel sangue sono completamente finite ed il corpo va in recovery, cioè cerca di mettere in moto il processo metabolizzante dei grassi, cosa che era da un bel po' che non provava a fare.
Era da mesi e mesi che non sentivo questa senzazione. La carne del churrasco brasiliano, il cordero patagonico ed il Bife de chorizo avevano completamente rimosso questo meccanismo del corpo umano. La cosa divertente è mancavano ancora parecchi chilometri per arrivare a casa!
Nel pezzo da Casette fino alla Mattarana ho cercato di sfruttare la scia dell'Anonimo Turnover, solo che lui preferiva di gran lunga una ciacola. Quando mi affiancavo a lui, gli avrò chiesto di ripetere almeno 4-5 volte le cose che andava dicendo, solo che io avevo l'apparato uditivo già in standby.
Da Mattarana fino a Ponte Florio abbassavo leggermente la velocità e un certo equilibrio lo avevo trovato e mi avrebbe consentito di arrivare a casa. Solo che alle Campagnole di Novaglie mi supera nientepopò di meno che uno in divisa Lampre con bici Wilier da strada il quale mi saluta pure. Noto un riccio biondo uscire da dietro il casco, alché ho pensato di avere le visioni mistiche del ciclismo o che si trattasse del Damianetto dal Cerro.
Un'iniezione di adrenalina mi rivitalizza, accelera di brutto il metabolismo dei grassi e tengo Damiano sempre a vista a 50 metri per quasi tutta la Strada della Giara. All'altezza di via Segorte, però lascio Damiano all'esecuzione della sua ripetuta - probabilmente su una versione allargata del circuito notturno di Novaglie, visto che io l'ho beccato che veniva giù proprio dal discesone di Novaglie - ed io svolto a destra per la strada interna. Gli ultimi 3 km sono, non dico proprio una via crucis, ma quasi.
Solo un massaggio ai piedi per almeno 10 minuti ripristina prima la circolazione sanguigna e poi finalmente si sentono i "diaoletti", poi un eccellente risottino alle verdure e prosciutto Praga della Cicci fanno spegnere le spie della riserva ed infine un bel bagno caldo mi rimettono quasi in perfetta forma.
Diciamo che questi 70 km abbondanti e quasi mille metri di dislivello ci volevano proprio per ritornare a pensare di essere un ciclista amatore. La bilancia, inoltre, mi ha fatto tornare il volto sereno, segnando una cifra di poco inferiore a 70 kg. Il Conte Savoia mi contesterà che non ci si pesa a fine giro bici, ma anche l'altro giorno mi ero pesato in simili condizioni, quindi, caro Conte, lasciaci gioire così. Ce la posso fare.
Di Marco Tenuti (del 04/01/2010 @ 12:19:16, in MTB, linkato 971 volte)
Il parco macchine visto alla GF del Pandoro era davvero degno di nota, vuoi perché la stagione precedente è già finita da un pezzo e quindi non pochi sono gli atleti che si sono già equipaggiati di un mezzo 2010, vuoi perché la disponibilità economica dei biker della GF del Pandoro è sempre molto elevata.
Nonostante i partecipanti provenissero da team veronesi associati a negozi legati a determinati brand, e pertanto fosse naturale vedere in mostra determinati marchi e bici, piuttosto che altri, segnaliamo pertanto la tendenza più vigorosa di tutte, cioè quella del popolo dei 29ers.
Questi i numeri pertanto:
bici da 29" (Niner): 4!
bici rigide: 5
Una Sants con reggisella integrato
ben tre Cannondale con Lefty (di cui due Flash 2010!)
Ovviamente i numeri sono assolutamente imprecisi e tutti da verificare, perché mi son semplicemente basato guardando rapidamente le foto delle varie gallery collezionate in tutti questi giorni, quindi va da sè che le cifre di cui sopra sono assolutamente da rivedere al rialzo.
Di Marco Tenuti (del 04/01/2010 @ 11:31:14, in MTB, linkato 1071 volte)
Appena postato dal Pezzo, ho il piacere di postare anch'io sul mio blog l'ottimo lavoro di Alessandro Zanini, iscritto nella fila di uno dei team maggiormente rappresentati alla GF del Pandoro, ossia Verona Bike.
Di Marco Tenuti (del 04/01/2010 @ 11:00:45, in MTB, linkato 894 volte)
Altre foto pubblicate sul web negli ultimi giorni riguardanti le uscite in MTB fatte dal Pappataso Fans Club, sempre più "allargato".
Fabio Savoia pubblica le foto del giro "Valpantena Overland 2"; si tratta di più di qualche scatto a sorpresa, visto che la macchinetta fotografava quando voleva lei...
Arrivano anche le foto di Matteo Milani invece della seconda edizione della Gran Fondo del Pandoro, tenutasi nei dintorni di Alcenago la scorsa domenica 27 dicembre.
Di Marco Tenuti (del 02/01/2010 @ 14:34:21, in MTB, linkato 1295 volte)
Stamattina è andato in onda "Valpantena Overland 2" col pensiero rivolto al Pappataso ed al suo piccolo Edo, in stato febbricitante a causa dell'otite maldiagnosticata nei giorni scorsi. Era un'uscita a cui il Pappataso teneva molto, vuoi per la bellezza dell'uscita, vuoi per la pausa con soppressa, però abbiamo ritenuto opportuno non rimandare ulteriormente, ma dedicargli semplicemente l'uscita.
