Stamattina è andato in onda "Valpantena Overland 2" col pensiero rivolto al Pappataso ed al suo piccolo Edo, in stato febbricitante a causa dell'otite maldiagnosticata nei giorni scorsi. Era un'uscita a cui il Pappataso teneva molto, vuoi per la bellezza dell'uscita, vuoi per la pausa con soppressa, però abbiamo ritenuto opportuno non rimandare ulteriormente, ma dedicargli semplicemente l'uscita.
L'appuntamento dato al Bar Piocio di Marzana per le ore 9.30 ha consentito a tanti di allinearsi ai nastri di partenza. Vediamo subito di chi si tratta. Il Conte Savoia era ovviamente presente a fare gli onori di casa, poi il gruppo dei colognolesi con Matteo, il Radu e Michele Zenatti dal Pian di Castagnè. Tra i cittadini presente il Giando, l'Anonimo, Benito, Thomas Schleck Tommasi, il Pianista, Walter. Dall'ovest veronese anche oggi presente all'appello il Marangon della MTB veronese, Diego Bertani, ed un amico del team Golosine, con mezzo MTB Bertolo. Dal nord della vallata invece scendeva il buon Paolo Orlandi, che pochi minuti prima della partenza temeva la pioggia. Appena vedrò la foto di gruppo, verificherò di non aver dimenticato nessuno.
Dopo aver atteso qualche minuto per i ritardatari, ci siamo diretti in direzione nord, cercando di non disperdere le energie ed il tempo a disposizione, visto che più di qualcuno pretendeva un rientro a casa in tempo utile. Così il trasferimento avveniva fino a Stallavena lungo la provinciale interna, mentre l'ascesa verso Alcenago avveniva lungo l'asfalto per la Chiesa, cioè in direzione contraria alla Gran Fondo del Pandoro di una settimana fa.
Il gruppo però non disprezzava l'idea di percorrere quanto più sterrato possibile, così l'ascesa fino alla Chiesa avveniva lungo la carrareccia comunale, mentre da Capitello San Giuseppe a Coda si risaliva per la durissima Costeole, dove più di metà del gruppo è dovuto procedere a piedi, vista la pendenza proibitiva e soprattutto uno stato di forma non proprio smagliante per i più.
Da Coda fino a Sengie tratto di asfalto ad andatura molto contenuta e poi via con le danze verso il vaio del Boarol. Da qui ascesa verso i Fratoni con una mandria di vacche suonare per noi i campanacci e poi nuova discesa infangatissima verso le cave sotto località Saletti. Da qui nuova ascesa prima su terra battuta e poi su asfalto verso l'abitato di Giare col sottoscritto, il Pianista, il Radu e il Giando a chiudere il gruppo.
Foto di rito nel piazzale antistante la trattoria di Ponte di Veja e poi subito le prime defezioni, col Radu, Matteo e Michele Revolution che non possono permettersi la pausa panino. Il resto del gruppo, cioè eravamo ancora in 11, andavamo ad ordinare 6 panini con la soppressa, 3 col crudo, Walter optava per la bondola, mentre l'Anonimo controcorrente rinunciava al panino. Cocacola a tutti, qualcuno si permette anche un bicchiere di rosso, mentre alcuni chiudono in bellezza con la cedrata ed un caffé.
Dopo aver salutato Brumotti de Verona, di nuovo in sella, il Paolo Orlandi segue le indicazioni di Zenatti, così attraversiamo il Ponte di Veja, scattiamo qualche foto, ammiriamo le sculture di legno poco dopo il Ponte e scendiamo verso valle lungo il sentiero 257, nella direzione opposta a quella prevista per la futura Lessinia Legend 2010 in versione Extreme. Alcuni passaggi sono un po' tecnici e il fondo è a dir poco viscido, così molto prudentemente scendiamo dalla sella e di tanto in tanto perdiamo un po' di quota a piedi.
Guadiamo la valle senza trovare acqua e l'ascesa verso l'asfaltata Barozze-Bellori richiede una camminata di circa 300 metri, ma senza particolari patemi. Probabilmente anche a giugno questo tratto richiederà di dover scendere dalla bici per riuscire a passare dalla strada provinciale fino al Ponte di Veja, ma le temperature ed il fondo saranno sicuramente migliori rispetto a questi primi giorni di gennaio.
Il Paolo Orlandi devia a sinistra sul punto al 13% dell'asfalto per portarci a vedere la Falesia di Ceredo, con suggestiva foto al cartello dei divieti. Poi segue infine il rientro verso casa col gruppo abbastanza lanciato, che si sfalda ben presto in zona Reolto di Stallavena. Il sottoscritto all'altezza di Orè rinviene sul Michele Zenatti, in ritardo di almeno una mezz'ora sulla tabella di marcia, il quale stava procedendo molto lentamente con la sua bellissima Cannondale Scalpel, però col forcellino rotto. Per lui non c'era che da rimanere in attesa della moglie a bordo del pulmino per il traino fino a casa. Il sentiero 257 è stato fatale alla sua full.
In conclusione un'ottima escursione nell'alta Valpantena, però sicuramente non da tutti. Quasi tutte le salite affrontate hanno richiesto una grinta non da poco ed uno stato di forma che è ancora un po' prematuro ai primi di gennaio. Non escludiamo di riproporre il giro più avanti durante la stagione, magari quando saranno state superate le ostilità delle prime garette del 2010.