L'appuntamento dato al Bar Piocio di Marzana per le ore 9.30 ha consentito a tanti di allinearsi ai nastri di partenza. Vediamo subito di chi si tratta. Il Conte Savoia era ovviamente presente a fare gli onori di casa, poi il gruppo dei colognolesi con Matteo, il Radu e Michele Zenatti dal Pian di Castagnè. Tra i cittadini presente il Giando, l'Anonimo, Benito, Thomas Schleck Tommasi, il Pianista, Walter. Dall'ovest veronese anche oggi presente all'appello il Marangon della MTB veronese, Diego Bertani, ed un amico del team Golosine, con mezzo MTB Bertolo. Dal nord della vallata invece scendeva il buon Paolo Orlandi, che pochi minuti prima della partenza temeva la pioggia. Appena vedrò la foto di gruppo, verificherò di non aver dimenticato nessuno.
Dopo aver atteso qualche minuto per i ritardatari, ci siamo diretti in direzione nord, cercando di non disperdere le energie ed il tempo a disposizione, visto che più di qualcuno pretendeva un rientro a casa in tempo utile. Così il trasferimento avveniva fino a Stallavena lungo la provinciale interna, mentre l'ascesa verso Alcenago avveniva lungo l'asfalto per la Chiesa, cioè in direzione contraria alla Gran Fondo del Pandoro di una settimana fa.
Il gruppo però non disprezzava l'idea di percorrere quanto più sterrato possibile, così l'ascesa fino alla Chiesa avveniva lungo la carrareccia comunale, mentre da Capitello San Giuseppe a Coda si risaliva per la durissima Costeole, dove più di metà del gruppo è dovuto procedere a piedi, vista la pendenza proibitiva e soprattutto uno stato di forma non proprio smagliante per i più.
Da Coda fino a Sengie tratto di asfalto ad andatura molto contenuta e poi via con le danze verso il vaio del Boarol. Da qui ascesa verso i Fratoni con una mandria di vacche suonare per noi i campanacci e poi nuova discesa infangatissima verso le cave sotto località Saletti. Da qui nuova ascesa prima su terra battuta e poi su asfalto verso l'abitato di Giare col sottoscritto, il Pianista, il Radu e il Giando a chiudere il gruppo.
Foto di rito nel piazzale antistante la trattoria di Ponte di Veja e poi subito le prime defezioni, col Radu, Matteo e Michele Revolution che non possono permettersi la pausa panino. Il resto del gruppo, cioè eravamo ancora in 11, andavamo ad ordinare 6 panini con la soppressa, 3 col crudo, Walter optava per la bondola, mentre l'Anonimo controcorrente rinunciava al panino. Cocacola a tutti, qualcuno si permette anche un bicchiere di rosso, mentre alcuni chiudono in bellezza con la cedrata ed un caffé.
Dopo aver salutato Brumotti de Verona, di nuovo in sella, il Paolo Orlandi segue le indicazioni di Zenatti, così attraversiamo il Ponte di Veja, scattiamo qualche foto, ammiriamo le sculture di legno poco dopo il Ponte e scendiamo verso valle lungo il sentiero 257, nella direzione opposta a quella prevista per la futura Lessinia Legend 2010 in versione Extreme. Alcuni passaggi sono un po' tecnici e il fondo è a dir poco viscido, così molto prudentemente scendiamo dalla sella e di tanto in tanto perdiamo un po' di quota a piedi.
Guadiamo la valle senza trovare acqua e l'ascesa verso l'asfaltata Barozze-Bellori richiede una camminata di circa 300 metri, ma senza particolari patemi. Probabilmente anche a giugno questo tratto richiederà di dover scendere dalla bici per riuscire a passare dalla strada provinciale fino al Ponte di Veja, ma le temperature ed il fondo saranno sicuramente migliori rispetto a questi primi giorni di gennaio.
Il Paolo Orlandi devia a sinistra sul punto al 13% dell'asfalto per portarci a vedere la Falesia di Ceredo, con suggestiva foto al cartello dei divieti. Poi segue infine il rientro verso casa col gruppo abbastanza lanciato, che si sfalda ben presto in zona Reolto di Stallavena. Il sottoscritto all'altezza di Orè rinviene sul Michele Zenatti, in ritardo di almeno una mezz'ora sulla tabella di marcia, il quale stava procedendo molto lentamente con la sua bellissima Cannondale Scalpel, però col forcellino rotto. Per lui non c'era che da rimanere in attesa della moglie a bordo del pulmino per il traino fino a casa. Il sentiero 257 è stato fatale alla sua full.
In conclusione un'ottima escursione nell'alta Valpantena, però sicuramente non da tutti. Quasi tutte le salite affrontate hanno richiesto una grinta non da poco ed uno stato di forma che è ancora un po' prematuro ai primi di gennaio. Non escludiamo di riproporre il giro più avanti durante la stagione, magari quando saranno state superate le ostilità delle prime garette del 2010.
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